00 23/01/2011 22:39
61
....La mia anima è sempre la stessa... sempre nella gioia, in questo giubilo ai piedi di Gesù... Gusto profondamente questa semplicità di vita... le lunghe ore di preghiera e di letture così semplici, così solitarie... Mi confondo e mi meraviglio della condotta di Dio nella mia anima... mi affondo e mi annego in questa pace... e sono profondamente stupito di accorgermi che le letture, la teologia, lungi dal distrarmi dall'unione con Gesù, mi ci fanno penetrare più profondamente...
Cerco di approfittare di queste grazie, di queste dolcezze, di questa pace, dell'aria buona che respiro, di questa solitudine che fa così bene, di questa atmosfera sana dove mi sembra essere, per meditare, leggere, lasciare che il buon Dio mi formi...

62
Quando si ama, si imita, quando si ama, si guarda il Beneamato e si fa come fa lui; quando si ama, si trova tanta bellezza in tutti gli atti del Beneamato, in tutti i suoi gesti, in tutti i suoi passi, in tutti i suoi modi di essere, che si imita, si segue tutto, ci si conforma a tutto. È una cosa istintiva, quasi necessaria.

63
I mezzi di cui egli si è servito nel Presepio, a Nazareth, sulla Croce sono: Povertà, Abiezione, Umiliazione, Abbandono, Persecuzione, Sofferenza, Croce. Eccole, le nostre armi, quelle del nostro Sposo divino, il quale ci chiede di lasciargli continuare in noi la sua vita...
Seguiamo questo Modello unico; saremo allora sicuri di trovarci nel giusto perché non siamo più noi che viviamo, ma lui che vive in noi, e i nostri atti non sono più i nostri umani e miserabili atti, ma i suoi, divinamente efficaci.

64
Ama, obbedisci, imita... Ama Gesù, obbediscilo, imitalo. L'obbedienza ti metterà in quegli stati in cui egli ti vuole: in essi, imitalo. In tutti i casi, imitalo. Fuori della sua imitazione non c'è perfezione. E per te, in modo particolarissimo, la sua imitazione è la tua vocazione, il tuo dovere, il tuo obbligo di tutti gli istanti della tua vita. La sua imitazione presiede a tutta la tua vita, è la direzione della tua vita.

65
Se dobbiamo imitare amorosamente, mettendoci tutto il cuore, la vita esterna di Nostro Signore, quanto più ancora dobbiamo conformare le nostre anime alla sua, pensare tutti i suoi pensieri, condividere tutti i suoi desideri, avere tutti i suoi sentimenti, formare insomma un so1 cuore ed un'anima sola con lui...

66
La mia vocazione ordinaria è la solitudine, la stabilità, il silenzio. Ma se credo di essere chiamato ad altro, obbedisco. L'amore, quando ha Dio per oggttto obbedisce sempre. Non si tratta di mettere in atto un'evangelizzazione Non ne sono degno né capa ce, e l'ora non è ancora arrivata, Si tratta di un lavoro preparatorio: entrare in confidenza e diventare amici di questa gente.

67
Sono molto freddo. Tiepidezza estrema nelle mie preghiere, niente mortificazioni. La mia vita è terra terra, tiepida e vuota. Faccio fatica a pregare. Appena comincio, ecco che subito il sonno e insopportabili pensieri mi fanno la guerra. Questa difficolta è presente in ogni ora. Vedo bene che una cosa sola mi manca: la mia conversione. Pregate per me, abbé Huvelin carissimo, affinché io sia finalmente quel che devo essere.

68
Assomigliare a te, condividere le tue opere, è questa la gioia più grande per il cuore che ti ama. Assomigliare, imitare è un bisogno violento dell'amore; è uno dei gradi di quell'unione cui mira di natura sua l'amore. La somiglianza è la misura dell'amore.

69
Tu, Gesù, sei andato a vivere la loro vita, la vita dei poveri operai che vivono del loro lavoro. La tua vita fu, come la loro, povertà e lavoro. Ispirami, o mio Dio, ciò che vuoi da me a riguardo del lavoro manuale.

70
Si può fare a meno di tutto tranne che di una buona morte. Una delle anime più belle ch'io abbia conosciuto, un vecchio padre domenicano morto a Gerusalemme durante il sonno la notte di Natale, dopo aver cantato la messa di mezzanotte e prima di celebrare quella dell'aurora, mi diceva: “Si può fare a meno di tutto, anche della virtù, tranne che di una buona morte”. Dandovi il dolore di veder partire tanti dei vostri cari, il buon Dio vi ha fatto la grazia di vederli partire tutti con l'unico necessario. La morte, punizione del nostro primo peccato, resta un castigo; ma quando essa è cristiana, tutto ciò che di doloroso per coloro che restano è la separazione, il vuoto, il crudele ricordo degli ultimi islanti; ma per colui che se n'è andato è la pace, la certezza di un'eternità felice, la sicurezza immutabile, anche se egli non entra subito in cielo, ha la certezza di entrarvi presto, e ormai la sua vita è tutta amore e perfezione. Vede quelli che ha lasciato, li ama meglio di quanto non facesse quaggiù, li soccorre con le sue preghiere e con tutti i mezzi che Dio gli dà.