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Ma il segno dei tempi forse più importante è la storia recente di Israele. L'Antico Testamento, come è noto, ha sempre avuto nel popolo di Israele il suo obiettivo primario. Il profeta Ezechiele è quello che forse più manifestamente di altri mette in relazione la guerra degli "ultimi anni" (scatenata da "Gog di Magòg") col ritorno di Israele nella sua terra dopo la diaspora fra i popoli di tutto il mondo (cfr. Ezechiele 36,24 e 39,25-29). Nel capitolo 38, egli inquadra chiaramente nel contesto escatologico il ritorno del popolo eletto nella sua terra. Infatti, nel versetto 8 il Signore dice a "Gog": "sul finire degli anni tu andrai contro una nazione che è sfuggita alla spada, che in mezzo a molti popoli si è radunata sui monti d'Israele, rimasti lungamente deserti. Essa rimpatriò dalle genti e tutti abitano tranquilli" e nel versetto 16 aggiunge: "Verrai contro il mio popolo Israele, come un nembo per coprire la terra. Sul finire dei giorni Io ti manderò sulla mia terra perché le genti mi conoscano".

Dal 1948 Israele, dopo un esilio di quasi 2000 anni, si è ricostituita come nazione, un evento unico nella storia. La diaspora di Israele fra le nazioni era iniziata nel 70 d.C. con l'assedio di Tito a Gerusalemme. Ebbe poi il suo epilogo nel 133 d.C. quando, a seguito di varie rivolte scoppiate nella città, i romani deportarono lontano dalla loro terra quasi tutti gli ebrei rimasti (come Gesù stesso aveva profetizzato: "saranno condotti prigionieri tra tutti i popoli" - cfr. Luca 21,24).

Va detto che alcuni studiosi obiettano che la profezia di Ezechiele, sulla dispersione e sul successivo ritorno nella sua terra del popolo di Israele, riguarderebbe la cattività babilonese del 6° secolo a.C.. A questa obiezione possiamo rispondere senza esitazione che la dispersione fra le genti di cui parla Ezechiele nel capitolo 36 non ha come destinazione una sola nazione - come'è invece nel caso di Babilonia - ma molte nazioni, dalle quali poi "sul finire dei giorni" gli ebrei avrebbero dovuto fare ritorno nella loro patria. Infatti Ezechiele dice: "Vi prenderò dalle genti, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo" (Ez 36,24).

Il ritorno degli ebrei nella loro terra avvenuto nel XX secolo, costituisce quindi l'elemento cardine per individuare la fase conclusiva degli "Ultimi Giorni" e permette la realizzazione delle successive profezie fino a quella più importante: la venuta di Gesù sulla terra.

A questo punto la strada è aperta perché si realizzino le altre profezie illustrate, con grande dovizia di particolari, nell’Apocalisse di Giovanni (N.B.: molte di esse vanno interpretate in forma simbolico/allegorica). I castighi di Dio sull’umanità rappresentati dai sette sigilli e dalle sette trombe, la venuta dell’Anticristo e del falso profeta, il marchio della Bestia, i due testimoni (Enoch ed Elia, secondo diversi Padri della Chiesa e numerose rivelazioni private; cfr. anche Malachia 3,23), la caduta di Babilonia la Grande, la guerra di Armaghedòn e tutti gli altri avvenimenti degli "Ultimi Giorni" segneranno la chiusura della Grande Tribolazione e sanciranno il ritorno di Cristo sulla terra.

Quindi, come abbiamo visto, Ezechiele nei capitoli 38 e 39 profetizza una grande e terribile guerra contro Israele che si verificherà "sul finire dei giorni". Tale guerra dovrebbe essere scatenata da una coalizione di stati che Ezechiele identifica con i nomi di alcuni discendenti di Noè (cfr. Genesi cap. 10):

