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I FENOMENI STRAORDINARI NEI MISTICI

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    12/01/2011 22:06

    Molti credenti, ricevono dal Signore determinate grazie di ordine spirituale, non sempre riconducibili sul piano della sola natura. Vi sono criteri per poter escludere quando determinati comportamenti sono solo di carattere psicologico, personale o anche patologico.

        Vi sono però manifestazioni ed effetti della vita di Grazia che trascendono il normale svolgimento della natura e quindi sono da riguardare come doni che il Signore fa per il bene di chi li riceve e per la Chiesa in generale.

        Oltre i tanti argomenti oggettivi abbiamo inserito in questa sezione, anche questo argomento che riguarda elementi della vita interiore di molte persone e che non possono essere ignorate o accantonate a priori, considerando soprattutto che vi sono molti casi ampiamente studiati e ritenuti veri doni divini.



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    PRECISAZIONI SULLA NOZIONI DI "ESPERIENZA MISTICA"

    Sembra che non sia facile ricercare e trovare una nozione di "esperienza mistica" comune alle varie religioni. Ed è probabile che non si possa pertanto parlare di universalità dell'esperienza mistica - o di una mistica naturale -, comune a tutti le varie spiritualità e religioni esistenti. Quando si parla di misticismo delle varie religioni si ha sempre a che fare con esperienze diverse, del tutto polivalenti. Pertanto, bisogna restringere il concetto di esperienza mistica ad un solo ambito. Viene scelto, per dovizie di studi e particolari esperienze, quello della mistica cristiana. In questo contesto, l'esperienza mistica è un sapere (ma anche un non-sapere) che subisce un'iniziativa, una presenza, un'azione (passività mistica). Teniamo conto che il sapere tipico del cristiano è la fede e la sua vita correlata, fonte di vera conoscenza delle verità rivelate e nascoste.

    Tutto il discorso intorno ai cosiddetti "fenomeni mistici straordinari" (FMS) ha sempre destato un certo interesse, a volte esclusivo, come se la mistica potesse restringersi al solo straordinario. Considerando che la mistica è la via dell'unione con Dio, tutti sono chiamati a tale esperienza e non è dato di sperimentare, nella maggior parte dei casi, fenomeni che vanno al di là della normalità, al di là dell'ordinario. Si vedrà inoltre, che occorre una notevole prudenza e buon discernimento per definire i veri FMS che interessano il campo del soprannaturale, ma anche del diabolico e dello psicopatologico. I vari FMS si distinguono in:

    • Fenomeni di ordine conoscitivo

    • Fenomeni di ordine affettivo

    • Fenomeni di ordine corporale

    Ma prima di affrontare in maniera sintetica i vari fenomeni, occorre precisare alcune nozioni base che permettano di inquadrare in modo corretto questi fenomeni.

    [Modificato da Credente 06/05/2012 23:11]
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    12/01/2011 22:07

    NOZIONI PRELIMINARI PER L'ESAME DEI FENOMENI STRAORDINARI

    I FMS possono essere attribuiti unicamente a:

    1. una causa soprannaturale: se il fenomeni procede da Dio;

    2. una causa preternaturale: se il fenomeno procede dal demonio;

    3. una causa naturale: se il fenomeno procede dall'immaginazione della persona o da uno degli agenti che costituiscono il mondo fisico esterno.

    Si esamineranno dunque di seguito, secondo una concezione classica, ma ancora valida, e seguendo il manuale di Royo Marin, i concetti di Natura, Naturale, Soprannaturale, Preternaturale, Grazia e Grazie gratis datae.

     

     

    CONCETTO DI NATURA E NATURALE

    Concetto di natura: la parola natura può assumere diversi significati:

    1. senso individuale: in quanto significa o esprime l'essenza di una cosa concreta (ad es., la natura di un animale o di un metallo);

    2. senso collettivo: in quanto significa l'insieme di tutte le cose dell'universo, interdipendenti secondo leggi determinate;

    3. senso dinamico: in quanto significa l'essenza di una cosa come principio radicale delle operazioni e passioni che per sé gli convengono.

    Nel primo e nel terzo senso, la parola natura può applicarsi analogicamente alla natura divina e alle nature create.

    Concetto di naturale: si intende per naturale tutto ciò che per qualsiasi essere gli conviene secondo la sua natura. Secondo Tommaso e la concezione tomista del naturale, abbiamo questi modi di convenienza:

    1. Costitutive: sono compresi tutti gli elementi che costituiscono la sua essenza (ad es., il corpo e l'anima razionale nell'uomo);

    2. Emanative: le forze e le energie che emanano naturalmente dall'essenza (ad es., l'intelletto e la volontà nell'uomo);

    3. Operative: tutto ciò che la natura può produrre con le sue forze od operazioni (ad es., gli atti di intendere o di amare negli esseri razionali);

    4. Passive: tutti i fenomeni che altri agenti naturali gli possono naturalmente causare (ad es., il freddo o il caldo);

    5. Exigitive: tutto ciò che la natura esige per la sua perfezione naturale;

    6. Meritorie: il diritto al premio naturale proporzionato (si riferisce alle azioni morali e libere nell'ordinate naturale o etico).

     

     

    CONCETTO DI SOPRANNATURALE E PRETERNATURALE

    Dai principi stabiliti si deduce che il soprannaturale è in qualche modo ciò che trascende il puramente naturale in qualunque sua accezione. Quindi:

    • per la natura individuale sarà soprannaturale tutto quello che sta fuori e sopra la sua essenza naturale;

    • per la natura collettiva, tutto quello che sorpassa le leggi della medesima natura;

    • dal punto di vista dinamico, sarà soprannaturale tutto quello che sta fuori e sopra le sue esigenze ed operazioni naturali.

    Il soprannaturale non significa qualche cosa che è "contro natura", ma che trascende, ossia che sta sopra ciò che è naturale. È contro natura ciò che va contro l'inclinazione di qualsiasi creatura ed assume il connotato di violenza.

