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Impossibile imparzialità miscredente

Gli studiosi e scienziati materialisti, pur non essendo la maggioranza, hanno posizioni privilegiate nel campo pubblicitario e finiscono per dare il tono all'opinione pubblica. Ai miscredenti, in senso radicale, quali sono gli atei, vanno aggiunti gli scienziati che, pur non essendo atei, escludono per principio l'intervento di Dio nelle cose naturali. Per i più coerenti di essi tutte le cose sono sgorgate da evoluzione spontanea, guidata cioè puramente dal caso. Ed è questo l'evoluzionismo comunemente insegnato come certo nei testi, nelle riviste, nelle scuole, alla radio. Quanto all'origine della materia primordiale qualche astronomo ha pensato addirittura a una sua continua creazione dal nulla, che avvenne e proseguirebbe ad avvenire da sé, senza Creatore: così, per esempio, Fred Hoyle, della Università di Cambridge, che ne fece clamorosa propaganda intorno al 1950. Ma su quest'ultimo argomento e su tale assurda ipotesi gli evoluzionisti, di solito, preferiscono tacere.
Siccome tali scienziati mostrano molta precisione e rigorosa imparzialità in tutte le loro ricerche sperimentali, così da farsi guidare in esse soltanto dai fatti, danno l'impressione di essere ugualmente imparziali e obiettivi e guidati soltanto dalla verità delle cose quando proclamano e diffondono questo evoluzionismo spontaneo della natura: "Se lo affermano tali scienziati - pensa la gente - vuol dire che è vero, vuol dire che i fatti hanno parlato chiaro".
Ma è un grande equivoco. Su questo punto, in realtà, l'autorità di tali scienziati sfuma. Manca il suo fondamento principale che è l'imparzialità ed obiettività delle affermazioni, in quanto dedotte veramente dai fatti. Essi, a riprova dell'evoluzionismo, adducono bensì dei fatti (di cui valuteremo in seguito la poca consistenza). Ma lo fanno a difesa di una tesi preconcetta, abbracciata a priori, per necessità, mancando loro la alternativa critica che hanno invece i credenti. Esclusa infatti materialisticamente, per principio, l'esistenza o comunque l'intervento di Dio nella creazione e nella guida dell'universo, tali scienziati non hanno altra possibilità per spiegare la comparsa successiva di tutti gli esseri che supporre uno spontaneo processo evolutivo, puramente guidato dal caso. Prima cioè della ricerca dei fatti con cui tentano di convalidare l'evoluzionismo, questo è da essi necessariamente postulato in conseguenza dell'aprioristica esclusione dell'intervento o della esistenza stessa del divino Creatore. (Esclusione aprioristica perché non se ne dà alcuna prova: è noto che nessun ateo è mai riuscito a provare che Dio non esiste.)
Tipica è una aprioristica e ristretta giustificazione di questi scienziati: dicono di escludere, nell'evoluzione della natura, un ipotetico intervento da fuori del mondo perché non sarebbe sperimentabile. Ma non tengono conto che ciò che non è sperimentabile direttamente lo può essere indirettamente, attraverso gli effetti. Dalla realtà sperimentale di questi si risale alla realtà della loro causa.