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PARTE PRIMA

I. HALLOWEEN

Anche in Italia, purtroppo, la festa pagana di Halloween ha rotto gli argini e dilaga. E non solo tra i banchi di scuola! Questa "festa" impazza in tutta la penisola, dalle discoteche di Milano e Roma alle piazze di paese, dove si ricicla la leggenda della nobildonna Lucida che vendette l'anima al Maligno per mantenersi giovane e bella. I seguaci di Wicca, una religione neopagana in rapida scesa in Europa e Nord America, che venera le forze della natura e segue le antiche pratiche propiziatorie tipiche dei Druidi (antichi sacerdoti Celti), vede in Halloween una delle sue feste principali. Halloween era in origine un'antica tradizione celtica, nata dall'inquietudine del buio dell'inverno, radicata in tutte le società agricole, quando il raccolto doveva essere già nei magazzini e il bestiame al riparo.

2. Le origini
Il 1° novembre era il giorno più solenne dell'anno per i Celti (1)
(1) Senza voler negare l'esistenza di alcuni valori umani nella cultura dei nostri antenati celti, dobbiamo tuttavia notare con Vittore Pisani che i sacrifici umani erano, "presso i Celti praticati con una frequenza che ha destato la meraviglia dei contemporanei", sacrifici che potevano andare fino all'antropofagia rituale. (V. Pisani, Le Religioni dei celti e dei baltoslavi nell'Europa precristiana, Istituto editoriale Galileo, Milano, 1950, pp. 41-44).

che solevano fare le loro celebrazioni più importanti durante la notte dal 31 ottobre al 1 novembre, chiamata la notte di Samhaim, il quale era il "Signore della morte, il Principe delle Tenebre". I Druidi credevano infatti che, la veglia di questa festa, i morti dell'anno precedente tornassero sulla terra in cerca di nuovi corpi da possedere. (2)

2) Era diffusa presso i Celti la credenza nella reincarnazione, cf. V. Pisani, La religione degli antichi Celti, in Storia delle religioni, II, Unione tipografico - Editrice torinese, Torino, 1962, p. 882- 883.

Mentre i contadini spegnevano il focolare per allontanare questi spiriti, i Druidi si radunavano su una collina in mezzo alla querce per compiere la grande cerimonia notturna in cui, tra le danze e i canti, si offrivano dei sacrifici per fare paura agli "spiriti cattivi". Il mattino, dopo avere acceso il fuoco nuovo, i Druidi facevano il giro delle case portando le ceneri ardenti del fuoco presso le famiglie affinché tutti potessero riaccendere il focolare familiare. In questa occasione chiedevano delle offerte per il loro dio e proferivano delle maledizioni in caso di rifiuto. Donde il "trick or treat" (offerta o maledizione) (3)

(3) Addolcito in Italia nella formula "scherzetto o dolcetto" (www.halloweeen.gozzilla.it).

e le famose rape (oggi zucche) nelle quali bruciava il fuoco sacro. E l'usanza moderna di travestirsi nel giorno di Halloween? Viene dai tre giorni di festa che succedevano alla notte dei sacrifici: durante questi giorni, i Celti si mascheravano con le pelli degli animali uccisi "per esorcizzare e spaventare gli spiriti. Vestiti con queste maschere grottesche, ritornavano al villaggio illuminando il loro cammino con lanterne costituite da cipolle intagliate in cui erano poste le braci del Fuoco Sacro". (4)
(4) Ibid.


3. Morte e demoni
Ovviamente, Halloween ci riporta in pieno paganesimo, un paganesimo mai sparito e che approfittò dello sconvolgimento religioso della Riforma per ritornare in "superficie": il 31 ottobre, vigilia della festa di Ognissanti (All Hallows' e' en in vecchio inglese), alcuni solevano festeggiare gli spiriti cattivi, lodando quando si opponeva alla bontà, alla bellezza di Dio, alla vita eterna... La Riforma protestante, portando con sé la perdita della fede e sopprimendo molte feste cattoliche (tra le quali la festa di Ognissanti), aveva deviato la pietà e quindi creato le condizioni favorevoli per tali cerimonie sacrileghe. Peggio ancora, la notte del 31 ottobre, capodanno dei Celti, è rimasta come il capodanno degli stregoni, perché è l'inizio di quanto è "cold, dark and dead..." (freddo, buio e morto...) e uno dei loro principali sabba ("Black Sabbath") (5)

