00 22/01/2011 19:16
III Domenica del Tempo Ordinario (Anno A)

Occorre cambiare mentalità, per seguire Gesù, Figlio di Dio

A trent'anni - così è nella tradizione - Gesù lascia alle spalle il lungo silenzio della sua vita nascosta, nell'umiltà della vita quotidiana, a Nazareth.
Una vita semplice la Sua, scandita dalle ore del lavoro e del riposo, come la viviamo tutti.
Una vita certamente intensa interiormente, tutta tesa a capire, accogliere e vivere la missione, che il Padre Gli aveva affidato. Lui, Gesù, era ed è il segno dell'Amore di Dio per noi e tra noi.
E Lui, con la sua vita, doveva iniziare la 'nuova creazione', dopo il disastro provocato dalla superbia dell'uomo, con il peccato originale.
La 'nuova creazione' era ridonare all'umanità, ad ogni uomo, la sua vera immagine 'a somiglianza di Dio' e riammetterlo nel Suo Regno.
Si ha come l'impressione che Gesù non avesse fretta - come accade invece sempre a noi - non `facesse nulla' per accelerare la novità del Regno.
Si lascia 'smuovere' nel momento in cui Giovanni Battista, l'ultimo profeta, mandato a preparare le vie del Signore - e questa volta a indicare la presenza del Messia - grida dal deserto la Sua venuta e, in preparazione ad essa, invita tutti - ieri e oggi - a cambiare mentalità e vita, senza eccezioni, Non era e non è possibile accogliere il Cristo, seguirLo con fedeltà, calcando piste che nulla hanno a che fare con Dio.
E Giovanni esprimeva questa volontà di cambiamento con un segno ricco di significati biblici: battesimo di penitenza ed il battesimo nell'acqua.
Immergersi nel Giordano voleva proprio significare farsi lavare da ogni atteggiamento contrario alla volontà di. Dio. Anche Gesù, abbiamo visto domenica scorsa, si fa. battezzare.
Intanto Giovanni viene arrestato, perché era una voce che dava fastidio, per cui conveniva che tacesse, gettandolo nel fondo di una prigione.
Erode non sapeva, che quella voce non poteva, essere affossata, né tantomeno messa a tacere
Anche oggi in tanti modi si tenta di mettere a tacere ogni voce di libertà: a volte semplicemente non dando spazio, ignorandola, cercando di appannarla. Sono i tanti silenzi imposti anche oggi, dando spazio a tante parole vuote, inutili, se non. dannose.
Ma succede che più si cerca di ignorare o mettere a tacere la voce di Dio, tanto più questa diventa incisiva e forte. Non si può far tacere Dio.
Basta pensare a tanti fratelli e sorelle che dall'inaffidabile intolleranza, dai governi autoritari si. cerca di mettere a tacere: il loro 'silenzio' grida!
Quante volte, forse, è capitato anche a noi che, travolti dal grande rumore del mondo, nei momenti della sofferenza e della solitudine, nel silenzio, abbiamo sentito la profonda. 'sete' di udire parole vere, quelle che, se accolte, fanno ritrovare la bellezza dell'aria pulita, che ridona il respiro. È dannoso il rumore del mondo... ma ci sono sempre, e per tutti, momenti di silenzio, in cui ci si pongono i grandi problemi della vita.
Così racconta il Vangelo oggi:
"Gesù, avendo saputo che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, e, lasciata Nazareth, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zabulon e di Nèftali, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: 'Il paese di Zabulon e il paese di Nèftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti; il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce: su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata'. Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: 'Convertitevi, perché il Regno dei Cieli è vicino". (Mt. 4, 12-17)
Vorremmo fermare la nostra storia qui per un momento: noi ci diciamo cristiani, ossia seguaci di Gesù, ma con troppa facilità, forse, 'usiamo', sbandierando a proposito e a sproposito questa qualifica, che invece comporta grandissima responsabilità.
Gesù inizia la sua missione tra dì noi, subito richiamando quanti avrebbe incontrato, con una parola di grande spessore nella fede: `Convertitevi!'.
Sappiamo tutti che 'siamo figli di Adamo', ossia andiamo fuori strada facilmente.
Con il Battesimo, che abbiamo ricevuto, dovremmo invece percorrere i sentieri che portano a Dio e sono le vie dei figli di Dio.
Ma basta dare un'occhiata seria alla vita e ci accorgiamo che, da soli restiamo peccatori incalliti, e, quando va bene, e ci sostiene la Grazia, almeno siamo in ricerca di conversione.
Ma quanta gente si pone questa necessità ed urgenza di ricerca?
Non è facile uscire da questo mondo, che pure è disinteressato alla nostra vera felicità ed è tutto intento ad offrirci solo quello che poi crea in noi tanto. vuoto.
È lo stesso mondo che ha trovato Gesù nell'iniziare la Sua missione tra di noi: un mondo con una mentalità che doveva essere cambiata, se si voleva entrare nel Suo Mondo, che è il Regno dei Cieli. Tutto questo vale anche per noi, oggi.
Per arrivare al cambiamento non rimaneva - e non rimane - che 'convertirsi': `Convertitevi – ci chiede – perché il Regno dei Cieli è vicino'.
