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PERSECUZIONI CONTRO I CREDENTI IN CRISTO

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    00 30/08/2019 22:46

    Se questo prete fosse stato accusato di atti impuri, di pedofilia, di omosessualità, di ruberie varie... sarebbe già in prima pagina su tutti i tg! Invece è stato semplicemente sgozzato e bruciato da terroristi del suo paese, in odio e disprezzo della fede. 
    Prega per noi caro sacerdote don Davide Tanko Martire e sia il tuo sangue unito a quello di Cristo e di tutti i martiri, sorgente di acqua viva per la Chiesa rinnovata nello Spirito, nella Trinità.

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    00 28/09/2019 22:55
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    Quanti sono i cristiani perseguitati nel mondo?


    Non è una cifra facile da stabilire perché l'identità religiosa è un fenomeno complesso. Abbiamo però controllato i dati di alcuni rapporti che cercano di fare chiarezza 


     

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    cristiani perseguitati 

    CREDITGODONG / ROBERT HARDING HERITAGE / ROBERTHARDING 


    Cattolici in preghiera in una chiesa del Benin



    Dopo i sanguinosi attentati che hanno colpito lo Sri Lanka durante le festività pasquali si è tornato a parlare delle violenze e delle persecuzioni di cui sono oggetto i cristiani nel mondo. Cerchiamo allora di capire se è possibile trovare numeri su questo fenomeno.


    Non è facile arrivare a cifre che siano del tutto sicure: l’identità religiosa è un fenomeno complesso, su cui non esistono statistiche affidabili per molti Paesi, e allo stesso tempo i confini di che cosa sia una “persecuzione” sono sfuggenti. Inoltre, come vedremo, i rapporti sul tema tendono a provenire da organizzazioni legate a confessioni religiose. Ma qualche dato interessante si può comunque ricavare.


     


    Il rapporto di Open Doors


    Una fonte spesso utilizzata è il report annuale World Watch List è realizzato da Open Doors International: un’associazione no-profit legata alle chiese evangeliche che opera a livello internazionale offrendo supporto ai cristiani perseguitati. Il progetto, nato nel 1955, coinvolge oggi diversi Paesi, tra cui anche l’Italia (Porte Aperte Italia).


    È stata ritenuta affidabile, come abbiamo scritto in passato, da numerose testate nazionali e internazionali. La metodologia utilizzata per redigere la World Watch List è monitorata dall’International Institute for Religious Freedom (Iifr), una rete promossa dall’Alleanza evangelica mondiale e che si occupa di ricerca in ambito religioso coinvolgendo esperti, studiosi e docenti provenienti da vari settori e attivi in diversi Paesi.


    Le informazioni raccolte per redigere il rapporto sono frutto di ricerche sul campo (realizzate dai collaboratori di Open Doors che risiedono nelle aree a rischio), interviste alle vittime, analisi dei dati e studi di esperti in materia.


     


    Quanti sono i cristiani perseguitati nel mondo nel 2018


    Nel 2018, secondo la World Watch List del 2019, i cristiani perseguitati - secondo la definizione che vedremo tra poco - sono stati 245 milioni. Un numero in aumento rispetto al 2017, quando erano stati 215 milioni, e - secondo quanto ci ha riferito telefonicamente Cristian Nani, direttore di Porte Aperte Italia - «il fenomeno è in crescita nell’ultimo decennio in modo costante. Aumentano i Paesi in cui il livello di discriminazione, secondo i nostri indicatori, supera la soglia per cui la consideriamo “alta”, e aumenta la gravità delle discriminazioni».


    Nel 2014, sempre secondo Open Doors, i cristiani perseguitati erano all’incirca 100 milioni, meno della metà di adesso.


    Per “persecuzione”, spiega il rapporto, si intende «qualsiasi ostilità subita come conseguenza dell’identificazione dell’individuo o di un intero gruppo con Cristo. Questa può includere atteggiamenti, parole e azioni ostili nei confronti dei cristiani».


    Una definizione ampia dunque, e di ispirazione religiosa, che tiene insieme tanto gli attentati alle chiese quanto episodi molto meno gravi.


     


    Quali sono i Paesi dove i cristiani sono maggiormente perseguitati?


    Su 150 Paesi monitorati da Open Doors nel 2018 ben 73 hanno un livello di discriminazione “alta”. Questo significa che hanno ricevuto un punteggio nei vari indicatori che vengono presi in considerazione - che quantificano gli effetti della persecuzione nelle varie sfere di vita, dal lavoro, al privato, alla vita di comunità e via dicendo - superiore a 41 in una scala che va da 0 a 100.


    Nella “top 50” di questi Paesi troviamo però solo Stati che hanno un punteggio superiore a 57. I peggiori di tutti, con un punteggio superiore a quota 90, sono la Corea del Nord, l’Afghanistan e la Somalia.


    Sul regime nordcoreano pesa in particolare l’accusa di tenere incarcerati nei campi di lavoro tra i 50 e i 70 mila cristiani, per via della loro fede. Afghanistan e Somalia invece si trovano nel terzetto dei peggiori «per ragioni diverse rispetto alla Corea del Nord - spiega il rapporto -, connesse ad una società islamica radicalizzata e all’instabilità endemica di questi Paesi».


    Ma tra i Paesi dove i cristiani sono maggiormente perseguitati non troviamo solo Paesi in guerra o regimi dittatoriali. Al quinto posto c’è il Pakistan e al decimo l’India. "Dall’ascesa al potere del Primo Ministro Modi - si legge nel rapporto - [l’India n.d.r.] è stata scenario di un costante aggravamento della condizione dei cristiani, fino ad entrare nella top 10 della World Watch List 2019".


     


    Le vittime


    A fronte di centinaia di milioni di cristiani perseguitati, il numero delle vittime è di diversi ordini di grandezza inferiore.


    Nel 2018 i cristiani uccisi per la propria fede, secondo Open Doors, sono stati 4.305. Di questi la stragrande maggioranza - 3.731 - sono stati uccisi in Nigeria.


    L’anno precedente le vittime erano state 3.066.


    "Per quanto riguarda le vittime non si può dire che negli ultimi dieci-venti anni ci sia stato un aumento costante", ci dice ancora Cristian Nani, di Porte Aperte Italia. "Nel 2018 ne abbiamo registrate più che nel 2017 - e noi consideriamo solo i casi certi, le scomparse, le morti non verificate e via dicendo non rientrano nelle nostre statistiche - ma nel 2016 si era toccato un picco di oltre 7 mila vittime. L’andamento del numero dei morti dipende da variabili più estemporanee rispetto all’andamento delle persecuzioni in generale, quindi vediamo più oscillazioni anno su anno".


     


    Il Rapporto sulla libertà religiosa di Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs)


    Al rapporto di Open Doors possiamo affiancare anche il Rapporto sulle libertà religiosa di Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs), una fondazione di diritto pontificio - quindi legata alla Chiesa cattolica - nata per sostenere i cristiani nei Paesi dove sono maggiormente soggetti a persecuzione.


    Secondo l’Acs, "sono quasi 300 milioni i cristiani che soffrono persecuzione". E la situazione anche in questo caso sarebbe in peggioramento.


    "In totale sono stati identificati 38 Paesi in cui si registrano gravi o estreme violazioni della libertà religiosa", prosegue l’Acs, e tra questi ritroviamo quelli citati come i peggiori da Open Doors: Corea del Nord, Afghanistan e Somalia.

    fonte: https://www.agi.it/fact-checking/cristiani_perseguitati-5377544/news/2019-04-24/


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    00 06/10/2019 21:02








    Ecco cosa  continua ad accadere in Africa, specificamente in Uganda e Nigeria riguardo la persecuzione dei cristiani.

    E anche un aggiornamento su quanto accade a casa nostra, dove, ancora una volta, viene a galla la battaglia contro il crocifisso nelle scuole.

    Riporta il Morning Star News, l’agenzia che si occupa delle sofferenze dei cristiani perseguitati:

    *** In Uganda, Ali Nakabale, un cristiano di 36 anni, ha visto la sua famiglia uccisa da parte di musulmani radicali a causa della sua conversione al cristianesimo. Ha perso sua figlia di 9 anni, suo figlio di 6 anni, sua madre e il suo patrigno.

    È successo lo scorso 20 agosto a Nakaseke, paese a circa 50 chilometri da Kampala, la capitale nazionale e commerciale situata nel centro dell’Uganda. Tutto perché i musulmani radicali della zona si erano infuriati per il fatto che Nakabale e sua madre si erano convertiti dall'Islam al Cristianesimo.

    Un vicino ha detto a Morning Star News che è venuto a conoscenza del fuoco all'una di notte: “Abbiamo visto il fuoco emanare dalla casa al tempo stesso che i musulmani gridavano ‘Allah Akbar’ [Allah è più grande] ... Arrivati sulla scena dell’attacco, abbiamo scoperto che la casa era stata rasa al suolo e i quattro membri della famiglia erano stati uccisi”.

    *** Sempre nel Centro Uganda, una vedova e mamma di 7 figli, Lezia Nakayiza, ha dovuto lasciare la sua casa quando i parenti del suo defunto marito hanno scoperto che aveva abbandonato l’Islam.

    “Non potevo condividere la mia fede con i fratelli di mio marito e con i suoi parenti che sono musulmani radicali", ha detto Nakayiza al Morning Star News per telefono.

    “A giugno mio figlio minore ha raccontato a uno dei parenti il meraviglioso coro della chiesa che frequentiamo. Questo è stato l'inizio della nostra persecuzione”.

    Si è sparsa la voce che i parenti del suo defunto marito stavano pianificando di punirla per aver lasciato l'Islam: “Un vicino cristiano mi ha informato che la famiglia stava pianificando di attaccarci”, ha detto Nakayiza.

    Hanno colpito il 20 giugno: “Intorno alle 20:00 ho visto molte persone avvicinarsi alla nostra casa con bastoni e altre armi con un forte rumore proveniente dal capannone degli animali”, ha detto, aggiungendo che li ha sentiti urlare “Via con questi infedeli!”

    Mentre cercavano di sfondare la porta principale, Nakayiza e i suoi figli scapparono dalla porta sul retro. La famiglia ora vive in un luogo sconosciuto.

    E questo non è un caso unico. A luglio, un'altra vedova nell'Uganda centrale è stata costretta a fuggire da casa sua dopo aver ricevuto minacce islamiste quando i musulmani della zona hanno scoperto che era diventata cristiana.

    Tali minacce costituiscono gli ultimi di molti casi di persecuzione dei cristiani in Uganda documentati da Morning Star News.

    La costituzione dell'Uganda e altre leggi prevedono la libertà religiosa, incluso il diritto di propagare la propria fede e convertirsi da una fede all'altra.

    I musulmani non rappresentano più del 12% della popolazione dell'Uganda, con concentrazioni elevate nelle aree orientali del paese.

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    Schermata catturata dal sito di notizie Amaq dello Stato Islamico che ritrae Godfrey Ali Shikagham (a sinistra) e Lawrence Duna Dacighir prima della loro esecuzione da parte di Boko Haram (Morning Star News).

    *** Allo stesso tempo, in Nigeria, la scorsa settimana il gruppo estremista islamico Boko Haram ha pubblicato un video che mostra l'esecuzione di due operatori cristiani a Maiduguri, capitale dello stato federale di Borno, ad est del paese.

    È quanto riporta il corrispondente del Morning Star News in Nigeria. Boko Haram ha promesso anche di uccidere altri da tribù prevalentemente cristiane.

    In un video pubblicato il 22 settembre sul sito dell'agenzia di stampa Amaq di Boko Haram, i due giovani – che si trovavano a Maiduguri svolgendo il loro lavoro nei campi profughi – vengono mostrati in ginocchio mentre tre uomini mascherati e armati stanno dietro di loro.

    Parlando in lingua Hausa, il terzo dei tre terroristi afferma nel video di aver giurato di uccidere tutti i cristiani che catturano per vendetta nei confronti dei musulmani uccisi nei precedenti conflitti religiosi in Nigeria.

    In una lettera della scorsa settimana al segretario generale delle Nazioni Unite, il portoghese Antonio Guterres, l'avvocato Emmanuel Ogebe del gruppo USA-Nigeria, una società di consulenza legale con enfasi sui diritti umani, ha espresso preoccupazione per il fatto che il governo nigeriano non ha condannato l'omicidio dei due uomini sebbene stessero aiutando a fornire rifugio agli sfollati nigeriani.

    Ogebe ha affermato nella sua lettera che l'uccisione dei due cristiani è stata la prima esecuzione di Boko Haram sulla base della “pulizia etnica”. Le due vittime provenivano dal gruppo etnico Mwalghavul, prevalentemente cristiano.

    L'agenzia internazionale di aiuti umanitari Mercy Corps ha sospeso le operazioni negli stati di Borno e Yobe nel nord-est della Nigeria dopo che l'esercito nigeriano ha chiuso quattro dei suoi uffici nella regione senza spiegazioni, ha annunciato l'agenzia lo scorso 25 settembre.

    Ricordo che la Nigeria è classificata al 12 ° posto nella World Watch List del 2019 di Open Doors dei paesi in cui i cristiani subiscono le maggiori persecuzioni.

    *** Mentre i cristiani sono perseguitati in tantissimi paesi da parte dei musulmani e induisti di matrice radicale, in Italia il neo Ministro dell’Istruzione, il grillino Lorenzo Fioramonti, si schiera contro il crocifisso nelle aule di scuola.

    Per il ministro, intervistato da “Un giorno da pecora”, la trasmissione radiofonica di Rai Radio 1, piuttosto del crocifisso, sarebbe “meglio appendere alla parete una cartina del mondo con dei richiami alla Costituzione . . . Ritengo che le scuole non debbano rappresentare una sola cultura ma permettere a tutte di esprimersi. Eviterei un'accozzaglia di simboli, altrimenti diventa un mercato”.

    Questo forse ti ricorderà il caso Adel Smith, allora presidente dell'Unione musulmani d'Italia e del giudice Luigi Tosti, tutte e due promotori della battaglia anti-crocifisso.

    Contestando le disposizioni ancora in vigore che rendono obbligatoria l’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche italiane, hanno fatto appello alla Corte europea dei diritti dell'uomo, la quale, con una sentenza definitiva, nel 2011 sancì che il crocifisso poteva restare affisso nelle aule delle scuole pubbliche italiane.

    L’Osservatorio sulla Cristianofobia rimarrà attento a qualsiasi atto che punta a togliere il simbolo massimo dei cristiani delle aule delle scuole italiane. Perchè l’Italia è cristiana e le sue radici sono cristiane: questo è un fatto, non è un’opinione.


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    00 02/11/2019 10:14




    L’associazione di diritto pontificio Aiuto alla Chiesa che Soffre ha presentato ieri a Roma il rapporto 
    “Perseguitati più che mai.
    Focus sulla persecuzione anticristiana tra il 2017 e il 2019”.


    Il rapporto dell’ACS racconta della persecuzione in atto nei 20 paesi in cui è oggi più difficile essere cristiani. Infatti, risulta essere il Cristianesimo la fede maggiormente perseguitata al mondo.

    Da parte sua, Aide à l’Eglise en Détresse, il ramo francese dell’Aiuto alla Chiesa che Soffre, fa sapere sul suo sito che pubblicherà questo rapporto in Francia nel prossimo mese di novembre.

    Secondo il rapporto, particolarmente difficile è la situazione dei cristiani nel sud-est asiatico.

    Infatti, gli attacchi di quest’anno nello Sri Lanka e nelle Filippine mostrano che ora i cristiani stanno affrontando una triade di minacce: (1) l'estremismo musulmano, (2) il nazionalismo aggressivo e (3) i regimi autoritari.

     *** Negli ultimi due anni, gli attacchi più gravi contro i cristiani sono stati perpetrati dalle milizie islamiste. Il bombardamento del 27 gennaio 2019 nelle Filippine ha ucciso 20 persone e ferito più di 100 persone.

     E la domenica di Pasqua, il 21 aprile 2019, nello Sri Lanka, un attentato di matrice islamica ha ucciso 258 persone e ne ha ferite più di 500.

     Forse ti ricorderai che i sostenitori dell’Osservatorio sulla Cristianofobia hanno preso una posizione in merito al vigliacco e codardo attentato nello Sri Lanka, firmando una petizione di sostegno ai cattolici dello Sri Lanka, nella persona del Cardinale Ranjith, arcivescovo di Colombo.

     Era importante che, in quel momento di dolore, i cattolici dello Sri Lanka sentissero la compassione, la solidarietà e la vicinanza di noi, cattolici italiani, per quanto successo.

     In questa petizione di solidarietà, i membri dell’Osservatorio sulla Cristianofobia ricordavano due punti: chiaramente si è trattato di un attentato commesso da islamici di matrice radicale; e, altrettanto chiaro, le vittime sono stati dei cristiani.

     L’Osservatorio ricordava anche che “se ci rifiutiamo di ammettere che i persecutori sono degli islamici radicali e che le vittime sono dei cristiani innocenti, non si troverà mai una soluzione al problema del terrorismo di matrice islamica radicale”.

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    *** Oltre alla violenza islamista, l'ultranazionalismo minaccia il cristianesimo.

    In India, più di 100 attacchi contro i cristiani sono stati segnalati tra il 2017 e la fine di marzo 2019.

    Secondo Mons. Paulsamy, vescovo di Dindigul, il Bharatiya Janata Party (BJP), il partito al potere, sostiene i fondamentalisti e nega ai cristiani il diritto alla libertà religiosa.

    Questa situazione di persecuzione ai cristiani da parte dei fondamentalisti indù è stata denunciata questo mese di ottobre dall’International Christian Concern, l’organizzazione non governativa che si occupa dei diritti umani dei cristiani:“Non esiste assolutamente alcuna norma di legge, qualunque cosa dicono i radicali indù, la polizia esegue".

    Sempre secondo l’International Christian Concern, il governo pro-indù del BJP ha ratificato la cosiddetta legge anti-conversione dello stato nel 2017. Come conseguenza, le minoranze religiose, in particolare i cristiani, hanno subito crescenti minacce e attacchi da parte dei nazionalisti indù radicali.

    Questa “nuova normalità” ha portato a un aumento degli assalti fisici, di conversione forzata all’induismo e la chiusura di massa delle chiese domestiche.

    *** Oltre al nazionalismo, in Cina è anche il regime autoritario a perseguitare i cristiani.

    Una situazione di persecuzione denunciata da Bitter Winter, il magazine quotidiano italiano on line sulla libertà religiosa e i diritti umani in Cina, che afferma: “Il governo continua a intimidire, vessare, minacciare e incarcerare gli obiettori di coscienza e a chiudere le chiese che non accettano il controllo dello Stato”.

    Infatti, la situazione dei diritti alla libertà religiosa dei cristiani in Cina, come anche quella di altre minoranze religiose, si è deteriorata negli ultimi due anni, poiché il governo si è deciso ad “eliminare” tutte le credenze religiose.

    Concretamente, ciò si traduce in una forte repressione delle espressioni religiose non autorizzate dallo Stato, la distruzione di chiese, divieto di vendita di Bibbie online, e così via.

    La situazione dei cattolici che coraggiosamente hanno rifiutato di non aderire alla cosiddetta Chiesa patriotica, sotto stretto controllo del governo, è particolarmente difficile.

    Sempre secondo Bitter Winter, Mons. Guo Xiji, il vescovo ausiliare della diocesi di Mindong, nella provincia sudorientale del Fujian, è diventato un obiettivo delle persecuzioni governative da quando ha ritirato la firma alla domanda di adesione alla Chiesa patriotica.

