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2 luglio 2017

I cardini della vita cristiana: Amore a Dio e accoglienza verso i fratelli

Conosciamo tutti, per esperienza diretta, come attorno a noi ci sia un vero assalto per ‘comprarci’, in ogni campo: mass media letteralmente intasati dalla pubblicità, che riesce anche ad imbrattare ogni muro possibile delle nostre città, insinuandosi nei nostri gusti fino a farci schiavi di ogni moda passeggera.

Vi è poi un modo di pensare fatto di ‘opinioni correnti’, spesso senza nessuna possibilità reale di verifica, o peggio ancora, basate su autentica ignoranza, se non sfacciata menzogna spacciata per verità umana o bene comune.

Veniamo ‘comprati’ dalla politica, che con le eterne, e mai realizzate, promesse da campagna elettorale ci deruba della insostituibile libertà di scegliere rappresentanti che davvero abbiano a cuore il bene comune. Basta dare uno sguardo al clientelismo, assistenzialismo, mai morti, e alla corruzione dilagante in ogni ambito della società.

Oggi Gesù viene in aiuto della nostra debolezza o superficialità, indicandoci la strada per ridiventare liberi, veri ‘figli di Dio’, non merce per questo mondo.

“In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: ‘Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me.

Il senso della frase, tanto forte ai nostri orecchi, in realtà vuole più pacatamente affermare quanto propongono alcune versioni moderne, come quella della Conferenza episcopale italiana, che traduce il nostro versetto in questo modo: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre..., non può essere mio discepolo». Oppure si potrebbe anche tradurre: «Se uno viene a me e mi ama meno di quanto ami suo padre...».

Ma la sostanza non cambia: dobbiamo scegliere ‘la roccia sicura’ su cui fondare la nostra casa!

Occorrerebbe capire e vivere quanto il Signore ci propone oggi.

In un’altra occasione, quando venne chiesto a Gesù quale fosse il più grande dei comandamenti, quello cioè che non si poteva eludere con facilità e senza compromettere seriamente il rapporto di amicizia con Dio, Lui ripropose la legge dell’amore verso Dio come prima e radicale necessità per noi ‘figli’ fatti a Sua immagine.

Oggi ci indica una gerarchia chiara di valori in relazione a Se stesso, Figlio del Padre, nello Spirito.

Come ha scritto Papa Francesco: ‘Non possiamo pensare che il Signore, ci chieda di essere insensibili a questi legami! Quando Gesù afferma il primato della fede in Dio, è perché questi stessi legami familiari, all’interno dell’esperienza della fede e dell’amore di Dio, vengono trasformati, vengono “riempiti” di un senso più grande e diventano capaci di andare oltre se stessi, per creare una paternità e una maternità più ampie, e per accogliere come fratelli e sorelle anche coloro che sono ai margini di ogni legame.’

Seguire Gesù vuol dire un impegno totale, perché è dichiarare con la vita che è soltanto Lui a darle senso e significato, forza e coerenza.

A Lui non si può non rispondere che con tutto il cuore, ma senza scappatoie, perché al ‘Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente’ è intimamente legato ‘e il prossimo tuo come te stesso’.

Ed è la seconda parte della Sua richiesta, oggi:

‘Chi avrà trovato la sua vita, la perderà; e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.’

Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.

Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto.

E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa”. (Mt, 10, 37-42)

Per Gesù e quindi per la Chiesa tutta, l’accoglienza è un fondamento della carità.

Accogliere vuol dire ‘aprire la porta a chi bussa’, senza fare distinzioni, pronti a dare tutto ciò che un fratello chiede, soprattutto pronti a narrargli le meraviglie della carità che sono proprio nel semplice gesto dell’accogliere.

Piccolo, se vogliamo, il gesto di ‘dare anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli’, del fare sentire tutti, quando li incontriamo, come fossero a casa loro.

Ma grande il senso che Gesù dà. In quel momento è Dio che ci fa sentire a ‘casa sua’, ossia in Cielo: ‘In verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa’.

Come ha detto Papa Francesco:

‘Un solo sorriso miracolosamente strappato alla disperazione di un bambino abbandonato, che ricomincia a vivere, ci spiega l’agire di Dio nel mondo più di mille trattati teologici.

Un solo uomo e una sola donna, capaci di rischiare e di sacrificarsi per un figlio d’altri, e non solo per il proprio, ci spiegano cose dell’amore che molti scienziati non comprendono più.

Dove nascono questi gesti dal cuore, sono più eloquenti delle parole.

Il gesto dell’amore... Questo fa pensare.’

Anzi questo ci salva, facendoci crescere in umanità, come ‘discepoli’ di Gesù, ‘figli’ del Padre e ‘fratelli’ nello Spirito d’Amore.

Antonio Riboldi - Vescovo