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III DOMENICA DI PASQUA

III DOMENICA DI PASQUA


Letture: Atti 2,14a.22-28

1 Pietro 1,17-2

Luca 24,13-35


1. Gesù premia l`ospitalità


Avete udito, fratelli carissimi, che il Signore apparve a due discepoli che camminavano lungo la via, i quali non credevano in lui e tuttavia parlavano di lui, ma non si mostrò loro con le sue sembianze sí da farsi riconoscere. Il Signore dunque riprodusse fuori, negli occhi del corpo, ciò che avveniva dentro di loro, negli occhi del cuore. E poiché nel loro intimo amavano e dubitavano, il Signore era fuori ed era presente, e non si manifestava per quello che era. A coloro che parlavano di lui si mostrò presente, ma poiché dubitavano nascose loro l`aspetto che poteva darlo a conoscere. Parlò con loro, li rimproverò della loro durezza a intendere, spiegò i segreti della Sacra Scrittura che lo riguardavano; e tuttavia, poiché nei loro cuori era ancora pellegrino quanto alla fede, finse di andare piú lontano. Fingere, infatti, significa [in latino] plasmare, per questo chiamiamo «figuli» coloro che plasmano la creta. Nulla, dunque, la semplice Verità fece con doppiezza, ma si mostrò loro nel corpo tale e quale era nella loro mente. Volle provare se essi, che non lo amavano ancora come Dio, almeno potessero amarlo come pellegrino. Ma siccome non potevano essere estranei alla carità quelli con i quali camminava la stessa Verità, ecco che lo invitarono ospitalmente quale pellegrino. Ma perché diciamo «lo invitarono», quando sta scritto: "Lo costrinsero?" Dal quale esempio si comprende che i pellegrini non solo devono essere invitati, ma attirati con insistenza. Apparecchiano la tavola, offrono il cibo, e allo spezzar del pane riconoscono quel Dio che non avevano riconosciuto mentre spiegava la Sacra Scrittura.

Ascoltando dunque i precetti di Dio non furono illuminati, mentre lo furono mettendoli in pratica, poiché sta scritto: "Non coloro che ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che mettono in pratica la legge saranno giustificati" (Rm 2,13). Pertanto, chi vuol comprendere le cose udite, si affretti a mettere in pratica quelle che ha già potuto capire. Ecco che il Signore non fu conosciuto mentre parlava, e si degnò di farsi conoscere mentre era servito a tavola. Amate dunque l`ospitalità, fratelli carissimi, amate le opere della carità. A questo proposito, infatti, da Paolo vien detto: "L`amore fraterno rimanga in voi, e non dimenticate l`ospitalità. Alcuni infatti piacquero per essa, avendo accolto degli angeli" (Eb 13,1). Pietro dice: "Praticate l`ospitalità gli uni verso gli altri, senza mormorare" (1Pt 4,9). E la stessa Verità afferma: "Fui pellegrino, e mi accoglieste" (Mt 25,35). Vi narro ora una cosa molto conosciuta, trasmessa a noi dai nostri padri. Un padrone di casa era dedito, con tutta la sua famiglia, a praticare l`ospitalità; e siccome accoglieva quotidianamente pellegrini alla sua mensa, un giorno venne con gli altri un pellegrino, e fu condotto alla mensa. Mentre il padrone di casa per umiltà voleva versargli acqua nelle mani, si volse per prendere la brocca ma improvvisamente non trovò piú colui nelle cui mani voleva versare l`acqua. E poiché si meravigliava fra sé dell`accaduto, quella stessa notte il Signore gli disse in visione: «Gli altri giorni hai accolto me nelle mie membra, ieri invece hai accolto me in persona». Ecco che Colui che viene nel giorno del giudizio dirà: "Ciò che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli piú piccoli, l`avete fatto a me" (Mt 25,40). Ancor prima del giorno del giudizio, quando è ricevuto nelle sue membra, va a visitare coloro che lo hanno ricevuto, e tuttavia noi siamo pigri alla grazia dell`ospitalità. Pensate, fratelli, quanto è grande la virtù dell`ospitalità! Voi ricevete Cristo alla vostra mensa per essere poi ricevuti da lui al convito eterno. Date ora ospitalità a Cristo pellegrino, affinché nel giorno del giudizio non vi dica che siete pellegrini a lui sconosciuti, ma vi accolga come suoi amici nel regno, con l`aiuto di lui che vive e regna, Dio, nei secoli dei secoli. Amen.


(Gregorio Magno, Hom. 23)



2. Lo riconobbero nella frazione del pane


Il Signore Gesú, dopo essere risuscitato dai morti, trovò per via due dei suoi discepoli, che conversavano insieme dei fatti del giorno, e disse loro: "Che sono questi discorsi che andate facendo tra di voi, e perché siete tristi?", ecc.; il fatto è narrato dal solo evangelista Luca. Marco si limita a dire che apparve a due discepoli lungo la via (cf. Mc 16,12.13): ma quel che essi dissero al Signore, od anche ciò che questi disse loro, egli lo ha tralasciato.