    Il vescovo è stato ripetutamente sottoposto a pressioni affinché aderisca alla Chiesa patriotica ed è stato minacciato di essere bollato come “vescovo illegale” e punito.

    Già a maggio, sempre secondo Bitter Winter, il governo cinese aveva costretto Mons. Lin Yuntuan, ex amministratore apostolico assegnato dal Vaticano all’arcidiocesi di Fuzhou, e più di 100 sacerdoti ad aderire alla Chiesa patriotica minacciando di arrestare chiunque di rifiutasse di sottomettersi al controllo dello Stato.

    Anche dopo l’accordo tra la Santa Sede e la Cina del 2018, il governo ha continuato ad esercitare continue pressioni su tutto il clero cattolico affinché aderisse alla cosiddetta chiesa patriotica cinese, sottomessa al governo.

    Chi si rifiuta di farlo viene perseguitato e spesso arrestato, di frequente le chiese vengono assalite ed i simboli religiosi distrutti, dopo di che molti edifici sacri vengono chiusi.

    Sempre in Asia, adesso nella Corea del Nord, il regime autoritario rende la situazione più drammatica che mai per i cristiani.

    Secondo Open Doors, l’ONLUS americana che opera a favore dei cristiani perseguitati, il principale responsabile della persecuzione nella Corea del Nord è lo Stato.

    Per tre generazioni tutto nel paese si è concentrato sulla venerazione della famiglia Kim. A causa del costante indottrinamento a cui viene sottoposto l’intero Paese, i vicini di casa e persino i familiari sono molto attenti e denunciano alle autorità qualsiasi evento sospetto.

    Soprattutto i bambini possono credere così fortemente all’indottrinamento da arrivare a denunciare i propri genitori, convinti di fare qualcosa di buono e giusto.

    Pertanto, molti genitori preferiscono non dire ai loro figli nulla della loro fede cristiana.

    Secondo Open Doors, i cristiani perseguitati nel mondo sono 245 milioni.

    Con il termine “cristiani perseguitati”, Open Doors intende “il maltrattamento verso singoli o gruppi di persone a motivo della fede. Questo si manifesta in discriminazione culturale e sociale, disconoscimento familiare, privazione di lavoro e di reddito, allontanamento dalle amicizie, impossibilità a sposarsi, limitazioni educative e scolastiche, abusi fisici, torture, rapimenti, mutilazioni, distruzione di proprietà, imprigionamenti, assassini”.

    È compito dell’Osservatorio non soltanto raccontare e denunciare gli episodi di cristianofobia ma anche, con il tuo supporto, di ottenere da parte delle istituzioni la condanna formale e azioni concrete per fermare ogni atto di persecuzione e discriminazione a danno dei cristiani.


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    00 15/11/2019 17:37

    l’Osservatorio sulla Crisitanofobia è impegnato da 3 anni in aiuti umanitari in Siria, in partnership con la Custodia della Terra Santa e l’Associazione pro Terra Sancta.

     

    Tre progetti sono stati portati a termine negli ultimi 12 mesi, gli aiuti al “Franciscan Music Center per i bambini di Damasco”, alla scuola cristiana di Al-Muwahade, ad Hassakè e all’asilo di Maaloula, all’interno del complesso della chiesa cattolica greco-melchita di St. George.

     

    Ringrazio di cuore tutti i sostenitori che hanno permesso all’Osservatorio sulla Cristianofobia di portare un pò di gioia e di speranza a questo popolo martoriato.

     

    Oggi vorrei aggiornarti brevemente riguardo alla sempre difficile situazione dei cristiani in Siria, vittime di un conflitto che ha già fatto 490 mila morti. E che ancora non vede una conclusione.

     

    Mentre parte della popolazione è riuscita a lasciare il paese, la maggioranza è rimasta e cerca di sopravvivere nelle loro città ed abitazioni.

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    * * * Secondo Open Doors, l’agenzia americana di sostegno ai cristiani perseguitati, i cristiani che si trovano coinvolti nel conflitto siriano sono dai 40 ai 50 mila.

    “Siamo molto preoccupati per coloro che stanno abbandonando le proprie abitazioni” afferma il direttore delle operazioni di Open Doors in Medio Oriente.

    E continua: “I cristiani hanno un doppio timore: non solo per via dei combattimenti, ma anche a causa dell’opportunità che potrebbero avere gli estremisti in questa situazione così incerta”.

    E poi ci fa un appello: “I cristiani in queste aree della Siria hanno bisogno che la famiglia della Chiesa globale si alzi in preghiera e stia con loro in questo momento tragico e nel lungo periodo”.

    Già negli ultimi 2 anni, molti cristiani erano fuggiti nel Kurdistan iracheno, ritenuto più sicuro: negli ultimi giorni, altre famiglie sono scappate in quell’area, che quindi torna nuovamente a dover affrontare un’emergenza.

    * * * Inoltre, proprio due giorni fa il Morning Star News, l’agenzia americana di notizia e di monitoraggio riguardo la situazione dei cristiani perseguitati, riporta che i militanti dello Stato Islamico (IS) hanno rivendicato la responsabilità per l’uccisione di un prete cattolico armeno e di suo padre lunedì scorso nella Siria orientale.

    Il Reverendo Hovsep Bedoyan, e suo padre, Abraham Bedoyan, sono stati uccisi da uomini armati nella Siria orientale. Il sacerdote aveva fatto una visita pastorale a Deir ez-Zor, una roccaforte dell'IS fino a quando le forze siriane non l’hanno ripresa negli ultimi due anni. Stava supervisionando la ricostruzione di un edificio della chiesa in quella città.

    Lui e suo padre erano su una macchina con altre due persone, tra cui il diacono Fadi Sano, che è stato ferito dagli spari. Sono stati attaccati mentre si stavano avvicinando alla chiesa cattolica armena a Deir ez-Zour.

    Lo stesso giorno a Qamishli, i bombardamenti nei pressi di una chiesa caldea hanno ucciso almeno sei civili. L'IS ha anche rivendicato la responsabilità di tali attacchi.

    * * * Nel frattempo, riporta Asia News, l’agenzia di stampa del Pontificio Istituto Missioni Estere, il Presidente americano Donald Trump ed il suo omologo turco Recep Erdogan si sono incontrati nel contesto dell’offensiva turca contro i curdi e i cristiani nel nord-est della Siria.

    Se da un lato Trump esalta il rapporto con Erdogan, dall’altra parte il Congresso americano rilancia le critiche verso Ankara per l’offensiva in Sira, che ha colpito un partner strategico nella lotta contro lo Stato islamico.

    Il fatto è che i cristiani in Siria continuano a essere perseguitati, molti sono in fuga in cerca di salvezza. E cosa fa la comunità internazionale? Veramente poco.

    Un esempio? Qualche mese fa Inside Over, l’autorevole testata partner de Il Giornale, denunciava la mancanza di volontà dell’Europa nel voler accogliere i rifugiati cristiani siriani. Il caso, secondo Inside Over, è diventato politico in Gran Bretagna, dove alcuni dati dimostrano come il numero dei cristiani ospitati è esiguo rispetto alla complessità del problema.

    Ad esempio, nel 2017 il governo di Londra accoglie le domande di asilo da parte di 4.850 siriani. Di questi, solo 11 sono cristiani.

    Noi dell’Osservatorio cerchiamo di aiutare tutti quelli che rimangono in Siria, soprattutto nella parte del paese dove c’è ancora un po’ di pace e una certa normalità. Sono cristiani che, con grande coraggio, hanno preferito rimanere nel loro paese, malgrado le tante difficoltà e i tanti pericoli.


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    00 29/11/2019 18:03









    Il recente rapporto sulla persecuzione anticristiana “Perseguitati più che mai, focus sulla persecuzione anticristiana tra il 2017 e il 2019”, pubblicato questa settimana dalla Fondazione Pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), conferma ancora una volta come i cristiani sono il gruppo religioso maggiormente perseguitato.

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    Secondo il rapporto di ACS sono quasi 300 milioni i cristiani che vivono in terre di persecuzione. La situazione è peggio adesso che prima.

    È quanto afferma il direttore di ACS, Alessandro Monteduro: “Nel periodo in esame, la situazione è tutt’altro che migliorata e la lista dei Paesi in cui i cristiani soffrono si arricchisce di nazioni quali Camerun, Burkina Faso e Sri Lanka”.

    Aggiunge Monteduro: “Dalla sconfitta dell’ISIS abbiamo assistito alla migrazione del terrorismo in altre aree del mondo, innanzitutto in Africa e in Asia, dove infatti si sono verificati gli attacchi anticristiani più eclatanti, in primis quelli avvenuti nello Sri Lanka, nel giorno di Pasqua, che sono costati la vita a 258 persone”.

    Ma la persecuzione ai danni dei cristiani non è fatta soltanto in modo cruento, con versamento di sangue, ma anche in altre forme. È quanto ha scritto nella prefazione del rapporto di ACS il Cardinale Joseph Coutts, Arcivescovo di Karachi, nel Pakistan:

    “La persecuzione religiosa può assumere molte forme. Può tradursi nei brutali attacchi diretti compiuti dallo Stato Islamico (ISIS) … oppure può assumere forme più subdole quali discriminazioni, minacce, estorsioni, rapimenti e conversioni forzate, negazione dei diritti o limitazione delle libertà”.

    Lo dimostra il caso, per esempio, di Alisa, denunciato da Open Doors, l’agenzia americana di aiuto e difesa dei cristiani perseguitati.

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    Alisa è una giovane donna del nord della Nigeria, perseguitata perché ha lasciato l’Islam e convertita al cristianesimo. Ha subito anche la violenza sessuale da parte di militanti musulmani dei Fulani, una etnia nomade alla quale si deve l’introduzione dell’Islam in Africa occidentale.

    “Non pensavo che sarei sopravvissuta … ma Dio nelle sue misericordie mi ha portato così lontano”, ha detto Alisa a Open Doors.

    Alisa è stata devastata emotivamente. Ma è soltanto una delle tante donne sopravvissute alla violenza dei militanti musulmani Fulani.

    Come già aveva opportunamente denunciato Tempi.it, gli attacchi dei musulmani Fulani hanno causato più vittime di quelli di Boko Haram:

    “Solo l’anno scorso i Fulani hanno massacrato 1.930 persone contro le circa 1.600 attribuite ai terroristi islamici affiliati all’Isis … Questi pastori musulmani hanno messo a ferro e fuoco interi villaggi, abitati prevalentemente da cristiani. L’obiettivo, come già denunciato da molti vescovi, è quello di islamizzare la Nigeria e cacciare i cristiani”.

    Per Mons. Amove Avenya, vescovo di Gboko, la situazione è gravissima, “una bomba a orologeria che rischia di distruggere il paese. I Fulani sono armati fino ai denti e massacrano donne incinta, bambini, distruggono le nostre campagne. La comunità internazionale non può aspettare che abbia luogo un genocidio per intervenire. Abbiamo bisogno di aiuto”.

    L’Osservatorio sulla Cristianofobia, questa piccola ma agguerrita realtà, fa quello che i suoi mezzi gli permettono per alleviare le sofferenze dei cristiani in difficoltà.

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    L’aiuto più recente dei sostenitori dell’Osservatorio è quello di dare vita al “Franciscan Music Center per i bambini di Damasco”. Un progetto, fatto in partnership con i Francescani della Terra Santa, che avrà un impatto diretto e fondamentale nella vita di 40 bambini.

    Per questi 40 bambini frequentare il “Franciscan Music Center” è una delle pochissime opportunità che hanno per rafforzare la loro crescita, la loro educazione e costruire il loro futuro.


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    00 02/12/2019 11:59
    Attacco terroristico Burkina Faso contro una Chiesa: 14 morti. Africa news

     

    Attacco terroristico Burkina Faso: 14 morti in attentato a chiesa protestante nell'est

    Sono almeno 14 le persone morte in un attacco a una chiesa protestante nell'est del Burkina Faso, regione presa di mira piu' volte dagli islamisti quest'anno. Lo ha riferito il governo, precisando che "uomini armati non identificati" hanno assaltato l'edificio religioso durante la messa domenicale nella cittadina di Hantoukoura, vicino al confine con il Niger.

    Il terrorismo spaventa il Burkina Faso

    I soldati sono a caccia dei responsabili, scappati dopo aver fatto "14 morti e molti feriti". Gli attacchi in Burkina Faso, che confina con Niger e Mali, sono iniziati nel nord ma si sono poi diffusi nell'est e nell'ovest del Paese nel 2018; la stessa capitale e' stata colpita tre volte. Secondo l'Onu, sono circa 500mila gli abitanti che sono stati costretti a lasciare le proprie abitazioni a causa delle violenze. Ex colonia francese per due terzi abitata da musulmani e un terzo cristiani, il Burkina Faso ha dovuto affrontare nell'ultimo anno un intensificarsi degli attacchi


    [Modificato da Credente 02/12/2019 12:00]
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    Credente
    00 01/01/2020 17:13
    Il giorno di Natale, in Nigeria, lo Stato islamico – secondo quanto riferisce l’agenzia Asianews – ha “decapitato” 11 cristiani, che erano stati da loro catturati. I Jihadisti hanno rivendicato la strage come “messaggio ai cristiani del mondo intero”. Anche alla vigilia di Natale, in un villaggio cristiano vicino a Chibok, avevano ucciso sette persone e avevano rapito un giovane.

    Tuttavia questo macello del terrorismo musulmano non sembra interessare ai nostri media e ai governi dell’Occidente (con l’eccezione di Boris Johnson che in questi giorni ha tuonato contro le persecuzioni ai cristiani e contro il boicottaggio a Israele).

    La notizia degli undici cristiani decapitati a Natale e dei sette uccisi il giorno prima è caduta nella generale indifferenza (come altri episodi analoghi negli anni scorsi). Niente prime pagine, né titoloni.

    Per la povera gente dell’Africa che muore ammazzata nella sua terra non si accendono i riflettori, tanto più se sono cristiani (uccisi in quanto cristiani) e se a massacrarli sono gli islamisti.

    Eppure queste ultime stragi fanno parte di quella guerra, scatenata dai musulmani di Boko Haram e altri gruppi jihadisti, che in Nigeria, negli ultimi dieci anni, secondo i dati dell’Onu, ha fatto circa 36 mila vittime e due milioni di sfollati.

    I cristiani sono il gruppo umano più perseguitato del pianeta. Secondo l’ultimo rapporto della World Watch List del 2019 sono saliti a 245 milioni i fedeli di Cristo che subiscono persecuzione. Su 150 Paesi monitorati, ben 73 mostrano un livello di persecuzione “alta, molto alta o estrema”. L’anno precedente erano 58.

    Anche i martiri cristiani – uccisi per la loro fede – sono cresciuti: dai 3.066 del 2017 ai 4.305 del 2018. È un dramma che va avanti da anni nel silenzio assordante dei media che dedicano poco o niente a questi fatti drammatici.
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    00 17/01/2020 11:14

    Cristiani in Nigeria, la strage silenziosa


    L'appello di don Joseph Fidelis: "Aiutateci, qui i cristiani rischiano l’estinzione"


    Giovane cristiana
     



    Ill sangue dei cristiani continua a colorare ogni giorno le strade del Nord della Nigeria del Nord, dove imperversano i gruppi islamisti integralisti, che il governo centrale di Abuja non riesce a contrastare malgrado le intense campagne militari. La denuncia toccante arriva tramite un video inviato dal sacerdote nigeriano, don Joseph Bature Fidelis alla Fondazione Pontificia, Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs). Il prete nigeriano si rivolge con “dolore e con ansia” ai media di tutto il mondo per raccontare una persecuzione che definisce “aumentata e peggiorata” dalla strage del 26 dicembre costata la vita a 11 cristiani ed eseguita da un gruppo jihadista legato all'Isis, che poi ha pubblicato il video dell'uccisione su Amaq, l'organo propagandistico dello Stato Islamico. Il filmato dura un minuto e mostra 11 uomini bendati, fucilati e pugnalati da miliziani della autoproclamata “Provincia dell'Africa Occidentale dello Stato Islamico” (Iswap) in una località sconosciuta.


    "Non lasciateci soli"


    Secondo don Fidelis, in queste ultime tre settimane i cristiani sono “massacrati” lungo le strade che portano a Maiduguri (la capitale dello stato federale nigeriano di Borno). “I nostri villaggi sono dispersi – afferma ancora il sacerdote - e a Maiduguri viviamo da prigionieri, rischiamo l’estinzione!”. Il videomessaggio si conclude con un accorato appello all’Europa e all’Italia affinché esercitino pressioni sul governo della Nigeria perché agisca in maniera più incisiva in favore della difesa dei cristiani. “Aiutateci – aggiunge -, non lasciateci soli, se tutto questo prosegue in silenzio, rischiamo uno sterminio enorme”. La sollecitazione di don Fidelis arriva mentre si teme anche per la sorte dei quattro seminaristi del Seminario Maggiore “Buon Pastore” di Kaduna, nell’omonimo Stato federato della Nigeria, rapiti la sera dell’8 gennaio scorso da sequestratori non ancora identificati. I loro nomi sono Pius Kanwai (19 anni), Peter Umenukor (23 anni), Stephen Amos (23 anni) e Michael Nnadi (18 anni). Per rispondere a questo ennesimo atto di violenza anti-cristiana, Acs ha lanciato una raccolta fondi, dall’alto valore simbolico, per sostenere un seminario nel Nord della Nigeria.


    Le violenze


    Non c’è tregua quindi in Nigeria per la comunità cristiana malgrado dal 2016 l’esercito governativo abbia ridimensionato la capacità di azione del gruppo estremista Boko Haram che si è diviso in due fazioni. Secondo le agenzie umanitarie, dal 2009 ad oggi gli attacchi delle diverse milizie integraliste hanno provocato almeno 30 mila vittime civili e alcuni milioni di sfollati interni. Il mondo ha puntato i riflettori su questa crisi solo in occasione di alcune azioni eclatanti, come il famigerato rapimento, nell’aprile del 2014, delle 276 studentesse da parte di Boko Haram, tra le quali diverse cristiane. Cinquanta di loro furono liberate ma il resto fu costretto a convertirsi a sposare i guerriglieri. In un rapporto, presentato prima di Natale, dell’Ong inglese Hart (Humanitarian Aid Relief Trust), fondata dalla baronessa Caroline Anne Cox, membro della Camera dei Lord inglese, si stima che da gennaio a dicembre del 2019 siano stati oltre 1000 i cristiani uccisi in Nigeria. Il report evidenzia che, a differenza di altri anni, la maggior parte dei cristiani non è stata uccisa dai terroristi fondamentalisti di Boko Haram, ma dalle milizie Fulani, composte da pastori musulmani che contendono la terra ai contadini che sono soprattutto di fede cristiana. I Fulani hanno distrutto nell’ultimo anno villaggi e chiese. Dunque si è aggiunto un altro elemento di terrore in un territorio già molto instabile e complesso. La Chiesa locale dal canto suo è impegnata a non far sfociare queste violenze in un conflitto interreligioso.


    L'appello


    Dopo il massacro di Natale degli 11 cristiani l’arcivescovo di Abujam, monsignor Ignatius Ayau Kaigama, ha parlato a Vatican News di "atti sacrileghi che vogliono provocare tensione, conflitti e crisi tra cristiani e musulmani", soffiando sul fuoco di una guerra di religione. Anche il presidente della Nigeria, Muhammadu Buhari, ha invitato il popolo a non cadere nella trappola della polarizzazione tra musulmani e cristiani, definendo i terroristi "assassini di massa, senza coscienza, senza Dio che macchiano il nome dell'Islam con le loro atrocità".


    fonte: www.interris.it/religioni/cristiani-in-nigeria--la-strage-silenziosa?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=gio...



