CREDENTI

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    00 23/11/2011 14:18


     I DOMENICA DI AVVENTO (ANNO B)

    i.

     
       

    BA010 ;

    Grado della Celebrazione: DOMENICA
    Colore liturgico: Viola

    27 novembre

     

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    00 01/12/2011 09:51


     II DOMENICA DI AVVENTO (ANNO B)

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    BA020 ;
    Grado della Celebrazione: DOMENICA
    Colore liturgico: Viola

     

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    III DOMENICA DI AVVENTO (ANNO B) - GAUDETE

    .

     
       

    DBA030 ;

     11 dicembre

     DOMENICA
    Colore liturgico: Viola o Rosaceo

     

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     IV DOMENICA DI AVVENTO (ANNO B)

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    BA040 ;
    Grado della Celebrazione: DOMENICA

    18 dicembre
    Colore liturgico: Viola

     

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    00 20/12/2011 08:28


    NATALE DEL SIGNORE - MESSA DELLA NOTTE

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    N1225A ;

    Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
    Colore liturgico: Bianco

    25 dicembre

     

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    Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”.
    Soltanto la contemplazione può semplificare la nostra preghiera per arrivare a constatare la profondità della scena e del segno che ci è dato.
    Una mangiatoia, un bambino, Maria in contemplazione, Giuseppe meditabondo: “Veramente tu sei un Dio misterioso!”. Il Padre, il solo che conosce il Figlio, ci conceda di riconoscerlo affinché l’amiamo e lo imitiamo.
    Nessun apparato esteriore, nessuna considerazione, nel villaggio tutto è indifferente. Solo alcuni pastori, degli emarginati dalla società...
    E tutto questo è voluto: “Egli ha scelto la povertà, la nudità.
    Ha disprezzato la considerazione degli uomini, quella che proviene dalla ricchezza, dallo splendore, dalla condizione sociale”. Nessun apparato, nessuno splendore esteriore.
    Eppure egli è il Verbo che si è fatto carne, la luce rivestita di un corpo. Egli si trova nel mondo che egli stesso continuamente crea, ma vi è nascosto. Perché vuole apparirci solo di nascosto?
    Egli fino ad allora era, secondo l’espressione di Nicolas Cabasilas, un re in esilio, uno straniero senza città, ed eccolo che fa ritorno alla sua dimora. Perché la terra, prima di essere la terra degli uomini, è la terra di Dio. E, ritornando, ritrova questa terra creata da lui e per lui.
    “Dio si è fatto portatore di carne perché l’uomo possa divenire portatore di Spirito”,
    dice Atanasio di Alessandria.
    “Il suo amore per me ha umiliato la sua grandezza.
    Si è fatto simile a me perché io lo accolga.
    Si è fatto simile a me perché io lo rivesta”
    (Cantico di Salomone).
    Per capire, io devo ascoltare lui che mi dice:
    “Per toccarmi, lasciate i vostri bisturi...
    Per vedermi, lasciate i vostri sistemi di televisione...
    Per sentire le pulsazioni del divino nel mondo, non
    prendete strumenti di precisione...
    Per leggere le Scritture, lasciate la critica...
    Per gustarmi, lasciate la vostra sensibilità...”
    (Pierre Mounier).
    Ma credete e adorate.


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    00 28/12/2011 23:26

     MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO

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    S0101 ; 
    Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
    Colore liturgico: Bianco 
    1 gennaio 2012

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    00 05/01/2012 15:43

    EPIFANIA DEL SIGNORE

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    S0106 ; 
    Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
    Colore liturgico: Bianco 

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    Una stella ha guidato i Magi fino a Betlemme perché là scoprissero “il re dei Giudei che è nato” e lo adorassero. 
    Matteo aggiunge nel suo Vangelo: “Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono”. 
    Il viaggio dall’Oriente, la ricerca, la stella apparsa ai Magi, la vista del Salvatore e la sua adorazione costituiscono le tappe che i popoli e gli individui dovevano percorrere nel loro andare incontro al Salvatore del mondo. La luce e il suo richiamo non sono cose passate, poiché ad esse si richiama la storia della fede di ognuno di noi. 
    Perché potessero provare la gioia del vedere Cristo, dell’adorarlo e dell’offrirgli i loro doni, i Magi sono passati per situazioni in cui hanno dovuto sempre chiedere, sempre seguire il segno inviato loro da Dio. 
    La fermezza, la costanza, soprattutto nella fede, è impossibile senza sacrifici, ma è proprio da qui che nasce la gioia indicibile della contemplazione di Dio che si rivela a noi, così come la gioia di dare o di darsi a Dio. “Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia”. 
    Noi possiamo vedere la stella nella dottrina e nei sacramenti della Chiesa, nei segni dei tempi, nelle parole sagge e nei buoni consigli che, insieme, costituiscono la risposta alle nostre domande sulla salvezza e sul Salvatore. 
    Rallegriamoci, anche noi, per il fatto che Dio, vegliando sempre, nella sua misericordia, su chi cammina guidato da una stella ci rivela in tanti modi la vera luce, il Cristo, il Re Salvatore.
     

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    00 06/01/2012 16:06

    BATTESIMO DEL SIGNORE (ANNO B)

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    BO010 ; 
    Grado della Celebrazione: FESTA
    Colore liturgico: Bianco 
    8 gennaio

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    L’evangelista Marco racconta il battesimo di Gesù con la sua abituale sobrietà. Non ha parlato (e non parlerà) della nascita di Gesù, e nemmeno della sua infanzia. Per lui, tutto ha inizio col battesimo di Gesù. I pochi versetti dedicati alla missione di Giovanni richiamano e riassumono in breve la lunga attesa, da parte dell’umanità, della venuta del Salvatore. La missione del Salvatore comincia con il far passare in secondo piano il precursore, il quale, potendo proporre soltanto un battesimo d’acqua, lascia il posto a colui che battezzerà nello Spirito Santo. Comincia una nuova era, una creazione assolutamente nuova. Il Creatore prende il posto della creatura. Il Salvatore scende nel Giordano come un peccatore, il giudice di questo mondo fa la parte di un nuovo Adamo. Gesù esce dall’acqua e intraprende la propria missione, come all’inizio l’uomo fu plasmato dal fango, mentre un flutto risaliva dalla terra e bagnava la superficie del suolo (Gen 2,6). Gesù riceve lo Spirito Santo come già un tempo: “Dio... soffiò nelle sue narici un alito di vita” (Gen 2,7). E Gesù, secondo Marco, diviene l’uomo nuovo, proprio come di Adamo si dice: “E l’uomo divenne un essere vivente” (Gen 2,7). L’umanità ricomincia allora, col battesimo di Gesù, su basi nuove. Dovrà ancora passare attraverso l’esperienza della morte ed entrare quindi nella gloria della risurrezione. Dovrà ancora, e deve tuttora, trasformarsi lentamente in ogni uomo, aspettando il giorno in cui “vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi... Ed egli... riunirà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo” (Mc 13,26-27). Allora non ci sarà più battesimo (At 21,23-27). 

