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3° RICORDATI DI SANTIFICARE LE FESTE

(sei giorni per l’uomo – UNO per DIO!)

Due motivazioni diverse per questo comandamento.

Es 20,8-11: «Ricordati del giorno del sabato per santificarlo; sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te.

Perché sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e quanto è in essi, ma il settimo giorno si è riposato. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro».

(Ogni uomo è immagine di Dio, quindi è opportuno che si riposi in giorno di sabato).

Dt 5,12-15: «Osserva il giorno di sabato per santificarlo, come Dio tuo ti ha comandato. Sei giorni faticherai e farai ogni lavoro, ma il settimo giorno è il sabato per il Signore tuo Dio: non fare lavoro alcuno, né tu,… Ricordati che sei stato schiavo nel paese d’Egitto e che il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio teso; perciò il Signore tuo Dio ti ordina di osservare il giorno di sabato».

Ogni uomo deve riposare il sabato come uomo libero, perché il Signore ha liberato il suo popolo dalla schiavitù, dai servizi obbligatori, e ora è libero!


  1. L’intenzione originaria

Ogni settimo giorno gli uomini liberati da Dio devono prendere coscienza della libertà loro donata; debbono partecipare al riposo creatore di Dio e rinnovarsi così costantemente nella loro qualità di immagine divina.

Le due redazioni sottolineano l’aspetto sociale del comandamento: il riposo è per tutti.

Gli uomini liberati dal Signore che hanno sperimentato l’amarezza della schiavitù dovrebbero portare in sé l’impulso del cambiamento, affinché lavoro e riposo non continuino ad essere suddivisi tra schiavi e liberi: ogni uomo deve avere la sua parte benefica di lavoro e di riposo.






  1. Variazioni successive

Questo comandamento che mirava alla libertà è stato utilizzato per comprimere l’uomo sia col sabato giudaico sia con la domenica cristiana.

Gesù butta all’aria le prescrizioni complicate ebraiche e afferma: «Il sabato è stato creato per l’uomo e non l’uomo per il sabato».

Gesù si preoccupa di mettere in risalto la virtù umanamente liberante di questo giorno. Anche nel cristianesimo comparvero presto tendenze oppressive che fecero sì che la domenica non fosse vissuta come festa della libertà. La partecipazione dei cristiani al culto domenicale è certo irrinunciabile, ma dove il rapporto di amore con Dio viene ridotto al dovere della frequenza alla messa, si cade nella situazione di due coniugi le cui relazioni coniugali vengano ridotte ai ‘doveri coniugali’.

Il culto o servizio, divini, significa che noi celebriamo il fatto che Dio si è posto al servizio degli uomini. Gesù disse: «Io sto in mezzo a voi come colui che serve» (Lc 22,27).

La tradizione ebraica vede il momento del riposo come tempo della pace; il riposo sabbatico è importante per l’uomo perché egli è immagine di Dio.


  1. Odierna attualizzazione


  1. Osservanza esteriore ma svuotamento interiore

Tutti oggi lavorano e hanno tempo libero; sia i ricchi che i poveri. I professionisti (liberi) lavorano anche la domenica e muoiono per troppo lavoro. Ma si è perso il senso, per le classi inferiori, della domenica, del riposo: la nevrosi del sabato sera! o della domenica! (al ritorno dal week end). Tante persone trovano il senso della loro esistenza solo nell’attività professionale, si rifugiano nella frenesia della vita professionale; la domenica è ‘vuota’ senza senso perché senza lavoro! Occorre recuperare il senso del riposo, ma anche della santificazione e della comunione sociale.


    1. Santificazione

Il giorno del riposo è fatto per ‘santificare’ il tempo, tirarlo fuori dall’ambito ordinario e metterlo in relazione con Dio (non solo andare a Messa).

L’esperienza del sabato e della domenica dovrebbe aiutare l’uomo a prendere le distanze da se stesso, affinché le sue tante e molteplici occupazioni non finiscano per sequestrarlo e inghiottirlo in maniera pericolosa.

Santificare il sabato è inserire la propria vita in orizzonti più vasti e divini.

Dal ricordo (Esodo) al passato nascono la gratitudine del presente e la speranza nel futuro: Dio ha aiutato allora, è fedele e aiuterà quindi anche oggi e manterrà le sue promesse fino in fondo.

Santificare, celebrare, ringraziare sono tre atti che vanno strettamente uniti: essi sono parte di un’umanità ben riuscita davanti a Dio. Quando uno ha imparato a ringraziare, ha compreso la ricchezza del dono di Cristo.

Un’attività intensa e ininterrotta può a lungo andare esaurire l’uomo nella sua dimensione interiore e provocare in lui un vuoto inquietante. L’uomo non è quello che produce, ma quello che si lascia donare da Dio e che può quindi celebrare. Nel culto il tempo libero è un grandioso spreco di tempo; e questo ha un effetto liberante.

Nel culto ebraico si celebra la liberazione operata dal Signore. Per i cristiani questo significa: come Dio ha liberato il suo popolo da una schiavitù mortale così ha liberato dalle catene della morte Gesù; tale azioni liberatrice è l’azione più grande di Dio e non si finirà mai di celebrarla. Se Gesù è stato liberato definitivamente anche noi saremo liberati definitivamente. Dobbiamo celebrarlo!


    1. Comunione di uomini liberati

L’osservanza del sabato include anche l’esperienza della comunione di uomini liberati. L’amore traboccante di Dio vuole promuovere gli uomini mediante la comunione con lui e tra loro.

Il sabato e la domenica dovrebbero essere riservati alle relazioni personali: con gli amici, la famiglia, i parenti, che sono tanto importanti per la piena espansione del nostro essere.

La capacità di vivere il tempo libero in maniera gratuita è espressione di libertà e di umanità. La domenica deve diventare un’oasi di splendide idee creatrici per tutta la vita: educare l’uomo alla libertà creativa!