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    Credente
    00 18/01/2020 14:59



    L’anno comincia sotto il segno della persecuzione e della vessazione a danno dei cristiani, dalla Nigeria al Pakistan, dalla Cina all’India, e così via.








     


    Di seguito, ti presento un elenco – per nulla esaustivo – di quanto sta succedendo.


     


    In India, nello Stato dell'Uttar Pradesh, nel nord del paese, la polizia spesso lavora in tandem con gli estremisti indù per perseguitare e vessare i cristiani. È quanto ci fa conoscere il Morning Star News, l’agenzia americana di difesa dei cristiani perseguitati.


     


    “È diventata un’abitudine che un gruppo di estremisti indù irrompe nelle case dei cristiani e li accusa di proselitismo degli indù verso il cristianesimo”, ha riferito Dinanath Jaiswar, volontaria della fondazione Alliance Defending Freedom, l’organizzazione che offre assistenza legale ai cristiani vittime della persecuzione.


     


    “Quando i cristiani negano le accuse e si rifiutano di interrompere le preghiere, la polizia usa la forza per portarli in custodia”, ha detto Jaiswar.


     


    La situazione è diventata così rischiosa che le circa 25 famiglie cristiane che vivono in quella regione si sono astenute dal mettere le stelle di Natale fuori dalle loro case durante il periodo natalizio, terrorizzate dal fatto che sarebbero state identificate come cristiane e prese di mira dai fanatici indù.


     


    L'India è al 10 ° posto nella World Watch List del 2019 di Open Doors dei paesi in cui è più difficile essere cristiani. Il paese era al 31° posto nel 2013, ma la sua posizione è peggiorata da quando il Partito Bharatiya Janata (Partito del Popolo Indiano) è salito al potere nel 2014.


     


    In Cina, informa Bitter Winter, l’agenzia italiana sulla libertà religiosa e sui diritti umani, cresce la pressione delle autorità cinesi sugli obiettori di coscienza cattolici, quelli che si rifiutano di aderire alla cosiddetta Chiesa patriotica, di ubbidienza al governo cinese.


     


    Nell’arcidiocesi di Fuzhou, per esempio, il governo ha chiuso oltre 100 luoghi di culto guidati da sacerdoti che non si rassegnano ad aderire alla Chiesa patriottica.


     


    Secondo le fonti di Bitter Winter, sono state inoltre chiuse tutte le sale che appartenevano a quella che era conosciuta come Chiesa Cattolica clandestina dei distretti di Jin’an e di Gulou, sempre a Fuzhou.


     


    In ottobre, l’amministrazione cinese locale ha esposto una notifica di demolizione verso la conosciuta chiesa Haiyan, con la scusa che si trattava di una “sala per riunioni illegale”.


     


    Nella chiesa sono poi state installate quattro telecamere di sorveglianza.











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    La chiesa Haiyan è stata svuotata


















    “Ovviamente il governo sta cercando di costringerci ad aderire alla Chiesa patriotica”, ha spiegato un sacerdote. Egli ha poi aggiunto che la crisi si è acuita a partire dall’Accordo tra la Santa Sede e la Cina del 2018, in seguito al quale, ha affermato, il Vaticano non ha più appoggiato attivamente i sacerdoti che non si piegano ad aderire alla Chiesa patriotica.


     


    E dal Pakistan, un caso che ci fa conoscere La Nuova Bussola Quotodiana, il quale potrà avere un lieto fine, ma assolutamente il risultato non è scontato.


     


    Ogni anno in Pakistan, secondo riferiscono le Ong locali, sono almeno un migliaio le ragazze rapite, violentate, costrette a convertirsi all’Islam e a sposare il proprio rapinatore e stupratore.


     


    Ragazzine adolescenti, o perfino bambine, che è pressoché impossibile riportare a casa a causa della connivenza con i rapitori di molti agenti di polizia e di un sistema giudiziario che discrimina le minoranze.


     


    È questa la sorte che era stata riservata alla quattordicenne Huma Younas, cristiana, quando il 10 ottobre viene rapita da Abdul Jabbar, un uomo musulmano.


     


    I genitori di Huma sporgono subito denuncia, recandosi alla stazione di polizia di Korangi, portando con sé sia il certificato di battesimo che l’atto di nascita della figlia.


     


    Ma, come tanti genitori cristiani prima di loro, si sono trovati di fronte a un muro di gomma. L’ennesimo caso in cui il sistema giudiziario pachistano rivela tutta la sua iniquità ai danni dei cristiani.


     


    Nel frattempo, il musulmano Jabbar porta Huma nella provincia del Punjab, a circa 600 chilometri di distanza da casa, in una località chiamata Dera Ghazi Khan. Lì l’ha violentata, costretta a convertirsi all’Islam e obbligata a sposarlo.
















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    Provvidenzialmente, a questo punto della vicenda, i genitori di Huma trovano il sostegno dell’Aiuto alla Chiesa che Soffre, la fondazione pontificia di aiuto ai cristiani perseguitati, nonché il soccorso legale della avvocatessa cattolica Tabassum Yousaf che ha già seguito diverse cause di ragazze rapite e che ora le difende pro bono.


     


    Jabbar, il rapinatore musulmano, e i suoi familiari non mollano e continuano a fare pressioni sulla famiglia di Huma affinché lascino cadere le accuse. L’uomo ha perfino minacciato di denunciare i “suoceri” e la Yousaf per blasfemia.


     


    “Accade spesso che i rapitori si servano della cosiddetta legge antiblasfemia per convincere le famiglie delle ragazze rapite a lasciar perdere”, ci spiega l’avvocatessa Yousaf, che tuttavia non si lascia intimorire: “Ho paura per la mia vita, ma vado avanti e non mi lascio intimidire”.


     


    L’udienza presso l’Alta Corte è fissata per il prossimo 16 gennaio. Intanto, però, la Yousaf e i genitori di Huma stanno cercando di riportarla a casa almeno fino al processo, per sottrarla a una vita di abusi quotidiani.


     


    Sullo sfondo resta comunque la paura che Huma, come migliaia di ragazze cristiane prima di lei, resti incatenata a vita al suo aguzzino o peggio ancora finisca vittima della tratta di esseri umani.


     


    Infatti, molte giovani cristiane, dopo alcuni mesi, vengono ripudiate dal “marito” e poi vendute ad altri uomini, oppure costrette a prostituirsi.


     


    In Nigeria, secondo Aleteia France 24hs, è successo un nuovo massacro di cristiani alla fine dell'anno.


     


    Il gruppo jihadista Stato islamico, nell'Africa occidentale, ha pubblicato il 26 dicembre un video che mostra l'esecuzione, nella Nigeria nord-orientale, di undici uomini presentati come cristiani. Questi omicidi si aggiungono ai numerosi abusi commessi nel Paese contro i cristiani dai jihadisti.


     


    È “un messaggio ai cristiani di tutto il mondo” ha detto un uomo mascherato in questo video diffuso da Amaq, l'agenzia di propaganda dello Stato Islamico.


     


    Girato in un luogo non identificato, mostra l'esecuzione di undici uomini, presentati come cristiani, nella Nigeria nord-orientale. Con gli occhi bendati, vengono colpiti e decapitati.


     


    Se la scena è raccapricciante, purtroppo è tutt'altro che nuova. Un anno fa, a gennaio 2019, Open Doors, l’agenzia americana di difesa dei cristiani perseguitati, aveva già mostrato che il 90% dei cristiani uccisi nel 2018 nel mondo, erano stati in Nigeria(3.731 morti sul suolo nigeriano, contro i 2.000 nel 2017).


     


    In questo paese, i cristiani affrontano una doppia minaccia, il gruppo jihadista Boko Haram e i pastori musulmani “fulani”.
















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    Purtroppo “questi eventi passano inosservati”, si lamenta a Aleteia France Benoît de Blanpré, direttore dell’Aide à l’Eglise en Détresse France. “Quanti drammi ci vorranno affinché l'Occidente si svegli e riprenda l'argomento?”, si domanda Blanpré.


     


    Infatti, il grande assente di tutte queste persecuzione sono le autorità dell’Occidente, quelle europea in particolare.


     


    Per questa ragione, l’Osservatorio sulla Cristianofobia ha lanciato lo scorso mese una petizione al Commissario responsabile delle politiche migratorie e di sicurezza dell’Unione Europea, il greco Margaritis Schina.


     


    La consegna delle petizioni firmate dai membri e sostenitori dell’Osservatorio è prevista per l’inizio del mese prossimo.


     


    È compito dell’Osservatorio sulla Cristianofobia non soltanto raccontare e denunciare gli episodi di cristianofobia ma anche, con il tuo supporto, di ottenere da parte delle istituzioni la condanna formale e azioni concrete per fermare ogni atto di persecuzione e discriminazione a danno dei cristiani.


     










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    Credente
    00 12/02/2020 11:21








    fra i tantissimi accaduti negli ultimi 10 giorni:
















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    *** In Svizzera, la compagnia aerea Swiss Air Lines non ha resistito alla lobby delle organizzazioni anti-vita e anti-famiglia e ha deciso di cessare il rapporto con il produttore di cioccolato Läderach.


    Per più di 10 anni, Läderach aveva fornito alla compagnia aerea piccole scatole di cioccolatini che venivano consegnate ai passeggeri come segno di apprezzamento.


    Ragione: l'affiliazione del suo proprietario, Jürg Läderach, con “Christianity for Today” (CFT), un'organizzazione cristiana pro-vita e pro-famiglia. CFT sostiene, giustamente, e seguendo i principi cristiani, che la vita va protetta dal concepimento alla morte naturale. E la famiglia è composta da un uomo e da una donna!


    Dopo mesi di pressioni e di pubblicità negativa, Swiss Air ha alzato bandiera bianca (Fonte: Life Site News).
















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    *** In Francia, otto chiese e due istituti scolastici cattolici sono stati vandalizzati con graffiti a Bordeaux e Talence durante la notte tra il 18 e il 19 gennaio.


    Le chiese interessate sono Notre-Dame, Saint-Eloi, Sainte-Croix, Sainte Eulalie, Saint-Seurin, Sacré-Coeur e Saint-Paul a Bordeaux, la chiesa di Notre-Dame de Talence e gli istituti scolastici cattolici di Albert le Grand e Saint-Genès a Bordeaux. I graffiti si riferiscono specialmente alla legge sulla bioetica.


    L'arcivescovo di Bordeaux ha espresso “profonda tristezza” e si è fermato accanto a“coloro che furono feriti dalle iscrizioni oscene e dagli insulti scritti su molti edifici”(Fonte: Observatory on Intolerance and Discrimination Against Christian in Europe, Info Chretienne, BFMTV, e en.24).


    *** Sempre in Francia, ad un pullman affollato di pellegrini cattolici diretto a Pontmain è stato impedito di lasciare la casa diocesana della città di Caen da una ventina di persone, tutte mascherate in nero che sparavano palline da paintball sul parabrezza.


    Un portavoce della diocesi ha spiegato che i manifestanti probabilmente hanno confuso l'autobus di pellegrinaggio per uno diretto a Parigi per una manifestazione di “Manif pour Tous”, l’associazione di difesa della famiglia e della vita.


    Il fatto è che è stata la seconda volta in pochi mesi che un autobus di pellegrinaggio è stato attaccato dopo essere stato scambiato per un autobus di “Manif pour Tous”.


    Circa cinquanta persone, tra cui anziani e bambini, si trovavano sul pullman quando si è verificato l'attacco. Secondo la diocesi, i passeggeri seduti nella parte anteriore del bus sono rimasti scioccati da questo attacco, così come il conducente (Fonte: Observatory on Intolerance and Discrimination Against Christian in Europe, France 3).


    È compito di quest’Osservatorio non soltanto raccontare e denunciare gli episodi di cristianofobia ma anche, con il tuo supporto, di ottenere da parte delle istituzioni la condanna formale e azioni concrete per fermare ogni atto di persecuzione e discriminazione a danno dei cristiani.










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    Coordin.
    00 15/03/2020 19:58
    AGGIORNAMENTI sulla terribile situazione dei cristiani nella Corea del Nord. Condivido con te un’intervista di Marco Gombasa di Inside Over, un progetto de Il Giornale.

    Come ti avevo aggiornato qualche tempo fa, secondo OpenDoors, l’agenzia americana di difesa dei cristiani perseguitati, la Corea del Nord è tra i paesi dove i cristiani patiscono di più la persecuzione. Sempre secondo OpenDoors, su circa 300mila cristiani, fra 50mila e 70mila si trovano all’interno di un campo di lavoro.

    Inside Over ha intervistato un rifugiato cristiano dalla Corea del Nord, scappato al regime. Il suo nome di fantasia è Lee.

    Secondo Lee, i cristiani in Corea del Nord vivono nel terrore di essere scoperti dalle spie e dalla polizia segreta del regime. E di essere trasportati nei temutissimi campi di lavoro nord coreani.


    “Le famiglie cristiane devono nascondere la Bibbia dietro le foto del presidente Kim Jong-un obbligatoriamente appesa al muro di ogni casa. Le messe vengono celebrate in maniera clandestina e non ci si può riunire in gruppi perché si sospetta sempre la presenza di alcune delle spie del governo.

    “Le spie s’infiltrano anche nei gruppi cristiani della Corea del Sud e della Cina per capire quali organizzazioni aiutino i cristiani a fuggire dal Nord. C’è una fitta collaborazione tra governo cinese e quello nord coreano nelle persecuzioni. Quasi tutti i cristiani nordcoreani che sono stati catturati in Cina, sono stati rispediti in Nord Corea.

    Rispondendo alla domanda “perché la Corea del Nord perseguita così duramente i cristiani?”, Lee risponde:


    “Pyongyang [la capitale della Corea del Nord] definisce i cristiani una minaccia diretta a Kim Jong-un poiché secondo loro ci deve essere un solo Dio [Kim Jong-un naturalmente!]. Per questo, oltre a essere un crimine contro lo Stato e un reato politico, essere cristiani è anche un crimine contro il leader supremo stesso e contro tutta la sua famiglia.

    “Mi sono convertito al cristianesimo durante la mia fuga. La polizia cinese mi aveva catturato a Shanghai e in prigione ho incominciato a pregare perché ero convinto che mi rispedissero in Corea del Nord dove mi avrebbero giustiziato.

    “Per fortuna sono riuscito a fuggire nuovamente. Non avrei mai potuto essere un cristiano in Corea perché la maggioranza dei cristiani sono detenuti nei campi di concentramento oppure giustiziati pubblicamente nelle piazze”.

    Adesso in libertà, Lee ha un “particolare timore degli hacker nordcoreani. Si dice che ve ne siano oltre 7mila che controllano quotidianamente tutti quelli che loro considerano disertori che siano in Asia, America o in Europa. Possono controllare il tuo cellulare, il computer e tutti i tuoi spostamenti. Non sai cosa aspettarti.”



    Secondo Lee, “è fondamentale che gli Stati europei e l’Unione europea continuino a fare delle pressioni alla Corea del Nord perché rispetti i diritti umani e la libertà religiosa anche imponendo delle sanzioni.



    Lee lamenta l’atteggiamento di noi cristiani europei:



    “Sembra che i Paesi europei abbiano perso la loro identità a si siano dimenticati dei loro fratelli cristiani perseguitati nel mondo. Il Vaticano e le Chiese europee possono e devono fare molto di più per aiutarci! Sembra siano impauriti di palesare la loro identità come se non ne fossero orgogliosi. I leader religiosi sono riluttanti a parlare della persecuzione dei cristiani. Aspettiamo da loro molto di più di quello fatto fino ad ora!”
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    Credente
    00 21/04/2020 10:19



    I cristiani in Nigeria rappresentano il 47% della popolazione, sono intorno ai 95 milioni. Dalla comparsa dell’organizzazione islamica terrorista radicale di Boko Haram sono stati circa 27.000 i cristiani vittime di questo gruppo.








    A questi numeri, dobbiamo aggiungere i cristiani uccisi e perseguitati dai cosiddetti pastori islamici Fulani, i quali, secondo l’agenzia SIR, l’organo di informazione della CEI, “per accaparrarsi le terre degli agricoltori cristiani lasciano morti e feriti e terra bruciata al loro passaggio”.


    Secondo il bollettino online La Voce del Patriota, “il presidente nigeriano Muhammed Buhari viene in qualche modo considerato complice di questa drammatica situazione, denunciata anche dalla Chiesa cattolica”.


    Secondo il vescovo Matthew Hassan Kukah di Sokoto, il governo sta “creando le condizioni per consentire a Boko Haram di comportarsi in questo modo”.


    Da parte sua, l’arcivescovo Augustine Obiora Akubeze di Benin City, presidente della Conferenza episcopale cattolica nigeriana, ha dichiarato al Catholic News Agency “che le violenze verso i cristiani non si fermano al solo gruppo terrorista di Boko Haram ma punta il dito nei confronti dei pastori Fulani, che attaccano i cristiani e dei quali nessuno parla”.


    Tutti i seminari della Nigeria, ha spiegato Monsignor Augustine Akubeze, hanno mura di protezione, “però non sono sufficienti a fermare gli attacchi di Boko Haram”.


    Rapimenti, islamizzazione e matrimoni forzati


    Secondo Open Doors, l’agenzia americana di sostegno ai cristiani perseguitati, rapimenti, islamizzazione e matrimoni forzati continuano a perseguitare le ragazze cristiane del nord della Nigeria.


    L’ultimo caso è avvenuto meno di un mese fa, il 23 marzo. È stato l’ennesimo rapimento di una ragazza cristiana nigeriana, questa volta Joy Dankaka, di 16 anni, proveniente dalla città di Ikara, nello Stato di Kaduna, nel nord del paese.


    Quel giorno, il 23 marzo, la ragazza è andata normalmente alla scuola statale di Pampaida dove studia. E non è tornata più.


    Si è saputo che Joy è stata trattenuta da un certo Hamza Bello, principale imam di Ikara.


    I suoi genitori l’hanno cercata e una volta giunti alla casa dell’iman si sono sentiti dire che la figlia era diventata musulmana, che era stata affidata a una famiglia musulmana e che non avrebbe più vissuto con loro.











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    Si teme adesso che la ragazza sia stata obbligata a sposarsi con un uomo musulmano.


    Secondo Open Doors, si tratta di una situazione abbastanza frequente in queste parti della Nigeria.


    Già 6 anni fa, Boko Haram aveva attaccato la scuola statale secondaria femminile di Chibok, nel nord-est del Paese: più di 200 ragazze vennero rapite. Di queste, 107 sono state rilasciate o sono in qualche modo riuscite a fuggire, mentre 112 mancano ancora all’appello.


    Cristiani decapitati dai pastori Fulani


    Questa volta è stato il Morning Star News, l’agenzia americana che offre notizie affidabili sulla Chiesa sofferente, a dare il grido d’allarme.


    Lunedì scorso, 13 aprile, i pastori musulmani Fulani hanno decapitato altri due cristiani nello stato di Benue. Hanno teso un’imboscata a due membri della Chiesa cattolica nel loro villaggio.


    “Oche Alaade e il suo amico stavano rientrando verso la città di Obagaji dove risiedono quando sono stati presi in un'imboscata dai pastori Fulani. Le loro teste sono state tagliate”, ha detto a Morning Star News un residente della zona, Louis Oguche.


    Oyaje Sule, zio di Oche Alaade, ha confermato gli omicidi: “Mio nipote e il suo amico stavano tornando nella città di Obagaji dove risiedono, quando sono stati uccisi, le loro teste tagliate”.