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    00 14/01/2012 09:15

     II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

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    BO020 ; 
    Grado della Celebrazione: DOMENICA
    Colore liturgico: Verde 
    15 gennaio
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    Il brano presenta il sapore dei fatti vissuti e ben impressi nella memoria, perché hanno cambiato la vita. 
    I discepoli hanno dato la loro fiducia a Giovanni il Battista. È sulla sua parola che “seguono” Gesù indicato come l’“Agnello di Dio”. 
    L’incontro con Cristo prende l’avvio da una domanda che gli viene rivolta: “Dove abiti?”. Ma subito si trasforma in un affidamento dei discepoli al mistero. 
    Gesù risponde: “Venite e vedrete”. 
    L’esperienza del condividere tutto convince i discepoli che Gesù è il Messia atteso. 
    L’incontro con Cristo non è un avvenimento superficiale: si configura come un sentirsi compresi e amati; cambia il nome, e, con il nome, cambia l’atteggiamento di fondo: “Tu sei Simone... ti chiamerai Cefa”. 
    Il trovare Gesù - o meglio, l’essere trovati da Gesù - non solo muta l’esistenza, ma rende annunciatori della salvezza. A modo di traboccamento di gioia. A modo di esigenza di partecipare insieme alla vita nuova scoperta in Cristo.
     

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    00 17/01/2012 09:13

     III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

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    BO030 ; 
    Grado della Celebrazione: DOMENICA
    Colore liturgico: Verde 
    22 gennaio

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    Nel Vangelo di Marco è la prima predica di Gesù. 
    È brevissima, ma offre una sintesi felicissima dei temi fondamentali di tutta la sua predicazione: il compimento del tempo, il regno di Dio, la conversione, la fede al vangelo. Poi vi è la chiamata dei primi discepoli: è il paradigma concreto di ogni sequela. 
    Ci sono due indicativi teologici che sono la ragione dei due successivi imperativi antropologici: è suonata l’ora messianica, l’attesa è finita poiché il regno di Dio si è fatto vicino, è ormai presente nella storia, perciò non è più possibile rimandare la decisione, occorre convertirsi, cambiare cioè la testa e la direzione del cammino passando a credere al vangelo. 
    Conversione e fede non sono due azioni che si succedono, ma due momenti del medesimo movimento: quello negativo del distacco, quello positivo di fondare la vita sul vangelo, cioè credere, mettendosi a seguire Gesù, appunto come Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni. 
    Vangelo è il termine greco che significa lieta notizia nuova, e una bella notizia evidentemente porta gioia. Il regno di Dio è l’espressione riassuntiva di tutta la gioia. Gesù è questo regno arrivato: la gioia è qui a portata di mano. Chi decide di seguire Gesù è sicuro di arrivarci anche lui.
     

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    00 23/01/2012 08:35

    IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

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    BO040 ; 
    Grado della Celebrazione: DOMENICA
    Colore liturgico: Verde 
    29 gennaio

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    Gesù inizia il suo ministero annunciando il vangelo del regno di Dio (Mc 1,15). Si ha un regno quando c’è un popolo governato da un’autorità sovrana che esercita il suo potere per mezzo della legge. 
    Dio è Santo ed esercita il suo dominio per mezzo della potenza dello Spirito Santo; la sua unica legge è l’amore. Vive nel regno di Dio chi, nella libertà dell’amore, si sottomette all’azione potente del suo Spirito che “è Signore e dà la vita”. Adamo ed Eva con il peccato si sono ribellati a Dio sottraendosi alla sua sovranità, ed a causa loro tutti gli uomini sono stati costituiti peccatori (Rm 5,12) per cui “giacciono sotto il potere del Maligno” (1Gv 5,15), il quale regna sull’uomo con la forza della menzogna e con la legge del peccato. 
    Gesù Cristo, nuovo Adamo, sottomesso al Padre con una obbedienza spinta fino alla morte di croce (Fil 2,8), ripieno di Spirito Santo e rivestito di potenza dall’alto al battesimo del Giordano, inizia la sua missione instaurando il regno di Dio con autorità. I demoni si sottomettono a lui, manifestando così che il loro potere sull’uomo ormai volge al termine e che il regno di Dio è entrato nel mondo. La parola di Gesù, al contrario di quella degli altri maestri del tempo, non tende a diffondere delle opinioni dottrinali, chiama invece gli uomini all’obbedienza a lui (1Pt 1,2) per mezzo della fede(cf. Rm 1,5; 6,16-17), la pratica dei suoi comandamenti(Gv 14,21) e la guida del suo Santo Spirito. Oggi è compito della Chiesa, cioè di ogni cristiano, far arrivare il regno di Dio ad ogni uomo su questa terra.
     

    [Modificato da Coordin. 28/01/2012 08:11]
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    00 30/01/2012 08:41

    V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

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    BO050 ; 
    Grado della Celebrazione: DOMENICA
    Colore liturgico: Verde 
    5 FEBBRAIO

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    Gesù passa tra noi e ci guarisce. Ci ha rigenerati e guariti con la grazia del battesimo e ci rinnova ogni giorno con la sua misericordia. 
    Siamo dei salvati, ma lo siamo per essere segno del Cristo presso i nostri fratelli e le nostre sorelle. 
    La suocera di Pietro dà ad ognuno di noi l’esempio di chi, guarito dal Cristo, sceglie di servire. 
    Le folle cercano Gesù attirate da ciò che egli dice e dai segni che opera. È la carità che le richiama e la carità è certamente il segno più luminoso e distintivo di ogni comunità cristiana. 
    Ma per essere davvero testimoni e annunciatori del Cristo occorre ancorare la propria vita nella preghiera e nella contemplazione: Gesù si ritira a pregare solo in un luogo deserto e indica la strada maestra che dobbiamo seguire se vogliamo essere suoi veri discepoli.
     

