00 04/03/2012 22:44
di Adolf Exeler

1° Comandamento:    IO SONO IL SIGNORE DIO TUO

Per imporre dei comandamenti ed esigere da noi l’osservanza Dio fa ricorso alla sua autorità indiscutibile. “Io sono Jahve” (colui che sarà per gli uomini) qualunque cosa succeda Dio è presente, un invito alla confidenza. «Io sono il tuo Dio» un Dio tutto per noi! «Jahve è il mio possesso e la mia eredità» dice il salmista (Sal 16,5).

«Io sono Jahve tuo Dio che ti ha fatto uscire dall’Egitto».

Jahve è un Dio liberatore, come può dunque incatenarci con i comandamenti?

Tu uomo che hai udito e compreso chi ti ha parlato e sta al tuo fianco, non sarai così cieco da fare questo male e da omettere questo bene! Se farai così cadrai nella schiavitù e nella miseria come in Egitto!

Le due tavole

I primi tre comandamenti si riferiscono ai rapporti con Dio e gli altri sette ai rapporti con gli uomini. Queste due tavole sono congiunte: il culto reso a Dio disgiunto dall’amore al prossimo non è un vero culto (ama Dio – ama il prossimo).

Quando ci presentiamo al cospetto di Dio ci sentiamo subito interrogare sul nostro prossimo: ‘Come ti sei comportato con esso?’ (vedi i profeti).

Oggi il nostro mondo è pieno di problemi morali: eutanasia, aborto, guerra… se qualcuno potesse dirci con sicurezza che cosa sia giusto o sbagliato, che cosa sia bene o male, sarebbe per noi una liberazione!

Nei 10 comandamenti ci viene detto per bocca di Dio come possiamo vivere senza dover temere che questa vita fallisca. I dieci comandamenti sono precetti di vita (Dt 30,15), sono precetti di libertà; rappresentano la volontà di Dio per noi e Dio ci vuole bene.

Questo sarà un breve catechismo della libertà dei figli di Dio!

non avrai altri dei accanto a me

(devi credere solo in Dio! – non allontanarti da Dio)

Sal 115: «perché devono dire le genti dov’è il loro Dio? Il nostro Dio è nei cieli, tutto ciò che volle creò. I loro idoli invece sono argento e oro, fattura di mani d’uomo. Hanno bocca e non parlano, hanno orecchie e non odono, hanno occhi e non vedono, hanno naso e non odorano, hanno mani e non palpano… non parlano con le loro gole. Come loro siano coloro che li fecero e ognuno che confida in essi».

Is 44,9-10: «Gli artefici di idoli sono tutti vanità, i loro oggetti preziosi non giovano a nulla… Chi plasma e fonde un idolo fa tutto ciò senza utilità?…».

Gli dei non hanno emozioni umane. E’ cosa stupida attendersi qualcosa da essi. Non vale la pena di confidare in essi; si rimane delusi. L’idolo è un Dio finto, che non serve a nulla.

Il vero Dio Jahve dice: Abbandonati a me, solo io merito la tua fiducia. Io possiedo emozioni umane, io solo posso ascoltarti e capirti perché ti ho creato e liberato dalla schiavitù. Io solo posso ascoltarti, comprenderti, sostenerti, guidarti, amarti. Puoi fidarti di me, credere in me!

Il vivere e il morire dell’uomo è in buone mani. Dio è il donatore della vita dell’uomo perché Dio è la vita. Egli non può volere che la vita per me! Un idolo è ciò da cui ci si attende qualcosa che non può dare, non può darci vita.

Noi ci attendiamo la pienezza di vita dalla carriera professionale, dal conto in banca, dai figli, dal progresso, dal partito, dal potere… A questi idoli sacrifichiamo tutto, per nulla!

Dio ci rende la vita piena, in quanto vuole essere il nostro Dio, ci invita a credere nella sua parola. Jahve ci libera dai falsi idoli, dal timore della loro imprevedibilità! dal timore del caso, della sfortuna…

Il primo comandamento è la sintesi del vangelo; Gesù è venuto infatti per aiutarci a riporre la nostra fiducia solo in Dio, nostro Padre, perché la merita.