    “Già la settimana precedente, due altri cristiani sono stati attaccati dai pastori Fulani. Ora stanno ricevendo cure ospedaliere per le loro ferite”, ha detto Sule.


    Nel Centro Nigeria, nell’area di Daffo, soltanto negli ultimi due anni, più di 40 cristiani sono stati uccisi, 11 comunità distrutte e più di 7mila persone si trovano sfollate.


    Inoltre, nello Stato di Benue, ad est del paese, nel mese scorso i pastori musulmani Fulani hanno ucciso 16 cristiani e sequestrato molti altri, secondo un’altra fonte riportata dal Morning Star News.


    Tre settimane prima, nel villaggio di Abaji, nella contea di Kwande, i pastori armati hanno preso d'assalto l'area: “Otto del nostro popolo sono stati uccisi e altri sei sono stati rapiti dai pastori durante l'attacco”, ha detto il residente dell'area Aloysius Yaga.


    “I pastori ci hanno sparato indiscriminatamente e hanno ferito molti altri con tagli di machete.  Sono scappato per un pelo dall'essere ucciso”.


    Nella contea di Guma, altri sette cristiani sono stati uccisi quando i pastori musulmani Fulani hanno attaccato gli abitanti durante una veglia funebre nel villaggio di Chongu il 6 marzo, secondo quanto riferito da un’altra fonte.


    I pastori hanno anche attaccato il villaggio di Mbanyiar nella contea di Guma il 2 marzo: “Erano circa una dozzina, armati con fucili AK-47”, ha detto un testimone, Chado, a Morning Star News.


    “Mia moglie e altri due membri del nostro villaggio sono stati rapiti e portati via dai pastori; ma alla fine sono stati salvati dopo essere stati torturati dai pastori”.


    Avvertimento sul genocidio in Nigeria


    Il 30 gennaio, Christian Solidarity International (CSI) ha emesso un avvertimento sul genocidio in Nigeria, invitando i Membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ad agire.


    Il CSI ha lanciato questo invito in risposta ad “una crescente ondata di violenza diretta contro i cristiani nigeriani e altri classificati come ‘infedeli’ da militanti islamici nelle regioni del nord e della fascia media del paese”.


    Ti chiedo anche di lasciare qui il tuo appoggio a questa richiesta del CSI che invita i Membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ad agire.za, che i Paesi occidentali e la politica internazionale agiscano. Le autorità nigeriane devono assolutamente trovare un mezzo perché questo genocidio possa finire.













    Ti ricordo che la Nigeria si è classificata al 12 ° posto nella World Watch List del 2020 di Open Doors dei paesi in cui i cristiani subiscono più persecuzioni, ma secondo nel numero di cristiani uccisi per la loro fede, dietro soltanto al Pakistan.





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    Credente
    00 09/07/2020 10:24
    La persecuzione contro i cristiani nel biennio 2015-17 non è diminuita, anzi.

    A leggere l’ultimo dettagliato rapporto di Aiuto alla chiesa che soffre, il quadro che emerge è sconfortante. Fondamentalismo religioso, nazionalismo, regimi totalitari, violenze “indirettamente finanziate dall’occidente” e “incapacità dei governi occidentali di porre un tempestivo freno al genocidio in atto in medio oriente e non solo” hanno preso di mira, ovunque nel mondo, le comunità cristiane. Sono tredici i paesi presi in esame dal rapporto e in metà di questi “la situazione è degenerata rispetto al biennio precedente”. Si tratta di Cina, Pakistan, India, Sudan, Siria, Iraq e Turchia. Situazione “lievemente peggiorata” in Egitto, Eritrea, Iran e Nigeria”.


    Stabile in Arabia Saudita e Corea del nord, per quanto possa definirsi “stabile” la vita assai precaria dei cristiani in questi due paesi: una situazione – si legge – che “era tanto drammatica da non poter aggravarsi”. Il livello della persecuzione è quello cui ci s’è abituati negli ultimi anni, “alcuni cristiani sono stati impiccati o crocifissi, altri violentati, alcuni rapiti e mai più ritrovati”. Più volte ritorna, nel rapporto, la parola “genocidio”, sulla quale il Papa ha raccomandato più d’una volta prudenza, ma che altri esponenti della curia vaticana hanno utilizzato e accettato (primo fra tutti, il cardinale Jean-Louis Tauran, diplomatico di carriera e presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso). Genocidio che – si osserva – “è in atto contro i cristiani in Nigeria, dove all’azione della setta islamista Boko Haram si uniscono le violenze commesse da pastori estremisti di etnia fulani, che hanno devastato villaggi cristiani e ucciso molti fedeli”. Proprio qui, nell’enorme paese africano, da anni è in corso una guerra etnica che ha portato all’eliminazione fisica anche di esponenti dell’islam moderato, rei di condannare le azioni dei fondamentalisti e di cercare il dialogo con i cristiani. Dure, poi, le accuse al governo cinese, con vescovi arrestati e fatti sparire, fedeli impossibilitati a partecipare alle messe. E ciò nonostante il negoziato, delicato, tra Pechino e la Santa Sede per il ristabilimento di un rapporto che porti (quantomeno) al riconoscimento dei vescovi scelti da Roma, magari tra nomi graditi alle autorità cinesi.

    Storie di cattedrali devastate, come nelle Filippine. Racconti di torture, con uomini legati a croci e minacciati di morte. “I cristiani sono dei maiali. Non meritate di vivere”, aveva detto un militante jihadista a Elia Gargous, rapito da milizie islamiste di al Nusra nella Siria occidentale. Legato e imbavagliato, portato nel monastero di Sant’Elia e costretto ad assistere alla profanazione di icone sacre. “Ci hanno intimato di convertirci, ma ci siamo rifiutati. Poi hanno ucciso delle persone di fronte ai nostri occhi”, ha raccontato una volta tornato in libertà. E poi gli antichi conventi rasi al suolo, le tombe aperte, le croci abbattute con pale, piccozze, martelli.

    Giovedì mattina, nell’omelia pronunciata in occasione della concelebrazione eucaristica di ringraziamento per il centenario della congregazione per le chiese orientali, il Papa è tornato a denunciare la persecuzione dei cristiani: “Vediamo tanti nostri fratelli e sorelle cristiani delle chiese orientali sperimentare persecuzioni drammatiche e una diaspora sempre più inquietante. Questo fa sorgere tante domande, tanti perché”.
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    Credente
    00 15/07/2020 14:10
    Persecuzione dei cristiani in Unione Sovietica - (traduzione automatica di google)

    Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

    Demolizione della Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca su ordine di Stalin, 5 dicembre, 1939

    In tutta la storia della Unione Sovietica (1922-1991), ci sono stati periodi in cui le autorità sovietiche soppressa e perseguitati varie forme di Cristianesimo in misura diversa a seconda degli interessi dello Stato. Soviet marxismo-leninismo politica costantemente sostenuto il controllo, la soppressione, e in ultima analisi, l'eliminazione delle credenze religiose , e ha incoraggiato attivamente l'ateismo in Unione Sovietica. Tuttavia, la maggior parte delle religioni non sono mai stati ufficialmente messi fuori legge.

    Lo stato ha sostenuto la distruzione della religione , ed è ufficialmente pronunciato credenze religiose di essere superstiziosi e indietro. Il Partito Comunista ha distrutto chiese , sinagoghe , moschee e templi buddisti , ridicolizzati, molestati, leader religiosi incarcerati e giustiziati, inondato le scuole e mezzi di comunicazione con gli insegnamenti anti-religiose, e ha introdotto un sistema di credenze chiamato " ateismo scientifico ", con i suoi propri rituali , promette e proselitismo. Il numero totale delle vittime cristiane sotto il regime sovietico è stato stimato compreso tra 12-20.000.000.

    Credenze e pratiche religiose persistevano tra la maggioranza della popolazione, in ambito domestico e privato, ma anche negli spazi pubblici sparsi consentiti da uno Stato che ha riconosciuto la sua incapacità di sradicare la religione ed i pericoli politici di una implacabile guerra culturale .


    Contenuto
    1 presa di posizione ufficiale sovietica
    2 tattiche sovietiche
    3 campagna antireligiosa 1917-1921
    4 campagna antireligiosa 1921-1928
    5 della campagna anti-religiosa 1928-1941
    6 della seconda guerra mondiale riavvicinamento
    7 Dopoguerra
    8 Ripresa della campagna anti-religioso
    9 1964-1970s
    10 Rinnovo della persecuzione nel 1970
    11 penetrazione di chiese da parte dei servizi segreti sovietici
    12 Glasnost
    13 Vedi anche
    14 Riferimenti
    15 Bibliografia
    16 Collegamenti esterni
    posizione ufficiale sovietica
    Vedi anche: la legislazione antireligiosa sovietica e marxista-leninista ateismo
    Il regime sovietico aveva un impegno apparente al completo annientamento delle istituzioni religiose e idee. Ideologia comunista non poteva coesistere con la continua influenza della religione anche come entità indipendente ed istituzionale, in modo da "Lenin ha chiesto che la propaganda comunista deve impiegare militanza e inconciliabilità verso tutte le forme di idealismo e la religione", e che è stato chiamato "ateismo militante". "Militante" significava un atteggiamento intransigente verso la religione e lo sforzo di vincere i cuori e le menti dei credenti da una filosofia falso. L'ateismo militante è diventato centrale per l'ideologia del Partito Comunista dell'Unione Sovietica e una politica di alta priorità di tutti i leader sovietici. Atei convinti sono stati considerati politicamente più individui astuti e virtuosi.

    Lo Stato ha stabilito l'ateismo come l'unica verità scientifica. autorità sovietiche vietarono la critica di ateismo e l'agnosticismo fino al 1936 o di politiche anti-religiosa dello Stato; tale critica potrebbe portare a pensionamento forzato.

    Legge sovietica mai bandito ufficialmente lo svolgimento di opinioni religiose, e le varie Costituzioni sovietiche sempre garantito il diritto di credere. Tuttavia, dal momento che l'ideologia marxista, come interpretati da Lenin e dai suoi successori consideravano la religione come un ostacolo alla costruzione di una società comunista, mettendo fine a tutte le religioni (e la sua sostituzione con l'ateismo) è diventato un fondamentale importanza ideologica obiettivo dello stato sovietico. La persecuzione della religione è avvenuta ufficialmente attraverso molte misure legali destinate a ostacolare le attività religiose, attraverso un grande volume di propaganda anti-religiosa, e attraverso l'educazione. In pratica lo Stato ha anche cercato di controllare enti religiosi e di interferire con loro, con l'obiettivo finale di far sparire. A tal fine, lo Stato ha cercato di controllare le attività dei leader delle diverse comunità religiose.

    Il Partito Comunista spesso respinto il principio di trattare tutti i credenti religiosi come nemici pubblici, in parte a causa di considerazioni pragmatiche (dato il gran numero di persone che aderiscono ad una fede) e in parte anche dalla convinzione che il numero dei credenti comprendeva molti cittadini sovietici leali quali le autorità dovrebbero convincere a diventare atei piuttosto che attaccare a titolo definitivo.

    I credenti hanno trovato sempre a loro volta soggetti propaganda anti-religiosa e la legislazione che limita la pratica religiosa. Spesso hanno subito restrizioni all'interno della società sovietica. Raramente, però, ha fatto lo Stato sovietico ufficialmente mai sottoporli ad arrestare, la detenzione o la morte semplicemente per lo svolgimento di credenze. Invece, i metodi di persecuzione rappresentavano una reazione alla percezione (reale o immaginaria) della loro resistenza alla campagna più ampia dello stato contro la religione.

    La campagna è stata progettata per diffondere l'ateismo, e gli atti di violenza e terrore tattiche distribuito, mentre quasi sempre ufficialmente invocato sulla base della resistenza percepita allo Stato, finalizzato nello schema più grande non solo per smorzare l'opposizione, ma per assistere ulteriormente nel soppressione della religione per diffondere l'ateismo.

    Steepto

    tattiche sovietiche
    La tattica variato nel corso degli anni ed è diventato più moderato o più dure in tempi diversi. Tra le tattiche comuni incluso confiscare i beni della chiesa, ridicolizzare la religione, molesto credenti, e propagare l'ateismo nelle scuole. Azioni verso particolari religioni, tuttavia, sono stati determinati da interessi dello Stato e religioni più organizzate non sono mai stati messi fuori legge.

    Alcune azioni contro preti ortodossi e credenti insieme con l'esecuzione compresa la tortura , di essere inviati ai campi di prigionia , campi di lavoro o negli ospedali psichiatrici . Molti ortodossi (insieme con i popoli di altre fedi) sono stati anche sottoposti a punizioni psicologiche o torture e controllo della mente sperimentazione al fine di costringerli a rinunciare alle loro convinzioni religiose (vedi la psichiatria punitiva in Unione Sovietica ). Durante i primi cinque anni del potere sovietico, i bolscevichi eseguito 28 vescovi ortodossi russi e più di 1.200 preti ortodossi russi. Molti altri sono stati imprigionati o esiliati.

    In Unione Sovietica, oltre alla chiusura metodico e distruzione di chiese, l'opera caritativa e sociale precedentemente fatto da parte delle autorità ecclesiastiche è stata rilevata dallo Stato. Come in tutta la proprietà privata, proprietà della Chiesa di proprietà è stata confiscata in uso pubblico. I pochi luoghi di culto ha lasciato alla Chiesa sono state viste legalmente come proprietà dello stato che il governo ha consentito la chiesa da usare.

    Cristiani protestanti in URSS ( battisti , pentecostali , avventisti , ecc) nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale sono stati compulsivamente inviati a ospedali psichiatrici , o prove e reclusione sopportato (spesso per il rifiuto di entrare in servizio militare). Alcuni sono stati addirittura compulsivamente tolta la patria potestà.

    campagna anti-religiosa 1917-1921
    Articolo principale: URSS campagna anti-religiosa (1917-1921)
    e 1.922 confisca dei beni della chiesa ortodossa russa

    Nel mese di agosto 1917, in seguito al crollo del governo zarista, un concilio della Chiesa ortodossa russa ristabilita il patriarcato ed eletto il Tikhon metropolitano come patriarca.

    Nel novembre del 1917, poche settimane dopo la rivoluzione, Commissariato del Popolo per l'Illuminazione è stato istituito, che un mese dopo ha creato l'Unione panrusso dei docenti-internazionalisti al fine di eliminare l'insegnamento della religione dalla scuola curricula . Al fine di intensificare la propaganda anti-religiosa nel sistema scolastico, l'Amministrazione capo per l'Illuminazione politica (Glavpolitprosvet) è stato istituito nel novembre del 1920.

    Decreto di Lenin sulla separazione tra Stato e Chiesa nei primi mesi del 1918 privò la chiesa ex ufficiale del suo status di persona giuridica, il diritto di proprietà, o di insegnare religione nelle scuole statali e private oa qualsiasi gruppo di minori. Il decreto ha abolito i privilegi della chiesa e così finì l'alleanza tra Chiesa e Stato. Il clero ha attaccato apertamente il decreto. La leadership della Chiesa ha emesso un appello speciale ai credenti per ostacolare l'applicazione del decreto.

    Inoltre, il decreto "sulla separazione della Chiesa dallo Stato e della scuola dalla Chiesa" determinato anche il rapporto tra la scuola e la chiesa. "La scuola deve essere separato dalla chiesa", ha detto il Decreto. "L'insegnamento delle dottrine religiose in tutto lo Stato e pubblico, così come le istituzioni educative private in cui i soggetti generali sono insegnate, non sono autorizzate. I cittadini possono insegnare e essere insegnato religione in privato."

    Patriarca Tichon di Mosca scomunicato la leadership sovietica il 19 gennaio 1918 (calendario giuliano) per lo svolgimento di questa campagna. Per rappresaglia il regime ha arrestato e ucciso decine di vescovi, migliaia di basso clero e monaci, e moltitudini di laici. Il sequestro dei beni della Chiesa nel corso dei prossimi anni sarebbe caratterizzato da una brutale campagna di terrore violento.

    Durante la guerra civile russa, molti chierici sono stati uccisi. Alcuni sono morti a causa della violenza spontanea endemica nel vuoto di potere della guerra e alcuni sono stati giustiziati dai servizi di sicurezza dello Stato per il sostegno delle armate bianche. La chiesa ha affermato che 322 vescovi e sacerdoti sono stati uccisi durante la rivoluzione. Tra il giugno 1918 e il gennaio del 1919, le cifre ufficiali della chiesa (che non includono il Volga, Kama e diverse altre regioni della Russia) ha affermato che una metropolitane, diciotto vescovi, cento e due sacerdoti, centocinquanta-quattro diaconi e novanta -Quattro monaci / monache erano stati uccisi (laici non registrato). La stima di 330 sacerdoti e monaci uccisi nel 1921 potrebbe essere stato sottostimato, a causa del fatto che 579 conventi / monasteri erano state liquidate in questo periodo e c'erano esecuzioni di massa diffuse di monaci / monache durante queste liquidazioni.

    Molte sezioni della Chiesa ortodossa russa hanno sostenuto i regimi anti-sovietici come quelli di Kolciak e Denikin durante la guerra civile. Nel 1918, il vescovo di Ufa fatto discorsi xenofobi e anti-bolsceviche e radunato la gente alla causa bianco nel 1918. L'Arcivescovo di Ekaterinburg ha organizzato manifestazioni di protesta quando ha saputo dell'esecuzione della famiglia Romanov nel luglio 1918, e ha tenuto una celebrazione della vittoria quando l'ammiraglio Kolchak prese la città nel mese di febbraio 1919. in entrambi i fronti siberiano e ucraini, "Cristo Gesù" Reggimenti, ortodosso da hiearachs ortodossi sulla scena, con l'aiuto armate bianche. Nel mese di dicembre 1918, il sacerdote Georgy Shavelsky a far parte dell'agenzia di propaganda del governo Bianca nel Sud.

    Questa diffusa la violenza da parte dei membri dell'Armata Rossa contro la chiesa non è stato apertamente sostenuto da Lenin, tuttavia, negli anni successivi alti funzionari sovietici tra cui Emelian Yaroslavsky ha rivendicato la responsabilità centrale per queste uccisioni. Hanno giustificato la violenza rivedendo la storia e dichiarando che la chiesa era stata attivamente combattendo contro di loro.

    La chiesa aveva espresso il suo sostegno al tentativo di golpe controrivoluzionario del generale Kornilov, assistito le ribellioni di Kerensky e Krasnov, ed aveva invitato i credenti a combattere contro il nuovo stato, e anche a spargere il sangue nella lotta contro di esso. C'era appello di Tikhon "Al popolo ortodosso", in cui ha presentato la chiamata di Tichon per i credenti di essere disposto anche a dare la loro vita come martiri nel tentativo di preservare la loro religione ( "E 'meglio a spargere il proprio sangue e da assegnare martire corona piuttosto che lasciare che i nemici profanare la fede ortodossa ", ha detto l'Appello.)