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    00 08/02/2012 11:00

    VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

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    BO060 ; 
    Grado della Celebrazione: DOMENICA
    Colore liturgico: Verde 
    12 febbraio

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    Il profeta Isaia proclamava che il Messia sarebbe venuto per annunciare la buona novella ai poveri. Gesù, commentando 
    questo testo nella sinagoga di Nazaret, dice solennemente: “Questa parola della Scrittura... si adempie oggi” (Lc 4,18-19). 
    Ma Gesù è venuto per guarire le malattie dei poveri, spesso in modo straordinario o prodigioso? Certo Gesù dà spesso prova della sua misericordia di fronte alle sofferenze umane. Ma, in ogni caso, questi sono segni del potere che il Figlio dell’uomo ha ricevuto da colui che lo ha mandato per liberare da una schiavitù più profonda, da una lebbra più cronica, per liberare dal peccato. 
    Chi può perdonare i peccati, se non Dio? “Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere in terra di rimettere i peccati: alzati disse al paralitico, prendi il tuo letto e va’ a casa tua” (Mt 9,6). 
    Cos’ha Gesù, che cosa irradia il Maestro per provocare nel lebbroso questa supplica colma di fiducia: “Se vuoi, puoi guarirmi”? Gesù si avvicina al lebbroso: “Lo toccò”; il lebbroso manifesta la sua fiducia, la sua gioia, la sua testimonianza, non può tacere. 
    E noi? Noi siamo la Chiesa di Gesù che prolunga la sua presenza e la sua opera nel mondo. In tutti i settori dove è in gioco il dolore di un qualsiasi uomo, dove la sua dignità di figlio di Dio è in pericolo, dove c’è emarginazione, qualunque essa sia, là si gioca la nostra credibilità in quanto Chiesa che porta la salvezza di Gesù.
     

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    00 14/02/2012 06:13

     VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

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    BO070 ; 
    Grado della Celebrazione: DOMENICA
    Colore liturgico: Verde 
    19 febbraio

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    Attraverso la guarigione del paralitico di Cafarnao, preceduta dal perdono dei peccati, Gesù afferma che il peccato è il 
    più grande male degli uomini, la radice e l’origine di tutti i mali. Egli annuncia apertamente che Dio solo può liberare l’uomo dal suo male radicale: egli si manifesta come Dio, come colui nel quale tutte le promesse divine hanno ricevuto un “sì” assoluto e definitivo. 
    Il peccato è il male radicale perché rappresenta la rivolta della creatura contro Dio, contro colui a immagine e rassomiglianza del quale siamo stati creati e nel quale noi agiamo ed esistiamo. Lontano dal volto di Dio, l’uomo perde il suo centro, precipita nell’abisso e soffre per la lacerazione del suo essere. E la caduta dell’uomo è così grande, che Dio solo, volgendosi con misericordia verso di noi e riconciliandoci con sé, può guarire il male radicale e i vecchi dolori. La salvezza dell’uomo dipende quindi da un atto positivo di Dio. E questo atto è Gesù Cristo, il Figlio unico del Padre fatto uomo per noi, nel quale abbiamo ottenuto la riconciliazione e abbiamo visto scaturire un corpo sano dalle nostre membra malate.
     

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    00 20/02/2012 08:29

     I DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO B)

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    BQ010 ; 
     DOMENICA 26 febbraio
    Colore liturgico: Viola 

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    Il Vangelo di Marco comincia con una semplice affermazione: “Inizio del Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio”. 
    Giovanni Battista, che aveva annunciato la sua venuta come imminente, battezzò Gesù nel Giordano e in quell’occasione lo Spirito diede testimonianza di Gesù. Marco accenna soltanto al periodo nel deserto e alla tentazione. È il preludio all’inizio del ministero pubblico di nostro Signore. Il suo primo richiamo, che ci viene ripetuto questa domenica, è: “Convertitevi e credete al vangelo”. Egli comincia proprio da quello che era stato il punto centrale dell’insegnamento di Giovanni Battista. 
    La Quaresima è soprattutto un periodo di riflessione sui misteri della nostra redenzione, al cui centro sono l’insegnamento e la persona di Gesù Cristo. Il Salvatore ha assunto forma umana, cioè quella che è la nostra condizione, e non è nemmeno stato risparmiato dall’esperienza della tentazione. Nella sua natura umana, Gesù ha vissuto in prima persona cosa significhi respingere Satana e porre al primo posto le cose divine. Il nostro Signore e il nostro Dio è in tutto nostra guida e modello. 
    Cercare di conoscere Cristo significa anche prendere coscienza di quel nostro bisogno di cambiamento di vita che chiamiamo “pentimento”. In particolare è mediante la liturgia della Chiesa che ci avviciniamo a Cristo e facciamo esperienza della sua presenza in mezzo a noi. 
    Nella liturgia, diventiamo “uno” con Cristo nel mistero grazie al quale egli ha riscattato il mondo.
     

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    00 29/02/2012 08:20

    II DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO B)

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    BQ020 ; 
    Grado della Celebrazione: DOMENICA
    Colore liturgico: Viola 
    4 marzo

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    La trasfigurazione occupava un posto importante nella vita e nell’insegnamento della Chiesa primitiva. Ne sono testimonianze le narrazioni dettagliate dei Vangeli e il riferimento presente nella seconda lettera di Pietro (2Pt 1,16-18). 
    Per i tre apostoli il velo era caduto: essi stessi avevano visto ed udito. Proprio questi tre apostoli sarebbero stati, più tardi, al Getsemani, testimoni della sofferenza di nostro Signore. 
    L’Incarnazione è al centro della dottrina cristiana. Possono esserci molti modi di rispondere a Gesù, ma per la Chiesa uno solo è accettabile. Gesù è il Figlio Unigenito del Padre, Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero. La vita cristiana è una contemplazione continua di Gesù Cristo. Nessuna saggezza umana, nessun sapere possono penetrare il mistero della rivelazione. Solo nella preghiera possiamo tendere a Cristo e cominciare a conoscerlo. 
    “È bello per noi stare qui”, esclama Pietro, il quale “non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento”. La fede pone a tacere la paura, soprattutto la paura di aprire la nostra vita a Cristo, senza condizioni. Tale paura, che nasce spesso dall’eccessivo attaccamento ai beni temporali e dall’ambizione, può impedirci di sentire la voce di Cristo che ci è trasmessa nella Chiesa.
     