(5) Abbé P. François, Halloween..., in "Le Sel de la Terre", 2001, n. 38, p. 182.
Può ahimè essere anche un'occasione speciale per i sacrifici, perfino umani e le Messe Nere. Halloween ha seguito i coloni anglosassoni (soprattutto irlandesi) nella loro conquista del continente americano e si è sviluppato nel Nuovo Mondo dove, nell'ultimo secolo, ha fatto la felicità di alcuni grandi negozianti, ai quali mancava, tra le vacanze estive e Babbo Natale, un'occasio¬ne per sfruttare lo spirito consumistico dei bambini.

Ovviamente la Vecchia Europa non poteva rimanere a lungo senza adottare il nuovo "culto"; così vediamo diffondersi sempre di più da noi Halloween con il suo corteo di articoli, adorni in modo macabro con immagini di teschi (6)

(6) Questo ci fa pensare al "grande uso che i Celti facevano dei crani dei nemici uccisi: sia che [...] li appendano al collo del cavallo [...] e poi li inchiodino dinnanzi alla porta di casa, sia che ne facciano coppe secondo la notizia di Sirio [ ... ]" (V. Pisani, La religione degli antichi Celti, in Storia delle religioni, II, Unione tipografico-Editrice torinese, Torino, 1962, p. 886.

scheletri, streghe, ... Ho sotto gli occhi una tessera di "demone ufficiale 2000"; il bambino vi è invitato a firmare la seguente dichiarazione: "Faccio parte dei demoni della festa di Halloween 2000 e mi impegno a fare e dire tantissime cose mostruose". Poi viene la risposta: "Adesso che sci demone ufficiale, impara il linguaggio degli errori e svela il tuo lato demone!" Ecco la "demonopedagogia"! I bambini sono poi invitati a girare nella città, "con maschere e costumi mostruosi e terrificanti", (7) Ibid.

bussando alle porte chiedendo spiccioli o dolcetti. Se le persone rifiutano, possono giocare loro qualche brutto scherzo, "come svuotare la pattumiera nel giardino". (8) Ibid.

Così, astutamente, i fanciulli vengono invitati a travestirsi da strega, fantasma, morto vivente o demone in un nuovo carnevale, molto peggio del vecchio (perché per un bambino vestirsi da orso o da principessa può essere un gioco innocente).

Qui si tratta di mirare direttamente al male, per partecipare, inconsapevolmente, alla celebrazione di una specie di festa liturgica neo paga¬na e addirittura satanica. I bambini vengono così resi più vulnerabili di fronte al tenebroso fascino del rock satanico che forse incontreranno una volta adolescenti. Noisy Mag, rivista specializzata nel "rock estremo" consacrava nel 2000 un dossier "Special Halloween" nel quale venivano condannati i tentativi fatti negli USA da "potenti lobbies affiliate alla destra ultraconservatrice" per vietare la celebrazione di Halloween. Noisy Mag affermava poi che, accanto alle processioni di bambini travestiti che bussano alle porte, Halloween continua ad "avere un'importanza tutta particolare presso i satanisti". Quindi l'articolista di questa rivista "hard rock" proseguiva con una descrizione dei riti luciferiani propri della "festa" chiamata da loro "Samhain" (9).

(9) Noisy Mag, ott-nov. 2000, citato da Abbé C. Beaublat, Qui n'aime pas Halloween?, in "Le Sel de la terre", 2001, n. 38, pp. 185-186.

Secondo 1'Encyclopoedia Britannica (10)
(10) AA. VV., Encyclopoedia Britannica, Benton, London, XI, 1962, p. 106-107.


la Chiesa tentò nel Medioevo di sradicare Halloween: tale fu lo scopo dello spostamento, ad opera di Gregorio IV nell'834, della festa di Ognissanti dal 13 maggio al 1 novembre. L'introduzione nel X secolo della festa di tutti i fedeli defunti avrebbe anche dovuto aiutare la sparizione della "festa delle streghe". Abbiamo visto che purtroppo questo scopo non fu totalmente raggiunto e adesso è necessaria una vigilanza particolare, perché per molti cristiani, il nome Halloween rischia di fare forte concorrenza alle belle e consolanti feste cristiane del 1 e 2 novembre.