    La maggior parte dei chierici hanno reagito verso la rivoluzione russa con aperta ostilità. Durante la guerra civile, molti rappresentanti del clero ortodosso russo collaborato o ha avuto simpatie con gli eserciti bianchi e eserciti invasori stranieri, sperando in una restaurazione del regime prerivoluzionario. La chiesa aveva espresso il suo sostegno al tentativo di golpe controrivoluzionario del generale Kornilov. La chiesa ha adottato la promulgazione sulla status giuridico della Chiesa in Russia, che ha cercato di rivendicare i diritti che la chiesa aveva goduto per secoli sotto il vecchio regime. La Chiesa ortodossa, ha detto che il documento, "tiene la posizione pubblica e legale preminente in stato russo tra le altre confessioni". Tikhon anathematised il governo sovietico e ha invitato i credenti a lottare contro di esso e dei suoi decreti. La leadership della chiesa ha invitato apertamente la lotta contro il governo sovietico nel suo appello dal titolo "Al popolo ortodosso". "E 'meglio a spargere il proprio sangue e ad aver ottenuto la corona del martirio piuttosto che lasciare che i nemici profanare la fede ortodossa", ha detto l'Appello.

    l'opposizione della Chiesa al governo sovietico era parte di un movimento generale controrivoluzionario. Nei primi giorni dopo la vittoria dell'insurrezione armata ottobre a Pietrogrado, il clero assistito la ribellione di Kerensky e Krasnov mentre cercavano di rovesciare il potere sovietico. L'attività del Consiglio locale di Mosca ha sostenuto i cadetti che si erano ribellati. Quando i ribelli hanno sequestrato il Cremlino per un certo tempo, le sue cattedrali ei campanili sono stati messi a disposizione in una sola volta.

    Resistenza Chiesa non è stata organizzata a livello nazionale, tuttavia, e Tikhon non ha mai dato la sua benedizione alle forze Bianche. Il Patriarca, infatti, ha dichiarato la sua neutralità durante la guerra civile e ha tentato di dare istruzioni alla Chiesa ortodossa russa sulla neutralità politica e disimpegno. Propaganda, al momento ha sostenuto che si trattava di un camuffamento per la posizione reale della chiesa, che era presumibilmente il supporto per un ritorno dello zarismo

    Inoltre, la fraudolenza delle revisioni sovietici successivi è chiaramente mostrato attraverso il fatto che nessuno degli atti documentati di brutalità contro membri del clero da parte dei Reds ha coinvolto tutti coloro che in realtà ha preso le armi con i Bianchi, e solo pochi di loro sono stati casi di clero che hanno dato supporto vocale. La fraudolenza di tale revisionismo è stato dimostrato ancora di più dal fatto che l'affettamento di prigionieri inermi, scalping e credenti torturare, tiro mogli e figli dei preti, e molti altri tali atti registrati negli atti documentati di brutalità dai Reds contro gli ortodossi chiesa durante la guerra civile non hanno nulla a che fare con la recitazione in 'autodifesa'.

    La propaganda atea antireligiosa è stata considerata di importanza fondamentale per il partito di Lenin dai suoi primi giorni di pre-rivoluzionarie e il regime si è affrettato a creare riviste ateo per attaccare la religione poco dopo la sua ascesa al potere. La prima opera sotto il nome di Rivoluzione e la Chiesa (Revolustiia i Tserkov) . E 'stato originariamente credeva nell'ideologia che la religione sarebbe scomparire rapidamente con l'avvento della rivoluzione e che la sua sostituzione con l'ateismo sarebbe inevitabile. La leadership del nuovo Stato non ha preso molto tempo, però, per giungere alla conclusione che la religione non scompare da solo e maggiori sforzi dovrebbe essere dato a propaganda anti-religiosa.

    A tal fine opera ateistica è stata consolidata in posizione centrale sotto il Dipartimento di agitazione e propaganda del Comitato centrale CP (Agitprop) nel 1920 utilizzando le linee guida di cui all'articolo 13 del Partito comunista russo (RCP), adottata dal congresso del partito 8 °.

    Articolo 13 ha dichiarato:

    Per quanto riguarda la religione è interessato, la RCP non sarà soddisfatto dalla separazione decretato tra Chiesa e Stato ... Il Partito mira alla completa distruzione dei legami tra le classi sfruttatrici e ... propaganda religiosa, mentre assisteva la liberazione effettiva di le masse di lavoro da pregiudizi religiosi e organizzare la più ampia propaganda formazione-illuminante e antireligiosa possibile. Allo stesso tempo, è necessario attentamente per evitare qualsiasi insulto ai sentimenti dei credenti, che porterebbe alla indurimento del fanatismo religioso

    L'articolo sarebbe molto importante nella politica antireligiosa in Unione Sovietica negli anni successivi, e la sua ultima frase, che sarebbe sia ignorato e ha ricordato di nuovo al punto di diverso nella storia sovietica, avrebbe giocato un ruolo importante nella rivalità successivi nelle lotte di potere degli ultimi anni tra i diversi leader sovietici.

    Dibattiti pubblici si sono tenuti tra cristiani e atei dopo la rivoluzione fino a quando non sono stati sospesi nel 1929. Tra i partecipanti famosi di questi dibattiti inclusi sul lato ateo, commissario per l'Illuminazione Anatoly Lunacarskij . La gente avrebbe in fila per ore al fine di ottenere posti di vederli. Le autorità a volte hanno cercato di limitare il tempo di parola dei cristiani per dieci minuti, e in altre occasioni i dibattiti sarebbe chiamato fuori all'ultimo minuto. Questo potrebbe essere stato il risultato di una riferito di alta qualità di alcuni dei Debaters religiose. Professor VS Martsinkovsky, cresciuto come ortodossa, ma che era diventato un protestante evangelica, è stato uno dei migliori sul lato religioso, e Lunacarskij riferito annullato uno dei suoi dibattiti con lui dopo aver perso in un dibattito precedente. In un'occasione, nel 1921 una grande folla di Komsomol disturbatori arrivato a uno dei dibattiti di Martsinkovsky e occupato le due file anteriori. Quando il leader ha cercato di heckle, si trovò non supportata dai suoi ragazzi, e poi gli hanno detto che non stava dicendo ciò che è stato detto che stava per dire.


    Articolo principale: URSS campagna anti-religiosa (1921-1928)

    Il decimo PCUS congresso si riunì nel 1921 ed ha approvato una risoluzione che chiede 'organizzazione su larga scala, la leadership e la cooperazione nel compito di agitazione anti-religiosa e propaganda tra le grandi masse di lavoratori, utilizzando la massa media, film, libri , conferenze e altri dispositivi.

    Quando i leader della chiesa chiedevano libertà di religione in base alla costituzione, i comunisti hanno risposto con terrore. Hanno ucciso il metropolita di Kiev e giustiziati ventotto vescovi e 6.775 sacerdoti. Nonostante manifestazioni di massa a sostegno della chiesa, la repressione intimidito la maggior parte dei capi ecclesiastici alla sottomissione.

    Nel mese di agosto 1921, una riunione plenaria del Comitato centrale del Pcus (il più alto leadership dello Stato) ha adottato un'istruzione di 11 punti sulla interpretazione e l'applicazione dell'articolo 13 (di cui sopra). E 'una distinzione tra credenti e credenti non istruiti, e ha permesso a quest'ultima di avere dei membri del partito se fossero dedicati al comunismo, ma che dovrebbero essere rieducati per renderli atei. E 'chiamato anche per la moderazione nella campagna antireligiosa e ha sottolineato che lo Stato stava combattendo contro ogni religione e non semplicemente quelle individuali (come la chiesa ortodossa)

    I dibattiti pubblici hanno cominciato ad essere soppressa dopo il 10 ° Congresso, fino a quando non sono stati formalmente sospese nel 1929 e sostituiti con conferenze pubbliche di atei. VS Martsinkovsky è stato arrestato e mandato in esilio nel 1922 a causa della sua predicazione che è stato attirando persone di religione e ha detto che potrebbe tornare in pochi anni una volta che i lavoratori erano diventati più saggi (che era in realtà mai permesso di tornare).

    La chiesa avrebbe cercato di creare accademie libere religioso-filosofica, circoli di studio e periodici nel 1920, che Lenin incontrato arrestando ed espellendo tutti gli organizzatori all'estero e spegnere questi sforzi con la forza.

    Nonostante l'istruzione di agosto 1921, lo Stato ha preso una linea molto dura contro la Chiesa ortodossa con il pretesto che si trattava di un retaggio del passato zarista (la differenza di prassi e politiche possono aver riflettuto disaccordi interni tra la direzione del partito). Leon Trotsky voleva Patriarca Tichon di essere ucciso, ma Lenin proibì per timore che sarebbe produrre un altro Patriarca Ermogene (un Patriarca che è stato ucciso dai polacchi, quando hanno occupato Mosca nel 1612).

    continua nel post successivo
    [Modificato da Credente 15/07/2020 14:18]
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    Credente
    00 15/07/2020 14:11
    continuazione dal post precedente

    Al fine di indebolire la Chiesa ortodossa, lo Stato ha sostenuto uno scisma chiamato la setta Renovationist, dandogli il riconoscimento legale nel 1922 e continuando a terrorizzare la vecchia ortodossa così come privarlo dei mezzi legali di esistenza. Il Patriarca è stato arrestato nel 1922 in un procedimento penale appena velate, e la sua cancelleria è stata rilevata da rinnovatori. I rinnovatori ripristinato un Santo Sinodo per il potere, e ha portato la divisione tra clero e fedeli.

    Nel 1922 ci fu una carestia in Russia. Fabbrica e l'ufficio lavoratori nel 1921 hanno proposto che la ricchezza della Chiesa essere utilizzato per il sollievo della fame. Queste proposte sono state supportate da alcuni membri del clero. Ma molti altri sacerdoti guidati da Tikhon oppongono dando qualsiasi parte degli oggetti di valore per aiutare chi ha fame. Tikhon minacciato repressione contro quei ecclesiastici e laici che hanno voluto dare via le ricchezze della chiesa.

    All-Russia Centrale Comitato esecutivo della RSFSR decretato il 26 febbraio 1922 che l'eccedenza di valore della Chiesa devono essere espropriati in risposta alle richieste del popolo. Secondo il decreto, parte degli articoli oro e d'argento dovesse essere confiscati dalla proprietà messo a disposizione dei credenti da parte dello Stato gratuitamente. Articoli di metalli preziosi dovevano essere portati via con cautela e gli ecclesiastici dovevano essere informati in anticipo della procedura e le date per la confisca. E 'stato stabilito che il processo di espropriazione non dovrebbe ostacolare il culto pubblico o ledere gli interessi dei credenti.

    rapporti della polizia sovietica dal 1922 sostengono che i contadini (e in particolare le donne) considerato Tikhon ad essere un martire dopo il suo arresto sulla sua presunta resistenza e che il clero 'progressisti' erano traditori della religione; ci sono stati anche indiscrezioni circolate che gli ebrei correvano il Soviet Supremo Chiesa Amministrazione, e per questa ragione Lenin proibito Trotsky dal coinvolgimento con la campagna, e ha impedito alcuni ruoli chiave viene data a quelli di origine ebraica.

    C'era sanguinoso incidente in una città chiamata Shuia. Lenin scrisse che i loro nemici avevano scioccamente offerto loro una grande opportunità da questa azione, poiché credeva che le masse contadine non avrebbero sostenuto stiva della chiesa sui suoi oggetti di valore alla luce della fame e che la resistenza che la chiesa offerto potrebbe essere soddisfatta con ritorsioni contro il clero. Otto von Radowitz, il consigliere presso l'ambasciata tedesca a Mosca, ha registrato che la campagna è stata una deliberata provocazione per ottenere il clero di reagire al fine di attaccare in risposta.

    Lenin sottolineato che l'intera questione della preziosa campagna di chiesa potrebbe essere usato come pretesto agli occhi dell'opinione pubblica per attaccare la chiesa e uccidere clero.

    Il sesto settore della OGPU, guidata da Yevgeny Tuchkov , ha iniziato in modo aggressivo l'arresto e l'esecuzione di vescovi, sacerdoti e fedeli devoti, come Metropolitan Veniamin a Pietrogrado nel 1922 per aver rifiutato di aderire alla richiesta di mano gli oggetti di valore di chiesa (tra cui reliquie sacre) . Arcivescovo Andronik di Perm , che ha lavorato come missionario in Giappone, che è stato girato dopo essere stato costretto a scavare la propria tomba. Bishop Germogen di Tobolsk, che ha accompagnato volontariamente zar in esilio, era legato alla ruota a pale di un battello a vapore e alterati dalle lame rotanti. .

    Nel 1922, il Solovki campo di Special Purpose, il primo campo di concentramento russo e un ex monastero ortodosso, è stato istituito nelle isole Solovki nel Mar Bianco. Negli anni 1917-1935, 130.000 preti ortodossi russi sono stati arrestati; 95.000 sono stati messi a morte, eseguita dal plotone di esecuzione. Padre Pavel Florenskij , esiliato nel 1928 e giustiziato nel 1937, è stato uno dei nuovi martiri di questo particolare periodo.

    Nei primi cinque anni dopo la rivoluzione bolscevica, un giornalista inglese ha stimato che sono stati giustiziati 28 vescovi e 1.215 sacerdoti. Recentemente rilasciato prove indicano oltre 8.000 sono stati uccisi nel 1922 durante il conflitto per gli oggetti di valore chiesa.

    Pubblicazioni anti-religiosi specializzati hanno iniziato nel 1922, tra cui Yemelyan Yaroslavsky s' Bezbozhnik , che in seguito ha costituito la base per la Lega del militante Godless (LMG).

    Con la conclusione della campagna di afferrare gli oggetti di valore della chiesa, la campagna di terrore contro la chiesa è stato chiamato fuori per un po '. Le chiusure chiesa chiuso per un periodo e gli abusi sono stati studiati. La guerra di propaganda ha continuato, e le istituzioni pubbliche ha lavorato per eliminare opinioni religiose da intellettuali e del mondo accademico.

    La vecchia ipotesi marxista che la religione sarebbe scomparsa da solo con il cambiamento delle condizioni materiali è stato pragmaticamente sfidato la religione persisteva. La leadership sovietica discusso il modo migliore per combattere la religione. Le posizioni variavano dalla convinzione 'di destra' che la religione sarebbe morto da solo, naturalmente, con l'aumentare l'educazione e la convinzione 'di sinistra' che la religione doveva essere attaccato con forza. Lenin chiamava la lotta per diffondere l'ateismo 'la causa del nostro stato'.

    Il governo ha avuto difficoltà cercando di attuare l'educazione anti-religioso nelle scuole, a causa di una carenza di insegnanti atei. l'educazione anti-religiosa è iniziata nelle scuole secondarie nel 1925.

    Lo stato ha cambiato la sua posizione sulla i rinnovatori e ha cominciato a vedere sempre più di loro come una minaccia indipendente, alla fine del 1920 a causa della loro grande successo nell'attrarre le persone alla religione. Tikhon morì nel 1925 ei sovietici proibì lo svolgimento di elezioni patriarcali. Patriarcali locum tenens (agendo Patriarca) Metropolitan Sergius (Stragorodsky, 1887-1944) ha emesso una dichiarazione nel 1927, accettando l'autorità sovietica sulla chiesa come legittimo, promettendo cooperazione della Chiesa con il governo e condanna il dissenso politico all'interno della chiesa.

    Lo ha fatto al fine di garantire la sopravvivenza della chiesa. Metropolitan Sergio ha espresso formalmente la sua "fedeltà" al governo sovietico e successivamente astenuto dal criticare lo stato in alcun modo. Questo atteggiamento di lealtà, tuttavia, ha provocato più divisioni nella chiesa stessa: in Russia, un numero di fedeli si oppose Sergio, e all'estero, i metropoliti russi di America e in Europa occidentale, reciso le loro relazioni con Mosca.

    Con questo si concesse con il potere che egli, essendo un deputato della imprigionato Metropolitan Peter e di agire contro la sua volontà, non aveva alcun diritto di assumere in base alla XXXIV Apostolica canonico , che ha portato ad una spaccatura con la Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia all'estero e la Chiesa russa ortodossa vera (russo Catacomb Church) all'interno dell'Unione Sovietica, in quanto è rimasta fedele ai canoni degli Apostoli, dichiarando la parte della chiesa guidata dal metropolita Sergio scisma , a volte coniato come sergianism .

    A causa di questo disaccordo canonica si discute quale chiesa è stato il legittimo successore alla Chiesa ortodossa russa che esisteva prima del 1925. [2] [3] [4] [5]

    Nel 1927, lo stato cercato di riparare la scissione portando i rinnovatori nuovo nella chiesa ortodossa, in parte in modo che il primo possa essere meglio controllati attraverso agenti avevano in quest'ultimo.

    Il Komsomol e più tardi LMG avrebbe cercato di implementare la risoluzione 10º Congresso da vari attacchi, parate, spettacoli teatrali, riviste, opuscoli e filmati. Il Komsomol terrebbe greggio blasfemo 'Komsomol Natali' e 'Komsomol Pasque' guidato da teppisti travestiti da sacerdoti ortodossi. Le processioni includerebbero l'incendio di icone, libri religiosi, le immagini finte di Cristo, la Vergine, etc. La campagna di propaganda, tuttavia, è stato un fallimento e molte persone sono rimaste con le loro convinzioni religiose. La chiesa ha tenuto i suoi eventi pubblici con un certo successo, e ben gareggiato con la propaganda anti-religiosa nel corso di questi anni.

    campagna anti-religiosa 1928-1941
    Vedi anche: Società del senza Dio e NKVD Cod 00447
    Articolo principale: URSS campagna anti-religiosa (1928-1941)
    La Chiesa ortodossa ha sofferto terribilmente nel 1930, e molti dei suoi membri sono stati uccisi o inviati a campi di lavoro . Tra il 1927 e il 1940, il numero di chiese ortodosse nella Repubblica russa è sceso da 29.584 a meno di 500. L'anno di svolta è stato 1929, quando la politica sovietica messo molto nuova legislazione sul posto che ha costituito la base per la persecuzione antireligiosa dura nel 1930.

    l'educazione anti-religioso è stato introdotto all'inizio del primo grado nel 1928 e il lavoro antireligiosa è stata intensificata in tutto il sistema educativo. Allo stesso tempo, al fine di rimuovere gli intellettuali della chiesa e sostenere la propaganda ufficiale che solo le persone arretrate credeva in Dio, il governo ha condotto una massiccia epurazione di intellettuali cristiani, la maggior parte dei quali morirono nei campi o in carcere.

    La concorrenza di successo della chiesa con la propaganda atea continua e diffusa, ha spinto nuove leggi da adottare nel 1929 su 'associazioni religiose' così come emendamenti alla Costituzione, che vietava tutte le forme di pubblico, sociale, comunitaria, educativa, la pubblicazione o attività missionarie per i credenti religiosi. Questo anche impedito, naturalmente, la chiesa di stampare qualsiasi materiale per il consumo pubblico o di rispondere alle critiche contro di esso. Ciò ha causato molti tratti religiosi per poi diffonderle come la letteratura illegale o samizdat . Sono state introdotte numerose altre misure che sono stati progettati per paralizzare la chiesa, ed effettivamente ha reso illegale avere attività religiose di qualsiasi tipo al di fuori dei servizi liturgici all'interno delle mura delle poche chiese che sarebbe rimasta aperta, e anche questi sarebbero soggetti a molte interferenze e molestie. Lezioni di catechismo, scuole religiose, gruppi di studio, scuole domenicali e pubblicazioni religiose erano tutti illegali e / o vietate.

    La Lega del militante senza Dio, sotto Yemelyan Yaroslavsky, era lo strumento principale della campagna anti-religioso ed è stato dato poteri speciali che hanno permesso di dettare alle istituzioni pubbliche in tutto il paese quello che dovevano fare per la campagna.