    Fra le divisioni del soprannaturale abbiamo:

    1. Soprannaturale assoluto: il soprannaturale assoluto (simpliciter) è tutto ciò che eccede la proporzione di tutta la natura creata o creabile, che supera le capacità e le esigenze di qualsiasi creatura. Esso si divide in:

      1. quoad substantiam: è quello dei misteri propriamente detti, della grazia e gloria, che eccede le forze efficienti e le esigenze di qualsiasi natura creata, ma non le forze conoscitive della natura razionale;

      2. quoad modum: è quello che eccede le forze efficienti e le esigenze di qualsiasi natura creata. È quello proprio e caratteristico dei miracoli che possono essere classificati in questo modo:

        1. Miracolo quoad substantiam: la glorificazione del corpo o la profezia;

        2. Miracolo quoad subiectum: la risurrezione non gloriosa o la conoscenza dei segreti del cuore (cardiognosia);

        3. Miracolo quoad modum: guarigione istantanea di una malattia, il dono delle lingue.

    2. Soprannaturale relativo: il soprannaturale relativo (secundum quid) è quello che eccede unicamente la proporzione di qualche natura creata, ma non quella di ogni creatura. Per es., intendere o amare, che è naturale e specifico per l'uomo, diventerebbe soprannaturale per un animale che manca delle facoltà necessarie per compiere tali atti; quello che è puramente naturale per l'angelo o il demonio, potrebbe essere soprannaturale per l'uomo perché eccede le sue forze umane. Questo soprannaturale relativo è anche detto preternaturale

    Il preternaturale non è dunque altro che il soprannaturale relativo, quello che sta fuori dell'ordine naturale ordinario e normale, ma che non trascende in nessuna maniera l'ordine natura assoluto (o simpliciter). Ad es., l'intendere per mezzo di semplice intuizione e senza discorso che è naturale nell'angelo (natura intellettuale) sarebbe preternaturale per l'uomo (natura razionale).

    [Modificato da Coordin. 12/01/2011 22:08]
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    12/01/2011 22:10

    CONCETTO DI GRAZIA E GRAZIE "Gratis datae"

    La fonte dei FMS è Dio in quanto autore dell'ordine soprannaturale. I fenomeni mistici si svolgono o sul piano puramente intellettuale, o su quello affettivo o sul piano organico o contemporaneamente su diversi piani.

    La maggior parte dei fenomeni mistici straordinari si possono ricondurre alle grazie gratis datae. Secondo l'uso biblico il termine grazia significa il dono soprannaturale concesso da Dio alla natura razionale in ordine al conseguimento della vita eterna. Si può suddividere concettualmente la grazia in due:

    • la grazia gratum faciens: è la grazia simpliciter, abituale o santificante che ha lo scopo, secondo una definizione classica, di stabilire l'amicizia soprannaturale fra Dio e l'uomo, dandogli una partecipazione fisica e formale della natura di Dio. Abbraccia tre aspetti diversi: la grazia santificante propriamente detta, le virtù infuse e i doni dello Spirito Santo (Nota: per questi concetti si veda la pagina dei Concetti fondamentali relativi alla mistica, in queste pagine);

    • la grazia gratis data: ha per oggetto immediato o diretto non la santificazione di colui che la riceve, ma l'utilità spirituale del prossimo. E si chiama così perché sta fuori non solamente della potenza naturale, ma anche del merito soprannaturale della persona che la riceve.

     Secondo una concezione classica, si devono tenere presenti i seguenti punti fondamentali:

    • le grazie gratis datae non fanno parte dell'organismo soprannaturale della vita cristiana, formato dalla grazia abituale, virtù infuse e doni dello Spirito;

    • sono puri epifenomeni della vita della grazia che per sé possono verificarsi anche senza di essa;

    • non rientrano nell'ambito del merito;

    • non costituiscono un abito, ossia una condizione costante come possono essere la grazia santificante, le virtù e i doni, ma l'anima le riceve in modo transitorio;

    • non sono intrinsecamente soprannaturali (ossia quoad substantiam) ma solo estrinsecamente (ossia quoad modum);

    • richiedono necessariamente in ogni caso un intervento diretto e straordinario di Dio, di tipo miracoloso.

    Le conseguenze di queste considerazioni sono:

    • tali grazie non devono essere né desiderate né richieste a Dio; non sono necessarie per la salvezza né per la santificazione, in quanto chi le riceve le può ricevere anche in peccato mortale;

    • tali grazie non sono ordinate al bene del soggetto cui sono concesse, ma al profitto di altri e all'edificazione della Chiesa;

    • non occorre che tutti i santi abbiano queste grazie, dal momento che sono indipendenti dalla santità.

     

    Fra le varie grazie gratis datae elenchiamo le più importanti:

     

    • Sermo sapientiae: è la capacità dell'anima di comunicare agli altri per mezzo della parola un gusto soprannaturale in modo da istruirli, deliziarli e commuoverli profondamente; è la facoltà di spiegare la "sapienza" della religione cristiana riguardo ai misteri della Trinità, dell'Incarnazione o della redenzione.

    • Sermo scientiae: è la facoltà di esporre le cose che appartengono alle buone opere e al mondo dei comportamenti.

    • Gratia sanitatum: questa grazie comprende e include i fatti miracolosi che hanno per oggetto la salute del corpo; è la facoltà di guarire le malattie in un modo che supera le forze della natura.

    • Operatio virtutum: indica il dono dei miracoli nell'ordine fisico, con cui sta in relazione la gratia sanitatum. Abbraccia le derogazioni alle leggi della natura, realizzate sull'uomo o sulle altre cose sensibili, sia per convincere della realtà della dottrina, sia per manifestare il potere della santità. 

    • Prophetia: è un fenomeno di conoscenza intellettuale soprannaturale ricevuto a modo di passione o impressione passeggere, che ha per oggetto sia cose divine che umane, sia spirituali che corporali e di cui si ha la massima certezza che è stato rivelato da Dio.

    • Discretio spirituum: è la facoltà di distinguere lo spirito buono da quello cattivo, le ispirazioni di Dio dagli inganni demoniaci, i veri dai falsi profeti, le mozioni della grazia dai semplici movimenti della natura. Si deve considerare come un completamento della profezia.