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    00 05/03/2012 08:26

     III DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO B)

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    BQ030 ; 
    Grado della Celebrazione: DOMENICA
    Colore liturgico: Viola
    11 marzo 

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    Una visita sul sito del Tempio nella Gerusalemme attuale dà un’idea della sacralità del luogo agli occhi del popolo ebreo. Ciò doveva essere ancora più sensibile quando il tempio era ancora intatto e vi si recavano, per le grandi feste, gli Ebrei della Palestina e del mondo intero. 
    L’uso delle offerte al tempio dava la garanzia che la gente acquistasse solo quanto era permesso dalla legge. L’incidente riferito nel Vangelo di oggi dà l’impressione che all’interno del tempio stesso si potevano acquistare le offerte e anche altre cose. 
    Come il salmista, Cristo è divorato dallo “zelo per la casa di Dio” (Sal 068,10). Quando gli Ebrei chiedono a Gesù in nome di quale autorità abbia agito, egli fa allusione alla risurrezione. All’epoca ciò dovette sembrare quasi blasfemo. Si trova in seguito questo commento: “Molti credettero nel suo nome. Gesù però non si confidava con loro, perché conosceva tutti”. Noi dobbiamo sempre provare il bisogno di fare penitenza, di conoscerci come Dio ci conosce. 
    Il messaggio che la Chiesa ha predicato fin dall’inizio è quello di Gesù Cristo crocifisso e risorto. Tutte le funzioni della Quaresima tendono alla celebrazione del mistero pasquale. Che visione straordinaria dell’umanità vi si trova! Dio ha mandato suo Figlio perché il mondo fosse riconciliato con lui, per farci rinascere ad una nuova vita in lui. Eppure, a volte, noi accogliamo tutto ciò con eccessiva disinvoltura. Proprio come per i mercati del tempio, a volte la religione ha per noi un valore che ha poco a vedere con la gloria di Dio o la santità alla quale siamo chiamati.
     

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    00 13/03/2012 07:52

      IV DOMENICA DI QUARESIMA - LAETARE (ANNO B)

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    BQ040 ; 
    Grado della Celebrazione: DOMENICA
    Colore liturgico: Viola o Rosaceo 

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    Tutto il Nuovo Testamento si interessa alla dottrina centrale della redenzione. Il ritorno di ogni uomo e di ogni cosa alla santità, presso il Padre, si compie attraverso la vita, la morte e la risurrezione di Cristo. 
    Il Vangelo di Giovanni pone l’accento in particolare sull’incarnazione. Gesù è stato mandato dal Padre. È venuto in un mondo decaduto e ha portato luce e vita nuova. Attraverso la sua passione e la sua risurrezione, egli restituisce ogni cosa al Padre e rivela la piena realtà della sua identità di Verbo fatto carne. Per mezzo di lui tutto è riportato alla luce. 
    Tutta la nostra vita nella Chiesa è il compimento della nostra risposta a Cristo. L’insegnamento del Nuovo Testamento - e ne vediamo un esempio nella lettura di oggi - è assai preciso. La redenzione è stata realizzata tramite Gesù Cristo, ma per noi deve essere ancora realizzata. Noi possiamo infatti rifiutare la luce e scegliere le tenebre. 
    Nel battesimo Cristo ci avvolge: noi siamo, per così dire, “incorporati” in lui ed entriamo così in unione con tutti i battezzati nel Corpo di Cristo. Eppure la nostra risposta di uomini, resa possibile dalla grazia di Dio, necessita del nostro consenso personale. Quando c’è anche tale accordo, ciò che facciamo è fatto in Cristo e ne porta chiaramente il segno. Diventiamo allora suoi testimoni nel mondo.
     

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    00 19/03/2012 08:13

    V DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO B)

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    BQ050 ; 
    Grado della Celebrazione: DOMENICA
    Colore liturgico: Viola 
    25 marzo

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    Il brano del Vangelo odierno segue immediatamente la narrazione dell’ingresso trionfale del Signore a Gerusalemme. Tutti sembrano averlo accolto: persino alcuni Greci, di passaggio, andarono a rendergli omaggio. 
    Questo è il contesto in cui Giovanni comincia il racconto della Passione. Come in natura, il chicco di grano muore per generare una nuova vita, così Gesù, con la sua morte, riconduce tutto quanto al Padre. Non è l’acclamazione del popolo che farà venire il Regno, ma il consenso del Padre. Il ministero e l’insegnamento di Gesù testimoniano che egli è venuto da parte del Padre. Aprirci a lui, significa passare dalla conoscenza di quanto egli ha detto o fatto all’accettazione della fede. La voce venuta dal cielo ci riporta alla Trasfigurazione (cf. la seconda domenica di Quaresima). Ma qui, chi sente questa voce, o non la riconosce per nulla, o la percepisce come una vaga forma di approvazione. Eppure tale conferma era proprio destinata a loro. Questo è anche un richiamo per noi: se non siamo pronti ad ascoltare la parola di Dio, anche noi resteremo insensibili. 
    Tutti coloro che vogliono seguire Cristo, che accettano questa nuova via, scelgono di porsi al servizio di Cristo e di camminare al suo fianco. Il significato pregnante di queste parole - essere sempre con lui dovunque egli sia - ci è stato presentato nell’insegnamento e nel nutrimento spirituale della Quaresima. All’avvicinarsi della celebrazione dei misteri pasquali, portiamo in noi la certezza che servire Cristo significa essere onorati dal Padre.
     

