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C. La risposta degli esseri viventi
Oltre alla testimonianza dei popoli ed alla
professione di fede dei grandi uomini, c’è ancora sulla
terra qualche cosa che esige ad alta voce l’esistenza di
Dio: ed è la vita sulla terra. Il semplice fatto che sulla
terra ci sono degli esseri viventi: una moltitudine di
piante, animali ed esseri umani su un pianeta, che fu un
tempo senza vita.
La vita! Al centro di un così arduo argomento, a tutti
i nostri perché, si drizza un misterioso volto velato, un
santuario nascosto: la questione dell’essenza della vita.
Che cosa è la vita? Per secoli e secoli ci si è sforzati di
sollevare questo velo; per secoli e secoli si è indagato e
discusso: le intelligenze più perspicaci si sono affilate e
tormentate. Il mistero della vita è ancora oggi circondato
da un muro incantato. La ragione umana risolverà
giammai questo enigma? o forse è un mistero toccante
Dio così da vicino, che l’occhio umano non potrà mai
penetrare nelle sue sublimi profondità?
Ecco dunque la questione: che cosa è la vita? e
nessuno può rispondere, perché la vita è il più grande
mistero del regno della natura. Una pietruccia giace
inerte nel mio giardino, la pianto nel terreno (si ride di
me), ed essa resta ciò che era: una pietruccia senza vita.
Pianto un piccolo fagiolo, così piccolo, così grigiastro, così
immobile come un sassolino, ed ecco che in qualche
giorno esce dal suolo una pianticella e cresce e fiorisce e
dà frutto.
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Chi può comprendere questo? E se la grandezza ed il
numero meraviglioso dei corpi celesti ci colpisce
d’ammirazione, noi siamo egualmente commossi dalle
migliaia e migliaia di esseri che vivono in una goccia
d’acqua, e guardandoli al microscopio, non ci si può
impedire di esclamare come un illustre scienziato: “Deus
in minimis maximum” “Dio si mostra più grande nelle
minime cose.”
Noi non sappiamo cosa sia la vita, e tuttavia la terra
intera intorno a noi formicola di vite e d’istinti
meravigliosi che tendono tutti ad uno scopo.
1) Quale meraviglia l’istinto degli animali! Gli uomini
non possono spiegarlo: ma è una prova meravigliosa di un
Creatore che ha dato la vita al mondo intero e lo governa
con saggezza.
Se volessi portare degli esempi, non arriverei a
concludere oggi il mio sermone. Basterà che io citi un
solo caso. Com’è risaputo, si biasima il cuculo per il fatto
che deposita le sue uova nel nido di un altro uccello e le fa
covare da esso. È un tratto antipatico del carattere del
cuculo, ma solo per chi ignora la causa della sua curiosa
maniera di agire. Il cuculo stesso la ignora e l’uomo per
lungo tempo l’ha ignorata. Finalmente la scienza se n’è
accorta e ha riabilitato il povero uccello. Infatti, il cuculo,
nel grande regno della natura, è stato incaricato
dell’ufficio di guardaboschi: perseguita senza pietà i
bruchi degli alberi che devasterebbero tutta la foresta se il
loro nemico implacabile, il cuculo, durante le settimane di
cova, dovesse avere la cura del suo nido; se covasse,
sarebbe un danno, e così da questo compito è stato
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dispensato. Ma da chi? Gli uccelli hanno aggiustato la
cosa fra loro? Impossibile. Chi dirige dunque il destino, lo
scopo, la strada di questo formicolio di vite?
2) Ora giungo all’enigma più misterioso d’ogni altro:
la vita umana.
Talvolta si sente dire: Sì, se la Chiesa Cattolica
potesse fare che i morti uscissero dalle loro tombe e
tornassero alla vita, dietro sua preghiera, io crederei. Oh,
fratelli miei, una cosa più grande della resurrezione dei
morti è che noi esistiamo e viviamo. Avete mai pensato
alla sublimità dell’istante in cui il primo uomo è apparso
sulla terra?
