00 05/04/2017 12:50

Cristiani perseguitati: 
atei e islamici si contendono il triste primato

cristiani nello scavoIl nuovo libro del giornalista Nello Scavo si intitola semplicemente Perseguitati (Piemme 2017), documentatissimo reportage sui cristiani perseguitati nel mondo.

Il 75% delle violenze sulle minoranze colpisce i cristiani. Gli autori sono persone aderenti all’islam, al buddismo e all’indusimo. Ma non solo, secondo Open Doors International la Corea del Nordguidata moralmente dall’ateismo di Stato, per il 15° anno di fila è il luogo peggiore al mondo dove essere cristiani. La Chiesa è interamente clandestina e continuamente perseguitata.

In Somaliaracconta l’autore, «gli islamici che si convertono al cristianesimo, se scoperti vanno incontro a morte certa. La Chiesa è pressoché totalmente clandestina o fortemente ostracizzata anche in Paesi come Afghanistan, Pakistan, Sudan, Iran ed Eritrea».

L’odio verso il cristianesimo risale agli albori della prima comunità cristiana nell’Impero romano, oggi, per quanto riguarda le ragioni, «possiamo dire che si tratta di scontri per difendere un interesse. Sia esso di tipo economico, culturale, sociale, o di “supremazia religiosa”. Il cristianesimo, infatti, non è mai privo di ricadute sociali e la novità che esso rappresenta viene spesso vissuto come una minaccia per chi ha fatto del sopruso, sotto qualsiasi forma, anche quelle apparentemente più innocue, una regola di vita».

E si potrebbero anche citare i soprusi degli intellettuali laicisti e le limitazioni alla libertà religiosa e di coscienza vissuti dai cristiani nelle società occidentali, ne ha parlato anche papa Francesco«sia gli intellettuali sia i commenti giornalistici cadono frequentemente in grossolane e poco accademiche generalizzazioni quando parlano dei difetti delle religioni e molte volte non sono in grado di distinguere che non tutti i credenti – né tutte le autorità religiose – sono uguali. Alcuni politici approfittano di questa confusione per giustificare azioni discriminatorie. Altre volte si disprezzano gli scritti che sono sorti nell’ambito di una convinzione credente, dimenticando che i testi religiosi classici possono offrire un significato destinato a tutte le epoche. Vengono disprezzati per la ristrettezza di visione dei razionalismi».

Nel libro si parla anche di schiave cristiane, racconta Nello Scavo, di «“condizioni contrattuali” nella compravendita delle donne, le angherie che molte sopportano spesso per proteggere i propri bambini. Ci sono casi di donne rimaste vedove e che avrebbero voluto togliersi la vita, una volta “comprate” da qualche miliziano, ma che hanno accettato il quotidiano martirio solo per non abbandonare i figli nelle mani dei mujaheddin». E ci sono «cristiani, sia cattolici che protestanti, che affrontano enormi rischi per far arrivare il sostegno delle comunità di credenti ai gruppi perseguitati. Tra essi persone che mettono a repentaglio la loro vita per contrabbandare copie della Bibbia da far giungere alle chiese relegate nel silenzio».

Ma ci sono anche dati che portano speranza, ad esempio alcuni «imam che nei Balcani hanno dato accoglienza a tanti profughi cristiani provenienti dalla Siria. Penso anche a quegli islamici che in Siria stanno proteggendo i loro amici cristiani, insomma a quei “samaritani” che non si girano dall’altra parte, ma si soffermano senza fare calcoli». Pochi mesi fa, ad esempio, un gruppo di musulmani di Mosul ha ricostruito una chiesa cristiana distrutta dall’Isis, in Pakistan hanno donato soldi perché venisse ricostrita e il patriarca caldeo Louis Raphael Sako ha testimoniato la vicinanza che sta ricevendo dalla comunità islamica.

Per scrivere il libro Scavo ha girato il mondo, ha visitato le comunità cristiane perseguitate e testimonia che «ovunque il pontefice è percepito dai cristiani, anche da tante comunità protestanti, come un vero difensore dei diritti umani e l’unico leader in grado di agire a sostegno dei martiri del nostro tempo. Sapere che c’è qualcuno che chiede di pregare per loro, non è solo di grande consolazione, ma gli conferma di essere parte di una comunità universale».