00 05/04/2011 08:59
DOMENICA DOPO NATALE: SANTA FAMIGLIA

Letture: Siracide 3,3-7.14-17a
Colossesi 3,12-21
Matteo 2,13-15.19-23

1. Erode e i Magi

Dopo aver adorato il Signore e soddisfatto la loro devozione, i Magi, secondo l`avviso ricevuto in sogno, tornano indietro per una strada diversa da quella presa all`andata Infatti, poichè ormai credevano nel Cristo, era necessario che non camminassero più per le vie della loro vecchia vita, ma che, entrati in una strada nuova, si astenessero dagli errori che avevano lasciato. E inoltre, perchè‚ fossero rese vane le insidie di Erode che, con finzione, preparava un empio stratagemma contro il Bambino Gesù. Così, essendo andato a monte il piano in cui sperava, la collera del re s`infiamma vieppiù di furore. E ricordandosi del tempo che avevano indicato i Magi, egli sfoga la sua rabbia e la sua crudeltà su tutti i bambini di Betlemme e, in un massacro generale, fa trucidare tutti i neonati della città, facendoli così passare alla gloria eterna; e pensa che, dal momento che nessun pargolo è scampato alla morte in quel luogo, anche Cristo è stato ucciso. Ma egli, che riservava per un altro tempo l`effusione del suo sangue per la redenzione del mondo, aveva raggiunto l`Egitto, trasportatovi dalle cure dei genitori; ritornava così nell`antica culla del popolo ebreo, e vi esercitava il comando del verace Giuseppe usando di un potere e di una lungimiranza maggiori, poichè egli veniva a liberare i cuori degli Egiziani da quella fame più terribile di ogni carestia, di cui soffrivano per assenza di verità, lui che veniva dal cielo come pane di vita (cf.Gv 6,51) e cibo dell`anima. E in tal modo quel paese non sarebbe stato estraneo alla preparazione del mistero dell`unica vittima, in cui, con l`immolazione dell`agnello, erano stati prefigurati per la prima volta il segno salutare della croce e la Pasqua del Signore.

(Leone Magno, Sermo 33, 4)