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    00 26/03/2012 08:31

     DOMENICA DELLE PALME (ANNO B)

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    BPALM ; 
    Grado della Celebrazione: DOMENICA
    Colore liturgico: Rosso 

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    È allo stesso tempo l’ora della luce e l’ora delle tenebre. 
    L’ora della luce, poiché il sacramento del Corpo e del Sangue è stato istituito, ed è stato detto: “Io sono il pane della vita... Tutto ciò che il Padre mi dà verrà a me: colui che viene a me non lo respingerò... E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto mi ha dato, ma lo risusciti l’ultimo giorno” (Gv 6,35-39). Come la morte è arrivata dall’uomo così anche la risurrezione è arrivata dall’uomo, il mondo è stato salvato per mezzo di lui. Questa è la luce della Cena. 
    Al contrario, la tenebra viene da Giuda. Nessuno è penetrato nel suo segreto. Si è visto in lui un mercante di quartiere che aveva un piccolo negozio, e che non ha sopportato il peso della sua vocazione. Egli incarnerebbe il dramma della piccolezza umana. O, ancora, quello di un giocatore freddo e scaltro dalle grandi ambizioni politiche. 
    Lanza del Vasto ha fatto di lui l’incarnazione demoniaca e disumanizzata del male. 
    Tuttavia nessuna di queste figure collima con quella del Giuda del Vangelo. Era un brav’uomo, come molti altri. È stato chiamato come gli altri. Non ha capito che cosa gli si faceva fare, ma gli altri lo capivano? Egli era annunciato dai profeti, e quello che doveva accadere è accaduto. Giuda doveva venire, perché altrimenti come si sarebbero compiute le Scritture? Ma sua madre l’ha forse allattato perché si dicesse di lui: “Sarebbe stato meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!”? Pietro ha rinnegato tre volte, e Giuda ha gettato le sue monete d’argento, urlando il suo rimorso per aver tradito un Giusto. Perché la disperazione ha avuto la meglio sul pentimento? Giuda ha tradito, mentre Pietro che ha rinnegato Cristo è diventato la pietra di sostegno della Chiesa. Non restò a Giuda che la corda per impiccarsi. Perché nessuno si è interessato al pentimento di Giuda? Gesù l’ha chiamato “amico”. È veramente lecito pensare che si trattasse di una triste pennellata di stile, affinché sullo sfondo chiaro, il nero apparisse ancora più nero, e il tradimento più ripugnante? Invece, se questa ipotesi sfiora il sacrilegio, che cosa comporta allora l’averlo chiamato “amico”? L’amarezza di una persona tradita? Eppure, se Giuda doveva esserci affinché si compissero le Scritture, quale colpa ha commesso un uomo condannato per essere stato il figlio della perdizione? 
    Non chiariremo mai il mistero di Giuda, né quello del rimorso che da solo non può cambiare nulla. Giuda Iscariota non sarà più “complice” di nessuno.
     

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    00 02/04/2012 07:41
    LITURGIA TRIDUO PASQUALE

    GIOVEDI SANTO (MESSA DEL CRISMA)

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    EGIOSA ; 
    Colore liturgico: Bianco 

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    VENERDI SANTO (PASSIONE DEL SIGNORE)

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    EVENS ; 
    Colore liturgico: Rosso 

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    La più grande lezione che Gesù ci dà nella passione, consiste nell’insegnarci che ci possono essere sofferenze, vissute nell’amore, che glorificano il Padre. 
    Spesso, è la “tentazione” di fronte alla sofferenza che ci impedisce di fare progressi nella nostra vita cristiana. Tendiamo infatti a credere che la sofferenza è sempre da evitare, che non può esserci una sofferenza “santa”. Questo perché non abbiamo ancora sufficientemente fatto prova dell’amore infinito di Dio, perché lo Spirito Santo non ci ha ancora fatto entrare nel cuore di Gesù. Non possiamo immaginarci, senza lo Spirito Santo, come possa esistere un amore più forte della morte, non un amore che impedisca la morte, ma un amore in grado di santificare la morte, di pervaderla, di fare in modo che esista una morte “santa”: la morte di Gesù e tutte le morti che sono unite alla sua. 
    Gesù può, a volte, farci conoscere le sofferenze della sua agonia per farci capire che dobbiamo accettarle, non fuggirle. Egli ci chiede di avere il coraggio di rimanere con lui: finché non avremo questo coraggio, non potremo trovare la pace del suo amore. 
    Nel cuore di Gesù c’è un’unione perfetta fra amore e sofferenza: l’hanno capito i santi che hanno provato gioia nella sofferenza che li avvicinava a Gesù. 
    Chiediamo umilmente a Gesù di concederci di essere pronti, quando egli lo vorrà, a condividere le sue sofferenze. Non cerchiamo di immaginarle prima, ma, se non ci sentiamo pronti a viverle ora, preghiamo per coloro ai quali Gesù chiede di viverle, coloro che continuano la missione di Maria: sono più deboli e hanno soprattutto bisogno di essere sostenuti.

    *******

    La celebrazione si svolge in tre momenti: Liturgia della Parola, Adorazione della Croce, Comunione eucaristica.
    In questo giorno la santa comunione ai fedeli viene distribuita soltanto durante la celebrazione della Passione del Signore; ai malati, che non possono prendere parte a questa celebrazione, si può portare la comunione in qualunque ora del giorno.
    Il sacerdote e il diacono indossano le vesti di color rosso, come per la Messa.
    Si recano poi all’altare e, fatta la debita riverenza, si prostrano a terra o, secondo l’opportunità, s’inginocchiano. Tutti, in silenzio, pregano per breve tempo.
     

     

     

    VEGLIA PASQUALE NELLA NOTTE SANTA (ANNO B)

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    BVEPA ; 
    Colore liturgico: Bianco 

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    Veglia della Notte santa – la Madre di tutte le veglie. Così S. Agostino definisce questa celebrazione. Essa si colloca al cuore dell'Anno liturgico, al centro di ogni celebrazione. Ad essa si preparavano i nuovi cristiani, in essa speravano i peccatori, tutti potevano di nuovo attingere dalla mensa ai «cancelli celesti». Essa rappresenta Totum pasquale sacramentum. Infatti in essa si celebrano non solo i fatti della risurrezione, ma anche quelli della passione di Cristo. 

