00 04/02/2017 21:42

Nella laica Francia ogni giorno un attacco ai cristiani



prete arrestatoMentre il neopresidente Donald Trump sta varando alcune misure a sostegno della libertà di coscienza dei cristiani, all’estero le cose procedono diversamente.


In Francia permane una cultura dichiaratamente anticattolica, finanche contro il principio di laicità: che non significa assenza di valori, ma rispetto di quelli umani comuni, specie dei valori su cui l’Europa fu edificata dai suoi fondatori (De Gasperi, Spinelli, Monnet, Schuman, Bech, Adenauer, Spaak). In tale inquietante scenario -mentre riecheggiano le parole di Benedetto Croce “non possiamo non dirci cristiani“-, il Rapporto 2016 sulla libertà religiosa nel mondo, edito dalla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, ha rilevato che nei primi cinque mesi del 2016 gli atti di violenza o discriminazione contro i cristiani in Francia sono stati 233. In media, quindi, un attacco al giorno.


Ad essi andrebbero aggiunti casi di intolleranza culturale, come ad esempio quella dell’Assemblea nazionale francese che approva in prima lettura la norma che aggiunge agli «ostacoli all’interruzione di gravidanza» puniti dalla legge anche quello «digitale» (impedendo ai cristiani di difendere la vita online); un tribunale dell’Alta Savoia che impone al sindaco del Comune di Publier di rimuovere un monumento alla Vergine Maria installato in un parco pubblico, sulla scia di una analoga decisione del 2015 con cui i magistrati della Procura di Grenoble avevano deciso di far spostare un innocuo blocco di marmo con l’inscrizione “Nostra Signora di Leman proteggi i tuoi figli”. Il comune denominatore sta nell’avversione conclamata ed esibita contro il cristianesimo.


Va tuttavia segnalato un certo risveglio della cultura cattolica che si contrappone al tentativo dell’omologazione culturale socialista. Si parla, infatti, di “risveglio dei cattolici”, come ha scritto il magazine Express. «È il sussulto della Francia profonda contro quel mondo parigino, laicista e devoto al multiculturalismo, che li ha a lungo disprezzati e qualificati cittadini di serie B, come Libération che,  due settimane fa, per commentare le primarie, ha titolato: “Aiuto, Gesù sta tornando!”». Il Cristo quindi, Re della pace, fa paura a certa Europa. Perché?


La risposta non è semplice e andrebbe formulata a partire da considerazioni storiche, filosofiche, sociologiche, religiose e politiche. Credo che l’avversione sia diretta contro l’affermazione di una Verità sull’uomo che non si può confutare che con l’imposizione di un multiculturalismo confuso e torbido. Sovvengono le parole rivolte dal Cristo ai suoi accusatori: “Se ho parlato male dimostrami dov’è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?” (Gv 19,23). Dov’è quindi il male nella fede cristiana? Pilato, simbolo del potere politico di tutti i tempi, gli chiede: “Che cos’è la verità?”, per poi uscire verso i Giudei e concludere: “lo non trovo in lui nessuna colpa”.