La terra era prima un informe oceano di fuoco; ogni
astro non era altro che una fiamma liquida, tutto il
mondo, una nebulosa. E una goccia di questo oceano di
fuoco si staccò, e cominciò a raffreddarsi... ed i vulcani
eruttarono fiamme... e delle montagne si alzarono ad
altezze di ottomila metri... ed il globo continuò a
raffreddarsi... e si formarono delle terre e dei mari… la
terra si coprì di verde, le montagne si abbellirono di
foreste. Ma alla superficie di questa terra è silenzio di
morte, non c’è ancora l’uomo ad elevare la sua voce. Ed é
allora che arriva l’istante, conosciuto da Dio da tutta
l’eternità, quando appare un nuovo essere, totalmente
distinto da tutti gli altri, provvisto di una volontà libera,
capace di entusiasmarsi, amare e parlare, che può levare
gli occhi verso il cielo e dire al Creatore invisibile: Padre
mio! È l’apparizione del primo uomo sulla terra.
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Istante di una grandezza commovente! Prodigio più
grande della resurrezione dei morti. Se un morto
risuscita, è il ritorno alla vita di uno che già prima
esisteva. Ma con il primo uomo, è apparso sulla terra
qualcuno che prima non esisteva.
Il più degli uomini non ha riflettuto sulla
complicazione e, nello stesso tempo, sull’estrema unità dei
loro corpi: il corpo vivente dell’uomo. “L’ufficio” della
direzione è il cervello, con la sua folla di suddivisioni che
lavorano per una grande comunità. Un cavo esce
dall’ufficio “il midollo spinale” che si divide in tutta una
rete di fili telefonici, il sistema nervoso, che trasmette gli
ordini della direzione. Le notizie del mondo esteriore
sono ricevute da due ascoltatori, le due orecchie; le
immagini dello stesso mondo da due apparecchi
fotografici, gli occhi, che, senza che noi lo sappiamo,
risolvono dei problemi straordinari di fotografia: sopra
una sola lastra essi prendono milioni d’immagini e pure
immagini a colori.
In questa grande officina si trovano anche due
laboratori di chimica, l’odorato ed il gusto; una
meravigliosa pompa aspirante e premente, il cuore: un
filtro, i reni; un colorificio centrale funzionante
perfettamente, gli organi della digestione che
mantengono costantemente una temperatura di 37
centigradi; la caldaia, o la stufa di questo riscaldamento
centrale è alimentata da un mulino, i denti. Dove trovare
un organo analogo ad una gola umana? Dove trovare il
ponte sospeso equiparabile, nel suo meccanismo, allo
scheletro ed al sistema muscolare dell’uomo?
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Il mio cuore batte notte e giorno, sia che ci pensi o
no. Se io mi faccio una piccola ferita al dito una
sensazione di dolore l’annuncia a tutto il corpo, ed un
istante dopo ogni sua parte si mette all’opera per guarire
la ferita. Ed era così anche migliaia d’anni fa quando non
eravamo così informati come adesso sulle funzioni
dell’organismo, e lo stesso accadrà fra migliaia d’anni,
quando si saranno scoperti nuovi particolari su questo
misterioso lavoro. Ed ora, io vi domando: Chi ha
costruito questa macchina, di una perfezione e di
un’utilità ineguagliabili, che è il corpo umano? Qualcuno
mi risponde: Si è fatta da sé. Allora ascoltate. C’è, nella
Cattedrale di Strasburgo un antico orologio
complicatissimo la cui costruzione risale al Medio Evo.
Esso racchiude una quantità di ruote, catene, leve, ed
indica l’anno, le stagioni, i mesi, i giorni, le ore, i minuti,
e segna i quarti: personaggi d’ogni genere si mostrano ai
movimenti. Gli stranieri rimangono stupefatti davanti a
questo orologio e lodano il suo costruttore. Tali riflessioni
sono ascoltate da una piccola formica che s'è insinuata in
questa foresta di ruote e dice fra sé: Com’é ingenua la
gente! Che cosa c’è da meravigliarsi? Dov’è il costruttore?
Io non l’ho mai visto. Del resto che bisogno c’è di un
costruttore? Una ruota ne mette in movimento un’altra,
questa a sua volta ne fa muovere una terza e così di
seguito, tutto cammina da sé, non c’è costruttore.