Così Paolo VI spiegava il concetto di conversione:
"C'è non poco da cambiare dentro di noi; è necessario rimodellare la nostra mentalità; avere il coraggio di entrare fin nel segreto della nostra coscienza, dei nostri pensieri, e là operare un cambiamento. Questo, inoltre, deve essere vivo e sincero, da produrre – e siamo ancora nel contenuto della parola 'conversione' – una novità. E allora ci chiediamo: che cosa fare per ottenere un tale risultato e come comportarci? La risposta è ovvia: entrare in noi stessi, riflettere sulla propria persona, acquisire una nozione chiara di quel che siamo, vogliamo e facciamo e, a un certo momento, - qui la frase drammatica e risolutiva – rompere qualcosa in noi, spezzare questo o quell'elemento che magari ci è molto caro ed a cui siamo abituati. Il termine 'conversione' allora entra in questa profondità e dimostra queste esigenze".
Non è facile tutto questo,. Ma, con la Grazia di Dio e la buona volontà, è possibile.
E nel mio lungo stare, come ministro della conversione e riconciliazione, ho avuto modo di vedere tante, ma tante, conversioni. Alcune di grande spessore.
Ne ricordo in particolare due. Una, quando ero ancora giovane chierico, di un mio 'speciale' confratello: Padre Rebora, poeta e per tanti anni agnostico.
Raggiunto dalla 'chiamata' del Signore e con l'aiuto di tanti, scelse la vita religiosa, consacrandosi totalmente al Signore. Cancellò il suo passato con un colpo di spugna_ E lo racconta in una bella poesia in cui immagina di sentire lo straccivendolo che si porta via le sue opere letterarie e gode per questo suo passato... spazzato via. Iniziava una vita totalmente nuova, al punto che noi giovani non conoscevamo nulla del suo illustre passato di poeta. Passeggiando con lui, accennando a scrittori e poeti, non rispondeva mai, lasciandoci nel buio sul suo passato, ma aveva nel presente tutti i segni delle persone "rinate a vita nuova'.
Da parroco, nel Belice, ebbi occasione di conoscere un uomo, dichiaratamente ateo, che non lasciava passare occasione per 'dimostrarlo'. Il terremoto lo costrinse a rivolgersi a noi Padri, per un soccorso. Voleva ricostruire una piccola casa in campagna, perché per la sua salute non gli era possibile vivere nella provvisorietà delle tende. Veniva di notte, alla nostra tenda, per chiedere aiuto, che gli era dato, ma sempre ripeteva: 'Non comprate, però, le mie convinzioni!'.
Ogni volta sempre lo stesso ritornello e noi a rispondere che la carità è donare, non chiedere rimborsi di alcuna specie. Ad un certo punto, e non saprei spiegarne le ragioni, cambiò tutto. La sua conversione fu totale, al punto da diventare testimonianza presso la comunità. Disse che era stato colpito dall'essere stato accolto senza richieste, rispettando le sue idee, ed agli amici ripeteva: `cambiate vita State sbagliando'. Incredibile.
Ma ci sono anche tante conversioni silenziose, che mostrano come la Grazia di Dio continui ad operare salvezza senza rumore. E sempre vero: 'Fa tanto rumore l'albero che cade, è silenziosa la foresta che cresce'.
Forse anche noi dovremmo, per un momento, ascoltare in silenzio le profondità del nostro cuore, che chiede un cambiamento di vita_ Può essere duro cambiare, ma poi Dio ricambia con una serenità e felicità incredibili. Quanta gente 'rinata' ho incontrato.
Cosi descrive il profeta Isaia la gioia della conversione:
"Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce:
su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a Te, come si gioisce quando si miete,
come si esulta, quando si divide la preda.
Poiché Tu, come al tempo di Madian, hai spezzato il giogo dell'oppressione, la sbarra che gravava sulle sue spalle e il bastone del suo aguzzino". (Is. 1, 1-4)

E, come ad indicare la novità di vita, seguendoLo, il Vangelo di oggi riporta la chiamata di quelli che saranno i Suoi apostoli:
"Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti, perché erano pescatori. E disse loro: 'Seguitemi, vi farò pescatori di uomini. Ed essi, subito, lasciate le reti, Lo seguirono.
Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedeo, loro padre, riassettavano le reti e li chiamò. Ed essi, subito, lasciata la barca e il padre Lo seguirono. E percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle sinagoghe e predicando la Buona Novella del Regno e curando ogni sorta di malattie ed infermità nel popolo". (Mt. 4, 18-23)
Cosi Gesù dà inizio alla Sua missione tra di noi, chiamando vicino a Sé, 'per poi mandarli', quelli che 'ha scelto' come Apostoli.
E' davvero impressionante come abbiano lasciato tutto, per seguirLo.
Una grande lezione di fiducia, di abbandono e di pronto `si' a Chi avrebbe fatto di loro, poveri pescatori, le 'colonne' della Sua Chiesa.
Non ci resta che stupirci, ringraziare e prendere esempio.

Antonio Riboldi – Vescovo –
Internet: www.vescovoriboldi.it