00 04/04/2011 22:15
STEFANO BERTOLINI RISPONDE ALLE 22 QUESTIONI DI ALDO PIOMBINO -
QUESTIONE 4 DI 22 - LA GENETICA

Un suo amico, il prof. Maciej Giertych (che Lei sostiene essere un genetista quando a me risulta essere un dendrologo), sostiene che la formazione di razze o di varietà, fenomeno molto ben studiato sulle specie domestiche, consiste in una riduzione della diversità del genoma. Guarda caso è la stessa preoccupazione dei biologi conservazionisti (che sono anche evoluzionisti!): temono proprio per questo le conseguenze dell'isolamento fra loro di varie popolazioni di una stessa specie. Ma se questo è un aspetto molto importante ce n'è un altro: l'isolamento (geografico, alimentare o di altro genere) non Le sembra il sistema migliore per la speciazione perchè delle variazioni genetiche si possano fissare meglio in una piccola popolazione che in una grande?


Sicuramente l’isolamento favorisce la selezione naturale e successiva fissazione delle rimanenti informazioni genetiche, che sono ridotte rispetto alla popolazione parentale. Più è piccola la popolazione isolata, più va favorito la deriva genetica fino ad arrivare all’effetto fondatore con solo una coppia o un’animale gravida. A maggior ragione l’isolamento porta ad una perdita di informazione genetica e l’impoverimento del patrimonio genetico. Un esempio sarebbero le zanzare che sono rimaste isolate nel metrò di Londra. Dopo solo 100 anni le zanzare rimaste nei tunnel sotterranei riescono solo a stento ad incrociarsi con quelle della popolazione parentale rimasta in superficie. Cosi sono sull’orlo di essere una nuova specie, a tal punto che ora vengono addirittura classificate come specie diverse: Culex pipiens in superficcie, e Culex molestus sotto terra (K.Byrne, R.Nichols, Culex pipiens in London Underground tunnels: differentiation between surface and subterranean populations, Heredity (1999) 82, 7–15). La rapidità di speciazione spesso lascia gli evoluzionisti a bocca aperta per i loro preconcetti di milioni di anni. Ci sono innumerevoli esempi di speciazione in corsia di sorpasso che lasciano i biologi evoluzionisti sbalorditi ma che sono perfettamente congrue ad una speciazione recente come proposta dalla posizione creazionista.


A proposito, lo sa che sono stati proprio i genetisti a dimostrare che nella nostra specie non si possono biologicamente separare delle razze distinte dal punto di vista genetico [non ndr] esistono le razze, con ciò dando un messaggio di uguaglianza fra gli uomini di cui la Chiesa dovrebbe appropriarsi?


Finalmente gli evoluzionisti sono arrivati a quello che la Bibbia ha sempre dichiarato: siamo tutti fratelli, figli di una sola coppia di genitori. Dio “ha fatto d’un sangue tutta la generazione degli uomini, per abitare sopra tutta la faccia della terra,” Atti 17:26.


Per un reportage sull’origine di queste “scoperte” da parte degli evoluzionisti possiamo fare riferimento al progetto Eva Mitocondriale (Newsweek Magazine, Gen 11, 1988, “La ricerca di Adamo ed Eva”): “Questa scoperta porta un profondo messaggio di fratellanza biologica”, Science Magazine, 1998: “Introducendo nuove procedure forensi, il DNA mitocondriale sembra mutare molto più velocemente delle aspettative, sollevando delle questioni preoccupanti rispetto alla datazione degli eventi evoluzionisti... Usando il nuovo orologio, Eva dovrebbe avere solo 6000 anni.” Accecata dalle proprie prevenzioni, la giornalista indossa i suoi occhiali tinte dal preconcetto di milioni di anni e scrive: “nessuno pensa che sia così…” Tale data è perfettamente in linea con quella proposta dai creazionisti.