Così ragiona la formica sperduta nel grandioso
meccanismo dell’orologio di Strasburgo, ma io, vedendo
la meravigliosa macchina della vita umana, non voglio
coprirmi di ridicolo con una filosofia così ingenua come
quella della piccola formica.
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* * *
Fratelli miei, un celebre moralista e pedagogo tedesco
ha scritto: “La religione appartiene alle funzioni normali
della natura umana: la sua assenza significa sempre un
turbamento nella vita individuale, come nella sociale”16.
L’incredulità è dunque uno stato d’eccezione, uno stato
malaticcio della società. Si perde la fede, ma è uno stato
spirituale così anormale come la perdita della ragione. E
come i disgraziati ospiti dei manicomi non sono un
argomento contro la ragione, così, se ci sono degli uomini
che hanno perso la fede, questa non è una prova che gli
argomenti pro-fede abbiano torto. Ciò che ogni popolo
ed ogni uomo normale crede, può essere errore? E ciò
che affermano i cervelli squilibrati, la negazione
dell’esistenza di Dio, può essere verità?
Tutto il passato dell’umanità protesta contro
l’ateismo. Protestano le innumerevoli fiamme delle aree
dove bruciano i sacrifici dei popoli pagani, protestano
gl’inni religiosi delle tavolette babilonesi e ninivite,
protestano i papiri egiziani ed i templi dell’India,
protestano i più eletti rappresentanti della scienza e
dell’arte; infine, protesta la vita.
Noi abbiamo passato in rivista l’umanità, abbiamo
capito le affermazioni dei popoli e dei personaggi più
eminenti: dovunque è l’unanimità della fede in un Essere
supremo al disopra del mondo.
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16PAULSEN in SCHANZ, Apologia I, 153
Ma io non voglio uscire dall’umanità. Non voglio
escludermi dalla società dei migliori. Dalle mie labbra
sfugge la preghiera che sorge dalle profondità dell’anima
umana:
Padre, io grido verso di voi.
Padre, io credo in voi.
Padre, io vi adoro.
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XI. Gli atei non hanno alcun motivo di scusa
Nella sua lettera ai Romani l’apostolo San Paolo,
condannava severamente coloro che non si danno
pensiero di Dio.
Non hanno alcun motivo di scusa (Rom 1, 20) esclama
l’apostolo, per quelli che, a vergogna della testimonianza
del mondo intero, non conoscono Dio, dato che, ovunque
noi riguardiamo, il mondo ci grida nei riguardi di Dio.
Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose (Rom 11,
36).
Invero, dietro tutto ciò che si muove o vive nel
mondo, si trova un creatore e un motore... e solo il
meraviglioso meccanismo dell’universo non avrebbe un
costruttore? Senza fondamento, può esserci una casa?
Senza orologiaio può esserci un orologio? Senza
ingegnere, può esserci una macchina? Senza scultore, una
statua? Nessuno potrebbe osare di sostenere questa
possibilità. Ma c’è chi osa affermare questa assurdità
mille volte più grande: Non c’e Dio, ma c’è l’universo,
questo orologio, questa macchina che funziona così
meravigliosamente.
Quando uno scienziato scopre una nuova stella,
quando si trova in presenza di una legge della natura fino
allora sconosciuta, la sua scoperta è celebrata con grande
pompa. Ma non è lui che ha creato la stella, che ha
stabilito la legge: egli é soltanto colui che ha scoperto la
loro esistenza. Quindi un Te Deum di meraviglia, di
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riconoscenza e di adorazione dovrebbe uscire dai nostri
cuori quando pensiamo al Creatore di tutte le cose.
In verità quelli che disconoscono Dio non sono
scusabili: senza l’esistenza di un Dio creatore del mondo,
non si può spiegare questo universo immenso dai colori
magnifici, questo mondo vivente e agente.
