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XXV DOMENICA


Letture: Isaia 55,6-9

Filippesi 1,20c-27a

Matteo 20,1-16a


1. Le ore della divina chiamata


L`operaio, dunque, (che fu chiamato) al mattino, all`ora terza, sesta e nona, indica quell`antico popolo ebraico che fin dagli inizi del mondo, nei suoi eletti, si studiò di onorare Dio con retta fede, come se non cessasse di faticare nel coltivare la vigna. All`undicesima ora sono chiamati i pagani, ai quali anche è chiesto: "Perchè ve ne state qui tutto il giorno oziosi?" (Mt 20,6). Essi, infatti, per così lungo tempo non si erano curati di lavorare per la loro vita, come se stessero in ozio tutto il giorno. Ma pensate, fratelli carissimi, cosa risposero alla domanda: Gli risposero: "Perchè nessuno ci ha presi" (Mt 20,7). Nessun patriarca, nessun profeta era stato mandato loro. E cosa significa: «Nessuno ci ha presi a lavorare», se non questo: «Nessuno ci ha predicato le vie della vita»? Cosa dunque diremo a nostra scusa, quando abbiamo omesso di fare il bene noi che fin dal grembo della madre siamo venuti alla fede, che fin dalla culla abbiamo udito le parole di vita, che insieme al latte carnale abbiamo attinto il liquore della predicazione celeste al seno della santa Chiesa?

Possiamo anche distinguere le diverse ore in relazione ad ogni uomo, secondo i diversi momenti delle sue età. Così il mattino è la puerizia del nostro intelletto. L`ora terza può indicare l`adolescenza, perchè quando cresce il calore dell`età è come se il sole salisse in alto. L`ora sesta è la gioventù, perchè come il sole sembra fermarsi nel mezzo (del cielo), in essa viene raggiunto il pieno vigore. L`ora nona raffigura la maturità, nella quale il sole comincia a declinare, perchè in questa età comincia a venir meno il calore della gioventù. L`undicesima ora è quella età che viene detta decrepita, cioè la vecchiaia... Siccome poi uno chiamato alla vita santa durante la puerizia, un altro nell`adolescenza, un altro nella gioventù, un altro nella vecchiaia, un altro ancora nell`età decrepita, ecco che gli operai sono chiamati alla vigna in ore diverse. Osservate pertanto i vostri costumi, fratelli carissimi, e vedete se siete già operai di Dio. Ciascuno esamini le sue opere e consideri se sta faticando nella vigna del Signore. Chi infatti in questa vita cerca le cose sue, non è ancora giunto alla vigna del Signore. Lavorano invece per lui coloro che pensano non ai propri guadagni, ma a quelli del Signore, e che per lo zelo della carità si dedicano ad opere pie, si adoperano a conquistar anime, si affrettano a condurre con sé anche gli altri alla vita. Chi invece vive per sé e si pasce dei piaceri della sua carne, è giustamente accusato di essere ozioso, perchè non aspira al frutto dell`opera divina.

Chi poi ha trascurato fino a tarda età di vivere per Dio, è come se fosse stato in ozio fino all`undicesima ora. Per cui, giustamente, vien detto a coloro che sono rimasti indolenti fino all`undicesima ora: "Perchè ve ne state qui tutto il giorno oziosi"? E` lo stesso che dire: «Anche se non avete voluto vivere per Dio nella puerizia e nella giovinezza, ravvedetevi almeno nell`ultima età, e, sia pure in ritardo, quando ormai non c`è più molto da faticare, venite alla via della vita». Anche questi chiama il padrone di casa, e il più delle volte essi sono ricompensati prima, perchè uscendo prima dal corpo, vanno al regno prima di quelli che semhravano essere stati chiamati fin dalla puerizia. Non giunse forse all`undicesima ora il buon ladrone? Se non giunse a quell`ora per l`età, vi giunse certo quanto alla sofferenza, egli che riconobbe Dio mentre era in croce e spirò quasi mentre faceva tale professione. Il padrone di casa cominciò così la distribuzione della paga dall`ultimo, perchè condusse al riposo del paradiso il ladrone prima di Pietro. Quanti patriarchi vissero prima della Legge, quanti sotto la Legge, e tuttavia coloro che furono chiamati alla venuta del Signore giunsero senza alcun indugio al regno dei cieli!...