     

     

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    00 07/04/2012 07:59

    DOMENICA DI PASQUA - RISURREZIONE DEL SIGNORE (ANNO B)

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    BP010 ; 
    Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
    Colore liturgico: Bianco 

    8aprile

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    Che cos’è che fa correre l’apostolo Giovanni al sepolcro? Egli ha vissuto per intero il dramma della Pasqua, essendo molto vicino al suo maestro. Ci sembra perciò inammissibile un’affermazione del genere: “Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura”. Eppure era proprio così: non meravigliamoci allora di constatare l’ignoranza attuale, per molti versi simile. Il mondo di Dio, i progetti di Dio sono così diversi che ancor oggi succede che anche chi è più vicino a Dio non capisca e si stupisca degli avvenimenti. 
    “Vide e credette”. Bastava un sepolcro vuoto perché tutto si risolvesse? Credo che non fu così facile. Anche nel momento delle sofferenze più dure, Giovanni rimane vicino al suo maestro. La ragione non comprende, ma l’amore aiuta il cuore ad aprirsi e a vedere. È l’intuizione dell’amore che permette a Giovanni di vedere e di credere prima di tutti gli altri. La gioia di Pasqua matura solo sul terreno di un amore fedele. Un’amicizia che niente e nessuno potrebbe spezzare. È possibile? Io credo che la vita ci abbia insegnato che soltanto Dio può procurarci ciò. È la testimonianza che ci danno tutti i gulag dell’Europa dell’Est e che riecheggia nella gioia pasquale alla fine del nostro millennio.
     

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    00 11/04/2012 08:13

    II DOMENICA DI PASQUA o della Divina Misericordia (ANNO B)

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    BP020 ; 
    Grado della Celebrazione: DOMENICA
    Colore liturgico: Bianco 

    15 aprile

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    I profeti chiamarono il Messia “principe della pace” (Is 9,5); affermarono che una pace senza fine avrebbe caratterizzato il suo regno (Is 9,6; 11,6). In occasione della nascita di Cristo, gli angeli del cielo proclamarono la pace sulla terra agli uomini di buona volontà (Lc 2,14). Gesù stesso dice: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo” (Gv 14,27). 
    Sul monte degli Ulivi, contemplando la maestà di Gerusalemme, Gesù, con le lacrime agli occhi e con il cuore gonfio, rimproverò il suo popolo: “Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace!” (Lc 19,42). La pace è il dono apportato dal Redentore. Egli ci ha procurato questo dono per mezzo della sua sofferenza e del suo sacrificio, della sua morte e della sua risurrezione. San Paolo afferma: “Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani siete diventati vicini grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia” (Ef 2,13-14). Quando, risuscitato dai morti, si mostrò agli apostoli, Gesù offrì loro innanzi tutto la pace, prezioso dono del riscatto. Quando si mostrò a loro, disse ai suoi discepoli: “Pace a voi!”. Vedendoli spaventati e sperduti, li rassicurò dicendo loro che era proprio lui, risuscitato dai morti, e ripeté loro: “Pace a voi!”. Gesù ha voluto fare questo dono prezioso del riscatto - la pace - e l’ha fatto, non solo agli apostoli, ma anche a tutti quelli che credevano e avrebbero creduto in lui. È per questo che mandò gli apostoli a proclamare il Vangelo della redenzione in tutti i paesi del mondo, dando loro il potere di portare la pace dell’anima per mezzo dei sacramenti del battesimo e del pentimento, per mezzo dell’assoluzione dai peccati. Inoltre, in quell’occasione, Cristo soffiò sugli apostoli e disse loro: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete, i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi” (Gv 20,21-23). 
    Beati coloro che credono in Dio senza averlo mai visto con i loro occhi, percepito con i loro sensi, compreso completamente con la loro intelligenza. La fede è una grazia; essa supera la conoscenza. La fede è un abbandonarsi con fiducia, non è un dato scientificamente dimostrato. Noi crediamo perché Dio si è rivelato e questa rivelazione è confermata dalla testimonianza di coloro che poterono essere presenti per decisione di Cristo e per ispirazione dello Spirito Santo, e cioè gli scrittori sacri, autori dei libri ispirati, e la Chiesa, alla cui testa si trova, in maniera invisibile, il Redentore stesso. Da ciò possiamo capire che la fede è meritoria e dunque benedetta. Infatti, accettare un sapere scientifico certo non costituisce in nessun modo un merito, mentre credere in qualcosa che non possiamo capire rappresenta un sacrificio e, perciò, un merito. 
    La benedizione della fede consiste nel fatto che essa ci unisce a Dio, ci indica la vera via di salvezza e ci libera così dall’angoscia del dubbio. La fede rende salda la speranza e, grazie ad essa, ci preserva dalla sfiducia, dalla tristezza, dallo smarrimento. La fede ci avvicina al soprannaturale e ci assicura così l’aiuto divino nei momenti più difficili. La fede ci innalza dalla vita materiale all’esistenza spirituale e ci riempie così di una gioia celeste. 
    Sulla terra, l’uomo è angosciato dal dubbio, dall’incertezza, dalla disperazione. Ma la fede lo libera da tutto questo. La fede lo rende pacifico e felice. Che cosa dobbiamo temere se Dio è con noi? La fede ci unisce a Dio e stabilisce uno stretto legame con lui. L’armonia con Dio sbocca, a sua volta, in un accordo con il proprio io, accordo che assicura una vera e propria pace interiore. Per giungere ad essa abbiamo bisogno, oltre che della fede, del pentimento che ci libera dai peccati riscattandoci. Perché è la colpa, il senso di colpa che suscita in noi l’inquietudine, e provoca tormenti spirituali, e ci procura rimorsi: tutto ciò è dovuto ad una coscienza appesantita dai peccati. La colpa non ci lascia in pace. Dice bene il profeta: “Non c’è pace per i malvagi” (Is 48,22). Mentre il salmo ci rassicura: “Grande pace per chi ama la tua legge” (Sal 119,165).
     