4. Halloween? No, grazie!
Dalle primitive innocenti ragazzate, Halloween ha poi assunto nei fatti connotazioni molto negative, come manifestazioni del diavolo, apparizioni di fantasmi, scheletri ed altre creature maligne. Giustamente l'antropologa Cecilia Gatto Trocchi si chiede: "Che ne sarà della salute mentale e spirituale dei bambini fuorviati a scuola da tante maestre? (anche cattoliche!). Troppo horror per i bambini!" Condividiamo pienamente l'invito della studiosa ad educare i bambini al gusto del bello e ad evitare loro tutto ciò che sa di macabro e di pauroso. Quante mamme mi hanno poi portato i loro figli con seri disturbi malèfici, in conseguenza di tutto ciò! E a quanti giovani è capitata la stessa cosa!

Halloween è un tipo di festa estranea alla nostra tradizione cristiana che ha valori immensi e che deve essere continuata. Quello dei defunti è un culto della nostra storia: è il momento in cui si apre la speranza per l'eternità. Un momento in cui il Signore ci fa comprendere che la vita è più ampia di quella terrena. Evitiamo, perciò, in ogni modo Halloween, noi e i nostri figli! In quella notte contrastiamo le zucche illuminate di Halloween mettendo sulle nostre finestre un bel cero benedetto ed impegnamoci ad onorare con suffragi e preghiere i nostri Morti.


I POKÈMON

INTRODUZIONE
Questo gioco, prodotto nel Giappone dalla ditta Nintendo e influenzato dalla "mistica" giapponese (pagana), riporta un immenso successo commerciale mondiale: alla base una collana d'immagini collezionabili, poi i cartoni animati, riviste... Il successo è grande anche in Italia se consideriamo che gli sono consacrati non meno di 500 siti internet. Ma cosa è questo gioco?

I. Mostri da combattimento
"Pokémon" viene da "pocket monster" (mostri tascabili). I pokémon sono difatti delle creature irreali, mescolanza di caratteristiche animali, vegetali, minerali, psichiche... Gli eroi (due bambini e una bambina senza famiglia) devono catturare questi mostri e ammaestrarli alla lotta. Ogni mostro possiede la propria tecnica di combattimento: per esempio Pikachu sfinisce i suoi avversari tramite elettrochoc fulminei, Kadabra manda "onde di energia mentale alfa" che provocano violenti dolori di testa al nemico, Tentacool ferisce col suo acido pungente, Psyduck combatte con i poteri della psicocinesi e Drowzee divora i sogni del suo avversario Che brutti nomi, direte. Ma le immagini sono più brutte ancora: una vera gara di bruttezza: voluta sproporzione delle forme, mescolanza contro natura dei tre regni naturali, mostruosità come Exeggutor e Dodrio che hanno tre teste, Machamp che ha quattro braccia, ecc. D'altra parte i pokémon familiarizzano il bambino con l'argomento della clonazione: per esempio Kabuto è presentato come "risorto da un fossile"; Mewtwo è stato "creato da uno scienziato dopo anni di orrenda congiunzione genetica e esperi-menti d'ingegneria sul DNA" .

Vedendo che i pokémon possono essere clonati, l'idea del clonaggio può insinuarsi così agevolmente nella mente dei bambini. L'evoluzionismo non è dimenticato: molti pokémon hanno infatti la facoltà di trasformarsi in un essere più potente. A questo proposito, notiamo nel gioco una forte insistenza sulla "potenza", sulla volontà di dominare a scapito di quelli che sono "orribilmente deboli". C'è in questo gioco una specie di culto della forza che ci ricorda un po' i "giochi" dei gladiatori dei circhi romani.

