00 12/12/2010 23:07

Le ultime fasi : (Tregua nelle persecuzioni )

Il 30 aprile 311 Galerio, in punto di morte, emanò l'Editto di tolleranza che ordinava la cessazione delle persecuzioni [65]. Nel testo trascritto da Eusebio, Galerio spiega le ragioni della persecuzione ma ne deplora il risultato, cioè che i cristiani non si rivolgono più né agli dèi pagani, né al loro dio [66]. In realtà queste si erano già arenate e nelle lotte per il potere i cristiani, per nulla vinti, avrebbero potuto rivestire un ruolo importante [67].

La conversione di Costantino dopo la vittoria su Massenzio [68] al ponte Milvio nel 312 è leggenda, ma la sua conferma all’editto di Galerio consentirà la definitiva libertà di culto ai cristiani in tutta la parte occidentale dell’impero. Purtroppo alla fine delle persecuzioni seguirà immediatamente la lotta interna alla Chiesa: nello stesso anno Costantino dovrà prendere posizione contro i donatisti e nel 317 invierà l’esercito [69].

In oriente invece Massimino Daia porterà avanti la persecuzione fino alla sconfitta subita nel 313 dal legittimo successore di Galerio, Licinio [70]. Secondo Eusebio quest’ultimo, che pure aveva condiviso a Milano la linea tollerante di Costantino, sarebbe poi stato protagonista di una nuova fase di ostilità, nella quale i martiri non sarebbero stati molti [71] [72]. In seguito anche Flavio Claudio Giuliano avrebbe preso alcune misure contro i cristiani (che l’avrebbero chiamato Giuliano l’Apostata) senza avere il tempo di arrivare ad una vera oppressione [73] [74].

Secondo W.H.C. Frend le persecuzioni lasciarono in eredità la lotta alle eresie e la separazione tra chiesa e stato [75].

