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4. Gruppi giovanili e animazione musicale

Lo scorso mese di giugno ci siamo lasciati mentre si iniziava una riflessione sui cori parrocchiali. Una prima tipologia di coro già presa in considerazione metteva in evidenza il rischio di lasciarsi prendere da un fare nostalgico ed arcaico nell’impostare un gruppo di animazione musicale. I motivi di questo atteggiamento sono da ricercare in una coscienza ecclesiale immatura, nella scarsa sensibilità verso le esigenze della liturgia rinnovata, nella superficialità con la quale si è soliti porsi dinanzi a diversi settori della pastorale parrocchiale. Cerchiamo ora di riflettere su un altro “gruppo di canto” tipico delle nostre comunità: il cosiddetto “coro dei giovani”.

Nonostante si consolidi nel tempo la domanda di molti adulti (e di numerosi parroci) “ma i giovani cosa fanno in parrocchia?”, dobbiamo dire che, in molte comunità, le celebrazioni assumono ancora una certa vitalità grazie all’intraprendenza e alla buona volontà di molti giovani. Gli appassionati del “coro degli adulti” hanno però le proprie recriminazioni da avanzare: Ma perché non provano a riascoltare le loro esecuzioni? Queste chitarre fanno solo chiasso! Cantano solo per esibirsi! Cantassero gli inni bellissimi dei nostri tempi... Non possiamo dire che le lamentele che qua e là si innalzano siano tutte infondate, ma è senz’altro utile chiarire alcuni concetti di fondo.

Un attento osservatore si renderà conto che spesso il gruppo dei giovani è “usato” nel ruolo di coro. Una cosa infatti è la pastorale giovanile, un’altra è la pastorale liturgica, anche se tra queste può e deve nascere un connubio assai fecondo. Spesso, proprio perché mettere su una équipe di animazione liturgica comporta impegno e fatica, si “responsabilizza” un gruppo già esistente. Purtroppo generalmente all’attribuzione di una responsabilità spesso non corrisponde una formazione adeguata né degli animatori, tanto meno degli appartenenti al gruppo. Non ci si deve quindi meravigliare se talora il servizio liturgico reso da un gruppo giovanile possa risultare inadeguato. Come quindi rilanciare l’impegno dei giovani che vogliono rendersi disponibili a un servizio di animazione liturgico-musicale? Ecco qualche consiglio.

1. Comprendere che il servizio liturgico non ha come fine esclusivo la realizzazione di un’attività di gruppo, ma è a favore dell’assemblea alla quale ci si rivolge.

2. Se un gruppo giovanile porta avanti anche un’attività di coro dovrà dedicare del tempo alla formazione liturgico-musicale dei suoi membri, acquisendo competenza e sensibilità liturgica.

3. È indispensabile entrare nell’ordine di idee che l’esperienza celebrativa del gruppo non può essere automaticamente proiettata sulle liturgie dell’intera comunità parrocchiale. Può quindi capitare che un canto “funzioni” ottimamente in un contesto celebrativo di gruppo ma che non sortisca alcun effetto positivo in una celebrazione domenicale parrocchiale. Come pure uno strumento musicale adatto per l’accompagnamento in un ambiente raccolto e limitato risulti inadeguato in una grande chiesa.

4. Sarà utile abbandonare un tipico atteggiamento che indulge alla “ripetizione” delle esperienze liturgiche. Può infatti capitare che un gruppo condivida esperienze celebrative in altre comunità, venendo a contatto con altri stili e altri repertori. Ciò genera in molti il desiderio di “ripetere” l’esperienza nel proprio ambiente comunitario che spesso è profondamente diverso da quello col quale si è venuti in contatto. I risultati sono spesso negativi o insignificanti.

5. È anche importante abbandonare un certo atteggiamento sentimentalistico che conduce molti gruppi giovanili a vivere le esperienze liturgiche con superficialità e con forme di partecipazione fini a se stesse perchè scarsamente illuminate dal cammino di fede che il gruppo dovrebbe compiere.

6. Se il gruppo giovanile innalzerà il proprio tenore spirituale e di coscienza ecclesiale i frutti del proprio impegno di animazione liturgica non tarderanno a realizzarsi.

[Modificato da Credente 03/09/2010 23:33]