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    00 15/04/2012 23:38

     III DOMENICA DI PASQUA (ANNO B)

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    BP030 ; 
    Grado della Celebrazione: DOMENICA
    Colore liturgico: Bianco 

    22 APRILE

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    Gesù, venendo nel mondo, aveva come scopo ultimo della sua vita la salvezza dell’umanità. Per questo, oltre che preoccuparsi di operare la salvezza degli uomini per mezzo della sua passione, morte e risurrezione, provvide a far giungere la salvezza a tutti i popoli della terra per mezzo dell’opera della Chiesa. A tale scopo, fin dall’inizio della sua vita pubblica, si scelse dei discepoli perché stessero con lui, perché, vivendo con lui, seguendo i suoi esempi e le sue istruzioni, fossero formati per diventare suoi testimoni qualificati tra le genti. Gesù li formò innanzitutto alla sottomisione alla volontà del Padre, cioè all’amore della croce e allo svuotamento di se stessi (Mt 16,24-25) e li consacrò alla salvezza delle anime (Gv 17,18-20). Apparendo ai suoi apostoli, dopo la sua risurrezione, Gesù completò la formazione e l’insegnamento dato ai suoi discepoli; rivelando loro la verità del Vangelo, dette una pratica dimostrazione della realtà della vita eterna. Aprì in tal modo le loro menti alla comprensione delle Scritture e dei suoi insegnamenti, per renderli suoi testimoni autentici (cf. At 2,21-22), perché per mezzo loro la sua salvezza arrivasse a tutti gli uomini. Ogni cristiano oggi è chiamato a diventare un testimone autentico di Gesù, rivivendo in se stesso il mistero pasquale. La sua formazione cristiana è completa quando la sua vita si apre generosamente all’opera di evangelizzazione e di salvezza dei fratelli. 

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    00 25/04/2012 08:27

     IV DOMENICA DI PASQUA (ANNO B)

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    BP040 ; 
    Grado della Celebrazione: DOMENICA
    Colore liturgico: Bianco 
    29 aprile

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    Gesù è il dono del Padre. 
    Chi è veramente Gesù? 
    Niente come l’antitesi tra il Buon Pastore e il mercenario ce lo fa capire.
    In cosa si differenziano radicalmente le due figure? 
    Non certo per il ruolo che, all’apparenza, sembra il medesimo. Li oppone e li divide la natura intima del rapporto con le pecore: la non appartenenza per il mercenario e l’appartenenza per il pastore. Se le pecore non ti appartengono te ne vai quando arriva il lupo e le lasci alla sua mercé. 
    Se sei un mercenario non t’importa delle pecore e non ti importa perché non le conosci. Non le conosci “per esperienza”, non le conosci per amore: esse non sono tue. 
    E da che cosa si vede se sono tue? Che dai la vita per loro. Gesù dà la vita per noi. È lui che ce la dà, tiene a precisare, nessuno gliela toglie. Lui, solo lui, ha il potere di offrire la sua vita e di riprenderla di nuovo. In questo sta la sua autorevolezza, nel potere dell’impotenza, a cui Dio nella morte si è volontariamente esposto. 
    Gli uomini possono seguire Gesù solo in forza di questa sua autorevolezza. Per essa ne conoscono la voce, subiscono il fascino della sua Presenza, si dispongono alla sequela. Solo nel vivere questa appartenenza il cristiano diventa a sua volta autorevole, cioè capace di incontrare l’altro, di amarlo e di dar la sua vita per lui. L’appartenenza fa essere eco fragile e tenace della sua Presenza e suscita la nostalgia di poterlo incontrare.
     

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    Coordin.
    00 02/05/2012 08:06

    V DOMENICA DI PASQUA (ANNO B)

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    BP050 ; 
    Grado della Celebrazione: DOMENICA
    Colore liturgico: Bianco 
    6 maggio
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    Nei discorsi di addio del Vangelo secondo san Giovanni (capitoli 13-17) l’evangelista prende spunto dalle parole di Gesù per riflettere, con il carisma che gli è proprio, sulla vita dei credenti dal tempo dell’Ascensione al ritorno del Signore. Egli si riconosce talmente legato al Signore attraverso lo Spirito di Dio che parla ai suoi ascoltatori e ai suoi lettori usando l’“io” di Cristo. Per mezzo della sua voce, il Signore rivela a coloro che credono in lui qual è la loro situazione, ordinando loro di agire in modo giusto. 
    È durante la festa liturgica delle domeniche che vanno da Pasqua alla Pentecoste che la Chiesa propone alla lettura questi discorsi, per mostrare ai credenti cos’è infine importante per la loro vita. Attraverso un paragone, il Signore ci rivela oggi che tutti quelli che gli sono legati mediante la fede vivono in vera simbiosi. Come i tralci della vite, che sono generati e nutriti dalla vite stessa, noi cristiani siamo legati in modo vitale a Gesù Cristo nella comunità della Chiesa. Vi sono molte condizioni perché la forza vitale e la grazia di Cristo possano portare i loro frutti nella nostra vita: ogni tralcio deve essere liberato dai germogli superflui, deve essere sano e reagire in simbiosi fertile con la vite. 
    Per mezzo del battesimo, Cristo ci ha accolti nella sua comunità. E noi siamo stati liberati dai nostri peccati dalla parola sacramentale di Cristo. La grazia di Cristo non può agire in noi che nella misura in cui noi la lasciamo agire. La Provvidenza divina veglierà su di noi e si prenderà cura di noi se saremo pronti. Ma noi non daremo molti frutti se non restando attaccati alla vite per tutta la vita. Cioè: se viviamo coscienziosamente la nostra vita come membri della Chiesa di Cristo. Poiché, agli occhi di Dio, ha valore duraturo solo ciò che è compiuto in seno alla comunità, con Gesù Cristo e nel suo Spirito: “Senza di me non potete far nulla”. Chi l’ha riconosciuto, può pregare Dio di aiutarlo affinché la sua vita sia veramente fertile nella fede e nell’amore.