    Dopo il 1929 e attraverso il 1930, la chiusura delle chiese, arresti di massa del clero e dei laici religiosamente attivi, e la persecuzione di persone per frequentare la chiesa ha raggiunto proporzioni senza precedenti. LMG impiegato terrore contro credenti per promuovere la campagna, impiegando la maschera di protezione dello stato o perseguire trasgressori. Il clero sono stati attaccati da spie straniere e le prove dei vescovi sono state condotte con il loro clero e laici aderenti che sono stati segnalati come 'bande terroristiche sovversive' che era stato smascherato. La propaganda ufficiale, al momento chiamato per la messa al bando del concetto stesso di Dio da parte dell'Unione Sovietica. Queste persecuzioni dovevano assistere l'obiettivo finale di eliminare socialista religione. Dal 1932-1937 Stalin dichiarò il 'piani quinquennali di ateismo' e la LMG è stato accusato di eliminare completamente ogni espressione religiosa nel Paese. Molti di questi stessi metodi e tattiche di terrore anche nei confronti delle altre che il regime considerava essere i suoi nemici ideologici.

    Il dibattito tra la 'di destra' e 'sinistra' lati su come meglio combattere la religione ha trovato qualche conclusione nel 1930 e in seguito, quando lo stato estremi ufficialmente condannato da entrambi i lati. leader marxisti che hanno preso entrambe le posizioni su questo tema si troverebbero attaccato da uno Stalin paranoico che non tollera altre autorità di parlare come autorità in materia di politica pubblica.

    Una pausa nella persecuzione attiva è stata vissuta nel 1930-1933 dopo 1930 articolo di Stalin 'Diziness dal successo', tuttavia, pettinati all'indietro in fervore di nuovo in seguito.

    Nel 1934 la persecuzione della setta Renovationist cominciato a raggiungere le proporzioni della persecuzione della vecchia chiesa ortodossa.

    Durante le purghe del 1937 e il 1938, la chiesa di documenti record che 168,300 clero ortodosso russo sono stati arrestati. Di questi, oltre 100.000 sono state girate. Molte migliaia di vittime della persecuzione venne riconosciuto in uno speciale canone di santi conosciuti come i "nuovi martiri e confessori della Russia".

    Un calo di entusiasmo nella campagna si è verificato alla fine del 1930. Il tono della campagna anti-religioso è cambiato ed è diventato più moderato. Si è conclusa allo scoppio della seconda guerra mondiale.

    I dati ufficiali sovietici hanno riferito che fino a un terzo della città e due terzi della popolazione rurale ancora detenuto credenze religiose dal 1937. Tuttavia, la campagna anti-religiosa del passato decennio e le tattiche terroristiche del militante ateo regime, avevano effettivamente eliminato tutti i soggetti pubblici espressioni religiose e incontri comuni dei credenti al di fuori delle mura delle poche chiese che ancora tengono i servizi. Ciò è stato realizzato in un paese che solo pochi decenni prima aveva avuto una vita pubblica profondamente cristiana e la cultura che si era sviluppato per quasi mille anni.

    La seconda guerra mondiale riavvicinamento
    L'URSS annesso nuovi territori tra cui la Polonia orientale, le repubbliche baltiche e una porzione di Finlandia nel 1939-1940. lavoro Anti-religioso in questi territori è stata lassista rispetto al resto del Paese, che nel suo complesso ha subito un calo nella persecuzione dopo le annessioni. La settimana di lavoro normale di sette giorni è stato portato di nuovo nel 1940.

    Hitler invase l'Unione Sovietica nel giugno 1941, e molte chiese sono stati riaperti sotto l'occupazione tedesca. Stalin ha concluso la campagna anti-religioso al fine di mobilitare il paese e impedire che una grande base di appoggio nazista (che esisteva in alcune zone nelle prime fasi dell'invasione). Nel settembre del 1941, tre mesi dopo l'attacco nazista, gli ultimi periodici antireligiose sono stati chiusi, ufficialmente a causa di una carenza di carta. Le chiese sono stati riaperti in Unione Sovietica e la Lega del militante senza Dio è stato sciolto. Emelian Yaroslavsky , il leader e fondatore del LMG, che aveva condotto l'intera campagna antireligiosa nazionale nel 1930, si trovò a scrivere un articolo in lode del cristiano ortodosso Fëdor Dostoevskij per il suo presunto odio per i tedeschi.

    Le forze tedesche, mentre consentendo una tolleranza religiosa, hanno tentato di tagliare lealtà della Chiesa ortodossa al Patriarca di Mosca durante l'occupazione, a volte con minacce. Ucraini partigiani nazionalisti Banderist ucciso un certo numero di sacerdoti sotto l'occupazione che ha mantenuto la fedeltà al Patriarca. I tedeschi, pur consentendo la riapertura delle chiese e della vita religiosa nella regione occupata, non hanno permesso per seminari per riaprire causa l'obiettivo dell'occupazione di eliminare l'istruzione per i popoli slavi, che verrebbe ridotta a non più rispetto alle prime due della scuola primaria gradi.

    Stalin rivivere la Chiesa ortodossa russa di intensificare il sostegno patriottico per lo sforzo bellico e ha presentato la Russia come un difensore della civiltà cristiana, perché ha visto la chiesa aveva una capacità di suscitare le persone in un modo che il partito non poteva e perché voleva occidentale Aiuto. Il 4 settembre 1943, Metropoliti Sergio (Stragorodsky) , Alessio (Simansky) e Nicholas (Yarushevich) sono stati ufficialmente ricevuti dal leader sovietico Josif Stalin che ha proposto di creare il Patriarcato di Mosca. Hanno ricevuto il permesso di convocare un Consiglio l'8 settembre 1943, che ha eletto Sergio Patriarca di Mosca e di tutta la Russia . La chiesa ha avuto ancora una volta una presenza pubblica e passò misure riaffermando la loro struttura gerarchica che nettamente contraddetta la legislazione 1929 e anche 1918 il decreto di Lenin. La legislazione ufficiale non è mai stata ritirata, tuttavia, che è suggestivo che le autorità non ritengono che questa tolleranza sarebbe diventato permanente. Questo è considerato da alcuni una violazione del XXX canone apostolico , come nessun gerarca chiesa potrebbe essere consacrata da autorità secolari. Un nuovo Patriarca è stato eletto, scuole teologiche sono stati aperti, e migliaia di chiese ha cominciato a funzionare. Il Moscow Theological Seminary Academy , che era stata chiusa dal 1918, è stato riaperto.

    Molti sacerdoti sopravvissuti potessero tornare dai campi o prigioni, anche se un numero significativo (in particolare quelli che non riconosceva 1927 fedeltà impegno del Sergii) è rimasto e non è stato permesso di tornare a meno che non rinuncia la loro posizione. Alcuni chierici che non aveva riconosciuto il 1927 impegno, come Vescovo Afanasii (Sakharov), hanno riconosciuto la validità della nuova elezione e persino incoraggiati quelli della Chiesa sotterranea a fare altrettanto, ma non sono stati autorizzati a tornare dall'esilio nonostante questo.

    Anche dopo il riavvicinamento, c'era ancora uso di tattiche di terrore in alcuni casi. Dopo l'Armata Rossa riconquistò territori occupati, molti clero in questi territori sono stati arrestati e inviati in prigioni o campi per i termini molto lunghi, presumibilmente per la collaborazione con i tedeschi, ma in modo efficace per la loro ricostruzione della vita religiosa sotto l'occupazione.

    Ad esempio, Riga sacerdote Nikolai Trubeckoj (1907-1978) ha vissuto sotto l' occupazione nazista della Lettonia , e quando i tedeschi si ritirarono dalla Lettonia nel 1944, è fuggito da una barca evacuazione tedesca e si nascose dietro ad attendere l'Armata Rossa, ma lui è stato arrestato dalla NKVD e condannato a dieci anni di lavori forzati per la collaborazione con il nemico. Questo perché sotto l'occupazione era stato un pastore zelante e aveva fatto del lavoro missionario di grande successo. In riferimento al lavoro missionario in territorio occupato nei pressi di Leningrado ha scritto 'Abbiamo aperto e riconsacrata chiuso chiese, effettuata battesimi di massa. E 'difficile immaginare come, dopo anni di dominazione sovietica, le persone bramavano dopo la Parola di Dio. Ci siamo sposati e sepolto la gente; abbiamo avuto letteralmente il tempo per dormire. Penso che se una tale missione sono stati inviati oggi [1978] agli Urali, la Siberia o anche l'Ucraina, ci piacerebbe vedere lo stesso risultato. '.

    Metropolitan Iosif (Chernov) (1893-1975), vescovo di Taganrog prima della guerra, aveva trascorso nove anni nelle prigioni e nei campi sovietici per il momento i tedeschi occuparono la città. Ha usato l'opportunità di occupazione per rilanciare attivamente la vita della chiesa e subito minacce dai nazisti per rimanere fedeli al Patriarca di Mosca. Dopo che i nazisti si ritirarono, è stato condannato a undici anni di lavori forzati in Siberia orientale per rilanciare la vita della chiesa. E 'stato rilasciato nel 1955. Arcivescovo Veniamin (1900-1976) di Poltava vissuto nel territorio che apparteneva alla Polonia dal 1921 al 1939. Fu consacrato vescovo nel 1941 appena prima dell'invasione, e ha sofferto un po' di pressione da parte delle forze di occupazione a rompere i rapporti con il Patriarca di Mosca, ma ha resistito. Dopo che i tedeschi si ritirarono fu arrestato e imprigionato per dodici anni nei campi di Kolyma , da cui l'esperienza non ha mai fisicamente recuperato e perso tutti i suoi capelli.

    Questi arresti di massa hanno fatto eco in territori che non sono stati nemmeno occupati dai tedeschi. Ad esempio, nell'aprile del 1946 ci fu un'ondata di arresti a Mosca del clero che appartenevano al gruppo del Vescovo Afanasii che era tornato alla chiesa ufficiale; sono stati condannati a lunghi periodi di lavori forzati. Molti laici sono stati arrestati e imprigionati come pure tra cui il filosofo religioso SI Fudel; la maggior parte di loro era già stato in carcere e pochi di loro sarebbe vedere la libertà solo dopo la morte di Stalin. Il padre spirituale del gruppo, P. Serafini (Batiukov), era morto nel 1942, ma il suo corpo è stato scavato e smaltiti altrove per evitare pellegrinaggi alla sua tomba da persone che lui ritiene essere un santo.

    dopoguerra
    Vedi anche: Chiesa greco-cattolica ucraina
    Tra il 1945 e il 1959 l'organizzazione ufficiale della chiesa è stata notevolmente ampliata, anche se i singoli membri del clero sono stati arrestati e di tanto in tanto esiliati. Il numero di chiese aperte raggiunto 25.000. Nel 1957 circa 22.000 chiese ortodosse russe avevano diventare attivo. Ma nel 1959, Nikita Kruscev ha avviato la sua campagna contro la Chiesa ortodossa russa e ha costretto alla chiusura di circa 12.000 chiese. Nel 1985, meno di 7.000 chiese sono rimasti attivi.

    Mentre l'Armata Rossa progressivamente cominciato a spingere i soldati tedeschi di Russia e la vittoria è diventato più sicuro, propaganda anti-religiosa iniziò a risorgere. Il Comitato Centrale ha emanato nuove delibere nel 1944 e 45 che ha chiamato per un rinnovamento della propaganda anti-religiosa. Per il resto della vita di Stalin, tuttavia, la propaganda era per lo più limitata alle parole e il suo obiettivo principale era contro il Vaticano . Con la costruzione dei paesi in tutto il 'cortina di ferro' con grandi quantità di cattolici romani, questa politica è stata in parte lo scopo di isolare i paesi comunisti dalla influenza del Vaticano. Caricature di Pio XII e di altri vescovi RCC loro descritti come guerrafondai e sostenitori della brutalità della polizia. Questa propaganda è stato accompagnato con la liquidazione delle chiese uniati (est-Chiese cattoliche di rito) in Ucraina, la Cecoslovacchia, la Polonia e la Romania, che sono stati forzatamente uniti con la chiesa ortodossa. Essi hanno avuto la possibilità di diventare occidentale cattolici di rito, ma l'assenza di funzionamento chiese in quel rito, tranne nelle grandi città e la dedizione al rituale bizantino smesso di molti di farlo; molti di coloro che resistette alla misura ufficiale furono imprigionati. La Chiesa Luterana nei territori baltici insieme con la Chiesa cattolica romana erano entrambi oggetto di attacchi per ciò che lo Stato percepito come lealtà a stranieri influenze-luterani, in particolare, sono stati accusato di aver aperto sostegno per la conquista tedesca.

    Chiesa greco-cattolica ucraina e il suo clero divenne una delle vittime delle autorità sovietiche in tempo dopoguerra. Nel 1945 le autorità sovietiche arrestati, deportati e condannati a campi di lavoro forzato in Siberia e altrove metropolitano della chiesa Josyf Slipyj e nove vescovi, così come centinaia di clero e leader attivisti laici. Pur essendo limitato nel resto del paese, la chiesa ortodossa è stato incoraggiato ad espandersi in Ucraina occidentale, al fine di togliere i credenti dai cattolici ucraini.

    Tutti i vescovi di cui sopra e parte significativa dei sacerdoti morti nelle carceri, campi di concentramento, confino, o subito dopo il loro rilascio durante il disgelo post-Stalin. L'eccezione era metropolita Josyf Slipyj che, dopo 18 anni di prigionia e persecuzioni, è stato rilasciato grazie all'intervento di Papa Giovanni XXIII , è arrivato a Roma, dove ha ricevuto il titolo di Arcivescovo Maggiore di Lviv, e divenne cardinale nel 1965. Tutto Orientale monasteri -Rite erano state chiuse nel 1953.

    I credenti ortodossi hanno dovuto lottare duramente per mantenere le chiese che sono stati riaperti durante la guerra, e alcuni di loro sono stati chiusi dal Consiglio per gli affari della Chiesa ortodossa, che ha cercato anche per evitare che i vescovi di utilizzare misure disciplinari nei confronti membri di chiesa per immoralità. plenipotenziari locali del Consiglio per gli Affari della Chiesa ortodossa usati molto sforzo per rendere difficile per il clero per proteggere le chiese di recente riaperti (questo probabilmente applicato ad altre religioni). Ad esempio, nel 1949, tre dei cinquantacinque chiese della diocesi di Crimea sono stati chiusi, in parte forse come misura per ridurre la portata del prestigio e successi del martire-Vescovo Luka. Al fine di assistere nuove chiusure, una nuova misura è stato imposto che ha permesso per le chiese da chiudere se non fosse stato servito da un prete per sei mesi. Questa nuova misura, insieme alla carenza dopoguerra del clero causate dal regime (sia attraverso la liquidazione o arresti di clero dallo stato e la mancanza di riaperture per seminari), consentito per molte chiese da chiudere.

    I protestanti ha visto anche più tolleranza nel periodo post-bellico. I battisti, tuttavia, sono state viste con grande sospetto per il loro proselitismo attivo e le loro forti legami esteri, in particolare con gli Stati Uniti.

    esenzioni fiscali per i monasteri sono stati istituiti il ​​29 agosto 1945.

    Nuova tolleranza di Stalin per la religione è stato limitato, tuttavia, e lo Stato non avrebbe tollerato sacerdoti che hanno promosso attivamente l'espansione della religione, come ad esempio le Sakharovites . Ad esempio, nel 1945, il vescovo Manuil è stato messo a capo della Diocesi di Orenburg negli Urali meridionali dove ha riaperto decine di nuove parrocchie, ri-acceso i fuochi di fede in molte persone tiepide e scatenato una rinascita religiosa nella zona. Di conseguenza, è stato arrestato nel 1947 e condannato a otto anni di lavori forzati. Dimitri Dudko è stato arrestato per le poesie inedite religiose, e un gruppo di studenti dell'Università di Mosca, che avevano iniziato un gruppo di studio religioso-filosofica alla fine del 1940 sono stati anche arrestati infame. Quest'ultimo gruppo era iniziata nel 1946-1947 da Ilia Shmain, un giovane dai 16 ai 17 anni e uno studente di filologia. Shmain aveva concluso che la filosofia materialista è inadeguata a spiegare domande esistenziali fondamentali, e lui ha iniziato il suo club in cui il gruppo ha discusso arte, la filosofia e la religione. Hanno discusso entrambe le religioni orientali e il cristianesimo. Avevano progettato di farsi battezzare quando sono stati arrestati il 19 gennaio 1949 e poi condannati a 8-10 anni di lavori forzati con l'accusa di aver criticato gli insegnamenti del marxismo-leninismo (dal momento che avevano criticato gli aspetti atee di esso). Il seminario teologico a Saratov è stato chiuso nel 1949.

    decreti amministrativi e articoli politici del codice penale ha continuato ad essere utilizzato come forme in cui si è verificato la persecuzione antireligiosa. credenti religiosamente attivi e dedicati che hanno cercato di diffondere la loro fede sono stati attaccati.

    C'era poco attacco fisico alla chiesa per il resto della vita di Stalin, tuttavia, la persecuzione escalation nel 1947 a questo punto è stato nuovamente dichiarato che l'appartenenza alla Komsomol o la detenzione di un posto di insegnante era incompatibile con il credo religioso. Propaganda antireligiosa è stata rinnovata nei giornali, ma con molto meno forza come era prima. Spesso la propaganda avrebbe astenersi dal menzionare la religione in modo specifico e sarebbe utilizzare alcuni eufemismo per esso.

    A partire dal 1946, la stampa sovietica ha cominciato a criticare atteggiamenti passivi nei confronti della religione, in particolare nelle organizzazioni giovanili come il Komsomol e Pionieri. E ha criticato le scuole pubbliche, dove si richiedeva ri-activization della propaganda antireligiosa a tutti i livelli.

    Nel 1947 la Società All-Unione per la diffusione della conoscenza politico e scientifico, Znanie (conoscenza), in breve, è stato istituito e ha ereditato in modo efficace il ruolo che era stato lasciato dal LMG come un organo di propaganda anti-religiosa. E 'stata un'istituzione molto più scientifica rispetto alla LMG, però, ed è stato molto vario tale che anche i credenti potevano farne parte. Nel 1949 ha sostenuto di avere 40.200 membri titolari e associati. Il Comitato Centrale del PCUS ha criticato l'organizzazione nel 1949 per non aver avere abbastanza appartenenza compresa l'appartenenza particolarmente erudita, non prestando sufficiente attenzione alla propaganda atea e per mostrare preoccupazione insufficiente per contenuto ideologico nelle sue lezioni. Il Comitato ha chiesto che venga trasformato in un'organizzazione di massa volontaria di sovietica Intelligentsia (nota: questo non significa che la gente potrebbe effettivamente si rifiutano di aderire), che ha chiesto di avere più contenuto ideologico nelle sue lezioni e che tutte le lezioni sono di essere presentato per l'approvazione prima della consegna.

    Nel 1950 ha sostenuto di avere 243.000 membri a pieno titolo e associati con 1800 membri istituzionali. Sarebbe poi salire, nel 1972, di avere 2,470,000 membri, tra cui 1700 membri delle Accademici dell'Unione e repubblicani di Scienze e 107.000 professori e dottori di scienze; sarebbe in 'Houses of Scientific Ateismo' nelle città sovietiche.

    L'Accademia delle Scienze dell'URSS ha pubblicato il suo primo periodico atea del dopoguerra nel 1950, ma non ha dato seguito con un secondo fino al 1954.

