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SISTEMI IRRIDUCIBILMENTE COMPLESSI


Wolf-Ekkehard Lönnig è un nome di spicco nel mondo accademico, avendo contribuito con i suoi studi scientifici al prestigioso Max Planck Institute fino al suo ritiro dall'attività di ricerca. Autore prolifico di libri e articoli specializzati, con le sue idee è riuscito ad inimicarsi i Darwinisti sfidando punti di vista profondamente radicati nel pensiero evoluzionista.

Molto probabilmente il suo lavoro più controverso si trova nelle pagine del curioso "'L'affare Max Planck', mai accaduto"

Lönnig ha concentrato il suo interesse sui sistemi biologici delle piante carnivore acquatiche ed è trepidante nell'illustrare le ragioni per le quali questi sistemi non possono essersi evoluti.
Nel suo secondo libro analizza l'elaborata struttura di questi sistemi biologici ed esplica le ragioni per le quali l'evoluzione non può essere stata una ragione valida per la loro esistenza: "..Il complesso sistema a trappola dell'Utricularia, specialmente della cosmopolita U. Vulgaris – una pianta carnivora acquatica che cattura pulci d'acqua ed altri piccoli animali – è uno dei miei esempi preferiti in contrasto con le attuali teorie evolutive. Nel 2009, cioè dopo 7 anni dall'inizio della loro guerra contro la scienza, uno dei gruppi evoluzionisti pubblicò un esteso articolo atto a dimostrare l'origine evoluzionistica di quel sistema attraverso le mutazioni genetiche e la selezione naturale. In 274 pagine ho potuto dimostrare nel dettaglio come abbiano miseramente fallito."

Lönnig usa le argomentazioni scientifiche per destituire di fondamento le tesi darwiniste e cita lo stesso Darwin proprio per spiegare cosa ci sia di dubbio nella teoria del naturalista inglese: "Un'ipotesi scientifica dovrebbe essere potenzialmente falsificabile, ovvero, dovrebbero esistere criteri secondo i quali un'ipotesi possa essere confutata e quindi scartata dimostrandosi falsa.

In relazione alle origini delle specie, Darwin asserì che l'evoluzione procede attraverso 'variazioni ereditate infinitesimamente piccole', 'passi non più grandi di quelli che separano le più minime varietà' e 'passi impercettibilmente piccoli', 'poiché la selezione naturale può agire solo avendo vantaggio da minime variazioni successive; non può mai compiere un balzo, ma deve avanzare con i più brevi e lenti passi possibili'.

Questo è anche l'assunto della maggior parte dei moderni evoluzionisti, i Neo-Darwinisti, e, in linea di principio, anche dei sostenitori della teoria 'dell'equilibrio punteggiato'. Comunque l'idea di una lenta evoluzione attraverso 'variazioni ereditate infinitesimamente piccole' è stata falsificata dai ritrovamenti della paleontologia – inerenti l'improvvisa comparsa degli schemi strutturali della vita – così come dalla genetica – origine del DNA ed informazione genetica complessa . Ciò nonostante gli evoluzionisti rigettano per principio qualunque prova scientifica contro il Neo-Darwinismo così che, di fatto, la loro teoria è diventata una posizione infalsificabile alla quale si aderisce nonostante le prove contrarie.

La loro principale preoccupazione è il fatto che, senza il darwinismo, il materialismo filosofico ha perso la sua battaglia contro l'idea di un'origine intelligente del mondo.

Lönnig spiega che le indicazioni di un'intelligenza in natura sono esplicite e la scienza continua a fornirne ampia evidenza, come nel"...l'origine (a) del cilium, (b) del flagello dei batteri, con il suo filamento, gancio e motore inseriti nelle membrane e nelle pareti cellulari e (c) la biochimica della coagulazione sanguigna negli esseri umani. Anche le trappole dell'Utricularia – ed alcuni altri generi di piante carnivore – nelle sue giunzioni, l'ecolocazione, il mimetismo ad inganno floreale, etc. etc. possono essere inclusi. Nessuno di questi sistemi è stato integrato in modo convincente dal Neo-Darwinismo, viceversa tutti questi sistemi dimostrano una 'disposizione intenzionale delle parti', molti di essi risultano irriducibilmente complessi, ovvero 'la rimozione di uno solo dei meccanismi causa la caduta dell'intero sistema'. Strutture funzionali come queste non possono essere comparse in modo graduale come viene richiesto dalla maggior parte delle teorie evolutive".