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    Coordin.
    00 09/05/2012 06:43

     VI DOMENICA DI PASQUA (ANNO B)

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    BP060 ; 
    Grado della Celebrazione: DOMENICA
    Colore liturgico: Bianco 
    13 maggio

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    Durante la lettura del Vangelo, nel corso della celebrazione liturgica, è il Signore Gesù Cristo che parla ai suoi discepoli. Oggi ci dice che siamo tutti suoi amici, che gli apparteniamo attraverso la fede e attraverso il battesimo. Egli l’ha provato rivelandoci il suo segreto e la sua missione di Figlio di Dio. Ci ha detto che Dio, nella sua onnipotenza divina, ci ama tutti. Per mezzo di suo Figlio Gesù Cristo, ci ha fatto entrare nella comunione di amore che esiste fin dall’eternità tra lui e suo Figlio. “Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi”. È una parola di verità potente e divina. 
    Per tutti quelli che hanno preso coscienza dell’importanza di questo dono divino, conta una sola cosa: mostrarsi degni dell’amore che ci viene nell’amicizia del Figlio di Dio. “Rimanete nel mio amore”. 
    Per Gesù Cristo, ciò che è importante innanzitutto è che tutti i suoi amici si amino gli uni gli altri come egli stesso ha amato i suoi discepoli nel corso della sua vita terrena. La più viva espressione di questo amore è stata la sua morte sulla croce per i peccatori (cf. Gv 1,36; 19,34-37). L’amore perfetto del Padre celeste è la felicità e la gioia di suo Figlio. E questa gioia, il Figlio risuscitato la trasmette ai suoi amici nel giorno di Pasqua. “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi!”. Ricevete lo Spirito Santo!” (Gv 20,21-22). Egli offre senza sosta la gioia a tutti quelli che credono nella sua parola e per mezzo del battesimo si uniscono a lui e alla sua cerchia di amici, la Chiesa. Chi entra nell’amore di Dio per mezzo di suo Figlio ha ormai una ragione essenziale per essere sempre felice.
     

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    Coordin.
    00 15/05/2012 08:35

    ASCENSIONE DEL SIGNORE (ANNO B)

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    BP080 ; 
    Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
    Colore liturgico: Bianco
    20 maggio 

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    La missione della Chiesa è presieduta da Gesù Cristo risorto, salito al cielo e intronizzato Signore alla destra del Padre. L’ascensione e l’invio degli apostoli sono inseparabili. Tra gli undici (Giuda il traditore ha seguito un altro cammino), inviati da Gesù e beneficiari della sua promessa fedele e potente, si trovano anche i successori degli apostoli e la Chiesa intera. Gesù ci invia, ci accompagna e ci dà la forza. Noi non siamo dei volontari spontanei, ma degli inviati. Appoggiandoci su Gesù Cristo vincitore della morte, possiamo obbedire quotidianamente al suo ordine di missione nella serenità e nella speranza. 
    Gli apostoli sono i messaggeri di una Parola che tocca l’uomo nel centro della sua vita. Il Vangelo, affidato alla Chiesa, ci dà una risposta definitiva: se crediamo, siamo salvati, se rifiutiamo di credere o alziamo le spalle, siamo perduti. Attraverso la fede, che è il sì dato dall’uomo a Dio, noi riceviamo la vita. 
    Il Signore conferma la predicazione degli apostoli con molti segni; e segni accompagnano anche i credenti. Attraverso questi segni, diversi e coestesi alla missione della Chiesa, Dio vuole garantire la sua azione in coloro che egli ha inviato e invita tutti gli uomini ad abbandonare ciò che è visibile e quindi attraente per il mistero della salvezza.
     

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    Coordin.
    00 21/05/2012 07:49

    DOMENICA DI PENTECOSTE - MESSA DEL GIORNO (ANNO B)

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    EP090B ; 
    Grado della Celebrazione:SOLENNITA'
    Colore liturgico: Rosso 
    27 maggio

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    Lo Spirito Santo è lo Spirito di Cristo ed è la Persona divina che diffonde nel mondo la possibilità di imitare Cristo, dando Cristo al mondo e facendolo vivere in noi. 
    Nell’insegnamento e nell’opera di Cristo, nulla è più essenziale del perdono. Egli ha proclamato il regno futuro del Padre come regno dell’amore misericordioso. Sulla croce, col suo sacrificio perfetto, ha espiato i nostri peccati, facendo così trionfare la misericordia e l’amore mediante - e non contro - la giustizia e l’ordine. Nella sua vittoria pasquale, egli ha portato a compimento ogni cosa. Per questo il Padre si compiace di effondere, per mezzo del Figlio, lo Spirito di perdono. Nella Chiesa degli apostoli il perdono viene offerto attraverso i sacramenti del battesimo e della riconciliazione e nei gesti della vita cristiana. 
    Dio ha conferito al suo popolo una grande autorità stabilendo che la salvezza fosse concessa agli uomini per mezzo della Chiesa! 
    Ma questa autorità, per essere conforme al senso della Pentecoste, deve sempre essere esercitata con misericordiae con gioia, che sono le caratteristiche di Cristo, che ha sofferto ed è risorto, e che esulta eternamente nello Spirito Santo.
     

    [Modificato da Coordin. 21/05/2012 07:50]
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    Coordin.
    00 28/05/2012 08:37

    SANTISSIMA TRINITA' (ANNO B)

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    BP100 ; 
    Grado della Celebrazione:SOLENNITA'
    Colore liturgico: Bianco 
    2 giugno

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    Il Nuovo Testamento fonda l’universalità della missione nello speciale rapporto che Gesù risorto ha con ogni uomo. 
    Il Vangelo dev’essere annunciato a ogni uomo, perché Gesù è la verità dell’uomo, ha ricevuto dal Padre ogni potere in cielo e in terra, perché ha fatto la volontà del Padre fino alla morte aprendo così per ogni uomo la via verso la pienezza della vita. Di qui le caratteristiche della missione: 
    - la forza che l’anima è lo Spirito Santo che da Gesù risorto viene promesso e trasmesso ai discepoli, come principio della vita nuova, che deve essere annunciata e comunicata a ogni uomo; 
    - il contenuto della missione è la sequela di Cristo, l’obbedienza al Vangelo, l’osservanza dei comandi di Gesù, l’adesione battesimale alla vita del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, il distacco dalla vita incredula, implorando e accogliendo la remissione dei peccati; 
    - la speranza che sostiene i missionari nelle fatiche e nelle difficoltà è la certezza che Gesù è sempre con loro sino alla fine del mondo (da Partenza da Emmaus, in “Rivista Diocesana Milanese”, sett. 1983, 814-815).
     

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