    • Genera linguarum: detta anche "glossolalia", consiste in una conoscenza infusa i lingue straniere senza alcuno studio o esercizi previ.

     

    FENOMENI DI ORDINE CONOSCITIVO

     

    VISIONI

    Percezioni soprannaturali di un oggetto naturalmente invisibile all'essere umano. Si distinguono in: 1) visioni corporali (apparizioni); 2) visioni immaginarie; 3) visioni intellettuali.

     

    1. VISIONI CORPORALI

    Dette anche apparizioni, sono quelle in cui il senso della vista percepisce una realtà oggettiva (non necessariamente un corpo umano, ma anche una forma esteriore sensibile o luminosa) naturalmente invisibile all'uomo. Si può produrre in due maniere: o per la presenza vera di un corpo o per un'azione immediata esercitata da un agente esterno sull'organo della vista.

     

    2. VISIONI IMMAGINARIE

    La visione immaginaria è una rappresentazione sensibile interamente circoscritta alla immaginazione e che si presenta in modo soprannaturale allo spirito con una vivacità e chiarezza superiore alle stesse realtà fisiche esteriori. Si può produrre in tre maniere: mediante la rappresentazione delle immagini ricevute dai sensi; mediante la combinazione soprannaturale di queste specie acquisite e conservate nell'immaginazione; mediante nuove immagini infuse. Si tratta di una visione più elevata di quella corporale; più estesa, in quanto può rappresentare cose non solo presenti, ma passate o future; si verifica durante il sonno o anche quando si è svegli. Le sue forme più frequenti sono: rappresentativa (l'apparizione di un santo) e simbolica.

     

    3. VISIONI INTELLETTUALI

    Si tratta di una conoscenza soprannaturale che si produce mediante una semplice visione dell'intelligenza senza impressione o immagine sensibile. Si distingue dalla percezione naturale dell'intelligenza per alcune caratteristiche: 1) per il suo oggetto, che sorpassa le forze naturali dell'intelletto, essendo improvvisa, immediata e senza dimostrazione di conoscere il lavorio e la lentezza del ragionamento; 2) per la sua durata, permanendo per molti giorni, settimane o mesi; 3) per i suoi effetti che l'accompagnano, ossia l'amore che muove l'anima, la pace inconfondibile, il desiderio delle cose celesti, il disgusto di ciò che non è Dio. La visione intellettuale mistica si produce indifferentemente durante il sonno, la veglia o l'estasi. Due sono gli elementi: l'oggetto manifestato e la luce che lo illumina. Spesso si tratta di un oggetto ineffabile, visto che le anime non riescono poi a spiegarlo nel linguaggio umano, non trovando formule equivalenti. Inoltre, altro elemento che la contraddistingue, è la certezza assoluta, ossia una visione così chiara su cui non si può dubitare. 

    Le visioni sensitive e quelle immaginative possono avere origine soprannaturale, ma, secondo l'esperienza e gli insegnamenti dei grandi mistici, sono molto rare. Quasi sempre si tratterebbe di illusioni o allucinazioni naturali o di inganni diabolici. Le illusioni e le allucinazioni sono condizionate da particolari stati fisici e psichici tra cui stanchezza, inedia, insonnia, facilità di immaginazione. Per quanto attiene alle visioni intellettuali sembra più facile riconoscerne l'autenticità, data la fermissima certezza che includono. 

     


    LOCUZIONI

    Sono formule che enunciano affermazioni o desideri e si riferiscono unicamente al linguaggio articolato percepito mediante l'udito corporale. Si distinguono in: 

    • AURICOLARI: sono quelle percepite per mezzo dell'udito. Si tratta di vibrazioni acustiche formate nell'aria.

    • IMMAGINARIE: sono quelle che si percepiscono chiaramente con l'immaginazione sia durante il sonno che in stato di veglia. Possono procedere non solo da Dio, ma anche dagli angeli buoni o cattivi. Quelle che provengono da Dio lasciano nell'anima umiltà, fervore, spirito d'obbedienza a differenza di quelle diaboliche che lasciano invece aridità, inquietudine, insubordinazione, vanità.

    • INTELLETTUALI: sono quelle udite direttamente nell'intelletto senza concorso di sensi interni ed esterni. Giovanni della Croce distingue le locuzioni intellettuali in tre specie: successive, formali e sostanziali.

    Fanno parte delle c.d. grazie gratis datae.

     


    RIVELAZIONI

    Sono le manifestazioni soprannaturali di verità occulte o di segreti divini fatte da Dio per il bene generale della Chiesa o per l'utilità particolare dell'anima che le riceve. Si distinguono in: 

    • PUBBLICHE: rivolte a tutta la Chiesa;

    • PRIVATE: rivolte ad una persona in particolare.

    Ai fini delle nostre pagine mistiche interessano soltanto le seconde. Il dono della profezia è sempre esistito, ma occorre precisare che tutte le rivelazioni di Dio successive a quelle fatte ai profeti e agli apostoli e contenute nella S. Scrittura e nella Tradizione successiva, non entrano nel c.d. deposito della fede. Ai fini di un loro discernimento, si riassumono i principali criteri:

    1. sono false quelle rivelazioni che si oppongono al dogma o alla morale;

    2. sono sospette quelle rivelazioni contrarie alla dottrina comune dei teologi e che vorrebbero decidere su quello che liberamente si discute;

    3. non deve essere respinta come falsa una rivelazione che abbia un dettaglio o una parte effettivamente falsa, senza considerare il resto;

    4. non si deve considerare divina una rivelazione per il fatto che si compì in parte o in tutto, perché potrebbe essere un effetto della casualità;

    5. si devono respingere rivelazioni che abbiano per oggetto cose inutili, curiose o sconvenienti, quelle che sono prolisse senza necessità o sovraccariche di prove e di ragioni superflue;

    6. il temperamento e il carattere della persona soggetto di rivelazione deve essere valutato insieme agli effetti che tale rivelazione produce nell'anima.

