00 04/03/2012 22:45

2° Comandamento:

NON NOMINARE IL NOME DI DIO INVANO

cioè ‘non abusare del tuo potere’

«Non ti servirai del nome di Jahve Dio tuo per la menzogna!» (Dt 5,11)

Non abuserai del Nome di Jahve tuo Dio’: così si dovrebbe tradurre, cioè non dovremmo usare il nome di Dio, dei santi, senza rispetto e nella bestemmia; proibisce anche il giuramento falso, lo spergiuro in nome di Dio. Ma questo è troppo poco ancora.

Il nome di Dio

La gente del tempo di Israele antico era convinta che la conoscenza del nome di una cosa le avrebbe dato anche il diritto di dominarla e di farne l’uso che voleva. Ciò vale anche per gli esseri viventi, l’uomo e gli spiriti.

Il dominio di Adamo sulla creazione comincia nel momento in cui egli dà un nome alle creature (Gen 2,19-20). Vedi Giacobbe allo Jabbek (Gen 32). Conoscendo il nome di un dio si poteva renderlo docile ai propri desideri. Gli dei dovevano rispettare questa legge di natura, con gli uomini.

Il più grande motivo di orgoglio di Israele era il fatto che conoscevano il nome di Dio: Jahve! «Io sarò quel che sarò» (Es 3,14).

Questo comandamento vietava di servirsi del nome di Jahve per compiere gli stessi scongiuri dei pagani al fine di esercitare un potere che non compete alle forze dell’uomo.

La libertà di Dio

Dio ha deciso di esistere per il suo popolo, di guidarlo nel suo cammino attraverso la storia e di assicurargli la sua fedeltà e il suo amore. Liberamente ha rivelato al suo popolo il suo nome, cioè il suo essere; non lo si può scongiurare e quindi costringere al servizio dei propri desideri. Le divinità pagane non erano Dio, erano pezzi di mondo, qualcosa di cui si poteva disporre come qualsiasi altra cosa di questo mondo.

Dio di Israele si è invece rivelato come colui al quale l’uomo può affidarsi in ogni istante della sua esistenza. Non c’è neppure bisogno di scongiurarlo per divenire partecipi della sua benedizione. E’ Dio che liberamente si dona! Dio è accanto all’uomo molto prima che gli si chieda di esserlo.

Il secondo comandamento intende dire questo: nella vostra pietà comportatevi come si addice al Dio meraviglioso, potente, libero, la cui gioia consiste nell’essere il vostro Dio.

CHE COSA DOBBIAMO FARE?

Chiacchiera e bestemmia

Evitare l’uso leggero e irrispettoso del nome di Dio. Anche noi usiamo tanti modi di dire senza seriamente parlare di Dio, nei nostri intercalari. Forse depauperiamo la nostra fede agli occhi degli altri per il fatto di usare tranquillamente tali modi di dire. Occorre essere coerenti e non usare tali modi di dire. Lo stesso vale per i nomi dei santi. Nessuna leggerezza!

Ciò vale ancora di più per la bestemmia.

La bestemmia caratterizza la vera profondità e la non profondità di fede di una persona. Se ci fermassimo un attimo dopo aver bestemmiato forse verremmo colti da un salutare terrore per quello che abbiamo detto.

Dio e umorismo

Non si può pronunciare con leggerezza il nome di Dio. Ma in un attimo di umorismo? Ci sono barzellette nelle quali le persone divine provocano una situazione comica e quindi muovono al riso. Ci sono caricature di contenuto religioso su molti giornali. Tutte trasgressioni al 2° Comandamento?

Evidentemente occorre rispettare la sensibilità di molti cristiani che si sentono feriti nei loro sentimenti religiosi ed essere prudenti quando si parla con persone di questo tipo.

La Bibbia dice che «Dio non si lascia schermire» (Gal 6,7) intendendo il comportamento e l’agire che non prendono sul serio tutti i comandamenti di Dio. Ma in Sal 2,4 e 37,13 la Bibbia dice che Dio stesso ‘ride’ e ‘schernisce’ i suoi nemici che gli resistono senza poter far nulla contro di lui.

Non dobbiamo aver paura di esprimerci su Dio presentandolo come uno che se la ride e viene a capo di uomini e di situazioni con la sua azione superiore. Tali storie e barzellette sono peccato contro il 2° Comandamento se nello scherzo è implicita una critica molto seria della pesantezza, mancanza di fantasia e stupidità delle persone, dell’intollerabilità di certe situazioni ecclesiastiche. Una critica affidata allo scherzo può aver persino la necessaria funzione della valvola che libera dall’eccessiva pressione di una determinata situazione di conflitto all’interno della Chiesa.

Una chiesa in cui c’è sempre qualcosa da buttare nel ridicolo è decisamente sulla buona strada della fede.

Le stesse regole valgono anche per le provocazioni che vengono dal cinema, dalle opere teatrali.

Potere

Gli scongiuratori di Dio, delle cui imprese il secondo comandamento voleva por fine, volevano esercitare un potere sugli uomini, sulle cose per piegarli in proprio favore.

E’ il desiderio istintivo dell’uomo di sottomettere gli altri alla propria volontà, spezzando tutte le resistenze che vi si oppongono. Come sarebbe allettante se si potesse dire: io esercito questo potere in nome di Dio, il potere di Dio è a mia disposizione!

Abuso di potere

Nell’uso del potere civile e religioso non si può più richiamarsi tranquillamente a Dio come faceva il pagano, che credeva di poter piegare al proprio servizio il potere stesso di Dio.

Ora il potere di Dio si trova nella persona che usa questo potere in favore della quale Dio stesso impegna il proprio potere. Il potere di Dio non è dalla parte di quanti lo invocano più frequentemente e insistentemente, ma dalla parte dei deboli e degli indifesi.

La vera e più grave infrazione del secondo comandamento è perciò l’abuso di potere, l’abuso delle doti e delle possibilità discrezionali che Dio ci ha donato a proprio vantaggio e a spese di coloro che non possono difendersi. Noi ci rendiamo responsabili del piccolo e in apparente abuso che può trasformare in una caricatura la vita cristiana e la stessa vita umana.

Quante volte abbiamo voluto cose di scarsa importanza, abbiamo voluto prevenire un altro nello sfruttare una certa possibilità, quante volte ci siamo inchinati verso i potenti e maltratto i poveri, quante volte abbiamo voluto imporci nei confronti dei figli, degli alunni… solo per godere del sentimento di aver dominato, di esserci imposti.

Il potere di Dio

Il nome di Jahve è ‘Io sarò’; osservare il secondo comandamento è allora: fedeltà anche contro l’infedeltà, amore anche contro odio, fiducia anche contro la sfiducia.

La potenza di Dio si è manifestata nella croce di Gesù: ‘Dio è aiuto!’, il Dio crocifisso è il nostro aiuto; dalla nostra parte non abbiamo nessun altro potere!