La vita dei pokémon si riassume a una lotta la cui sola legge è quella della giungla, del mondo pagano senza la carità: la legge del più forte. Viene così evidenziata la potenza distruttrice dei pokémon (come l'orrendo pesce-serpente Gyarados "capace di distruggere intere città"). Un insegnante britannico si è interessato al fenomeno "pokémon" appunto dopo aver sentito durante una partita le esclamazioni bellicose dei bambini: "sei ipnotizzato", "ti anniento", "sei posseduto" o ancora "ti trasformo". Bella moralità!


2. Occultismo
Se poi osserviamo il lessico e il codice comportamentale di questo gioco, troviamo non poche somiglianze con il mondo dell'occultismo, per esempio "parodie di rituali iniziatici con acquisto di poteri magici che permettono di dominare". I pokémon fanno frequente riferimento a elementi ispirati dalle religioni pagane (per esempio, Suicune pretende essere la reincarnazione dei venti del nord) o dal mondo della magia (nota).

(nota) Per esempio, il pokémon n. 64 si chiama Abra e può evolvere diventando Kadabra. Stranamente, questi due nomi messi insieme formano la formula magica ebraica "Abrek ad abra" che significa "invia la tua folgore finché morte non sopraggiunga" (AA.VV., Viaggio nel mistero, Selezione dal Readers' Digest, Milano, 1984, p. 12).

Non è a caso che la società commercializzatrice di questi articoli si chiama "Wizard of the Coast, Inc.", cioè "Stregoni della Costa".

3. Un gioco pericoloso
Oltre le 151 carte che i bambini comprano e si scambiano nei cortili di ricreazione, l'attività essenziale si realizza con i videogiochi e i cartoni animati. Nel 1997, l'emissione in Giappone di una serie di pokèmon, ha provocato non pochi ricoveri di bambini per crisi epilettiche. E non sono mancati tra i fanciulli i casi di incubi legati direttamente a questi mostri. Notiamo "en passant" che i pokémon e prodotti annessi hanno reso più di cinque miliardi di dollari in tre anni! E di continuo vengono inventati seguiti al gioco. I bambini sono quindi sollecitati senza tregua a comprare. C'è qui indubbiamente un potente mezzo per sviluppare nei bambini lo spirito consumistico.

4. Identificazione
L'insegnante britannico menzionato sopra si è interessato al linguaggio dei pokèmon; questi sono capaci di articolare una sola parola: il proprio nome. Egli ha osservato che, giocando, i bambini ripetono questi nomi e si identificano a un pokèmon, come quel bimbo di tre anni che quasi in trance nel perseguire un coetaneo, proferiva con voce molto grave: "Bulbasaur attacca, Bulbasaur, Bulbasaur!". Così, secondo questo studioso inglese, tramite ciò che appare come una forma d'invocazione, i bambini potrebbero rendersi a poco a poco più recettivi a delle trasformazioni della personalità e perfino a degli influssi diabolici. Possiamo quindi sospettare ragionevolmente negli inventori di questo gioco una volontà di tralasciare la cultura cristiana e il suo orientamento verso il Bene, il Vero e il Bello ('`splendore del vero") per indottrinare i fanciulli alla "mistica" del New Age, al suo sistema di credenze, al mondo occulto per il quale i pokémon sembrano davvero adempiere un ruolo d'iniziazione. Genitori, aprite gli occhi e difendete i vostri figli!

5. Il sèguito...
Inoltre un seguito si sta già preparando: i Digimon, i mostri digitali; si chiamano con i nomi "poetici" di Ogremon, Tyrannomon, Metalgreymon, ecc. Con loro, ancora un passo avanti nell'orrore!


HARRY POTTER
l. Introduzione
È difficile ignorare questo nome onnipresente, che rappresenta un impressionante successo librario planetario, con gli ormai più di 116 milioni di libri stampati in cinque anni, diffusi in 200 nazioni e tradotti in 47 lingue ... La saga, creata dalla scozzese Joanne Kathleen Bowling (nota)

(nota) L'autrice, inglese, ha 35 anni. Dopo gli studi di francese, insegna in Portogallo dove si sposa. Divorziata dopo poco tempo, educa solo la figlia che ha chiamato Jessica a causa della sua ammirazione per Jessica Mitford, militante comunista. Dopo un periodo di mise¬ria materiale, ha una quasi illuminazione nel treno London-Manchester e quindi inizia la sua opera per la quale ha già ricevuto più di trenta premi letterari e è stata decorata dalla regina Elisabetta per "servizi resi alla letteratura" (M. des Haudières, Tintin, Astèrix ou Méphisto? La saga de Harry Potter, in "Action familiale et scolaire", 2001, n. 153, p. 38).