Ma è terribile ciò che segue a queste (parole): "Molti sono chiamati, ma pochi eletti" (Mt 26,16), perchè molti vengono alla fede, pochi giungono al regno dei cieli. Ecco infatti in quanti siamo convenuti alla festa di oggi e riempiamo le mura di questa chiesa; e tuttavia chissà quanto pochi sono quelli che sono annoverati nel gregge degli eletti di Dio! Ecco infatti la voce di tutti grida: «Cristo!», ma la vita di tutti non grida altrettanto. I più seguono Dio a parole, lo fuggono con la condotta pratica di vita...

Di questi tali, fratelli carissimi, ne vedete molti nella Chiesa, ma non dovete né imitarli e neppure disperare (della loro salvezza). Noi vediamo infatti quello che è oggi ciascuno, ma non sappiamo che cosa potrà diventare domani. Molte volte anche chi sembra venire dopo di noi ci precede con l`agilità delle buone opere, e a stento seguiamo quello che oggi crediamo di precedere. Certamente, mentre Stefano moriva per la fede, Saulo custodiva le vesti di coloro che lo lapidavano. Egli dunque lapidò con le mani di tutti, perchè rese tutti più spediti nel lapidare; e tuttavia con le sue fatiche precedette nella santa Chiesa quello stesso che con le sue persecuzioni aveva reso martire. Ci sono dunque due cose alle quali dobbiamo seriamente pensare. Siccome infatti "molti sono chiamati, ma pochi eletti", per prima cosa nessuno deve minimamente presumere di se stesso, perché anche se è già stato chiamato alla fede non sa se è degno del regno eterno. La seconda cosa è che nessuno osi disperare del prossimo, che forse ha visto giacere nei vizi, perchè ignora le ricchezze della misericordia divina.


(Gregorio Magno, Hom. XIX, 1-3.5-6)



2. I chiamati e gli eletti


Che nessuno di voi, carissimi, si creda in sicurezza sotto il pretesto che è battezzato, poiché alla stregua di coloro che corrono negli stadi dei quali non tutti ricevono il "bravium", cioè il premio della vittoria, ma solo colui che è arrivato primo nella corsa, così non sono salvati tutti coloro che hanno la fede, bensì solamente coloro che perseverano nelle buone opere cui hanno posto mano. E come colui che lotta contro un altro «si astiene da tutto», così anche voi dovete astenervi da tutti i vizi, per poter vincere il diavolo, vostro avversario. Uomini infelici servono un re terreno con il pericolo della propria vita e passano per enormi difficoltà in vista di un risultato quanto mai effimero e presto scomparso; perchè non servite invece il re del cielo per ottenere la felicità del Regno? E visto che per la fede il Signore vi ha già chiamati nella sua vigna, cioè nell`unità della santa Chiesa, vivete, comportatevi in modo tale che, grazie alla divina liberalità, voi possiate ricevere il denaro, cioè la felicità del regno celeste.

Che nessuno disperi a causa della grandezza dei suoi peccati, e non dica: Numerosi sono i peccati nei quali ho perseverato fino alla vecchiaia e all`estrema vecchiaia, non potrà più ormai ottenere il perdono, soprattutto per il fatto che sono i peccati che mi hanno lasciato e non io che li ho rigettati. Che costui non disperi affatto della misericordia divina, poichè alcuni sono chiamati nella vigna di Dio alla prima ora, altri alla terza, altri alla sesta, altri alla nona, altri alla undicesima, come dire che gli uni sono portati al servizio di Dio nell`infanzia, altri nell`adolescenza, altri nella giovinezza, altri nella vecchiaia, altri nell`estrema vecchiaia.

E, come nessuno, quale che sia la sua età, deve disperare se vuole convertirsi a Dio, così nessuno deve credersi nella sicurezza solo in forza della propria fede, ma deve piuttosto temere quanto è detto: "Molti sono chiamati, ma pochi sono eletti" (Mt 20,16). Che noi siamo chiamati per la fede, lo sappiamo; ma se siamo eletti, lo ignoriamo. Ciascuno deve quindi essere tanto più umile in quanto ignora se è eletto.

Che Dio onnipotente vi accordi di non essere nel numero di coloro che a piedi traversarono il Mar Rosso, mangiarono la manna nel deserto, bevettero la bevanda spirituale, e tuttavia perirono a causa delle mormorazioni fatte nel deserto, bensì nel numero di coloro che entrarono nella terra promessa e ottennero, lavorando fedelmente nella vigna della Chiesa di ricevere il denaro della felicità eterna, di modo che con il Cristo vostro capo voi possiate, voi sue membra, regnare per tutti i secoli dei secoli. Amen.


