00 09/02/2012 11:36

 Lo scorso 20 gennaio il U.S. Department of Health and Human Services (Ministero della sanità degli Stati Uniti) ha promulgato il controverso Patient Protection and Affordable Care Act, noto familiarmente come “Obamacare”.

   Oltre ai suoi risvolti fortemente socialistici, la legge configura una vera e propria persecuzione religiosa ai danni dei cristiani.

   Secondo le nuove regole, le strutture sanitarie sono tenute a "fornire ogni metodo contraccettivo approvato”, alcuni dei quali, lo sappiamo, sono in realtà abortivi. Inoltre, le strutture sanitarie sono tenute a eseguire “interventi di sterilizzazione”.

   Le nuove norme praticamente escludono l’obiezione di coscienza, colpendo in questo modo le istituzioni sanitarie cattoliche, che costituiscono il 12,7% del sistema sanitario nazionale. Ogni anno, circa 5,6 milioni di persone sono ammessi a queste strutture mediche. Non solo le organizzazioni, scuole e ospedali cattolici sono interessati da questa legge, ma ogni lavoratore sanitario cattolico, che non potrà più avvalersi dell’obiezione di coscienza.

   Immediata la reazione dei vescovi cattolici. Finora centoquarantadue prelati, vale a dire l’80% dell’episcopato, hanno espresso la loro ferma opposizione a questo provvedimento del governo Obama.

   Immediata anche la reazione della TFP americana, che ha pubblicato sui maggiori periodici del Paese il manifesto: “Confrontando la persecuzione religiosa in America: né apostasia né servitù!”. Potete leggerlo nel link:

http://www.tfp.org/tfp-home/catholic-perspective/confronting-religious-persecution-in-america-neither-apostasy-nor-dhimmitude.html