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L'amore consiste non nel sentire che si ama, ma nel voler amare. Quando si vuole amare, si ama; quando si vuole amare al di là di tutto, si ama al di là di tutto. Se succede di cadere in una tentazione, è perché l'amore è troppo debole, non che non esista. Bisogna piangere, come San Pietro..., ma come anche lui ha fatto, dire per tre volte: “Ti voglio bene, ti voglio bene, tu sai che ti voglio bene, malgrado le mie debolezze e i miei peccati”.
Quanto all'amore che Gesù ha per noi, ce l'ha provato abbastanza perché ci crediamo senza sentirlo. Sentire che lo amiamo e che egli ci ama, sarebbe il cielo; il cielo non è quaggiù, salvo in rari momenti e rare eccezioni.
Raccontiamoci spesso la doppia storia delle grazie che Dio ci ha fatte personalmente dalla nostra nascita e quella delle nostre infedeltà; vi troveremo ... quanto necessario per avere una fiducia senza limiti nel suo amore. Egli ci ama perché è buono, non perché noi siamo buoni; le mamme non amano forse i figli anche quando sono andati fuori strada? E troveremo quanto necessario per sprofondarci nell'umiltà e sfiducia di noi. Cerchiamo di riscattare un po' di peccati con l'amore al prossimo, col bene fatto al prossimo. La carità verso il prossimo, gli sforzi per far del bene agli altri sono un eccellente rimedio per opporsi alle tentazioni: è passare dalla semplice difesa al contrattacco.


Beato Charles de Foucauld - eremita e missionario nel Sahara