(Anonimo IX sec., Hom. 4, 4-7)



3. La chiamata è per tutti e alla prima ora


A quale scopo, dunque, è stata composta questa parabola, e che fine vuol conseguire? Essa mira a incoraggiare gli uomini che si sono convertiti e hanno cambiato vita in età avanzata, e a evitare che si ritengano inferiori. Questa è la ragione per cui il Signore presenta altri che mal sopportano il fatto che costoro ottengano quei doni; non tanto per mostrare che quelli siano realmente rosi e consumati dall`invidia. Dio ci liberi da tale pensiero; quelli vengono introdotti solo per farci comprendere che gli ultimi arrivati godono di tale onore, che può anche causare invidia. La stessa cosa facciamo anche noi molte volte, quando diciamo ad esempio: Il tale mi ha rimproverato d`averti fatto tale onore. Con ciò noi non vogliamo dire che realmente siamo stati rimproverati, né pensiamo di screditare quell`altro, ma vogliamo dimostrare la grandezza del dono che abbiamo fatto all`amico.

Ma voi ora mi domanderete perchè il padrone non fa venire gli operai tutti insieme a lavorare nella vigna. Per quanto dipende dal padrone, egli li ha chiamati tutti insieme, alla stessa ora; però non tutti hanno obbedito subito, e ciò per le diverse disposizioni dei chiamati. Per questo alcuni sono chiamati di buon mattino, altri all`ora terza, altri alla sesta, alla nona, fino all`undicesima ora, ciascuno nel momento in cui è pronto ad ascoltare la sua chiamata. La stessa cosa dichiara anche Paolo dicendo: "Quando è piaciuto a Dio, che mi ha separato dal ventre di mia madre" (Gal 1,15). E quando a Dio è piaciuto? Quando Paolo era pronto ad obbedirgli. Il Signore avrebbe certo desiderato chiamarlo fin dall`inizio della sua vita, ma sapendo che allora Paolo non avrebbe ceduto, ha atteso a chiamarlo nel momento in cui sarebbe stato disposto. Per questo, chiamerà il ladrone all`ultimo momento, ché altrimenti costui non avrebbe risposto alla chiamata. Paolo non gli avrebbe risposto prima, e molto meno, gli avrebbe obbedito il ladrone.

Orbene, se gli operai dicono qui che nessuno li ha presi a soldo, non bisogna pretendere, come già vi dissi, di esaminare e di spiegare ogni minimo dettaglio nelle parabole. E non dimentichiamo che non è il padrone a dire queste parole, ma gli operai dell`ultima ora: il padrone non li rimprovera per non turbarli, e per indurli a lavorare anch`essi nella vigna. Infatti, che egli abbia l`intenzione di chiamarli tutti dal principio lo dimostra la parabola stessa, quando dice che il padrone di casa uscì la mattina di buon`ora ad assoldare operai.

Da ogni parte, quindi, risulta evidente che la parabola è indirizzata sia a coloro che dalla prima età, sia a quelli che in età avanzata e più tardi si danno alla virtù. Ai primi, perchè non si insuperbiscano né insultino coloro che vengono all`undicesima ora; agli ultimi, perchè sappiano che possono, in breve tempo, recuperare tutto. Siccome, infatti, il Signore aveva in precedenza parlato di fervore e di zelo, di rinuncia delle ricchezze, di disprezzo di tutto ciò che si possiede - il che richiede grande sforzo e un ardore giovanile - per accendere negli ascoltatori la fiamma dell`amore e dar tono alla loro volontà, dimostra ora che pure quelli che sono giunti tardi possono ricevere la ricompensa di tutta la giornata. Tuttavia, non dice esplicitamente questo, per timore che questi si insuperbiscano e siano negligenti e trascurati; mostra invece che tutto è opera della sua bontà e, grazie ad essa, costoro non saranno trascurati, ma riceveranno anch`essi beni ineffabili. Questo è lo scopo principale che Cristo si prefigge nella presente parabola.

Né meravigliatevi se il Signore aggiunge che "saranno primi gli ultimi e ultimi i primi e molti saranno i chiamati e pochi gli eletti" (Mt 20,16). Egli non afferma ciò deducendolo dalla parabola, ma vuole far comprendere che come è successo questo succederà anche quello. Perché qui i primi non sono diventati ultimi ma tutti hanno ottenuto, al di là di quanto potevano aspettarsi e sperare, la stessa ricompensa. Orbene, come è accaduto questo contro ogni speranza e aspettativa e gli ultimi furono messi alla pari coi primi, così accadrà un fatto ancor più grande e straordinario, vale a dire che gli ultimi saranno i primi e i primi saranno dopo di essi.


(Giovanni Crisostomo, In Matth. 64, 3 s.)