2. L`insegnamento della fuga in Egitto

Noi dobbiamo aspettarci sin dai primi giorni della nostra vita tentazioni e pericoli. Considerate, infatti, che subito, sin dalla culla, è accaduto ciò a Gesù. Era appena nato, che già il furore del tiranno si scatenò contro di lui e lo costrinse a trasferirsi per cercare scampo in un luogo d`esilio, e sua madre, così pura e innocente, fu costretta con lui a fuggire in un paese di stranieri. Questo comportamento di Dio vi mostra che, quando avete l`onore di essere impegnati in qualche ministero o servizio spirituale e vi vedete circondati da infiniti pericoli e costretti a sopportare crudeli sventure, non dovete turbarvi, né dovete dire a voi stessi: Per quale ragione sono così maltrattato, io che mi aspettavo una corona, elogi, la gloria, brillanti ricompense, avendo compiuto la volontà di Dio? Questo esempio vi spinga, dunque, a sopportare fermamente le disgrazie e vi faccia conoscere che, di solito, è questa la sorte degli uomini spirituali: avere, cioè, come inseparabili compagne, le prove e le tribolazioni. Osservate appunto quanto capitò non soltanto alla madre di Gesù, ma anche ai Magi. Costoro si ritirano segretamente come dei fuggiaschi, e la Vergine, che non era solita uscire dalla sua casa, è costretta a fare un cammino quanto mai lungo e faticoso, a causa di quella straordinaria e sorprendente nascita spirituale.
Ammirate ancora il meraviglioso avvenimento! La Palestina perseguita Gesù Cristo e l`Egitto lo accoglie e lo salva dai suoi persecutori. Questo mostra all`evidenza che Dio non ha soltanto tracciato i tipi e le figure dell`avvenire nei figli del patriarca, ma anche in Gesù stesso...
L`angelo, dunque, apparve non a Maria, ma a Giuseppe e gli disse: «Levati, prendi il bambino e sua madre». Non disse più, come aveva detto prima, «prendi la tua sposa», ma «prendi sua madre», perché ormai, dopo la nascita, Giuseppe non nutriva più alcun dubbio, e credeva fermamente alla verità del mistero. L`angelo gli parla, dunque, con maggiore libertà, senza chiamare Gesù «suo figlio» e Maria «sua sposa», ma dicendo: «Prendi il bambino e sua madre, e fuggì in Egitto». E gli spiega anche la ragione della fuga, aggiungendo: "Perchè Erode sta cercando il bambino per ucciderlo" (Mt 2,13).
Giuseppe, ascoltando queste parole, non rimase negativamente impressionato. Non disse all`angelo che quella fuga gli sembrava enigmatica, dato che poco tempo prima lo stesso angelo gli aveva detto che il bambino avrebbe dovuto salvare il suo popolo, mentre ora sembrava non essere neppure capace di salvare se stesso. Quella fuga, quel viaggio e quella lunga emigrazione non erano forse in contraddizione con la promessa che l`angelo medesimo gli aveva fatto? Ma Giuseppe non disse niente di tutto questo, perch‚ era un uomo di fede. Non si dimostrò neppure curioso di conoscere il tempo del ritorno, poichè l`angelo non gliel`aveva affatto precisato, avendogli detto genericamente: «Resta colà, fino a che io non te lo dica». Al contrario, Giuseppe dimostra vivo zelo: ascolta, obbedisce (cf.Mt 2,14) e sopporta con gioia tutte le prove.
Dio, nella sua bontà, mescola, in queste circostanze, la gioia e il dolore. Così egli è solito agire con tutti i santi. Non li lascia sempre nel pericolo o sempre nella sicurezza, ma ordina la vita degli uomini giusti a mo` di una trama, in cui si intrecciano gioie e dolori. E proprio così si comportava con Giuseppe. Vi prego di osservare e di riflettere. Giuseppe si accorge che Maria è incinta e subito è colto da turbamento e da una grande angoscia, sospettando che la Vergine abbia commesso adulterio: ma l`angelo interviene immediatamente, sciogliendo ogni sospetto e liberandolo da ogni timore. Poi il bambino nasce e Giuseppe ne è estremamente felice: ma alla sua gioia fa seguito subito un nuovo dolore, perch‚ sente che tutta la città turbata e il re, in preda a un vivo furore, ricercano con ogni mezzo il bambino. Questa pena è temperata dalla gioia ch`egli prova alla vista della stella e dell`adorazione dei Magi: ma, ancora una volta, la gioia si muta in ansia e paura, quando l`angelo gli dice che «Erode sta cercando il bambino per ucciderlo» e gli ingiunge di fuggire e di emigrare.
Sta di fatto che Gesù doveva allora comportarsi in modo del tutto umano. Il tempo di compiere miracoli non era ancora venuto. Se avesse così presto cominciato a far prodigi, nessuno avrebbe creduto che era un uomo. Per questo motivo, egli non viene al mondo d`improvviso: come un uomo è dapprima concepito, poi resta nove mesi nel seno di Maria, nasce, si nutre con il latte materno, vive per molto tempo una vita ritirata, aspettando di divenire uomo adulto con il passar degli anni, in modo che questo suo comportamento convinca tutti a credere alla verità della sua incarnazione...
Dunque l`angelo ordina loro, al ritorno dall`Egitto, di andare a stabilirsi nel loro paese. Anche questo accade con un preciso disegno, cioè "affinché si adempisse" - dice il Vangelo - "ciò che era stato detto dai profeti: Egli sarà chiamato Nazareno" (Mt 2,23)
Del resto, proprio perchè lo predissero i profeti, gli apostoli spesso chiamarono Cristo «Nazareno» (cf.Is 11,1).
Questo fatto, allora, rendeva oscura e non facilmente comprensibile la profezia relativa a Betlemme? Niente affatto. Ché, proprio questo doveva, al contrario, stimolare la loro curiosità e spingerli a indagare su quanto era stato detto di lui nelle profezie. Come si sa, fu il nome di Nazaret che spinse Natanaele a informarsi su Gesù Cristo, da cui si recò dopo aver detto: "E può venire qualcosa di buono da Nazaret?" (Gv 1,46). Nazaret era, infatti, un villaggio di nessun conto, come del resto pochissima importanza aveva tutta la regione della Galilea. Per ciò i farisei dissero a Nicodemo: Ricerca bene e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea (cf.Gv 7,52). Tuttavia, Cristo non si vergognò di prender nome da questa patria, per mostrarci che non aveva affatto bisogno di ciò che gli uomini ritengono importante. Egli scelse i suoi apostoli proprio in Galilea, paese disprezzato dai Giudei, per togliere ogni scusa ai pigri e far loro vedere che non occorre niente di tutto quanto è esteriore, se essi si applicano con zelo alla virtù. Sempre per questo motivo il Figlio di Dio non volle affatto una casa sua: "Il Figliolo dell`uomo non ha dove posare il capo", egli dice (Lc 9,58). Per questa ragione fugge quando Erode vuole ucciderlo; appena nato viene deposto in una mangiatoia e rimane in una stalla; si sceglie anche una madre povera: ed ha fatto tutto ciò per abituarci a non arrossire di queste cose, per insegnarci, insomma, fin dal suo ingresso in questo mondo, a calpestare sotto i piedi il lusso e l`orgoglio del mondo e a non ricercare altro che la virtù...
Non restiamo, dunque, ad aspettare oziosamente l`aiuto degli altri. E` certo che le preghiere dei santi hanno molta efficacia, ma solo quando noi mutiamo condotta e diventiamo migliori...
Insomma, se noi siamo pigri e negligenti, neppure gli altri ci potranno soccorrere: ma se vegliamo su noi stessi, da noi medesimi ci soccorreremo e lo faremo molto meglio di quanto potrebbero farlo gli altri. Dio preferisce accordare la sua grazia direttamente a noi, piuttosto che ad altri per noi, perchè lo zelo che poniamo nel cercare di allontanare la sua collera ci spinge ad agire con fiducia e a diventare migliori di quel che siamo. Per questo il Signore fu misericordioso con la cananea e così egli salvò la Maddalena e il ladrone, senza che alcun mediatore fosse intervenuto a favore.

(Giovanni Crisostomo, In Matth. 8, 2 s.; 9, 2; 5, 1)


3. La fuga in Egitto (Mt 2,13-18)

Tu che per paura dell`assassino dei bambini,
Di Erode che ha massacrato i piccoli,
Sei partito per il paese d`Egitto,
Seguendo l`oracolo del Profeta,

Contro notturno terror ti piaccia (premunirmi)
Del Tiranno sanguinario,
E fortificarmi con la tua Destra
Contro i suoi colpi sferrati nel segreto.

Tu che umile hai vissuto sulla terra,
Mentre infinitamente trascendi gli esseri celesti,
Innalzami dalla terra verso il cielo,
Io che son caduto nell`abisso del peccato.

(Nerses Snorhalì, Jesus, 337-339)