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    12/01/2011 22:11

    DISCERNIMENTO DEGLI SPIRITI

    Si intende la conoscenza soprannaturale dei segreti del cuore comunicata da Dio. Si tratta di una grazia concessa non solo per utilità del prossimo, ma anche per il profitto di chi la riceve. Secondo quanto affermato da Vittorio Marcozzi, che cita Olivier Leroy, le caratteristiche della "scrutazione dei cuori" sarebbero: 

    • l'immediatezza, in quanto l'intuizione sorge in maniera improvvisa nella coscienza; 

    • l'isolamento, in quanto l'intuitivo non può connettere la nozione ricevuta a nessuno stato di coscienza anteriore; 

    • la passività, in quanto l'intuitivo non ha assolutamente il sentimento di produrla con la sua volontà o il suo desiderio, ma piuttosto la subisce; 

    • la certezza, in quanto la vista del fatto rivelato si impone con l'evidenza di una realtà presente ed incontestabile; 

    • la particolarità, in quanto l'intuizione non si produce mai nei confronti di tutte le coscienze; 

    • l'intermittenza, in quanto si tratta di un "potere" di cui l'intuitivo non gode perennemente e costantemente. 

    Si deve inoltre distinguere la scrutazione dei cuori dalla lettura del pensiero tout court (telepatia), in quanto la prima riguarda l'intimo della coscienza (e quindi un livello più profondo) e si evidenzia solo in ambito religioso. 

    Royo Marín delinea alcune conclusioni:

    • La conoscenza certa e infallibile dei segreti del cuore è completamente soprannaturale e non può essere raggiunta dalla natura umana né dal demonio;

    • la conoscenza soprannaturale dei segreti del cuore appartiene ordinariamente alla grazia gratis data "dicretio spirituum", secondo la classificazione di san Paolo;

    • la conoscenza congetturale delle disposizioni della nostra anima non oltrepassa le forze naturali degli angeli (buoni o cattivi) né quelle dell'uomo.


    IEROGNOSI

    Letteralmente, "conoscenza del sacro", si riferisce al potere o facoltà che ebbero alcuni santi, soprattutto gli estatici, di riconoscere le cose sante (i rosari, l'ostia consacrata, le reliquie, ecc.). Santa Caterina da Siena riprese severamente un sacerdote che volle metterla alla prova offrendole nella comunione un'ostia non consacrata.

    La vera ierognosi trascende le forze della natura e non si può spiegare in modo naturale né preternaturale. Per quanto riguarda la c.d. ierognosi repulsiva in alcuni casi di possessione diabolica, occorre precisare che, per quanto spettacolare sia in casi di esorcismo, non è un segno infallibile, in quanto molti ossessi non l'hanno.

     

    Altri fenomeni conoscitivi

     

    Si riferisce a tutti quei fenomeni che non rientrano in quelli precedenti. Ad es., l'iniziazione ai primi elementi dell'insegnamento primario (Caterina da Siena apprese istantaneamente a leggere e scrivere); la scienza infusa universale (conoscenza di settori culturali o di Sacra Scrittura o conoscenza della teologia senza apprendimento alcuno); abilità per l'esercizio delle arti, ecc.

     

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    12/01/2011 22:12

    FENOMENI DI ORDINE AFFETTIVO

     

    ESTASI

    Secondo alcuni teologi si tratta di un fenomeno interiore che rientra nel normale sviluppo dei gradi di preghiera mistica e costituisce un "normale" sviluppo della vita cristiana. Come fenomeno esterno, in realtà, si parla di estasi come di uno stato alterato di coscienza, o secondo una definizione più classica "di un sopore soave e progressivo fino a giungere alla totale alienazione dei sensi". L'estatico, sebbene non veda, non oda, non senta nulla, non è addormentato, né morto. Il suo volto è radiante e come trasportato in un altro mondo. Il termine "estasi" suggerisce una specie di uscita e permanenza fuori di se stessi: l'anima esce (o prescinde) dai sensi corporali per fissarsi immobile nell'oggetto soprannaturale che attrae e assorbe le sue potenze. 

    Secondo la psicologia, che parla di uno stato alterato di coscienza, si può raggiungere l'estasi mediante forze destabilizzanti lo stato ordinario di coscienza. Ad es., corse estenuanti, fame o sete, privazione del sonno, stimoli sonori intensi, deprivazione sensoriale, danza ininterrotta, iperstimolazione sensoriale, meditazione, ripetizione ossessiva di parole o frasi. «I mistici», scrive A. De Vincentiis, «erano spesso sottoposti all'azione delle forze riportate» sopra. «Essi, infatti, per penitenza erano soliti privarsi di cibo e sonno oppure rimanevano in uno stato di meditazione per ore, ripetendo ossessivamente le stesse preghiere. Situazioni del genere, sommate a una personalità problematica, alla fede religiosa, alle astinenze sessuali, al contesto sociale e culturale, agiscono sinergicamente, creando una modificazione della coscienza che si carica di tematiche mistico-trascendentali. A nostro avviso, questa è la vera essenza dell'esperienza estatica» (op.cit., pp.61-62). 

    Per quanto attiene all'estasi, vale, secondo il mio parere, quello che scriveva Meister Eckhart (Istruzioni spirituali, n.10):

     

    «Si deve, talvolta, per amore, abbandonare tale giubilo per qualcosa di migliore, o, talvolta, per compiere una necessaria opera di amore spirituale o materiale. Se anche fossi rapito in spirito come san Paolo e sapessi che un malato aspetta da me un po' di minestra, riterrei preferibile, per amore, uscire da tale rapimento e soccorrere l'indigente in un amore più grande».

     


    INCENDIO D'AMORE

    Si tratta di un fenomeno, comprovato nella vita di alcuni santi, dovuto dalla violenza dell'amore verso Dio che si manifesta, alle volte, all'esterno sotto forma di fuoco che riscalda e brucia persino materialmente la carne e le vesti vicino al cuore. Queste manifestazioni si producono in gradi molto diversi:

    • semplice calore interno: consiste in uno straordinario calore del cuore che si dilata fino ad espandersi a tutto l'organismo (es. Brigida di Svezia, Venceslao di Boemia);

    • ardori intensi: un'esasperazione del primo grado fino al punto di ricorrere a refrigeranti per calmarlo (es. Pietro d'Alcantara, Caterina di Genova);

    • ustione materiale: quando il fuoco dell'amore divino giunge a produrre l'incandescenza e la bruciatura materiale, si realizza in tutta pienezza il fenomeno che stiamo descrivendo. Questo si realizza anche nella bruciatura dei propri indumenti. In alcuni casi si nota una aumento del volume del muscolo cardiaco (es. Paolo della Croce, Filippo Neri).

