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Celebriamo la festa dell'Ascensione del Signore leggendo Mc.16,15-20. Questo testo è la testimonianza della vita e dei problemi della comunità cristiana, della sua esperienza del Signore risorto dopo il silenzio e la paura delle donne a cui si ferma la prima finale di Marco (Mc.16,1-8). È una ricapitolazione delle tre apparizioni del risorto di cui parlano gli altri Vangeli, scandita dagli avverbi di tempo "prima", "dopo", "alla fine", a cui corrisponde una ribadita incredulità culminante nel rimprovero rivolto da Gesù agli Undici: sembra infatti che egli, nell'apparizione agli Undici mentre sono a tavola, sia apparso solo per rimproverarli con una particolare durezza. Infatti, mentre lungo tutto l'arco del Vangelo è sottolineata l'"incomprensione" dei discepoli, ma solo ai suoi oppositori è attribuita la "incredulità" e la "durezza di cuore", qui Gesù arriva a rimproverare proprio questo agli Undici, denunciando in loro un vero rifiuto di credere nella risurrezione. Segue immediatamente il discorso di invio in missione. Nella comunità credente è avvenuto il passaggio dal "Vangelo" come evento nella carne di Gesù al "Vangelo" come "annuncio" e poi come "scritto".
L'"inizio del Vangelo di Gesù" giunto al suo compimento, adesso è affidato alla missione di coloro che lo portano come "annuncio" al mondo intero: adesso la comunità gusta l'esperienza della novità del Vangelo, perché Gesù "è stato elevato in cielo e siede alla destra di Dio", rimane, vivo per sempre e dà senso alla storia e ad ogni creatura. Questa pagina testimonia il punto di arrivo della comprensione del "Vangelo" come annuncio di un evento, in cui, una volta per sempre, è raggiunta la realizzazione piena dell'uomo nella sua relazione con Dio: il Vangelo come annuncio dell'Amore ormai donato ad ogni creatura. Per questo inizia la missione destinata all' universo, perché universale è il dono dell'Amore, missione affidata a persone appassionate. Senza questo c'è solo non senso e drammatico fallimento. Credere o non credere il Vangelo, il "lieto annuncio": ormai la frontiera che distingue gli uomini non passa più tra puro e impuro, tra ebrei e pagani, giusti e peccatori, buoni e cattivi, maschio e femmina, ma tra coloro che credono o non credono l'Amore che ormai riempie il mondo.
Con la collaborazione di Andrea Grippo