*** Oltre alla violenza islamista, l'ultranazionalismo minaccia il cristianesimo.
In India, più di 100 attacchi contro i cristiani sono stati segnalati tra il 2017 e la fine di marzo 2019.
Secondo Mons. Paulsamy, vescovo di Dindigul, il Bharatiya Janata Party (BJP), il partito al potere, sostiene i fondamentalisti e nega ai cristiani il diritto alla libertà religiosa.
Questa situazione di persecuzione ai cristiani da parte dei fondamentalisti indù è stata denunciata questo mese di ottobre dall’International Christian Concern, l’organizzazione non governativa che si occupa dei diritti umani dei cristiani:“Non esiste assolutamente alcuna norma di legge, qualunque cosa dicono i radicali indù, la polizia esegue".
Sempre secondo l’International Christian Concern, il governo pro-indù del BJP ha ratificato la cosiddetta legge anti-conversione dello stato nel 2017. Come conseguenza, le minoranze religiose, in particolare i cristiani, hanno subito crescenti minacce e attacchi da parte dei nazionalisti indù radicali.
Questa “nuova normalità” ha portato a un aumento degli assalti fisici, di conversione forzata all’induismo e la chiusura di massa delle chiese domestiche.
*** Oltre al nazionalismo, in Cina è anche il regime autoritario a perseguitare i cristiani.
Una situazione di persecuzione denunciata da Bitter Winter, il magazine quotidiano italiano on line sulla libertà religiosa e i diritti umani in Cina, che afferma: “Il governo continua a intimidire, vessare, minacciare e incarcerare gli obiettori di coscienza e a chiudere le chiese che non accettano il controllo dello Stato”.
Infatti, la situazione dei diritti alla libertà religiosa dei cristiani in Cina, come anche quella di altre minoranze religiose, si è deteriorata negli ultimi due anni, poiché il governo si è deciso ad “eliminare” tutte le credenze religiose.
Concretamente, ciò si traduce in una forte repressione delle espressioni religiose non autorizzate dallo Stato, la distruzione di chiese, divieto di vendita di Bibbie online, e così via.
La situazione dei cattolici che coraggiosamente hanno rifiutato di non aderire alla cosiddetta Chiesa patriotica, sotto stretto controllo del governo, è particolarmente difficile.
Sempre secondo Bitter Winter, Mons. Guo Xiji, il vescovo ausiliare della diocesi di Mindong, nella provincia sudorientale del Fujian, è diventato un obiettivo delle persecuzioni governative da quando ha ritirato la firma alla domanda di adesione alla Chiesa patriotica.
Il vescovo è stato ripetutamente sottoposto a pressioni affinché aderisca alla Chiesa patriotica ed è stato minacciato di essere bollato come “vescovo illegale” e punito.
Già a maggio, sempre secondo Bitter Winter, il governo cinese aveva costretto Mons. Lin Yuntuan, ex amministratore apostolico assegnato dal Vaticano all’arcidiocesi di Fuzhou, e più di 100 sacerdoti ad aderire alla Chiesa patriotica minacciando di arrestare chiunque di rifiutasse di sottomettersi al controllo dello Stato.
Anche dopo l’accordo tra la Santa Sede e la Cina del 2018, il governo ha continuato ad esercitare continue pressioni su tutto il clero cattolico affinché aderisse alla cosiddetta chiesa patriotica cinese, sottomessa al governo.
Chi si rifiuta di farlo viene perseguitato e spesso arrestato, di frequente le chiese vengono assalite ed i simboli religiosi distrutti, dopo di che molti edifici sacri vengono chiusi.
Sempre in Asia, adesso nella Corea del Nord, il regime autoritario rende la situazione più drammatica che mai per i cristiani.
Secondo Open Doors, l’ONLUS americana che opera a favore dei cristiani perseguitati, il principale responsabile della persecuzione nella Corea del Nord è lo Stato.
Per tre generazioni tutto nel paese si è concentrato sulla venerazione della famiglia Kim. A causa del costante indottrinamento a cui viene sottoposto l’intero Paese, i vicini di casa e persino i familiari sono molto attenti e denunciano alle autorità qualsiasi evento sospetto.
Soprattutto i bambini possono credere così fortemente all’indottrinamento da arrivare a denunciare i propri genitori, convinti di fare qualcosa di buono e giusto.
Pertanto, molti genitori preferiscono non dire ai loro figli nulla della loro fede cristiana.
Secondo Open Doors, i cristiani perseguitati nel mondo sono 245 milioni.
Con il termine “cristiani perseguitati”, Open Doors intende “il maltrattamento verso singoli o gruppi di persone a motivo della fede. Questo si manifesta in discriminazione culturale e sociale, disconoscimento familiare, privazione di lavoro e di reddito, allontanamento dalle amicizie, impossibilità a sposarsi, limitazioni educative e scolastiche, abusi fisici, torture, rapimenti, mutilazioni, distruzione di proprietà, imprigionamenti, assassini”.
È compito dell’Osservatorio non soltanto raccontare e denunciare gli episodi di cristianofobia ma anche, con il tuo supporto, di ottenere da parte delle istituzioni la condanna formale e azioni concrete per fermare ogni atto di persecuzione e discriminazione a danno dei cristiani.