    Esiste una stretta relazione fra amore e fuoco: come il fuoco consuma e trasforma in sé tutto ciò che si trova nel suo raggio di azione, così l'amore divino trasforma in Dio la creatura che a lui si sottomette (cfr. Pseudo Dionigi, La gerarchia celeste).

    Questo calore straordinario non ha provocato nei mistici nessuna grave ustione, nessuno stato febbrile e neppure un'anormale accelerazione sanguigna.

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    Coordin.
    12/01/2011 22:14

    FENOMENI DI ORDINE CORPORALE

     

    STIGMATE

    Consistono nella spontanea apparizione di piaghe sanguinolenti nel corpo della persona che le sperimenta. Appaiono normalmente nelle mani, nei piedi e nel costato sinistro e a volte sulla testa e sulle spalle. Queste piaghe possono essere visibili o invisibili, permanenti o periodiche e transitorie, simultanee e successive. la forma, la grandezza, l'ubicazione o altre circostanze accidentali sono varie secondo i casi. Le stigmate sono prodotte quasi sempre in soggetti estatici e frequentemente vengono precedute o accompagnate da fortissimi tormenti fisici e morali. La loro assenza, invero, deporrebbe per un'origine non soprannaturale. Il primo stigmatizzato di cui si abbia notizia è Francesco d'Assisi, che le ricevette a La Verna il 17 settembre 1224. Fenomeno molto intenso e discusso, per la stessa teologia rimane comunque al confine della valutazione di santità. Difatti, c'è una scarsità di stigmatizzati fra i santi di tutti i tempi. In particolare, non si riscontrano casi nei primi secoli del cristianesimo "quando l'ardore della fede e l'aspirazione al martirio costituivano un fertile campo per la produzione naturale di codesti fenomeni" (cfr. G. Mucci, articolo de La Civiltà Cattolica citato in A.De Vincentiis, op.cit., p.53). Riprendendo ed ampliando l'elenco degli stigmatizzati compilato dal dottor Imbert-Gourbeyre, Anna Maria Turi, nel libro citato, riporta i seguenti casi, qui riepilogati solo nel numero, per un totale di 397 persone: 

     

    Secolo

    Numero stigmatizzati

    XIII

    40

    XIV

    17

    XV

    38

    XVI

    81

    XVII

    108

    XVIII

    19

    XIX

    39

    XX

    55

     

    Scrive A.De Vincentiis a questo proposito: «Esiste oggi, tra i sostenitori della sovrannaturalità delle stigmate e di tutte le manifestazioni mistiche, un energico rifiuto della diagnosi di nevrosi isterica, sostenendo la sua definitiva scomparsa dai manuali di psichiatria. Un'affermazione del genere è assolutamente priva di fondamento. Come afferma Nicola Lalli l'eliminazione del quadro isterico riduce la possibilità di una maggiore comprensione e chiarezza espositiva. Egli fa notare come la nevrosi isterica sia tra le sindromi patologiche più studiate non solo tra la classe medica, ma anche in ambienti non medici, assumendo spesso connotazioni errate e quasi sempre legate alla sfera sessuale. Come ogni sindrome psicologica, anche il quadro isterico muta con il tempo e oggi assistiamo a una maggiore tendenza alle manifestazioni di tipo psicosomatico, con una riduzione di quegli aspetti più teatrali propri della grande crisi isterica. Le variazioni sintomatologiche sono fortemente influenzate dalla cultura e si adeguano al contesto di appartenenza».

    A conclusione di un fenomeno così complesso, Paolo Maria Marianeschi, nel libro citato, afferma: «Dal punto di vista scientifico positivo il fenomeno non ha al momento una interpretazione etiopatogenetica ed alcuni caratteri di esso, come la somatizzazione figurata o la neoproduzione di tessuto cutaneo senza base anatomo-funzionale, probabilmente, non avranno mai una spiegazione scientifica adeguata, in quanto contrari alle elementari ed universali leggi di natura. In prospettiva mistica le "ferite" spontanee della crocifissione di Cristo si presentano come un epifenomeno di una condizione spirituale cristocentrica caratterizzata in modo specifico dalla coscienza di partecipare alla sofferenza redentiva cristiana nella forma particolare dello sperimentare, in modo analogico, lo stato di "vittima per il peccato" accettato dal Cristo per la salvezza di tutti gli uomini. (...) La stimmatizzazione somatica autentica non è né segno di malattia, né di eccezionali facoltà psicosomatiche o spirituali, bensì appare un segno divino che supera le capacità naturali nella "sostanza stessa del fatto"» (cfr. p.175ss.).


    LACRIME E SUDORE DI SANGUE

    Consistono nell'uscita in quantità apprezzabile di liquido sierico (sangue) attraverso i pori della pelle, particolarmente di quelli della faccia, e attraverso lacrime (mucosa delle palpebre). Sembra un fenomeno in qualche modo naturale, riconnesso a ciò che viene chiamato "ematidrosi", già noto ai tempi di Aristotele. Per quanto naturale, il fenomeno è comunque inspiegabile da un punto di vista medico. Per quanto riguarda la teologia, il fenomeno non oltrepassa le forze naturali diaboliche e rientra nelle grazie gratis datae; infatti, non pare che le lacrime e il sudore di sangue siano per sé santificanti per colui che li patisce e, senza dubbio, non entrano nello sviluppo ordinario e normale della grazia.