Note 

  1. ^ a b c La stima del numero totale di vittime è estremamente difficile: C. Lepelley (I cristiani e l’Impero romano in AA.VV., Storia del Cristianesimo – Vol. 1 a cura di L. Pietri Il nuovo popolo: dalle origini al 250, 2003, Borla / Città Nuova, Roma, p. 248) sostiene che fino a prima della persecuzione di Decio i martiri sarebbero stati “diverse migliaia”. Le cifre non dovettero variare molto in seguito: secondo W.H.C. Frend (Martyrdom and Persecution in the Early Church, 1965, Basil Blackwell, Oxford, p. 413) furono probabilmente centinaia sotto Decio; per la "grande persecuzione", A. Marcone (La politica religiosa in AA.VV. Storia di Roma - vol. 3 L’età tardoantica, tomo I Crisi e trasformazioni, 1993 Einaudi, Torino, p. 239) ritiene abbastanza attendibile la cifra di 91 vittime fornita da Eusebio per la sola provincia di Siria Palestina.
  2. ^ W.H.C. Frend Persecutions: genesis and legacy in AA.VV., The Cambridge History of Christianity - Vol. 1: Origins to Constantine, 2006 Cambridge University Press, p. 506
  3. ^ Lepelley cit. p. 227.
  4. ^ W.A. Meeks Il cristianesimo in AA.VV. Storia di Roma - vol. 2 L’impero mediterraneo, tomo III La cultura e l’impero, 1992 Einaudi, p. 284
  5. ^ Meeks cit. p. 301
  6. ^ Frend, 2006 cit. p. 504
  7. ^ W. Liebeschütz La religione romana in AA.VV. Storia di Roma - vol. 2 L’impero mediterraneo, tomo III La cultura e l’impero, 1992 Einaudi,p. 265; a p. 267 esprime scetticismo sul timore di cospirazioni dei cristiani
  8. ^ Lepelley cit. p. 232-233.
  9. ^ Liebeschütz cit. p. 260 ss.
  10. ^ Lepelley cit. a p. 230 riporta l’invito di Clemente di Roma a pregare, secondo la tradizione paolina, per i depositari dell’autorità.
  11. ^ Meeks cit. p. 299. A p. 300 l’autore aggiunge: “In ogni caso la conversione della gran maggioranza dei cristiani fu senza dubbio meno radicale di quanto i loro capi avrebbero desiderato”, spiegando che la maggior parte dei cristiani era inserita nella società in quasi ogni ceto. Anche Tertulliano ne dà conferma, v. Frend, 2006 cit. p. 512.
  12. ^ Galerio, in un passo dell’Editto di tolleranza tradotto in Marcone cit. p.230-1 avrebbe in seguito scritto: “tale era l’insensatezza che si era impadronita dei cristiani, che essi non osservavano quegli istituti degli antichi, che forse erano stati creati dai loro padri, ma a proprio arbitrio, così come loro aggradava, si davano da sé medesimi le leggi da osservare e riunivano vari popoli nei luoghi più disparati”.
  13. ^ a b A. Marcone cit. a p. 223 riporta la tesi di W. Portmann, Zu den motiven der diokletianischen Christenverfolgung in Historia, XXIX (1990), pp. 212-248 “per il quale la persecuzione dioclezianea (e, in certa misura, quelle precedenti del III secolo) sarebbe stata motivata dalla minaccia contro la disciplina pubblica rappresentata dalle contese «tra» i cristiani”.
  14. ^ Lepelley cit. p. 242
  15. ^ Frend, 2006 cit. p. 507-9
  16. ^ Meeks cit. p. 299 riporta che già con Plinio il Giovane in Bitinia, densamente cristianizzata, i macellai che vendevano le carni degli animali sacrificati erano danneggiati dalla diserzione dei culti
  17. ^ Marcone cit. p. 239 pone tra i motivi della persecuzione di Massimino Daia la difesa della religione ufficiale e dei redditi prodotti da pellegrinaggi e feste religiose
  18. ^ a b c Antonio Spinosa, Tiberio, p. 209.
  19. ^ M. Sordi-I. Ramelli, Il senatoconsulto del 35 in un frammento porfiriano, p. 59.
  20. ^ M. Sordi, I Cristiani e l'Impero Romano, p. 24-29.
  21. ^ Lepelley cit. p. 229.
  22. ^ Frend, 2006 cit. p. 505-506
  23. ^ Meeks cit. p. 297
  24. ^ Lepelley cit. p. 235-6.
  25. ^ Frend, 2006 cit. p. 506-8
  26. ^ Lepelley cit. p. 244
  27. ^ Alcuni cristiani avrebbero all'inizio accolto con entusiasmo la possibilità di ottenere il martirio: gli scrittori della chiesa cristiana degli inizi si occuparono molto delle condizioni in base alla quali l'accettazione del martirio poteva essere considerato un destino accettabile, o, viceversa, essere considerato quasi come un suicidio. I martiri erano considerati esempi da seguire della fede cristiana e pochi dei primi santi non furono anche martiri. Nel contempo il suicidio era considerato dai cristiani un grave peccato e veniva associato ad un tradimento della propria fede, l'esatto opposto della "testimonianza" di essa nel martirio: alla maniera di Giuda il traditore, non di Gesù il salvatore. Il Martirio di Policarpo, del II secolo, registra la storia di Quintus, un cristiano che si consegnò alle autorità romane, ma con atto di codardia finì per sacrificare agli dèi romani quando vide le fiere nel Colosseo: "Per questo motivo quindi, fratelli, non lodiamo quelli che si consegnano, perché il vangelo non insegna ciò." Giovanni l'Evangelista non accusò mai Gesù di suicidio o di auto-distruzione, ma dice piuttosto che Gesù scelse di non opporre resistenza all'arresto e alla crocifissione.
  28. ^ Lepelley cit. p. 237
  29. ^ Frend, 2006 cit. p. 508
  30. ^ Lepelley cit. p. 245
  31. ^ in AA.VV., a cura di G. Filoramo e D. Menozzi Storia del Cristianesimo – L’antichità, 1997, Gius. Laterza & Figli, Bari p.
  32. ^ Frend, 2006 cit. p. 509
  33. ^ Meeks cit. p. 301
  34. ^ Lepelley cit. p. 246-248
  35. ^ Frend, 2006 cit. p. 511
  36. ^ Come riportato in Lepelley cit. p. 225
  37. ^ C. Lepelley cit. p. 250 sostiene che le idee montaniste sul martirio furono probabilmente tra le cause delle repressioni avvenute sotto Marco Aurelio
  38. ^ L. Pietri e J. Flamant La crisi dell’Impero romano e l’affermazione di una nuova religiosità in AA.VV., a cura di C. e L. Pietri Storia del Cristianesimo – Vol. 2 La nascita di una cristianità (250 - 430) p. 36-38
  39. ^ Liebeschütz cit. p. 250
  40. ^ Pietri e Flamant cit. p. 43
  41. ^ Lepelley cit. p. 251
  42. ^ Frend, 2006 cit. p. 511
  43. ^ Lepelley cit. p. 251
  44. ^ Frend, 2006 cit. p. 512
  45. ^ Lepelley cit. p. 253-4
  46. ^ M. Silvestrini (Il potere imperiale da Severo Alessandro ad Aureliano in AA.VV. Storia di Roma - vol. 3 L’età tardoantica, tomo I Crisi e trasformazioni, 1993 Einaudi, Torino, p. 169
  47. ^ M. Silvestrini p. 179 ritiene ragionevole che Decio, come poi Valeriano, intendesse anche “orientare verso motivi pretestuosi l’ostilità popolare” in quel contesto difficile.
  48. ^ Frend, 2006 cit. p. 514
  49. ^ Filoramo e Menozzi cit. p.
  50. ^ L. Pietri Le resistenze: dalla polemica pagana alla persecuzione di Diocleziano in AA.VV., Storia del Cristianesimo – Vol. 2 La nascita di una cristianità (250 – 430), p. 157-161.
  51. ^ Frend, 2006 cit. pp. 513-514
  52. ^ in Filoramo e Menozzi cit. p.
  53. ^ Per Liebeschütz cit. p. 249 questa iniziativa fu consona alla tradizione e non va sopravvalutata
  54. ^ Frend, 2006 cit. p. 513-6
  55. ^ L. Pietri cit. p. 168-171
  56. ^ A. Chastagnol L’accentrarsi del sistema: la tetrarchia e Costantino in AA.VV. Storia di Roma - vol. 3 L’età tardoantica, tomo I Crisi e trasformazioni, 1993 Einaudi, Torino, p. 199-200
  57. ^ Secondo lo storico latino Sesto Aurelio Vittore riportato in Chastagnol cit. p. 200 “primo fra tutti, Diocleziano tollerò che lo si adorasse e che ci si rivolgesse a lui come a un dio” (I Cesari, 39.4); Marcone cit. a p. 229 ritiene invece che in questo non si sia discostato di molto dai suoi predecessori
  58. ^ Marcone cit. p. 230
  59. ^ Secondo il testimone Lattanzio, riportato in L. Pietri cit. p. 174, già il giorno prima, festa dei Terminalia, fu attaccata la chiesa di Nicomedia posta davanti al palazzo di Diocleziano. Le porte furono aperte , le scritture bruciate, il santuario distrutto.
  60. ^ Marcone cit. p. 235; a p. 236 riporta come al termine della persecuzione i lapsi delle zone governate da Costanzo Cloro furono rimproverati solo di aver ceduto i libri sacri, segno di una condotta più mite.
  61. ^ L. Pietri cit. p. 172 ss.
  62. ^ Frend, 2006 cit. p. 519-520
  63. ^ Marcone cit. a p. 239 menziona un’iscrizione rinvenuta a Colbasa in Panfilia che attesta agevolazioni fiscali per le regioni che collaboravano contro i cristiani
  64. ^ B. Santalucia La giustizia penale in AA.VV. Storia di Roma - vol. 2 L’impero mediterraneo, tomo III La cultura e l’impero, 1992 Einaudi, p. 230
  65. ^ L. Pietri cit. p. 180.
  66. ^ Marcone cit. p. 240
  67. ^
  68. ^ Marcone cit. a p. 237 sostiene che Massenzio adottò con i cristiani una politica tollerante.
  69. ^ C. Pietri Il fallimento dell’unità “imperiale” in Africa – La resistenza donatista in AA.VV., Storia del Cristianesimo – Vol. 2 La nascita di una cristianità (250 – 430) p. 224-5
  70. ^ L. Pietri cit. p. 181.
  71. ^ C. Pietri La conversione: propaganda e realtà della legge e dell’evergetismo in AA.VV., Storia del Cristianesimo – Vol. 2 La nascita di una cristianità (250 – 430) p. 198-200.
  72. ^ Chastagnol cit. p. 217
  73. ^ J. Flamant e C. Pietri La dissoluzione del sistema costantiniano: Giuliano l’Apostata in AA.VV., Storia del Cristianesimo – Vol. 2 La nascita di una cristianità (250 – 430) p. 334-9
  74. ^ G.W. Bowersock I percorsi della politica in AA.VV. Storia di Roma - vol. 3 L’età tardoantica, tomo I Crisi e trasformazioni, 1993 Einaudi, Torino, p. p.534-5
  75. ^ Frend, 2006 cit. p. 521-3

