00 06/01/2011 16:14

Omelia del giorno 6 Gennaio 2011

EPIFANIA: Per tutti c'è una stella in Cielo che ci attende

Dopo la sua nascita, Dio non perde tempo a manifestare a tutti che, se Lui è venuto tra noi, è per farci dono della Salvezza. E davvero suscita grande stupore questo desiderio di chiamare tutti, senza distinzioni e subito – sempre che ciascuno senta la necessità della Sua Presenza e del Suo Amore. L'uomo – se conserva ancora la 'memoria' di essere 'creatura' di Dio – si sente profondamente chiamato a far parte del Suo Amore, ma non deve lasciarsi distrarre dal mondo, che non ha la minima luce di amore o di vero interesse per noi.

Scriveva Paolo VI: `Se il mondo si sente estraneo al cristianesimo, il cristianesimo non si sente estraneo al mondo, qualunque sia l'aspetto che egli presenta. Sappia il mondo di essere stimato ed amato da chi rappresenta e promuove la religione cristiana, con un affetto inesauribile. Noi sappiamo che l'uomo soffre di dubbi atroci. Noi abbiamo una parola da dire che crediamo risolutiva. È quella di un UOMO all'uomo. Il Cristo che noi portiamo all'umanità è Figlio dell'uomo', così Lui chiamava se stesso. È il Primogenito, il Fratello, l'Amico per eccellenza. È il Mandato da Dio, ma non per condannare il mondo, ma per salvarlo". (6 gennaio 1960) Non resta che immergerci nel racconto che ne fa l'evangelista Matteo:

"Nato Gesù a Betlemme, al tempo del re Erode, alcuni magi giunsero dall'Oriente a Gerusalemme e domandavano: 13ov'è il re dei Giudei? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarLo. All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: 'A Betlemme di Giuda, perché così è scritto per mezzo del profeta: 'E tu Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo Israele. Allora Erode chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: 'Andate e informatevi accuratamente del bambino e quando l'avrete trovato fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo. Udite le parole del re essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto al suo sorgere, li precedeva finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il Bambino. A vedere la stella essi provarono una grandissima gioia e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro Paese". (Mt. 2, 1-12)

Da questo racconto, che conserva la bellezza della semplicità evangelica, che non ha bisogno di fronzoli o parolone per descrivere i grandi eventi tra Dio e l'uomo, c'è la ragione per cui noi siamo cristiani, ossia gente che, come i Magi, sono stati invitati a quella grotta e così sono ammessi non solo alla conoscenza del Dio tra noi, ma addirittura a partecipare della Salve772 eterna.

Ora sappiamo che Gesù è con noi e siamo destinati a seguirLo fino a che, con il Suo aiuto e in Sua compagnia, arriveremo alla Sua Casa e Gloria, che è il Paradiso.

Davvero infinito quanto ci ami!

Da esuli, dopo il peccato originale, ora siamo chiamati a tornare a Casa.

tanto grande questa Festa della manifestazione di Dio, che in Oriente viene celebrata come Natività di Dio tra noi.

Ma oggi, è ancora per noi motivo di profonda gioia, come lo fu per i Magi?

Forse c'è una grande differenza. I Magi sentirono in loro l'invito a cercare un Dio che li chiamava tramite una stella e li guidava, interiormente ed esteriormente.

Noi forse abbiamo perso la 'stella', che pure è sempre su di noi a indicare la strada per trovare Gesù e camminare con Lui.

Vorremmo avere tutti quel richiamo, che sentirono i Magi, di Qualcuno che ci attende sempre, ma poi ci perdiamo `in Gerusalemme', a discutere e, Dio non voglia, a seguire i tanti Erodi, di cui è affollato il mondo, e ci 'perdiamo', fino a respingere anche l'idea che ci sia Qualcuno, che davvero è l'Emmanuele, Dio Presente, che ci ama ed offre gioia.

Fa tanto male, anche solo pensare, che ci siano tanti di noi che non hanno più il passo della speranza, che avevano i Magi nel dirigersi a cercare, per trovare Dio.

Cosa possono trovare alla fine del loro camminare confuso e senza mèta, che possa sostituire la vera felicità, che è il nostro 'essere' di figli di Dio? Il nulla o, in quel fatuo 'regalo della befana', un giocattolo da bambini, destinato a essere buttato subito in disparte.

Ma valiamo cosi poco ai nostri stessi occhi? Possiamo accettare di vivere passivamente, senza la passione di ricerca del Padre, come era nei Magi?

O vogliamo vivere sempre solo storditi dal mondo, su cui non splende nessuna 'stella divina'? Vorremmo che tutti ritrovassero la stella che è su di noi e in noi: la fede salda e sicura che ci conduce alla gioia che Dio dà a chi è ' di buona volontà'.

Dio ci chiama, Dio ci ama, Dio ci attende, come 'impaziente', di comunicarci la stessa gioia che fu nei Magi. Ma dobbiamo uscire dal buio della vita e farci guidare dalla nostra stella.

Se ci interroghiamo con serietà, nel silenzio del cuore, certamente anche in noi sorgerà la stella giusta, che dovremo solo seguire, perché la nostra vita diventi una continua Epifania, ossia Dio che si mostra a noi, si rivela, sotto tanti aspetti, spesso quotidiani, piccoli, come il Bambino che trovarono i Magi. Ma è proprio da questa semplicità divina, che si misura l'Amore e sgorga la Gioia. Auguri. Facciamoci il regalo dei Magi: vivere con fede ed amore... ad ogni costo!

Antonio Riboldi – Vescovo –