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14 SETTEMBRE: ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE


La prima Festa in onore della Croce fu celebrata nel 335. Dopo l’editto di Costantino nel 312 il Cristianesimo cominciò ad espandersi serenamente. Si volle onorare la Croce di Gesù con la sua “esaltazione”, anche per il ritrovamento della preziosa reliquia del Golgota.

Se per il mondo il termine croce assapora l’amaro e la sofferenza, per il Cristianesimo la Croce è il segno di riconoscimento dei seguaci di Cristo, per questo c’è l’elevazione e la celebrazione, si fa l’elogio della Croce e la si porta in trionfo.

La celebrazione della Croce non è un trionfo astratto, inconsistente o superficiale, al contrario la Croce è per noi come uno specchio, la fonte in cui troviamo le risposte alle nostre sofferenze, alle umiliazioni, alle malattie. La Croce ci dice che la sofferenza accettata con amore è glorificazione, unione con Gesù, condivisione della Passione e della Risurrezione.  

La Croce non è prettamente un contrassegno, non è un ornamento inutile come vogliono imporre molti anticlericali frustrati e sbandati. Nella Croce troviamo l’Amore di Dio per noi peccatori, la sua infinita misericordia, la pazienza di un Dio che si vede tradito da coloro che aveva beneficato, la forza per resistere a qualunque sofferenza e superarla con la preghiera costante ed umile.

La Croce è la nostra vittoria sul male, sul demonio, su chi non ci ama e si scontra prima o poi con Dio. È vero che non amiamo le croci che portiamo sulle spalle, ma le sopportiamo con amore. Le croci sono un tormento, la Croce ci spiega come accettarle e sforzarci per vincerle.

Chi non crede o chi non ha una Fede matura considera le croci come una punizione, invece, chi ha Fede vede nelle croci la possibilità di rientrare in sé e scoprire tutto ciò che non è buono, per cambiare mentalità, comportamenti, linguaggio.

Molti Santi si sono convertiti a Gesù dopo avere incontrato sofferenze indicibili, nessuno deve quindi pensare che le croci siano una punizione. Le croci non le manda mai Gesù, ricordatelo bene, ma Lui utilizza il male trasformandolo in bene. Occorre la nostra disponibilità, il nostro ritorno a Lui e l’impegno di una vita nuova.

In molte famiglie toccate dalla sofferenza si ritorna a pregare, dopo una vita condotta nell’indifferenza, curando solo l’apparenza, il benessere e la vita frivola. L’incontro con la sofferenza alle volte spinge una sola persona a pregare, poi con il tempo anche gli altri familiari cominciano a pregare e la famiglia si salva, molto spesso si vince ogni malattia. Perché Gesù può tutto, niente è a Lui impossibile.

Voi non immaginate quante persone mi hanno detto che benedicono la sofferenza o le loro croci, perché attraverso la sofferenza hanno incontrato Gesù, hanno trovato il senso della vita, sono ritornati a vivere come figli di Dio e non più come figli del Male.

La Croce di Gesù è trionfo, pace, amore, potenza.