    Il 7 luglio 1954, il Comitato centrale del Pcus ha osservato che la Chiesa ortodossa e le altre sette cristiane erano con successo attratto molti giovani con i loro sermoni e le attività pubbliche (che erano ancora tecnicamente illegale ai sensi della legislazione 1929), e sempre più persone venivano a servizi religiosi. Il Comitato invita quindi le istituzioni pubbliche di intensificare la propaganda anti-religiosa. E 'chiamata anche per tutte le materie scolastiche per essere saturi con l'ateismo e che l'educazione anti-religiosa dovrebbero essere migliorate. Il 10 novembre 1954, il Comitato ha adottato una risoluzione contraria (c'è stata una mancanza di unità politica dopo la morte di Stalin), che ha criticato l'arbitrarietà nella campagna anti-religioso, così come l'uso di calunnia, diffamazione e insulti contro i credenti.

    Le istituzioni pubbliche, in risposta alla risoluzione del luglio 1954, sarebbe iniziare a produrre propaganda più antireligiosa nei prossimi anni. L'Accademia delle Scienze nel 1957 ha pubblicato il suo annuario del Museo di Storia della Religione e ateismo, e Znanie avrebbe iniziato la produzione di un mensile, rivista nel 1959 chiamato Nauka i religiia (Scienza e religione), che avrebbe qualche somiglianza con la prima della guerra Bezbozhnik. E 'cresciuto da 100.000 copie a numero a 400.000 dai primi anni 1980, e poi rifiutato di 340,000-350,000.

    Il sistema scolastico dovrebbe anche cominciare migliorando materiali atei nel suo curriculum. Per esempio, un libro di testo pubblicato avuto la dichiarazione, 'La religione è un riflesso fantastico e perverso del mondo nella coscienza dell'uomo .... La religione è diventata il mezzo per l'asservimento spirituale delle masse.

    Il periodo negli anni successivi poco dopo il 1954 è stato caratterizzato da molto il liberalismo verso credo religioso, ma questo sarebbe giunta al termine alla fine del 1950. La chiesa fu costruita durante questo periodo e il numero dei battesimi, così come i candidati seminario rosa



    Ripresa della campagna anti-religioso
    Articolo principale: URSS campagna anti-religiosa (1958-1964)
    Un nuovo periodo di persecuzione è iniziata alla fine del 1950 sotto Nikita Khrushchev. La chiesa aveva avanzato la sua posizione considerevolmente dal 1941, e il governo considerava necessario adottare misure in risposta.

    Le due organizzazioni statali per sorvegliare la religione nel Paese (uno per gli ortodossi, l'altra per tutti gli altri), ha cambiato le loro funzioni tra il 1957 e il 1964. Originariamente Stalin li aveva creato nel 1943 come organismi di collegamento tra le comunità religiose e lo Stato, tuttavia, negli anni Kruscev la loro funzione è stata re-interpretata come supervisori dittatoriali sulle attività religiose nel paese.

    Le nuove istruzioni sono state emesse nel 1958 hanno attaccato la posizione dei monasteri, mettendoli sotto alta imposizione fiscale, tagliando la loro terra e lavorando per farli chiudere, al fine di indebolire la chiesa.

    Dal 1959 al 1964 la persecuzione operato su diversi livelli chiave:

    C'era una chiusura massiccia di chiese (la riduzione del numero da 22.000 a 7.000 dal 1965)
    Chiusure di monasteri e conventi, nonché il rafforzamento della normativa 1929 per vietare pellegrinaggi
    Chiusura della maggior parte dei seminari ancora esistenti e divieti sui corsi pastorali
    Banning tutti i servizi al di fuori dei muri della chiesa e registrare le identità personali di tutti gli adulti che richiedono chiesa battesimi, matrimoni o funerali. Non adempimento di tali norme da parte del clero porterebbe ad disconoscimento di registrazione statale per loro (il che significava che non potevano più fare qualsiasi lavoro pastorale o di Liturgia a tutti, senza permesso stato speciale).
    La privazione dei diritti dei genitori per l'insegnamento della religione ai loro figli, il divieto di presenza di bambini a funzioni religiose (a partire dal 1961 con i battisti e poi estesa agli ortodossi nel 1963) e l'amministrazione dell'Eucaristia per i bambini di età superiore ai quattro.
    Il ritiro forzato, arresti e condanne al carcere a sacerdoti che hanno criticato l'ateismo o la campagna antireligiosa, che ha condotto la carità cristiana o che nella religione reso popolare da esempio personale.
    E 'anche annullato il suono delle campane e dei servizi di chiesa di giorno in alcuni ambienti rurali da maggio a fine ottobre con il pretesto di esigenze di lavoro campo.
    Il governo ha adottato molti metodi di situazioni che hanno permesso la creazione di chiese o seminari di essere legalmente chiuso (ad esempio rifiutando di dare i permessi per la costruzione di riparazione, e poi chiudendo chiese per motivi erano sicuri).

    l'educazione anti-religiosa e propaganda antireligiosa sono intensificati, così come migliorata. l'eredità di Stalin di tollerare la chiesa dopo il 1941 è stata criticata come una rottura con Lenin.

    Nel 1960, il Comitato Centrale ha riportato 'lavoro individuale' tra i credenti, che era un concetto utilizzato nel 1930. Questa era una pratica di tutor atei (nominato da diverse istituzioni pubbliche, tra cui il CP, Komsomol, Znanie e sindacati) in visita noti i credenti nelle loro case cercano di convincerli a diventare atei. Nella maggior parte dei casi i tutori erano compagni di lavoro dei credenti. Se il credente non era convinto, il tutore avrebbe portato all'attenzione della loro unione o collettivi professionali, e il 'arretratezza e ostinazione' dei credenti specifici sono stati presentati in incontri pubblici. Se questo non ha funzionato, molestie amministrative seguirebbe al lavoro oa scuola, ei credenti sarebbe spesso soggetta a lavori meno pagati, il blocco della promozione, o l'espulsione dal college se il credente era al college. Gli insegnanti comunemente fisicamente puniti credere scolari.

    La chiusura di chiese e seminari è stato effettivamente riportato dai media sovietici come riflette un naturale calo di persone che hanno seguito la fede religiosa.

    Il governo nel 1961 ha proibito clero di applicare qualsiasi tipo di sanzioni disciplinari ai fedeli. I sacerdoti sono stati trasformati in dipendenti del gruppo di membri laici che 'posseduto' la parrocchia sotto la legge. Lo Stato ha cercato di raggiungere più defezioni clero a ateismo, anche se avrebbero scarso successo.

    Le misure sono state introdotte che interferiva con la vita spirituale della chiesa e ha lavorato per distruggere la sua capacità finanziaria. Clero sono stati a guardare per trovare casi in cui potrebbero essere arrestati per aver infranto la legge.

    Nuove istituzioni pubbliche sono stati la creazione di assistere alla lotta antireligiosa. Laxity nella lotta antireligiosa è stata criticata e metodologia è stata discussa a conferenze e altri mezzi.

    Si stima che 50.000 clero erano stati eseguiti tra il 1917 e la fine dell'era Kruscev. Il numero di laici probabilmente supera di gran lunga questo. I membri della gerarchia ecclesiastica sono stati incarcerati o costretti ad abbandonare i loro luoghi presi dal clero docili, molti dei quali avevano legami con il Kgb.

    1964-1970s
    Dopo la caduta di Krusciov, gli scrittori sovietici cominciarono a mettere in discussione con cautela l'efficacia della sua campagna anti-religiosa. Sono arrivati ​​a una conclusione generale che aveva fallito nel diffondere l'ateismo, e che era inimicato solo credenti così come li spinti sottoterra, dove erano più pericolosi per lo Stato. Si era anche attirato le simpatie di molti non credenti e persone indifferenti. Le persecuzioni di massa fermati dopo Kruscev, anche se alcune delle chiese chiuse sarebbero ri-aperto, e le poche che ha abbinato quelli chiusi dalle autorità locali.

    I due principali serial antireligiosi, Annuario del Museo di Storia della Religione e ateismo e problemi della storia della religione e ateismo presto cessato la pubblicazione. Questo può aver riflesso atteggiamenti negativi nei confronti di tali pubblicazioni scolastiche dubbie tra gli studiosi genuini che facevano parte delle istituzioni che hanno prodotto questi documenti.

    Il 10 novembre 1964, il Comitato Centrale del PCUS ha fatto una risoluzione in cui ribadiva le istruzioni precedenti che le azioni che offendono i credenti o non interferenza amministrativa nella Chiesa come inaccettabili.

    Il principio di perseguitare la religione al fine di diffondere l'ateismo non scomparve, tuttavia, anche se la metodologia è stata riesaminata dopo Krusciov. Molti dei segreti, non ufficiali, istruzioni volte a sopprimere la Chiesa sono stati realizzati in leggi ufficiali durante il controllo di Breznev, che in tal modo legalmente legittimato molti aspetti delle persecuzioni.

    Uno dei primi segni del cambiamento nella politica sono stati articoli di stampa ufficiale ha riferito che ci sono stati milioni di credenti che hanno sostenuto il comunismo, compresi i movimenti religiosi particolarmente di sinistra in Occidente e terzo mondo (ad esempio, La teologia della liberazione in America Latina), e che tutti la religione non deve essere attaccato.

    L'Accademia delle Scienze Sociali del Comitato centrale del Pcus è stata consegnata la funzione di pubblicazione di importanti studi sulla religione e l'ateismo, che è stato il lavoro fatto in precedenza per l'Accademia delle Scienze. Una nuova pubblicazione, 'Problemi di ateismo scientifico', è venuto a sostituire 'Problemi di Storia e Ateismo' nel 1966. La nuova pubblicazione è stata meno scientifica di quella precedente e conteneva intellettualmente più rozza critica della religione.

    Nel 1965 i due consigli oltre gli affari religiosi del paese sono state accorpate in Consiglio per gli affari religiosi (CRA). Questo nuovo organismo è stato dato legislazione ufficiale che ha dato poteri dittatoriali sulla somministrazione di enti religiosi nel paese (in precedenza le due organizzazioni che lo hanno preceduto usato tali poteri sotto le istruzioni non ufficiali). Diversi anni dopo, V. Furov, il vice capo CRA ha scritto in un rapporto al Comitato centrale del Pcus, 'Il Sinodo è sotto la supervisione di CRA. La domanda di selezione e distribuzione dei suoi membri permanenti è completamente nelle mani di CRA, le candidature degli organi rotanti sono altresì coordinati preventivamente funzionari responsabili del CRA. Patriarca Pimen ei membri permanenti per il Sinodo funzionano tutte le sessioni sinodali agende presso gli uffici CRA ... e coordinare [con noi] le finali decisioni del Santo Sinodo '.

    Lo stato non ha permesso la riapertura dei seminari fino alla fine degli anni 1980, tuttavia, ha accettato di consentire dilatazioni dei tre seminari e due accademie laureati del paese che non sono stati chiusi.

    Il volume di propaganda anti-religiosa, in lezioni, libri, alla stampa, articoli, ecc, generalmente diminuito dopo 1964. La circolazione, tuttavia, delle opere che sono state stampate sarebbe venuto a superare quello che era stato sotto Krusciov. Non c'era una pausa nella propaganda anti-religiosa, di conseguenza, anche se i documenti di partito dei tempi di utilizzazione meno linguaggio diretto nel criticare la religione.

    Il tono della propaganda antireligiosa è stata abbassata ed è diventato meno vizioso come lo era stato negli anni precedenti. Questo sostenute alcune critiche da Pravda, che un editoriale di una crescente indifferenza alla lotta anti-religiosa. Znanie è stato criticato per la riduzione del suo volume di conferenze anti-religiosi.

    La Komsomol è stato criticato nel Komsomol interno e nei documenti di partito negli anni 1970 e 1980 per il lassismo nel lavoro anti-religiosa tra i giovani. La risoluzione del 15 ° Congresso Komsomol nel 1966 decise di creare speciali scuole repubblicane e distrettuali del Komsomol, sul modello scuole di partito, come parte del rinnovamento dell'ideologia e dell'ateismo tra i giovani sovietica.

    Nel mese di dicembre 1971, il 'Filosofico Società dell'URSS' stata fondata con l'obiettivo (piuttosto che perseguire la verità) di, 'una propaganda ateistica instancabile del materialismo scientifico e ... la lotta contro le tendenze revisioniste tolleranti nei confronti della religione, contro tutte le concessioni alla la Weltanschauung religiosa. Questo aveva seguito da una risoluzione 1967 PCUS Comitato Centrale.

    Mentre il clero che hanno violato la legge potevano essere puniti, non c'è mai stato alcun sanzione giuridica di autorità secolari che hanno violato le leggi sui culti religiosi.

    Nonostante il calo della persecuzione diretta, i media sovietici hanno riferito negli anni post-Khrushchev che riti religiosi (ad esempio matrimoni, battesimi e funerali) erano in declino, così come il numero effettivo di persone che praticano la religione. Questo è stato presentato come un processo naturale, piuttosto che un risultato di terrore, molestie, minacce o chiusure fisiche, come aveva caratterizzato precedenti lavori antireligioso. La qualità degli studi che hanno trovato questi dati è stata messa in dubbio da studiosi, tra cui anche gli studiosi sovietici implicitamente.

    I media sovietici tentarono di diffondere club KVAT (club di Militante ateismo), ma hanno trovato poco successo ovunque tranne Lettonia. club simili che si trovano un certo successo in Ucraina occidentale.

    Rinnovo della persecuzione nel 1970
    Articolo principale: URSS campagna anti-religiosa (1970-1990)
    Un periodo più aggressiva di persecuzione antireligiosa iniziata a metà degli anni 1970, in seguito ad del 1975 modifiche alla legislazione antireligiosa 1929 e il 25 ° congresso del partito. Ciò ha determinato la crescita di allarme per l'indifferenza, soprattutto tra i giovani, verso la lotta anti-religiosa, così come crescono le influenze della Chiesa.

    propaganda antireligiosa è stata intensificata. Allo stesso tempo, la propaganda antireligiosa è venuto sempre più a distinguere tra la maggioranza fedele presunta dei credenti e dei nemici dello stato che ha occupato le frange della religione. Sacerdoti e vescovi che non si sono subordinati completamente allo stato e / o che si è impegnato in attività religiose al di fuori delle prestazioni di routine dei riti religiosi, sono stati considerati come nemici dello Stato. Vescovi criticato per 'attività religiosa alta' sono stati spostati in tutto il paese. Il Consiglio per gli affari religiosi ha affermato di aver preso il controllo del Sinodo del Patriarca, che è stato costretto a coordinare le sue sessioni e decisioni con il CRA.

    La gerarchia ecclesiastica potrebbe avere alcun potere disciplinare. Mentre lo stato consentito per la libertà di sermoni e omelie, questa libertà è stata limitata dal fatto che potevano essere solo di un 'carattere esclusivamente religioso' (in pratica questo significa che ecclesiastici che predicavano contro l'ateismo e l'ideologia dello Stato non erano protetti). clero tiepidi erano tollerati, mentre il clero con zelo missionario potrebbero essere cancellati.

    Le persone che sono state più elevato livello di istruzione o che hanno occupato le posizioni più importanti sono stati oggetto di vessazioni più severe e la punizione di coloro che erano ignoranti. giovani religiosi nei college potrebbe a volte essere inviata agli ospedali psichiatrici per motivi che solo una persona con un disturbo psicologico sarebbe ancora religioso dopo aver attraversato tutta l'educazione anti-religiosa.

    Nel 1975 il CRA è stato dato un ruolo di supervisione giuridica ufficiale sullo stato (prima di questo che aveva il controllo ufficiale). Ogni parrocchia è stato messo a disposizione del CRA, che sola aveva il potere di concedere la registrazione. Il CRA potrebbe arbitrariamente decidere sulla registrazione delle comunità religiose, e consentire loro di culto o no. Questa politica è stata accompagnata da intimidazioni, ricatti e minacce al clero, e nel suo complesso è stato concepito per demoralizzare la Chiesa.

    La Costituzione sovietica del 1977 è stato talvolta interpretato dalle autorità come contenente un obbligo per i genitori di educare i propri figli come atei. E 'stato giuridicamente possibile privare i genitori dei loro figli, se non sono riusciti a farli crescere come atei, ma queste restrizioni legali sono state applicate solo in modo selettivo quando le autorità hanno scelto di farlo.

    La metodologia di propaganda antireligiosa è stata affinata e vecchi metodi sono stati criticati, ed i partecipanti sono stati criticati per il lassismo. Il Comitato Centrale del PCUS ha emesso una risoluzione importante nel 1979 che ha chiamato per più forte propaganda anti-religiosa.

    Ci sono state voci alla fine del 1970 che uno studio scientifico completo è stato fatto da Pisarov che clamorosamente contraddetto le cifre ufficiali di persone che abbandonano la religione, ma non fu mai pubblicato per questo motivo.

    Il CC ha emesso un'altra risoluzione nel 1983 che prometteva per il lavoro ideologico contro la religione di essere la priorità assoluta dei comitati di partito a tutti i livelli.

    La Chiesa e lo stato combattuto una battaglia di propaganda sul ruolo della Chiesa nella storia della Russia negli anni precedenti l'1 000a anniversario della conversione della Russia al cristianesimo , ha osservato nel 1988.

    Nel 1987 il numero di chiese funzionanti nella Unione Sovietica era sceso a 6893 e il numero di funzionamento monasteri a soli 18.

    Penetrazione di chiese da parte dei servizi segreti sovietici
    Articolo principale: la collaborazione Clerical con i servizi segreti comunisti
    Secondo Mitrokhin Archive e da altre fonti, il Patriarcato di Mosca è stato stabilito l'ordine di Stalin nel 1943 come organizzazione anteriore della NKVD e più tardi il KGB tutte le posizioni chiave nella Chiesa tra cui i vescovi sono stati approvati dal Dipartimento ideologico del PCUS e il KGB. I sacerdoti sono stati utilizzati come agenti di influenza nel Consiglio Mondiale delle Chiese e organizzazioni di copertura, come ad esempio Consiglio Mondiale della Pace , Conferenza di pace di Cristian, e il Rodina ( "Patria") società fondata dal KGB nel 1975.

    Il futuro russo Patriarca Alessio II ha detto che Rodina è stato creato per "mantenere i legami spirituali con i nostri compatrioti" come uno dei suoi principali organizzatori. Secondo l'archivio e altre fonti, Alessio ha lavorato per il KGB come agente Drozdov e ha ricevuto una citazione honoris causa dalla agenzia per una varietà di servizi. I sacerdoti hanno arruolato anche agenti dei servizi segreti all'estero e spiato comunità di emigrati russi. Queste informazioni da Mitrokhin è stata confermata da altre fonti.

    Ci sono state voci che l'infiltrazione KGB del clero, anche raggiunto il punto che gli agenti del KGB ascoltato confessioni.

    fonte:
    it.qwe.wiki/wiki/Persecution_of_Christians_in_the_Sovi...
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    00 15/07/2020 14:16


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    00 29/01/2021 18:18

    Il massacro è avvenuto durante un assalto delle truppe filo governative.
    Ecco cosa è accaduto nella città santa di Axum

    Difendevano la chiesa dove è conservata l’Arca dell’Alleanza: strage di cristiani ortodossi nella città santa di Axum, nella regione del Tigrai, in Etiopia.

    Qui, dallo scorso novembre, infuria una guerra fratricida fra la popolazione locale, che chiede maggiore autonomia, e il governo etiope, guidato dal Premio Nobel per la pace 2019 Abiy Ahmed, che di pacifico sta dimostrando di aver ben poco. Se è vero infatti che Abiy Ahmed portò a termine la guerra decennale con l’Eritrea, la ribellione in atto nel Tigrai la sta soffocando nel sangue (Il Sussidiario, 13 gennaio).

    La teca contenente l'Arca dell'Alleanza.