Che cosa dobbiamo fare?

A volte escogitiamo dei metodi per ritirare la fiducia a Dio o impostare in maniera sbagliata le nostre antenne sull’onda di Dio. Oppure confidiamo in noi stessi e negli idoli che ci siamo fatti; noi ci allontaniamo da Dio.

Il primo comandamento ci dice: NON ALLONTANARTI DA DIO!

1) Cercare Dio. Noi ci allontaniamo da Dio quando evitiamo con cura di interessarci di lui e ricercarlo. Osservare il primo comandamento allora significa considerare il problema di Dio e della sua realtà nella nostra vita come il più importante di tutti i problemi e meditare su di esso per tutta la vita. Conosciamo Dio? Siamo capaci di parlare di lui sul lavoro? Conosciamo solo due o tre formule impacciate? Crediamo che Dio ci vuole liberi e felici oppure lo sentiamo come colui che ci rende la vita più difficile di quanto sia?

2) Contare su Dio: noi ci allontaniamo da Dio quando viviamo come dei pagani che non contano su Dio. Viviamo alla giornata, facciamo le cose più semplici con una segreta disperazione: mangiare, bere, litigare, imporre i nostri punti di vista, mettere noi stessi in luce, non ammettere di aver torto.

Osservare il primo comandamento è vivere sapendo che la nostra vita è nonostante tanti scacchi e sofferenze qualcosa di buono, anche quando non ci sembra tale

3) Essere riconoscenti: una specie di allontanamento da Dio è il mostrarsi ingrati. Il vedere in tutte le cose sempre il lato oscuro, in tutto gli uomini solo i lati negativi.

Osservare il primo comandamento è vedere il lato buono nelle persone e nelle cose perché dietro ci sta Dio. Lasciare che la tristezza sia uno stato d’animo depressivo che a volte ci tormenta, ma che non possiamo prendere sul serio come la gioia cui ci abilita la fede in Dio. Avere occhi per vedere gli innumerevoli doni che Dio ci da ogni giorno ed esserne riconoscenti.

4) Saper ricevere: ci allontaniamo da Dio quando pensiamo che veramente conti soltanto quello che noi stessi facciamo. Che conti solo il fare, mentre il ricevere sarebbe pigrizia o comodità. Quando non sopportiamo il sentimento di aver fatto sempre troppo poco davanti a Dio. Quando pensiamo a Dio come il protettore degli uomini attivi, baciati dal successo. Il cui favore può essere ottenuto solo se si fa abbastanza con le proprie forze. Che aiuta i deboli e i perduti solo se essi stessi insorgono dalla loro debolezza e smarrimento. Non sopportiamo il Dio dei falliti. Questa è la peggiore incredulità.

Davanti a Dio conta l’uomo, la mano aperta, il saper ricevere, il lasciarsi donare. Per questo Gesù dice che dobbiamo diventare come bambini, e sopportare il sentimento di essere radicalmente dipendente da Dio, di essere sempre debitori dell’amore di Dio. E tutto ciò che è storto nel nostro agire ci deve buttare nelle braccia del Padre che ricomincia sempre da capo.

5) Preghiera. Per osservare il primo comandamento occorre affidarsi alla preghiera. Pregare e dire a Dio stesso la propria fede: ‘credo in te Signore, spero in te’.

Chi prega si presenta a Dio parlando a lui e con lui, nella lode, nella adorazione, nel ringraziamento, nel lamento, nella confessione delle colpe, nella domanda.

Popolo di Dio

Possiamo sintetizzare il primo comandamento in: ‘Puoi credere in Dio”.

Mediante la proclamazione del decalogo Israele venne radunato nel Popolo di Dio. «Io voglio essere il vostro Dio, e voi sarete il mio popolo» (Es 6,7).

Questo popolo di Dio è ora la chiesa. Fa parte del primo comandamento il lasciarci trarre fuori dall’isolamento e introdurre nella comunità dei credenti.