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XXIV Domenica Tempo Ordinario



Il grande Dono di Dio: la Sua Misericordia



Oggi Gesù ci svela la grande, incredibile, fedeltà di Dio nell’amore per il suo popolo – che siamo noi – in un modo che ha dell’inaudito e che dovrebbe annullare la tentazione della sfiducia in chi ha peccato.

Il Vangelo racconta che Gesù viene rimproverato, perché si avvicinava facilmente ai peccatori: ‘Costui riceve i peccatori e mangia con loro’

Ecco allora che il Maestro fa un ‘primo passo’ per introdurci nel divino mondo del Padre.

Così racconta il Vangelo: “Allora Gesù disse loro questa parabola: ‘Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finchè non la ritrova? Ritrovatala se la mette sulle spalle tutto contento e va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: ‘Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora perduta. Così vi dico: ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione”.

Davvero incredibile questa Gioia. Non è nella nostra mentalità avere lo stesso comportamento verso chi agisce male… anzi, prendiamo subito le distanze, preoccupati forse che ‘la nostra immagine ne risenta’! E per chi ha sbagliato è difficile cercare la via per recuperare… ‘l’immagine perduta’.

Forse è una sorte toccata a qualcuno di noi.

Ed è veramente doloroso vedere tutte le dita puntate contro, ogni stima allontanata, e poca voglia di farsi vicini per aiutare a riprendersi…anche da parte degli ‘amici’!

Gesù, volendo andare ancor più in profondità, per farci comprendere la differenza sostanziale tra noi e il Padre, a questo punto svela la grandezza insondabile della Sua Misericordia, che cerca la dracma smarrita, accoglie il figlio prodigo che ha sperperato ogni bene offertogli!

Dio è fatto così! Ci dà tutto il Suo Amore, la gioia della vita, tanti doni che formano la nostra personalità, insomma tutto ciò che siamo è Suo, tanto che possiamo raggiungere la nostra piena realizzazione solo se impariamo a vivere ‘nella casa del Padre’, ossia sottomessi alla Sua volontà, che è la nostra sola e possibile vera felicità… anche se non vogliamo crederlo o, per arroganza, pensiamo di poter ‘fare tutto da soli’.

E quando così è, Dio si preoccupa per noi, perché sa che è ‘una strada senza uscite’.

Così è l’Amore. Vuole donare il senso vero della vita: siamo figli del Padre, che ci ama, sempre, incondizionatamente, con fedeltà, nonostante …. noi stessi!!!

Egli sa benissimo, anche se noi spesso lo dimentichiamo, che un figlio senza casa, senza più amore, perché ha preferito il nulla del mondo, senza regole, alla fine può ridursi a ‘rubare le ghiande ai porci’. È la triste vicenda di tanti, ma tanti, troppi!

È davvero una grande grazia quando si ritorna alla riflessione, per poi affidarsi alla bontà del Padre. Si ritorna a sperare, ad avere fiducia in Dio … ma, a volte, consci del nostro rifiuto assurdo, non osiamo credere di poter avere ancora un posto nel Cuore del Padre.

Oggi la Parola di Gesù ci infonde fiducia piena: ‘Quando era ancora lontano, il Padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò’.

Incredibile per noi, che siamo abituati a ben altro modo di accogliere, se accade, chi sbaglia. Noi recriminiamo, giudichiamo, condanniamo, poniamo limiti… per questo ci è così difficile ‘comprendere’ Dio, la Sua Paternità.

Dio non è un giudice, alla maniera umana, ma è Misericordia, sempre e comunque. Va oltre le offese. Gli importa solo che si torni da Lui, perché sa che è l’unica via per ritrovare noi stessi e la nostra pace profonda.

Ma lo capiamo questo dono?

Chiediamo di comprenderlo e viverlo con gioia, attraverso l’intercessione della nostra Madre Teresa, ora Santa.

Lei ha scritto: ”Se mai diventerò santa, sarò certamente una santa del nascondimento: mi assenterò in continuazione dal Paradiso per recarmi sulla terra ad accendere la luce di quelli che si trovano nell’oscurità” … la Luce, che solo la certezza della Misericordia del Padre per ciascuno di noi, può far brillare nei nostri cuori, perché poi si diffonda nei cuori dei nostri fratelli, vicini e lontani.

Abbiamo tanto bisogno di sentirci amati e tutti dobbiamo sapere che lo siamo, infinitamente, eternamente!

Antonio Riboldi, Vescovo