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    Coordin.
    12/01/2011 22:16

    RINNOVAMENTO O CAMBIAMENTO DI CUORE

    Consiste nell'estrazione fisica del cuore di carne e nella sostituzione con un altro, che è alle volte quello di Cristo stesso. Si narra di Caterina da Siena: "Si trovava un giorno nella cappella della Chiesa. Una luce dal cielo a un tratto l'avvolse e nella luce apparve il Signore che teneva fra le sue mani un cuore umano, vermiglio e splendente. Le si avvicinò aprì il petto di lei dalla parte sinistra e introducendovi lo stesso cuore che teneva fra le mani disse «Carissima figliola, come l'altro giorno presi il tuo cuore, ecco ora ti dò il mio col quale sempre vivrai»" (Raimondo da Capua, confessore e primo biografo di Caterina). Altri casi sono quelli di Maria Maddalena de' Pazzi, Caterina de' Ricci, Margherita M. Alacoque e Michele de Sanctis.

    Da un punto di vista teologico, Royo Marín dà questa spiegazione: «Nostro Signore, sotto il simbolo mistico del cambiamento dei cuori, concede, a chi riceve questa grazia, un duplice dono: dà alla creatura disposizioni e sentimenti che riflettono le intime affezioni della sua anima santissima, e dà ala corpo della creatura un cuore in armonia con lo stato interiore, così come il suo S. Cuore era sempre sintonizzato con gli impulsi della sua Anima. Si tratta di un cambiamento mistico, non reale dei cuori


    INEDIA o DIGIUNO PROLUNGATO

    Si tratta di digiuno assoluto durante un tempo molto superiore alle forze naturali di sopravvivenza della persona. Per poterne secondo una prospettiva soprannaturale occorre che:

    • si compia una severa indagine sull'individuo, sul fatto e sulla durata; 

    • si possa escludere qualsiasi causa morbosa; 

    • venga appurata l'assenza dello stimolo della fame; 

    • il soggetto conservi intatte le proprie forze fisiche e morali, continuando a compiere le attività quotidiane; 

    • si verifichi la santità della persona e la sua retta intenzione, per escludere motivi umani o effetti non direttamente riferibili all'azione dello Spirito Santo. 

    Per questo argomento, vedasi il libro di Rudolph M.Bell citato in bibliografia, abbastanza esauriente. Fra i mistici ricordiamo: Caterina da Siena (1347-1380), Elisabetta di Reute (1420), Ludovina di Schiedam (1433), Nicolao di Flue (1487), Teresa Neumann (1962).

    Per un'interpretazione del fenomeno, si deve respingere ogni tentativo di spiegazione puramente naturale. Il digiuno, per se stesso, non prova la santità; ricordiamo che si deve pensare anche ad un possibile intervento diabolico. Da un punto di vista teologico, la natura soprannaturale del fenomeno si spiega mediante «una specie di incorruttibilità anticipata dei corpi gloriosi, che sospende la legge dell'incessante sfacelo degli organi e dispensa quindi dalla correlativa legge della refezione alimentare» (cfr. Royo Marin, p.1107 o.c.).

     


    PRIVAZIONE DEL SONNO

    Si tratta di privazione del sonno o di un riposo molto limitato, inferiore ai limiti normali di sopravvivenza. I casi raccontati sono molti: basti citare Pietro d'Alcantara, il quale confidò di aver dormito per almeno quarant'anni soltanto un'ora e mezzo il giorno; Macario di Alessandria per vent'anni non dormì mai. Rosa da Lima limitava a due ore il tempo concesso al riposo e a volte meno ancora. Caterina de' Ricci sin da piccola non dormiva che due o tre ore per notte. Dopo i vent'anni e l'inizio della sua vita mistica, con ricorrenti estasi, non dormiva che un'ora per settimana o due o tre ore per mese.

    Anche qui, per la spiegazione del fenomeno, stanti le leggi naturali per cui il sonno come l'alimentazione è essenziale alla vita, occorre pensare a qualcosa di soprannaturale. I santi si sono sforzati sempre di limitare le necessità della vita sensitiva, trovando il tempo per prolungare la loro vita di preghiera. Tra i contemplativi e gli estatici si trovano frequentemente lunghe veglie e astinenze. Forse nella santità raggiunta dalle anime dei santi si può trovare la sufficiente spiegazione di questo fenomeno: quanto più l'anima si nutre e s'inebria di Dio, tanto meno gusta gli alimenti corporali; quanto più si concentra in Dio tanto meno rimane soggetta al sonno e alla pesantezza della carne. Questo fenomeno può essere dunque inteso come un'anticipazione delle condizioni particolarmente eccelse dei corpi glorificati, per i quali la visione beatifica sarà ad un tempo alimento e riposo.


     

    AGILITÀ

    Si tratta della traslazione corporale quasi istantanea da un luogo ad un altro anche molto lontano dal primo. Si distingue dalla bilocazione (v. seguente) perché non c'è simultaneità di presenza in entrambi i luoghi, ma solo traslazione da un posto ad un altro. Fra i casi Pietro d'Alcantara, Filippo Neri, Antonio da Padova che fece in una sola notte il viaggio da Padova a Lisbona, ritornando la notte seguente allo stesso modo.

    Questo tipo di movimento è connaturale ad un essere puramente spirituale come l'angelo, ma è fisicamente impossibile per un corpo materiale, sebbene alcuni teologi attribuiscano comunemente il dono dell'agilità ad un corpo glorificato. Il fenomeno non deve essere confuso con quelli telecinetici, che riguardano il movimento di un oggetto materiale senza aiuto di un mezzo esterno e secondo la volontà della persona agente. Il fenomeno può essere realizzato per mezzo di una azione diabolica, in quanto il diavolo, dopo la caduta, conserva comunque tutte le qualità degli spiriti: si può trasferire immediatamente da un posto ad un altro e portare anche con sé un corpo estraneo; in questo caso, non sarà immediata, ma comunque rapidissima. Da un punto di vista soprannaturale, questa comunicazione anticipata dell'agilità dei corpi gloriosi è classificabile fra le grazie gratis datae di tipo miracoloso, giacché è manifestamente fuori dell'ordine naturale della grazia santificante, ed è ordinato per sé al bene degli altri. Si nota che sono pochissimi i santi che hanno goduto di questa grazia.