La fotosintesi è un altro fenomeno sbalorditivo che rappresenta un esempio di complessità irriducibile rivelando un progetto:
"Nei miei esperimenti con le mutazioni ho rilevato centinaia di piante senza clorofilla quando una singola mutazione, spesso in diversi sistemi di diverse famiglie di piante, ha arrestato completamente il funzionamento dell'intero complesso fotosintetico – cosa che ricorda chiaramente la definizione di Behe secondo la quale 'la rimozione di una sola delle parti causa il cessare del corretto funzionamento del sistema'."
Non solo la disposizione intenzionale delle parti, ma anche la documentazione fossile rappresenta un problema incontrovertibile per la visione darwinista. "La comparsa repentina e la stasi sono la regola generale nella documentazione fossile delle piante. Molto nota è la comparsa improvvisa delle angiosperme alle quali la maggior parte delle piante floreali appartengono" – 'l'abominevole mistero di Darwin', come egli stesso lo definì in una lettera al botanico Joseph Hooker del 1879 – sostiene Lönnig.
Anche nei suoi articoli su varie riviste scientifiche Lönnig spesso tratta e spiega come i cosidetti meccanismi evolutivi non possano aver preso parte alla comparsa delle piante: "In un articolo del 2004/2007 io e H. A. Becker scrivemmo in relazione al fatto di come queste piante 'presentino il più intricato dei problemi per la sistematica e per l'evoluzione'. Diversi evoluzionisti hanno ammesso che 'l'evoluzione delle foglie con sistemi di trappola da quelle delle piante non carnivore è misterioso e non esistono ipotesi comunemente accettate – Rivadavia et al. -. L'Utricularia menzionata in precedenza, per esempio, apre e chiude a tenuta stagna la sua fessura in meno di un millisecondo... come potrebbe un simile meccanismo diventare a chiusura stagna attraverso migliaia di minime mutazioni?"
Naturalmente anch'egli ha subito dure reazioni negative per aver sollevato dubbi sulle nozioni evoluzioniste, come per altri prima di lui, ma questo non significa che abbia timore di continuare a farlo: "Come ho potuto personalmente sperimentare – vedi il libro 'L'Affare Max Planck, mai accaduto' menzionato in precedenza – considerato che il darwinismo non è in grado di rispondere a quasi tutte le più importanti domande sull'origine delle specie, la sua unica possibilità è la soppressione della valida critica scientifica. Cos'altro potrebbero fare in tale contesto?".
Lönnig crede che la mentalità Neo-Darwinista del 'possiamo spiegarlo, non occorre farsi tante domande' sia dannosa per il progresso scientifico e spera che il mondo accademico possa aprirsi maggiormente al libero pensiero, "il confronto libero ed aperto senza alcuna persecuzione e repressione dei biologi dissenzienti è quello che serve. Secondo il Neo-Darwinismo tutti i problemi importanti relativi all'origine delle specie sono, perlomeno in linea di principio, risolti. Ulteriori interrogativi sulla validità della teoria evolutiva sono quindi sostanzialmente superflui. In realtà un tale atteggiamento dogmatico blocca ulteriori indagini ed ostacola la produttiva ricerca scientifica. Diversamente la teoria dell'ID segue le prove in qualunque direzione queste conducano e diverse sue predizioni sono già state riscontrate come, per esempio, la confutazione dell'ipotesi del 'DNA spazzatura' avvenuta in anni recenti.

I sistemi irriducibilmente complessi e specificati propri della biologia indicano in modo schiacciante un'origine intelligente degli esseri viventi. Nella ricerca in biologia vengono scoperti quasi giornalmente sistemi sempre più complessi."

Wolf-Ekkehard Lönnig è membro del comitanto della rivista scientifica a revisione paritaria Bio-Complexity. E' stato intervistato da diverse testate tra le quali Der Spiegel ed oltre a partecipare di frequente a seminari e conferenze come stimato oratore, ha scritto diversi libri sulle lacune della teoria evolutiva, tra i quali uno che prende in esame il perché il mondo scientifico e accademico sia costretto ad accettare senza riserve le teorie darwiniste.


- "Grazie molte per averci concesso questa intervista, Signor Lönnig. Vorrei iniziare dal suo lavoro. Ci potrebbe qualcosa in relazione alle sue specializzazioni ed ai suoi attuali progetti?"
- "Ho fatto il genetista specializzato in mutazioni e trasposoni dal 1985 fino al mio ritiro dall'attività di ricerca nel 2008 – dal 1992 in poi sono stato scienziato senior e responsabile di un gruppo al Max Planck Institute for Plant Breeding Research a Colonia, seguito da un periodo di due anni come scienziato ospite fino al 2010, con alcune collocazioni nel 2013 – Tuttavia sono attualmente interessato agli aspetti concernenti l'origine delle specie appartenenti alle categorie sistematiche elevate, dedicando forse più tempo di quanto facessi in passato a queste questioni, lavorando, se mi si concede il paragone, 'in casa' come faceva Darwin. Negli ultimi anni, quindi dal 2011 al 2014, ho scritto e pubblicato quattro libri su vari argomenti in relazione all'evoluzione."