A. L’esistenza del mondo suppone un creatore?
1) Un Europeo incredulo faceva un viaggio in Africa,
ed un mattino vide l’Arabo conduttore della carovana,
mentre stava facendo la consueta preghiera. Si rivolse a
lui chiedendogli ironicamente: “Come sai tu che c’è un
Dio ?”. E l’Arabo gli dette questa magnifica risposta:
“Quando osservo le sabbie del Sahara, indovino dalle
tracce se é passato un uomo o un animale, ugualmente,
quando guardo il mondo, affermo per la vista d’altre
tracce che un Dio è passato”. Sublime risposta, degna di
un uomo! Poiché in verità, il telescopio che svela la
grandezza immensa dei mondi lontani, ed il microscopio
che ci fa entrare nel regno dello infinitamente piccolo,
sollevano la grande questione: Chi é il Creatore? Chi é il
Legislatore? Chi è il Capo, il Padrone? Perchè tutto
questo?
La parola “perché” è forse la più umana di tutte le
parole. Istintivamente viene sulle labbra del più piccolo
bambino; e questo perpetuo “perché” sulle labbra
dell’uomo, è il segno più grande della sua intelligenza, il
segno della sua sete di sapere e del suo desiderio di
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conoscere le cause delle cose. Magnifico tesoro che non
appartiene che all’uomo: la ricerca delle cause. Noi
analizziamo, scrutiamo, cerchiamo lontano, sempre più
lontano di causa in causa, finché non arriviamo alla causa
ultima, che si chiama Dio. Questa inquietudine che ci
impedisce di arrestarci alle stazioni intermedie, è radicata
nella nostra anima. Le ricerche particolareggiate che ora
si fanno nelle scienze specializzate scoprono cose
meravigliose nelle magnifiche leggi della natura: ed in
grazia di esse la saggezza infinita di Dio creatore appare
sempre più sublime ai nostri occhi.
“Più profondamente si penetra negli ingranaggi della
natura, più la maestà divina ingrandisce vittoriosamente
dinanzi al nostro sguardo”17, scrisse uno scienziato
naturalista moderno.
L’astronomo mette un prisma davanti ad un raggio
di sole e ne decompone i colori: e con questo semplice
procedimento costruisce grandiose teorie sull’essenza
della luce, sul suo cammino e perfino sul suo punto
d’origine; e noi non abbiamo alcuna ragione di mettere in
dubbio le sue affermazioni.
Durante una lunga passeggiata in montagna, un
geologo spiega i differenti strati della immensa catena
d’alture. “Ma avete potuto penetrarvi?”, osserva
qualcuno. “Non ho bisogno di far questo”, risponde.
“Vedete il ruscello che scaturisce dalle profondità del
suolo: esamino le acque, ed in base alla loro
composizione, so quali strati attraversa”. Ma la natura
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17 REINCHE, Naturwissenschaft, 1923, pag. 112
non ci mostra tracce cento volte più numerose, che
c’indicano infallibilmente la presenza di Dio?
2) Chi non crede in Dio, fa dunque violenza alla
propria ragione.
Si, non è esagerazione, giacché a lato della fede si
trova la ragione umana, che riflette; ma che cosa c’è dal
lato dell’incredulità?
Ditelo voi stessi che cosa e più ragionevole: credere in
Dio autore della vita, oppure credere che la vita s'è
formata da sé? Credere in Dio Creatore del mondo, o
credere che l’universo s’è fatto da solo? Credere in Dio,
saggio Ordinatore del mondo, oppure credere che
l’ordine, le leggi e la finalità che esistono nel mondo, sono
degli effetti senza causa? Preferisco dire con il geologo
belga d’Amalins: “Ammetto che è difficile, per la nostra
ragione concepire l’esistenza di un Dio Onnipotente e
puro spirito, come e difficile ammettere l’atto della
creazione, ma è molto più difficile concepire l’esistenza
dell’universo ed il suo ordine ammirabile, se un Essere
Onnipotente non preesisteva a tutto ciò”.
Preferisco adottare il ragionamento del Prudhon che
diceva: è così assurdo attribuire l’ordine dell’universo a
delle leggi puramente fisiche e perdere di vista Dio suo
ordinatore, è come attribuire la vittoria di Marengo a
combinazioni strategiche e perdere di vista Napoleone.
Ma se la ragione conclude con prove convincenti in
favore dell’esistenza di Dio, come è possibile che ci siano
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degli uomini che non vogliono curvare la testa innanzi a
Dio?