     

    BILOCAZIONE

    Consiste nella presenza simultanea di una medesima persona in due luoghi diversi. Si sono dati numerosi casi nella vita dei santi (Francesco d'Assisi, Antonio da Padova, Francesco Saverio, Paolo della Croce, Alfonso de' Liguori). Rimane uno dei fenomeni più difficili da spiegare in maniera soddisfacente. Charles Richet fa una distinzione fra: 

    • bilocazione soggettiva: si verifica quando la persona ha la sensazione di spostarsi in un luogo differente da quello in cui si trova, mentre il suo corpo rimane dov'era in precedenza; 

    • bilocazione oggettiva: si verifica quando si accerta con assoluta sicurezza che la persona si trova fisicamente e contemporaneamente in due luoghi diversi. 

     


    LEVITAZIONE

    Consiste nella elevazione spontanea, dal suolo, nel mantenimento e spostamento nell'aria del corpo umano senza appoggio alcuno e senza causa naturale visibile. La levitazione ha, di regola, luogo mentre la persona è in estasi. Si parla di: 

    • estasi ascensionale, quando il sollevamento è piccolo; 

    • lo si definisce volo estatico, se avviene a grande altezza; 

    • si parla di corsa estatica quando la persona si muove velocemente raso terra. 

    Fra i casi di levitazione abbiamo: Francesco d'Assisi, Domenico di Guzman, Ignazio di Loyola, Francesco Saverio, Teresa d'Avila, Maria Maddalena de' Pazzi, Filippo Neri, Giuseppe da Copertino, Pietro d'Alcantara. Quando il fenomeno si realizza nei santi ha un'origine evidentemente soprannaturale, benché possa avvenire per intervento diabolico, mentre la semplice natura non può alterare le leggi della gravità, fisse e costanti. Nei santi, il fenomeno è considerato una partecipazione anticipata del dono di agilità proprio dei corpi gloriosi. 

    SOTTIGLIEZZA

    Consiste nel passaggio di un corpo attraverso un altro, che suppone la compenetrazione o coesistenza dei due corpi in un medesimo luogo. Questo prodigio si verificò in Gesù, il quale si presentò ai suoi discepoli, dopo la risurrezione, entrando a porte chiuse. Un caso fra i santi è quello di Raimondo di Peñafort che entrò nel suo convento di Barcellona senza aprire le porte. Gli autori definiscono questo fenomeno come di ordine soprannaturale. Non può essere né naturale, né preternaturale, in quanto la compenetrazione di corpi suppone un miracolo così grande che si può spiegare solo con l'onnipotenza di Dio. La compenetrazione dei corpi costituisce un vero e proprio miracolo, operato da Dio, e non è una semplice e transitoria anticipazione della sottigliezza del corpo glorioso.

     


    LUMINOSITÀ

    Consiste in un certo splendore che alle volte i corpi di alcuni irradiano soprattutto durante la contemplazione o l'estasi. Talvolta la luminosità prende la forma di un alone o di una corona che circonda la testa del mistico; in altri casi il volto è raggiante di luce, oppure i raggi di luce provenienti dal mistico illuminano pienamente una stanza. Se il fenomeno è autentico può essere interpretato come l'effetto dell'intima unione con Dio o come un anticipo dello splendore che il corpo assumerà quando sarà glorificato. Esistono, per questo fenomeno, cause diverse: mistica (soprannaturale), naturale e preternaturale (diabolica). Per questo occorre estrema cautela nell'attribuire a doni mistici questo fenomeno. 

     


    OSMOGENESIA O PROFUMO SOPRANNATURALE

    Consiste in un certo profumo di fragranza speciale e inusuale che si sprigiona alle volte dal corpo mortale dei santi o dai sepolcri dove riposano le loro spoglie. Ne sono esempi: il vescovo Policarpo (156), Simone lo stilita (459), Caterina di Cardoña (1577), Caterina de' Ricci (1589), Veronica Giuliani (1727) il cui profumo si sprigionava dalle stigmate, Giovanna Maria della Croce (1673), Padre Pio da Pietrelcina (1968). Afferma Paolo A.Orlandi nell'opera citata che

    «esistono comunque numerosi altri casi non supportati da testimonianze univoche. Il fatto di sentire o meno un certo profumo è un fatto alquanto soggettivo e non trova sempre testimoni in accordo fra loro. Dopo aver percepito un odore che sembra avere un'origine inspiegabile, alcuni possono lasciarsi trascinare dall'entusiasmo verso una devozione ardente e anche un po' ingenua, mentre altri trovandosi nelle stesse circostanze, sentono poco o nulla e rimangono del tutto indifferenti». 

    L'autenticità del dono dipende dalla vita teologale vissuta dalla persona in questione. Il fenomeno in sé non è spiegabile naturalmente, può avere un'origine preternaturale diabolica, ma nel caso di origine soprannaturale (aromi soavi emanati dai santi) deve intendersi come una conseguenza dello stato di divinizzazione dell'anima o una comunicazione anticipata delle perfezioni del corpo glorioso.

     

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    02/03/2015 12:12
    morte mistica santa Teresa D'Avila stigmatizzatiLa morte mistica
     
    Il significato dell’espressione «morte mistica» è duplice: in primo luogo si vuole indicare un’esperienza spirituale di morte al mondo e al peccato, intesa come partecipazione analogica alla kenosi del Cristo. Questa accezione deriva dal pensiero di san Paolo attualizzato e realizzato nella vita di molti santi cristiani fra cui sant’Ambrogio di Milano che, per primo, usò l’espressione mors mystica, e di san Paolo della Croce che teorizzò l’esperienza nel suo piccolo trattato La morte mistica (1).

    In secondo luogo, per morte mistica s’intende una sindrome che si manifesta durante un’estasi della Passione cristiana in cui il mistico partecipa al martirio di Gesù, che ovviamente comprende anche la sua morte di croce. Normalmente in questo secondo significato la morte mistica è, per alcuni, sinonimo di morte apparente perché l’estatico, dopo aver manifestato veri segni agonici e/o mortali (rigidità e freddezza del corpo), riprende, in tempi variabili, la sua vita normale.