Bibliografia [modifica]

  • AA.VV. a cura di L. Pietri, Storia del Cristianesimo - Vol. 1: Il nuovo popolo: dalle origini al 250 , Roma, Borla / Città nuova, 2003 . ISBN 88-263-1446-2, ISBN 88-311-9273-6.
  • AA.VV. a cura di C. e L. Pietri, Storia del Cristianesimo - Vol. 2: La nascita di una cristianità (250 – 430) , Roma, Borla / Città nuova, 2003 . ISBN 978-88-263-1333-7
  • AA.VV. a cura di E. Gabba e A. Schiavone, Storia di Roma - vol. 2 L’impero mediterraneo, tomo III La cultura e l’impero, Torino, G. Einaudi, 1992 . ISBN 88-06-12842-6
  • AA.VV. a cura di A. Carandini, L.C. Ruggini e A. Giardina, Storia di Roma, vol. 3 L’età tardoantica, tomo I Crisi e trasformazioni, Torino, G. Einaudi, 1993 . ISBN 88-0611744-0.
  • W.H.C. Frend, Martyrdom and Persecution in the Early Church , Oxford, Basil Blackwell, 1965 . .
  • The Cambridge History of Christianity - Vol. 1: Origins to Constantine , Cambridge University Press, 2006 . ISBN 0-521-81239-9
  • AA.VV., a cura di G. Filoramo e D. Menozzi, Storia del Cristianesimo – L’antichità , Bari, Gius. Laterza & Figli, 1997 . ISBN 88-420-5230-2