    L’Arca dell’Alleanza

    Neppure l’Arca dell’Alleanza e i cristiani sono stati risparmiati dall’orrore della guerra del Tigrai, ancora tutto da svelare. Circa 750 persone sono state massacrate nella città santa di Axum, dove avrebbe abitato la regina di Saba. La quale secondo la leggenda avrebbe ricevuto da re Salomone e portato in Etiopia, l’Arca, tuttora, custodita da un monaco, in una cappella del tempio ortodosso dedicato a Maria di Sion, proprio nella piazza dell’obelisco.

    L’arca dell’Alleanza, secondo la Bibbia, era una cassa di legno d’acacia con un coperchio d’oro, utilizzata per custodire le Tavole della Legge date da Dio a Mosè sul monte Sinai. Essa costituiva il segno visibile della presenza divina in mezzo al popolo di Israele.

    Come è avvenuto il massacro

    Secondo diverse ricostruzioni effettuate ascoltando i testimoni fuggiti verso sud, autori del massacro nel Tigrai contro i cristiani ortodossi, sarebbero le truppe federali etiopi e le milizie alleate della regione Amhara.

    I fedeli che si trovavano nella chiesa ortodossa dedicata a Maria di Sion sarebbero stati uccisi per difenderla. Avrebbero udito i soldati Amhara, arcinemici dei tigrini, gridare che l’Arca doveva essere portata ad Addis Abeba. I soldati avrebbero ucciso senza pietà i dimostranti usciti dalla chiesa (Avvenire, 12 gennaio).


    CHRZEŚCIJANIE W NIGERII

    Leggi anche:
    620 cristiani ammazzati in Nigeria da inizio 2020: la strage di cui nessuno parla

    Attaccata anche la sacra moschea Nejashi

    La notizia del massacro di cristiani nel Tigrai, è stata confermata da diversi testimoni. Confermato che anche uno dei luoghi sacri dell’islam etiope, la moschea Nejashi a Wukro, costruita dai compagni di Maometto, è stata colpita e danneggiata.

    Dal Sudan, dove 60mila i tigrini sono fuggiti dal conflitto nei campi profughi, arrivano conferme della lunga catena di orrori. Dai sequestri di massa, alle torture, agli stupri e agli omicidi etnici di civili. In rete è stata pubblicata una lista di 400 vittime tigrine ammazzate dagli etiopi.



    La testimonianza del sacerdote cattolico eritreo

    Secondo Mussie Zerai, sacerdote cattolico eritreo, che vive in Italia dove si occupa di migranti e di rifugiati politici dall’Eritrea e dall’Etiopia, «questa violenza senza distinzioni vuole creare odio e discriminazione fra la popolazione locale, che è attaccatissima alla propria religione, per fomentare il clima di violenza».

    Inoltre, ha detto in un’intervista a Il Sussidiario, che «l’Etiopia ha violato la convenzione di Ginevra, permettendo agli eritrei di riportare con la forza 6mila degli oltre 100mila rifugiati che qui si trovano nel loro paese di origine».


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    00 14/03/2021 22:40
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    Le persecuzioni nel mondo, dove i cristiani sono nel mirino


    Salgono a 320 milioni i fedeli in pericolo tra discriminazioni e abusi di cui non si parla



     

     

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    Le persecuzioni nel mondo, dove i cristiani sono nel mirino


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    Non solo Asia Bibi. Quando la contadina cristiana, ormai famosa nel mondo, venne assolta dopo nove anni di galera e una grottesca sentenza di morte per blasfemia, il Pakistan fu messo a ferro e fuoco per venti giorni da migliaia di fondamentalisti islamici furibondi. «Ma l’Occidente ha preferito non vedere, per non ammettere che un certo tema politico-religioso deviato riguardava una consistente parte della popolazione pachistana», sostiene Alessandro Monteduro, direttore della fondazione cattolica Acs Italia. Secondo i rapporti del Foreign Office britannico, un terzo della popolazione mondiale «soffre in qualche misura di persecuzioni religiose» e i cristiani sono «il gruppo di perseguitati più numeroso».




    A Roma o Milano è un’immagine difficile da focalizzare: ma a tutt’oggi un cristiano su sette vive in terre di persecuzione, rischiando di perdere i propri beni o la vita, sotto l’attacco di radicalismi o la pressione di regimi liberticidi. Erano trecento milioni in pericolo nel 2018, sono saliti ancora nel 2019, a 320 milioni, stando ai dossier più recenti dell’Acs o della onlus Open Doors, seguendo una tendenza in costante peggioramento. Sono almeno cinquanta i Paesi da bollino rosso, in Medio Oriente, Africa e parte dell’Asia, con punte drammatiche in Nigeria, dove la comunità cristiana deve pagare per ottenere la protezione della polizia durante le messe domenicali e si è levato il grido di dolore dell’arcivescovo Agustine Akubeze che da Benin City ha denunciato l’assassinio di quattromila cristiani, «ci uccidono nell’indifferenza»: se s’allenta la presa di Boko Haram si fa più feroce quella dei pastori islamisti fulani. Dal Pakistan l’arcivescovo di Karachi, Joseph Coutts, ricordando la strage di Ognissanti a Peshawar del 2013 (150 morti e 300 feriti) e la dozzina di attentati successivi, ha spiegato come la sua comunità viva «in uno stato di perenne tensione, perché nella nostra mente sappiamo che da qualche parte in qualche momento vi sarà un altro attacco».




     



     




    Il rapporto annuale World Watch List 2021, presentato qualche settimana fa alla Camera, parla di 4.761 cristiani uccisi (mediamente 13 al giorno) nell’ultimo anno, con un incremento del 60%, di 4.277 arrestati senza processo e incarcerati, 1.710 rapiti. Dodici le nazioni nelle quali la persecuzione è classificata come estrema. Ai primi cinque posti, la Corea del Nord (sin dal 2002) e poi Afghanistan, Somalia, Libia e Pakistan. Il tema è tuttavia molto scivoloso, perché sotto tiro nel mondo è sempre più spesso la libertà religiosa in sé, diritto inviolabile di ciascuno, e parlare di cristianofobia non vuol dire certo oscurare i massacri degli uiguri in Cina o dei rohingya in Myanmar, ignorare gli scontri tra comunità induiste e islamiche in India, o i 120 mila ebrei francesi che in dieci anni sono emigrati in Israele spaventati dall’antisemitismo che ha portato Bernard-Henry Lévy a tratteggiare i contorni di un «islamo-gauchismo» che sta conquistando le università.




    C’è però difficoltà, se non ritrosia, ad affrontare nel discorso pubblico l’argomento dei cristiani perseguitati: quasi un retropensiero. Andrea Riccardi sostiene che «se ne parla poco perché nella nostra cultura il cristiano è stato il persecutore: il cinquecentesimo dell’America Latina è stato celebrato dicendo che i cristiani hanno distrutto un mondo. La grande opera di Giovanni Paolo II nel Duemila è dire che i cristiani sono tornati popolo di martiri», ricorda lo storico, fondatore di Sant’Egidio, che ha dedicato alla questione il suo «Il secolo del martirio»: «Se nel Novanta avessimo parlato di martiri cristiani, tutti avrebbero pensato alle catacombe. Wojtyla ha cambiato questa percezione». Però non è l’unica difficoltà. «Vero», ammette Riccardi: «C’è l’abuso che una certa destra fa del tema. Giovanni Paolo II lo aveva chiaro. C’è un utilizzo politico dei martiri cristiani da parte della destra. Due anni fa Orbán ha tenuto un convegno a Budapest con i cristiani orientali, ricordando come i cristiani siano perseguitati in Medio Oriente: ha elargito loro due milioni di euro, ma il succo è stato che i musulmani sono cattivi e lui ha ragione a non volere i migranti». Il cristianesimo senza la misericordia di Gesù è insomma l’altra faccia di questo inferno.




     




    «Ci vuole equilibrio», ammette anche Monteduro, che racconta come, per il viaggio di papa Francesco in Iraq di questi giorni, la fondazione Acs (Aiuto alla Chiesa che soffre) abbia raccolto un milione e mezzo di euro in borse di studio per l’università cattolica di Erbil, di cui il 72% agli studenti cattolici, il 10% a quelli musulmani: «Lei non può immaginare cosa mi hanno scritto sui social certi sedicenti cattolici per quel 10% ai ragazzi islamici…».




    La malapianta è radicata. Si nutre di sangue, orrore e idee malate. Ci sono due modi per estirparla. Nell’Occidente più libero e fortunato, con l’onestà intellettuale di chiamare fatti e cose con il loro nome. Nelle terre delle persecuzioni, con il coraggio dell’esempio. Sant’Egidio ha, tra i suoi, due giovani martiri di questo secolo, morti perché, da cattolici, volevano cambiare il (loro) mondo. Floribert Bwana Chui faceva il doganiere a Goma (proprio in quel pezzo di Congo dove sono stati ammazzati Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci): gli avevano offerto tremila dollari per lasciare entrare in città cibo avariato; lui ha rifiutato di avvelenare la sua gente, «da cristiano non posso accettare», resistendo alle torture fino alla morte. Stesso destino di William Quijano, che per Sant’Egidio strappava i bambini dalle favelas di San Salvador e perciò è stato assassinato da una «mara», una gang che non gradiva il lavoro di evangelizzazione, preferendo trasformare i bambini in killer. Un gesto può cambiare il mondo, diceva Nelson Mandela.





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    00 12/06/2021 06:18

    Militanti anticattolici incappucciati hanno gettato bottiglie e aggredito il corteo con colpi e calci

    Dei militanti anticattolici hanno attaccato i fedeli durante una processione nella capitale francese sabato scorso, quando cinque parrocchie dell’arcidiocesi parigine rendevano omaggio alla memoria dei tanti cattolici martirizzati durante la cosiddetta Comune di Parigi, nel maggio 1871.

    Tra i martiri dell’ideologia materialista e anticristiana c’è stato anche l’arcivescovo di Parigi, monsignor Georges Darboy, assassinato il 24 maggio di quell’anno sanguinoso.

     

    Nel 2021 si celebrano 150 anni di quel tragico episodio storico. Per ricordare le vittime del massacro perpetrato a Rue Haxo, un gruppo di cattolici ha partecipato alla processione che doveva iniziare a Place de la Roquette, luogo del martirio di monsignor Darboy. Da lì il corteo avrebbe dovuto proseguire fino alla chiesa di Notre-Dame-des-Otages, dove 150 anni fa i federati della Comune fucilarono 49 cattolici, tra i quali dieci religiosi.

    Fin dalla partenza, però, la processione ha subìto gli attacchi codardi di militanti anticattolici che hanno deriso, minacciato e aggredito fisicamente i fedeli.

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    I manifestanti ostili, che si presentavano come attivisti dell’estrema sinistra, avevano bandiere rosse e gridavano parole cariche d’odio, ma la processione è andata avanti nonostante provocazioni e minacce. La tensione è però aumentata quando i fedeli sono arrivati al Cimitero Père Lachaise.

     

    Poco dopo, la processione è stata attaccata da un gruppo di incappucciati che si sono dichiarati “antifa”, che hanno strappato le bandiere dalle mani dei fedeli e ne hanno assaliti alcuni con colpi e calci, oltre a lanciare contro di loro bottiglie e pezzi di filo spinato.

    Uno dei cattolici che partecipavano al corteo ha riportato ferite gravi alla testa, e secondo la stampa francese ha dovuto essere ricoverato.

    La Prefettura di Parigi, guidata dall’amministrazione della socialista Anne Hidalgo, aveva messo a disposizione un unico poliziotto per accompagnare la processione, nonostante in Francia si registri la media preoccupante di 3 attacchi anticristiani al giorno.

     

    Il poliziotto solitario fornito dalla Prefettura ha chiesto rinforzi, ma la violenza dell’attacco contro i cattolici ha costretto a bloccare la processione. I fedeli hanno dovuto rifugiarsi nella chiesa di Nostra Signora della Croce e attendere l’arrivo dei rinforzi delle forze dell’ordine per cercare di tornare a casa con un minimo di sicurezza.

    Il motivo dell’odio

    “L’obiettivo della processione era puramente religioso”, ha dichiarato monsignor Denis Jachiet, vescovo ausiliare di Parigi, circa il vergognoso episodio di cristofobia e violenza ideologica anticristiana.

     

    “Non c’era nulla di politico nella nostra iniziativa. Famiglie, anziani, giovani scout…Una processione semplice e familiare”.

    Forse è proprio questo che suscita tanta furia nei militanti anticattolici.


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    00 21/01/2023 08:45



    Il rapporto 2023. Cristiani che rischiano per la loro fede, nel mondo sono 360 milioni






     


    Resi noti i risultati del lavoro di monitoraggio di Open Doors relativo al 2021






    Nostra Signora dell’Assunzione è un cumulo di macerie carbonizzate. La chiesetta di Chan Thar, costruita dai missionari cattolici nel 1894, è stata rasa al suolo dalle forze armate al potere da quasi due anni in Myanmar che “puniscono” la Chiesa per la sua difesa dei diritti umani e civili nel Paese. È solo l’ultimo, tragico esempio di una persecuzione che dilaga, a macchia di leopardo, nel pianeta, nei confronti dei cristiani. Modalità, dinamiche e obiettivi variano da contesto a contesto. Per questo, spesso, il quadro complessivo sfugge agli osservatori.


    Il minimo comune denominatore è, però, l’accanimento nei confronti di chi cerca di seguire il Vangelo. A tracciare una mappa complessiva del fenomeno è l’ultimo rapporto di Porte aperte/Open doors, organizzazione che, da tre decenni, monitora la situazione dei battezzati nel mondo.


    L’anno appena trascorso è stato il peggiore per i fedeli. Il numero assoluto di quanti soffrono gravi forme di discriminazione e abusi non è cambiato: 360 milioni ovvero un cristiano su sette. A crescere, però, è il punteggio degli indicatori nei cinquanta Paesi a rischio. Al primo posto nella World watch list 2023, c’è, di nuovo, la Corea del Nord, a causa della “legge contro il pensiero reazionario” che ha portato a un aumento degli arresti e delle chiusure di chiese. Pyongyang, nel precedente studio, era stata sostituita dall’Afghanistan.


    Quest’ultima nazione è scesa al nono posto. Non si tratta, però, di una notizia positiva. Il calo è dovuto al fatto che gran parte dei cristiani presenti è fuggita. Tra loro Nasiry, protagonista di “Figlio di una serva”, libro di Cristian Nani, pubblicato da Porte Aperte. Il profugo è stato intervistato dall’autore in un luogo segreto per ovvie ragioni di sicurezza. La conversione dall’islam a un altro credo è punita con la morte.


    La piccola comunità cristiana d’Afghanistan, dunque, vive clandestina. Una Chiesa primitiva, con liturgie scarne e costretta a esprimere la fede nell’ombra. La minaccia e la violenza dei taleban non sono riuscite comunque a impedire alla minoranza di crescere.


     



    .A preoccupare Open doors/Porte aperte è, però, soprattutto l’Africa sub-sahariana dove l’oppressione ha raggiunto un’intensità senza precedenti.



    Lo abbiamo visto nei giorni scorsi: domenica, nel giro di ventiquattro ore un sacerdote è stato arso vivo in Nord Kivu, nell’Est del Congo, e una bomba ha massacrato 14 persone in una chiesa pentecostale in Nigeria. Papa Francesco ha voluto esprimere il proprio dolore per le vittime innocenti e ha espresso «compassione e vicinanza a tutte le famiglie fortemente colpite da questo dramma», si legge nel telegramma inviato.


    Il Pontefice, che fra due settimane si recherà proprio in Congo e in Sud Sudan, ha implorato per il «dono della pace» per l’Africa dilaniata da conflitti dimenticati.


    I cristiani sono colpiti due volte dalla guerra mondiale a pezzetti in corso, per parafrasare Francesco. Come il resto della popolazione, subiscono le conseguenze dell’instabilità politica e del continuo innalzamento della diseguaglianza. La loro azione a protezione dei più fragili a motivo del Vangelo, a loro volta, li porta ad essere discriminati o uccisi dai potenti di turno. In termini assoluti, le uccisioni di cristiani sono in lieve calo: 5.621 vittime rispetto alle 5.898 del 2022.


    Diminuisce anche di oltre la metà la cifra delle chiese attaccate o chiuse: poco più di duemila, l’anno prima erano state oltre cinquemila. Cruciale, in questo senso, la riduzione in Cina: mille casi contro i precedenti 3mila. In drastico aumento, invece, i rapimenti dei fedeli, passati da 3.829 a 5.259. Di questi, quasi cinquemila si concentrano in tre nazioni: Nigeria, Mozambico e Congo. Sono decine di migliaia poi i cristiani aggrediti, quasi 30mila casi.


    Solo in India, dove il governo del radicale indù Narendra Modi ha compresso i diritti degli esponenti delle altre fedi, in 1.750 sono stati arrestati senza processo. Alla vessazione aperta si somma una pressione strisciante, fatta di abusi quotidiani sul lavoro, a scuola, nei servizi. Episodi difficili da quantificare ma che hanno un forte impatto sulle comunità. Sono sempre di più i fedeli che, non reggendo la pressione, decidono di fuggire, trasformandosi in sfollati interni o profughi. Fenomeno particolarmente evidente in Medio Oriente ma anche nel Sahel a causa della violenza jihadista, in Iran e Myanmar.


    Lo sfollamento è una strategia deliberata di persecuzione volta a cancellare la presenza cristiana in molti Paesi. Ancor più crudele la persecuzione nei confronti delle cristiane. Migliaia sono obbligate a matrimoni forzati o subiscono violenze sessuali. Il rapporto riesce a registrare appena una manciata di casi di quelli realmente esistenti: oltre 2mila stupri e 717 nozze obbligate. Troppo spesso, però, per ragioni culturali e sociali, questo tipo di abusi non viene denunciato. Per questo, Open doors/Porte aperte ha deciso di potenziare la ricerca sulla violenza di genere.


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    00 02/02/2023 12:13

    P. Isaac si trovava nella casa parrocchiale quando dei malviventi hanno dato fuoco alla struttura

    Ha scioccato i cristiani della Nigeria e di tutto il mondo l’attacco contro una casa parrocchiale in Nigeria, a Kafin-Koro. Nella struttura si trovavano padre Isaac Achi e un altro sacerdote. Secondo la Polizia, i criminali non sono riusciti a entrare, e per vendetta hanno dato fuoco alla casa. P. Collins è riuscito a fuggire ed è stato ferito alla schiena dai criminali, mentre p. Isaac, 61 anni, è morto carbonizzato.

    Attraverso Twitter, un altro sacerdote ha rivelato che mentre la casa parrocchiale veniva attaccata, p. Isaac e il sacerdote ausiliare della parrocchia si sono offerti l’un l’altro il sacramento della Confessione. P. Isaac ha poi chiesto al confratello di fuggire. È stato senz’altro un uomo che ha dato un esempio cristiano fino alla fine.

    Dopo il crimine nella casa parrocchiale di Kafin-Koro, il Segretariato Cattolico della Nigeria (CSN) ha pubblicato una nota dicendo: “Le nostre chiese vengono attaccate tutti i giorni e non si fa niente. L’anima di p. Isaac Achi e quella di tutti i fedeli defunti riposino nella pace perfetta. Amen”.

    “È un momento triste”, ha dichiarato il governatore dello Stato di Niger, Alhaji Sani Bello Abubakar. “Il fatto che un sacerdote venga ucciso in questo modo significa che non siamo al sicuro. I terroristi hanno perso il controllo, e serve un’azione drastica per porre fine alla carneficina che è in atto”.


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