nel 1997, conta già quattro titoli: Harry Potter e la Pietra filosofale, Harry Potter e la Camera dei segreti, Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, Harry Potter e il Calice di fuoco. Quest'ultimo è uscito il giorno di Natale 2000 a mezzanotte (per caso?) con una prima tiratura di 3,8 milioni negli USA (3 milioni venduti il primo week-end!). Un immenso successo corroborato da Hollywood che ha già trasformato in film il primo volume, grazie al lavoro di Chris Columbus. Tralasciamo il film, che riporta anche un colossale successo, per andare direttamente alla fonte: i libri.

2. Chi è Harry Potter?
Harry è un ragazzino di 11 anni (invecchia di un anno con ogni volume e avrà quindi 17 anni nel settimo e ultimo libro previsto). Orfano di padre e di madre, vive dagli zii. Impara un giorno che è il figlio di un mago e di una strega assassinati dal terribile Voldemort, "il Signore delle tenebre", il cui nome nella saga viene pronunciato stentatamente, per lo più sostituito da "Tu-Sai-Chi" (allusione all'usanza ebraica di non pronunciare il nome di laveh? Ma qui sembra si tratti piuttosto del diavolo...). Il piccolo Harry è scappato alla follia omicida di Voldemort. Le bacchette magiche di Harry e di Voldemort sono gemelle: contengono ambedue una piuma della stessa fenice. Dopo aver preso coscienza della sua natura di mago, Harry viene invitato a recarsi nel collegio di Hogwarts, famosa scuola di stregoneria dove incontra due altri allievi, Ron Weasley e Hermione Granger, che ormai saranno i suoi compagni di scuola e di avventure.

3. Immensi libri
Se il primo volume aveva 296 pagine, il secondo 310, il terzo 368, il quarto ne ha 627, come mai i nostri ragazzini, che leggono con sempre più fatica in questa civiltà dell'audiovisivo, riescono a divorare tante pagine? Vengono stranamente affascinati da questa sottile miscela di naturale e di preternaturale, di reale e d'irreale, di concreto e di magico, di antico e di moderno. Il problema è che lo spirito di questi libri è uno spirito anticristiano: una descrizione ammaliatrice dell'Impero delle Tenebre.

4. Un mondo senza Dio
Nel collegio di Hogwarts, tutta la vita è impregnata di magia. I professori sono tutti maghi o streghe, per esempio la professoressa McGranitt abile a metamorfosarsi in gatto. I libri di testo sono tutti magici: Manuale degli incantesimi, Storia della magia, Guida pratica alla trasfigurazione per principianti, Le forze oscure: guida all'autoprotezione, ecc. Ovviamente, le uniche lezioni seguite dagli scolari sono per imparare a fare bevande magiche, a gettare dei sortilegi, a trasformare delle cose, a difendersi contro la magia nera e altre pratiche di magia e di stregoneria. Nessun altro insegnamento: siamo in pieno "fondamentalismo" magico.

Perfino i giochi sono magici: il gioco ufficiale di Hogwarts è il quidditch: una specie di football aereo su manici di scopa (arnese tradizionale del folklore stregonesco). I soli riferimenti religiosi presenti nei quattro volumi sono la semplice evocazione delle feste di Natale e di Pasqua ridotte a un buon pranzo, uno scambio di regali e un periodo di ferie. Appare fugacemente il fantasma di un "monaco piccolo e grasso". Invece Halloween è davvero la grande festa della scuola. Nel quarto tomo, in occasione del S. Natale, l'autrice ci mostra un elmo vuoto che canta una parte delle parole del "Venite fedeli"; le lacune vengono colmate da rime inventate "tutte decisamente maleducate". Festa e canto sacro vengono così tranquillamente profanati. In questo quarto volume, una chiesa è menzionata per la prima volta, ma, lo vedremo dopo, per una scena che ha i caratteri di un sacrificio satanico!