  • Gog nel paese di Magòg, principe capo di Mesech e Tubal: gli studiosi ritengono che Mesech e Tubal fossero popolazioni che vivevano nell'attuale Turchia. In tempi antichi una parte di queste tribù si spostò verso nord, nell'attuale territorio russo. In passato la Russia è stata chiamata  per lungo tempo "Muskovi", un nome che, secondo alcuni, trae origine proprio da Mesech. E' possibile che i nomi moderni delle città russe di Mosca e Tobolsk conservino elementi fonetici di Mesech e Tubal. Alcuni studiosi sostengono che in Ezechiele 38,2 il termine ebraico "ros", tradotto nella maggioranza delle versioni della Bibbia con "capo", potrebbe indicare in realtà l'antico nome delle popolazioni tribali da cui discendono i russi;
  • Persia: la Persia in antichità comprendeva l'Iran e parte dell'Iraq odierni;
  • Etiopia: corrisponderebbe approssimativamente all'attuale Etiopia. Ma secondo alcuni studiosi, l'Etiopia biblica (Cuš) sarebbe piuttosto la regione che va dall'Egitto meridionale al nord del Sudan;
  • Put: si ritiene che sia l'attuale Libia. Ma secondo alcuni studiosi sarebbe tutta la fascia settentrionale dell'Africa che comprende Libia, Algeria, Tunisia e Marocco;
  • Gomer: si riferirebbe a tribù che anticamente abitavano l'attuale Turchia centro-settentrionale. Secondo alcuni studiosi, una parte di queste tribù si sarebbe spostata nella Francia orientale e nei territori del Danubio superiore, diffondendosi successivamente in tutta l'Europa centro-occidentale. Da queste popolazioni discenderebbero anche i Galli e i Celti.
  • Togarma: si ritiene che sia la regione che va dalla Turchia sud-orientale all'Armenia;
  • "le estreme regioni del settentrione": si sono fatte svariate ipotesi, ma nessuna suffragata da prove certe. Secondo alcuni studiosi potrebbe trattarsi dell'attuale Russia o di altri territori dell'ex Unione Sovietica; secondo altri si tratterebbe di regioni dell'attuale Europa.

[cfr. note 1 e 2]

Come si può vedere troviamo qui elencati alcuni dei peggiori nemici di Israele dei nostri giorni.

Secondo quanto si evince leggendo l’Apocalisse (Ap. 9,16), anche la Cina (forse alleata con altri stati asiatici) dovrebbe partecipare al conflitto con un imponente esercito di circa 200 milioni di uomini (questa interpretazione della profezia di Giovanni è confermata anche dalle rivelazioni di diversi veggenti e mistici cattolici dei nostri giorni).

Israele è dunque il riferimento più importante per chi studia le profezie bibliche, un riferimento essenziale per inquadrare e comprendere appieno gli avvenimenti di un futuro forse molto prossimo che riguarderanno non soltanto il Medio Oriente ma il mondo intero, non solo il popolo ebraico ma l'intera umanità.

Vorremmo concludere dicendo che con questa breve introduzione non avevamo la pretesa di fornire un quadro certo e infallibile della cronologia degli avvenimenti futuri (solo Dio conosce ed è arbitro del futuro), né tanto meno un resoconto esaustivo delle profezie escatologiche della Bibbia. Abbiamo cercato di presentare, in maniera volutamente schematica e sommaria, questa materia molto complessa e dibattuta, illustrando brevemente alcune tesi sulle relazioni e sulle concordanze tra profezie bibliche ed avvenimenti dei nostri giorni, così come vengono proposte da alcuni studiosi di questa materia. E abbiamo cercato di farlo nel pieno rispetto e nell'osservanza degli insegnamenti della Chiesa, evitando ogni tesi che contraddicesse la dottrina cattolica. 

Questa breve dissertazione, nelle nostre intenzioni vorrebbe essere un invito ad approfondire la conoscenza delle tematiche escatologiche per tentare di meglio comprendere i tanti avvenimenti dei nostri giorni che, a parere di molti studiosi (sia in ambito cattolico che di altre confessioni cristiane), in virtù della loro concordanza con le profezie bibliche e con le rivelazioni private, indicherebbero l'imminenza di eventi epocali per tutta l'umanità; eventi che nella Bibbia erano stati preannunciati già migliaia di anni fa.

"Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino..." (Marco 13,35).