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IL GRANELLINO
(Lc 5,33-39)
Spesso la gente va via dalla Chiesa perché quelli che la frequentano manifestano un volto triste e depresso. La Chiesa è un luogo di gioia e di festa. Gesù, prima di congedarsi dai suoi discepoli, disse loro: "Prego affinché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena". Quindi chi segue fedelmente Gesù Cristo non può vivere nella tristezza, malinconia e angoscia che sono, questi, sentimenti diabolici. Certo, nella vita spesso si sperimenta la croce, la delusione, il fallimento e la malattia, ma non dimenticare la preghiera di Davide, il giullare di Dio, che, mosso dallo Spirito, pregava dicendo: "Anche se cammino per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu, Signore, sei con me". Anni fa ogni primo venerdì del mese portavo l'Eucarestia a una giovane donna completamente paralizzata. Ebbene, ogni volta che le chiedevo come stesse, ella mi rispondeva con un volto e un sorriso celestiale: "Molto bene, Padre Lorenzo!". Il vederla mi dava una grande gioia. Ella mi faceva sentire la presenza di Gesù. Molti cattolici si scandalizzano quando si trovano in un'assemblea liturgica che è festosa ed esultante. Per molti l'esultanza in Chiesa è diventata un peccato. Quando ero adolescente ed ero in seminario, i superiori avevano molti dubbi sulla vocazione di quelli che erano vivaci e allegri; invece stimavano molto quelli che erano seriosi. Purtroppo molti di essi, lungo gli anni di formazione, lasciavano il seminario. Spesso Gesù paragona il cristianesimo a una festa di nozze. Ecco perché la prima caratteristica del cristiano è la gioia. Non lasciarti rubare la gioia di Cristo. Neppure quando pecchi perché, se sei pentito veramente, sperimenterai la gioia di essere perdonato da Gesù Cristo. Amen. Alleluia. (P. Lorenzo Montecalvo dei vocazionisti)