5. Una iniziazione al male
Harry Potter non va al collegio per imparare innocenti giochi di magia bianca, intesa come l'abilità dei prestigiatori, ma per imparare i vari sortilegi, metamorfosi, altrettante pratiche che lo renderanno superiore ai "Babbani" (i non stregoni, disprezzati perché sprovvisti di poteri magici). Apparentemente ci potrebbe sembrare di essere sulla scia inoffensiva delle antiche fiabe (rendersi invisibile, fa apparire dell'oro, ringiovanire o invecchiare, ecc.); e questo contribuisce al fascino di questa saga. Ma non è così. In effetti, leggendo una fiaba tradizionale ci accorgiamo subito di essere in un mondo puramente immaginario, un mondo "fantastico" in cui vi sono fate, streghe, gnomi, ecc., un mondo di sogno che non incide sulla vita reale del lettore.

Invece con Harry Potter assistiamo ad una specie di incarnazione del magico nel mondo normale. Harry Potter e i suoi amici sono bambini del nostro secolo, tipicamente "british" che, fuori dell'anno scolastico, raggiungono le loro famiglie che abitano le città "normali" in mezzo ai "Babbani". Il messaggio implicito è chiaro: i poteri magici, l'essere mago o strega è un privilegio, un dono speciale, qualcosa di positivo, un po' come il battesimo e la grazia sono un privilegio del cristiano sul non cristiano.

6. Magia e religione
Occorre qui rivolgere uno sguardo cristiano alla magia, appoggiandosi sulla sacra teologia. La magia appartiene ai peccati contro il primo comandamento, accanto all'idolatria (con la quale una creatura viene onorata come Dio). È un peccato di superstizione in senso stretto, in quanto attribuisce ad una creatura "poteri che, secondo l'ordine della natura e della grazia essa [questa creatura] non ha". E questa "superstizione in senso stretto si connette con la divinazione e la stregoneria (vana osservanza)". Lo stesso teologo ci dà anche la seguente precisazione: "riguardo al grado della colpa, deve notarsi che la divinazione e la vana osservanza sono in sé peccati molto gravi, contenendo una esplicita o implicita invocazione del demonio". Spieghiamo brevemente le cose: divinazione e vana osservanza sono due specie della superstizione, la prima mira al conoscere, la seconda all'agire. "La divinazione è l'invocazione espressa o tacita del demonio per ottenere la conoscenza di cose nascoste, occulte o segrete ".

Il teologo Prummer ci spiega la ragione della malizia della divinazione: "Siccome la conoscenza di queste cose non si ha né per le forze naturali dell'uomo, né da Dio, né dagli angeli buoni [...] si deve concludere che ogni divinazione si fa per opera diretta o indiretta del demonio." Quanto alla vana osservanza, è un ricorso superstizioso, in vista di un effetto, a dei mezzi in sé inadeguati (per esempio portare un amuleto contro tale malattia). Si riduce alla vana osservanza la magia che è, esclusi i semplici giochi di prestigio, "ars operandi mira ope daemonis", cioè l'arte di operare delle cose mirabili tramite il concorso (implicito o esplicito) del demonio. Purtroppo il mondo di Harry Potter e dei suoi amici nel castello di Hogwarts, e anche un po' quando sono in vacanza, è imbevuto totalmente di questi gravi peccati di superstizione.

7. Magia dappertutto
Prendiamo qualche esempio. Per la divinazione, nel terzo volume, vediamo la professoressa Cooman spiegare ad Harry, Ron e Hermione il programma annuale di divinazione: lettura delle foglie di tè, lettura della mano (chiromanzia), infine della sfera di cristallo (cristallomanzia). Per quanto riguarda la magia, i bambini non soltanto la studiano, ma anche la praticano molto spesso. Per esempio Hermione usa un incantesimo di lievitazione per fare volare una piuma e il sortilegio "Pietrificus totalus" per paralizzare un coetaneo.