- "L'Affare Max Planck, mai accaduto" (Prima e Seconda edizione 2011; Monsenstein und Vannerdat, Munster, 219 pp.) Questo è un libro che analizza le dinamiche di un gruppo evoluzionista tedesco, successivamente scissosi in due, che in nome della scienza fa tutto ciò che è in suo potere fare per sopprimere apertamente tutti i tipi di attendibile ricerca scientifica contro il Neo-Darwinismo o 'sintesi moderna'. Tra i vari punti il libro racconta tutta la storia della mia homepage ospitata dal Max Planck Institute e di come le pressioni di questi gruppi evoluzionisti sui quattro direttori dell'istituto e due presidenti della Max Planck Society abbiano avuto successo nel disabilitare la pagina Internet ed il relativo link, utilizzando senza scrupolo lamentele insistenti anche su testate nazionali e internazionali – da Der Spiegel a Nature – apostrofandomi come un creazionista che rinnega il metodo scientifico.
- Ho scritto il mio successivo libro sui problemi delle teorie evolutive in relazione alle piante carnivore dal titolo: L'evoluzione delle piante carnivore – Quello che la selezione naturale non può ottenere: L'esempio dell'Utricularia. (Terza edizione 2012; Mosenstein und Vannerdat, Munster, 274 pp.). Il complesso sistema a trappola dell'Utricularia, specialmente della cosmopolita U. Vulgaris – una pianta carnivora acquatica che cattura pulci d'acqua ed altri piccoli animali – è uno dei miei esempi preferiti in contrasto con le attuali teorie evolutive. Nel 2009, cioé dopo 7 anni dall'inizio della loro guerra contro la scienza, uno dei gruppi evoluzionisti pubblicò un esteso articolo atto a dimostrare l'origine evoluzionistica di quel sistema attraverso le mutazioni genetiche e la selezione naturale. In 274 pagine ho potuto dimostrare nel dettaglio come abbiano miseramente fallito.
- Dopo aver pubblicato questo secondo libro ne è seguito un terzo sulla giraffa dal titolo: "L'evoluzione della giraffa dal collo lungo (Giraffe Camelopardalis L.): Cosa sappiamo veramente? Una verifica delle teorie del gradualismo, delle macromutazioni e del Progetto Intelligente" – Prima edizione 2012; Monsenstein und Vannerdat, Munster, 134 pp.). Tutti gli importanti anelli di congiunzione nell'ipotetica evoluzione delle giraffe dal collo lungo mancano all'appello e di fatto i problemi evolutivi sono stati aggravati dai risultati di ulteriori studi sulla sinorganizzazione finemente regolata di tutti i sistemi di organi necessari a garantire la sopravvivenza di uno dei più grandi mammiferi terrestri ancora viventi. Questo argomento è emerso al grande pubblico attraverso un programma televisivo del quale ero consulente e dalla mia homepage, senza trascurare le implicazioni con la teoria del Progetto Intelligente. Il libro è disponibile in inglese e tedesco (Amazon).
- Il mio lavoro più recente riguarda l'origine e l'evoluzione dei cani dal titolo: "I nostri cani domestici: Un toporagno travestito da lupo? O le razze dei cani provano che gli esseri umani derivano dai batteri? (Prima edizione 2014; Monstein und Vannerdat, Munster, 407 pp. più di 150 figure a colori). L'idea di questo libro è nata dall'asserzione di Richard Dawkins e di molti altri biologi evolutivi secondo la quale le razze dei cani proverebbero la macroevoluzione. In realtà, virtualmente tutte le razze di cani sono generate da processi di sviluppo che comportano la perdita o il danneggiamento delle funzioni genetiche. Inoltre tutte le tre sottofamiglie delle famiglie dei cani selvatici (Canidae) appaiono improvvisamente nella documentazione fossile. Le argomentazioni e i fatti illustrati in questo libro dimostrano che un progetto intelligente e ingegnoso è la migliore spiegazione anche per l'origine di questi piccoli mammiferi.

[Modificato da Credente 27/05/2014 11:22]