    Nell’Antico Testamento il profetismo annuncia che gli uomini di Dio, per compiere al meglio la propria opera, devono sperimentare il rinnegamento di sé. Tra i cristiani che hanno fatto esperienza di questa condizione ricordiamo san Paolo della Croce, la cui teologia contribuisce molto a far comprendere tale fenomeno, e la beata Maria di Gesù d’Ágreda, che dimostra di conoscere tre livelli di «morte»: si tratta di un progressivo morire al peccato, alle conseguenze del peccato originale e, infine, alla propria volontà. Gesù dice: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vorrà salvare la propria vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per me la salverà» (Lc 9,23-24).

    Lungo i secoli molti sono stati i cristiani che hanno presentato i segni di questa «morte» perché non pochi soggetti spirituali hanno manifestato fenomeni straordinari tipici dell’«essere crocifissi con Cristo» (Gal 2,20). Se si passa in rassegna la tradizione mistica si può dire che non c’è stato mistico autentico, soprattutto se stimmatizzato, che non abbia manifestato segni soggettivi e obiettivi di morte come espressione del suo compatire cristologico. Fra i casi più interessanti dal punto di vista medico potremmo citare santa Teresa d’Avila, che rischiò di essere sepolta viva essendo rimasta «come morta» per ben quattro giorni; Alexandrina M. da Costa, la quale rimase in morte apparente per due anni e in digiuno e anuria completa per tredici anni; e Yvonne-Aimée de Malestroit, che innumerevoli volte si è presentata ai testimoni in stato agonico e con il rigor mortis. Anche Elena Aiello, durante le sue molte estasi cruente del Venerdì santo, presentò spesso adinamie totali con midriasi fissa (dilatazione bilaterale della pupilla non reagente alla luce come nei decessi ormai consumati), che preoccupavano molto gli astanti e i medici presenti facendo temere per la sua vita.

    Grande fama di morte mistica con rigidità cadaverica ha la serva di Dio pugliese Luisa Piccarreta in cui le posture mortali del Crocifisso si alternarono con altri clamorosi fenomeni mistici per l’intera durata della sua lunga vita, passata quasi tutta immobilizzata a letto (cinquantanove anni) e in una inedia praticamente assoluta (quel poco che le veniva imposto di mangiare veniva vomitato subito dopo). Paradossalmente le rigidità che la martirizzarono in vita (era liberata solo dalla benedizione del sacerdote), scomparvero dopo la sua morte, tanto che per quattro giorni si pensò a una morte apparente.

    Dal punto di vista strettamente medico è difficile parlare di una vera e propria morte così come la s’intende normalmente, e cioè uno stato di cessazione di ogni segno vitale e di ogni attività metabolica (arresto cardiorespiratorio definitivo e cessazione di attività cerebrale obiettivata con EEG eseguito a intervalli per un congruo periodo di osservazione). Sta di fatto, però, che, sulla base delle testimonianze in nostro possesso, sembra evidente che alcuni mistici abbiano presentato caratteri reali di morte fisica, soprattutto nel periodo della Settimana santa, usualmente il Venerdì, e fra mezzogiorno e le tre del pomeriggio.

    Anche se manca in letteratura uno studio medico vero e proprio che dimostri per mezzo degli usuali mezzi di indagine clinica (ECG ed EEG) lo stato di morte o di morte apparente, che questi soggetti fanno sospettare per alcuni segni da loro manifestati, si può, comunque, dire che la fenomenologia descritta da testimoni anche molto qualificati (medici, sacerdoti) è sufficiente per affermare che la morte mistica rappresenta per le scienze mediche un vero problema non risolto.

    È, infatti, difficile poter affermare, anche al giorno d’oggi, che fatti tanatologici e fisiopatologici – quali la midriasi fissa in assenza di patologie neurologiche, la rigidità cadaverica in vita, sempre in assenza di malattie neuromuscolari, l’insensibilità somatica e corneale, il digiuno e l’anuria pluriennale (entrambi incompatibili con la vita) e, al contrario, la paradossale mancanza di rigidità in morte – possano avere una spiegazione naturale convincente.

    Si può anche aggiungere che la morte mistica, anche se presenta alcune analogie con le cosiddette near death experiences (NDE), attualmente molto citate nella letteratura aneddotica divulgativa, se ne differenzia per diversi aspetti. La differenza fenomenologica principale consiste nel fatto che i mistici provano tali esperienze in estasi, stato di coscienza spontaneo e polarizzato su contenuti di alta valenza morale e religiosa, mentre le NDE sono sempre provocate da gravi traumi, malattie quasi mortali, stati anestesiologici, evenienze tutte in cui al risveglio dal coma e/o dall’anestesia, il paziente racconta le sue cosiddette OBE (out body experience, esperienza extracorporea) esperienze dal contenuto più vario (fantastico, misticheggiante, esoterico). Mancano poi nelle NDE tutte quelle fenomenologie fisiche che si accompagnano all’estasi cristiana come stimmate, ematoidrosi eccetera, e soprattutto non vi è traccia di quell’alta spiritualità di oblazione e compassione tipica di ogni autentico mistico cristiano. In ambito religioso si parla di passaggio dalla morte alla rinascita mistica.

    P.M. Marianeschi

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    1) Paolo della Croce, La morte mistica, Bilbao 1916.

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    16/04/2015 17:37
    Uno dei fenomeni mistici che ebbero per protagonisti molti santi è classificato dai manuali con il titolo di "Veglia o privazione prolungata del sonno". La stona ci ha consegnato casi straordinari: S Macario di Alessandna passò vent'anni di seguito senza dormire, S. Coletta dormiva un'ora la settimana e una volta nella sua vita rimase un anno intero senza mai dormire. S. Ludovina dormì soltanto per un tempo equivalente a tre notti in un periodo di oltre trent'anni. S Pietro d'Alcantara dormì soltanto un'ora e mezza ogni giorno per quarant'anni di vita. La B. Agueda de la Cruz passò gli ultimi otto anni della sua vita in veglia costante. Gli esempi sopra riportati sono storicamente documentati. Poichè il sonno, come l'alimentazione, è assolutamente necessario per la conservazione della vita, non si può fare a meno di attribuire questo fenomeno a qualche cosa che supera la semplice natura umana.