D'altra parte, nel secondo volume, si dice che "all'insaputa dei professori, fra gli studenti [di Hogwarts] prendeva piede un fiorente commercio di talismani, amuleti e altre protezioni". Anche i malefici più "neri" vengono insegnati a Hogwarts (e usati soprattutto nel quarto volume): l' "Imperius", il "Cruciatus" e il terribile "Ava Kedavra... l'Anatema che uccide", contro il quale "non c'è contromaledizione". È vero che gli studenti hanno l'ordine di non usare questi malefici ordinati a nuocere, ma ... chi sa se obbediranno? Imparano le "contromaledizioni", cioè a lottare contro Satana con le sue stesse armi. Come siamo lontani dallo spirito cristiano! San Tommaso d'Aquino ci ammonisce: "L'uomo non ha ricevuto il dominio sui demoni per potersene servire come vuole, ma deve avere con essi una guerra dichiarata. Perciò in nessun modo è lecito all'uomo ricorrere all'aiuto dei demoni con accordi taciti o espressi". Nei quattro libri, scopriamo una progressione, non soltanto nel numero delle pagine, ma anche nel grado di magia e di orrore: le avventure di Harry Potter in mezzo a mostri diversi, vampiri, fantasmi, mangiamorti, ecc. appaiono sempre più terrificanti e sanguinose. È questo il valore educativo della saga di Harry Potter?

8. Il bene e il male
D'altra parte, nelle vecchie fiabe che hanno un reale valore educativo, c'è sempre un chiaro contrasto tra i buoni e i cattivi; il bene vi è sempre premiato e il male castigato. Potrebbe sembrare così nella saga di J.K. Rowling in cui vediamo una lotta tra il campo dei "buoni" (Harry, i suoi amici, il direttore della scuola, il Ministero della magia) e quello dei cattivi (Voldemort, i mangiatori, Draco Malfoy, etc.), ma in realtà i parametri morali sono capovolti perché i buoni ricorrono alle stesse armi dei cattivi (magia, stregoneria). Di più "il male non è mai davvero vinto e il bene prevale - e solo apparentemente - soltanto grazie a brutti e cattivi mezzi". Va notato anche che il quarto tomo ci mostra il "buon" Harry mentre pesta degli scarabei, immaginando che ciascuno abbia la faccia del professore Piton che egli odia. I buoni come i cattivi, non esitano a ricorrere alla menzogna o ancora alla disobbedienza. Interrogato da un giornalista sulla morale di Harry Potter, don Amorth, l'esorcista di Roma, rispondeva: "Le regole si possono facilmente infrangere se non sostengono i propri interessi; mentire è giustificato, efficace per raggiungere il proprio scopo".

9. Dall'esoterismo al satanismo
Il quarto volume è il peggiore: i sortilegi si moltiplicano, diventano facilmente malefici, fino alla tragedia sanguinosa del trentaduesimo capitolo: uno stregone nero, Codaliscia, uccide un compagno di Harry in un cimitero davanti ai suoi occhi. Poi ha luogo un rituale satanico, durante il quale il terrificante Voldemort riunisce il suo spirito a un corpo umano, dando così a se stesso una nuova vita. In questo rituale satanico, assolutamente orribile, una specie di bambino mostruoso viene gettato vivo in un calderone bollente con le ossa di una tomba profanata e un po' di sangue di Harry, il tutto con delle formule che sembrano ricordare in modo blasfemo i grandi misteri della Fede cattolica...

Lo scrittore e pedagogo francese Yves Chiron dichiara con franchezza dopo aver letto i quattro volumi di Harry Potter: "non ho che una grande fretta: sbarazzarmene perché i miei figli non ci cadano sopra". Pienamente d'accordo con questa dichiarazione, siamo profondamente delusi dalle incredibili parole del "religioso" M. Introvigne: "Chi critica il film [di Harry Potter] assume l'atteggiamento talebano di rifiutare ogni forma culturale che non sia religiosa". Il signor Introvigne è completamente fuori strada: se rifiutiamo e condanniamo la saga di H. Potter, non è perché non sia una cultura religiosa, la rifiutiamo perché è una cultura religiosa profondamente falsa in quanto fa l'apologia della superstizione magica, peccato contro il primo comandamento del Decalogo, "religione" espressa o tacita di Satana. "Non esiste una magia buona. La magia bianca praticata da Harry Potter è la magia nera (...) sono entrambe nelle mani di Satana", dice ancora il Padre Amorth.

[Modificato da Credente 05/09/2010 19:34]