"Cristo con i discepoli per via". Cosa dunque ci ha apportato questa lezione? Qualcosa di grande, se cerchiamo di comprendere. Gesú apparve: era visto con gli occhi, ma non era riconosciuto. Il Maestro camminava con loro per via, anzi era lui stesso la via: essi però non camminavano ancora per la via; li trovò bensí che esorbitavano dalla via. Quando infatti era stato con loro, prima della sua Passione, aveva loro tutto predetto: che avrebbe patito, che sarebbe morto e risuscitato il terzo giorno (cf. Mt 20,18-19): tutto aveva predetto; ma la morte di lui fu oblio per loro. Cosí rimasero turbati quando lo videro pendente dal legno, sí da dimenticare il docente, da non aspettare il risorgente, né da tener fede all`autore delle promesse.

"Noi", dicono essi, "speravamo che avrebbe operato la redenzione d`Israele". O discepoli, voi speravate; dunque ora non sperate piú? Ecco che Cristo vive, mentre la speranza è morta in voi ! Certamente Cristo vive. E Cristo vivo trovò morti i cuori dei discepoli: ai loro occhi apparve e non apparve; ed era visto e si nascondeva. Ma se non era visto, in qual modo lo ascoltavano mentre interrogava, o rispondevano alle sue domande? Egli viaggiava per via con loro come un compagno, mentre era il capo medesimo. Senz`altro lo vedevano, però non lo riconoscevano. "I loro occhi erano infatti appesantiti e incapaci di riconoscerlo", come abiamo sentito. Non dice che erano incapaci di vedere, bensí che erano incapaci di riconoscerlo.

"Perché Cristo volle essere riconosciuto nella frazione del pane. Il premio dell`ospitalità". Orsú, fratelli, dove volle essere riconosciuto il Signore? Nella frazione del pane. Siamone certi, spezziamo il pane, e conosciamo il Signore. Non ha voluto essere conosciuto se non lí; il che vale per noi che non eravamo destinati a vederlo nella carne, e tuttavia avremmo mangiato la sua carne. Perciò, chiunque tu sia, o fedele; chiunque tu sia che non vuoi essere detto vanamente cristiano; chiunque tu sia che non senza ragione entri in chiesa; chiunque tu sia che ascolti con timore e speranza la parola di Dio, ti consoli la frazione del pane. L`assenza del Signore non è assenza: abbi fede, ed è con te colui che non vedi. Quei tali, quando parlava con loro il Signore, non dvevano fede: perché non credevano che fosse risorto, non speravano che potesse risorgere. Avevano perduto la fede, avevano perduto la speranza. Camminavano morti in compagnia della stessa vita. Con loro camminava la vita, ma nei loro cuori la vita non era stata ancora richiamata.


Anche tu, quindi, se vuoi avere la vita, fa` ciò che essi fecero, affinché tu conosca il Signore. Essi gli dettero ospitalità. Il Signore era infatti simile ad uno che vuole andare oltre, essi però lo trattennero. E dopo esser giunti al luogo cui erano diretti, dissero: "Resta ancora qui con noi, si fa sera infatti e il giorno volge al declino". Accogli l`ospite, se vuoi conoscere il Salvatore. Ciò che aveva portato via l`infedeltà, lo restituí l`ospitalità. Il Signore, dunque, si fece conoscere nella frazione del pane.

Imparate dove cercare il Signore, imparate dove possedere, dove conoscere, quando mangiate. I fedeli infatti hanno conosciuto in questa lezione qualcosa che meglio comprendiamo e che quei tali non conobbero. "Cristo si è assentato con il corpo perché si edificasse la fede". Il Signore è stato conosciuto; e dopo essere stato conosciuto, mai piú ricomparve. Si separò da loro con il corpo, colui che era trattenuto dalla fede. Per questo infatti il Signore si assentò con il corpo da tutta la Chiesa, e ascese al cielo, perché si edificasse la fede. Se infatti non conosci se non ciò che vedi, dove sta la fede? Ma se credi anche ciò che non vedi, godrai quando vedrai. Si edifica la fede, perché si respinge l`apparenza. Verrà ciò che non vediamo; verrà, fratelli, verrà: ma, attento a come ti troverà. Infatti, verrà ciò che dicono gli uomini: Dove, quando, come, quando sarà, quando verrà? Sta` certo, verrà: e non soltanto verrà, ma verrà anche se tu non vuoi.


(Agostino, Sermo 235, 1-4)



3. I discepoli di Emmaus (Lc 24,13-35)


Da questa valle di tristezza,

Poni nel cuor mio gradini per salire al cielo,

Dove Tu ci hai promesso, o Figlio unico,

Il tuo Regno di lassú.

Tommaso (Gv 20,24-29)


L`ottavo giorno

Tu sei entrato di nuovo, Signore, in casa loro;

Hai appagato il desiderio del discepolo,

L`incredulo Tommaso.


Ha tastato la ferita del tuo Costato

E il sacro foro dei chiodi;

Ecco perché ci fu data la «Beatitudine»,

A noi che, come loro, non Ti abbiamo visto.


Io che credo con tutta la mia anima,

Ti confesso Signor mio e mio Dio;

Di mia voce come lui lo proclamo,

Cosí come l`appresi per la sua parola.


Ti piaccia farmi degno nel finale giorno,

Quando ritornerai nella tua gloria,

Di vederTi nel tuo stesso corpo,

Per abbracciarTi con l`amor del cuore.



(Nerses Snorhalí, Jesus, 778-782)