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 Alcune affermazioni di scienziati atei 

Dopo i tragici avvenimenti dell’11 settembre 2001 ilfondamentalismo ateo ha raccolto migliaia e migliaia di seguaci in più. Richard Dawkins ha radunato attorno a sé un gruppetto di scienziati e intellettuali estremisti (definiti“new atheist”) e ha dato loro in compito di sfruttare la loro credibilità in campo scientifico per sconfinare indebitamente nell’ambito filosofico-teologico e tentare la conversione del mondo al nichilismo antireligioso.

Ecco dunque come sono emersi soggetti come Christopher Hitchens, morto recentemente a causa di una pesante dipendenza da alcool e fumo, il quale gioiva ad ogni bomba americana che cadeva in terra afgana: «Le bombe a grappolo non sono forse buone in se stesse, ma quando cadono su concentrazioni di soldati talebani, allora hanno un effetto incoraggiante»ha detto. Ed è emerso anche Sam Harris, filosofo e apprendista neuroscienziato, autore di “La fine della fede” (2004) e “Lettera a una nazione cristiana” (2008). Il primo libro è ancora una volta, come per Hitchens, un durissimo attacco all’Islam e poi generalizzando a tutte le religioni. Il secondo libro è un pochino più divertente, curioso ad esempio quando Harris nella sua promozione dell’ateismo cerca di rispondere a chi afferma che «mostri come Hitler, Stalin, Mao, Pol Pot e Kim Il Sung sono nati nel grembo dell’ateismo». A parte Hitler, per tutti gli altri è evidentemente così, ognuno di loro ha instaurato l’ateismo di stato nel loro Paese. Infatti Harris lo riconosce: «pur essendo vero che a volte questi uomini sono stati nemici della religione organizzata. tuttavia non si sono mai distinti per la loro razionalità». Questa giustificazione è davvero superlativa, tanto che Francesco Agnoli ha commentato tra il divertito e l’allibito: quindi per Harris «ogni azione cattiva di un credente è determinata dalla sua fede, mentre le atrocità dei tiranni del Novecento, il secolo più ateo della storia, sarebbero dovute a mancanza di razionalità» (F. Agnoli, Perché non possiamo essere atei, Piemme 2009, pag. 156).