4.3.2. Musica e disegno
Parlando dell’ascolto musicale abbiamo proposto una esplicitazione e una comunicazione verbale dei contenuti trasmessi tramite l’audizione: far esprimere agli ascoltatori, con parole scritte o pronunciate, le emozioni che la musica o il canto hanno suscitato.
Un modo immediato e particolarmente espressivo per far emergere le emozioni e i valori contenuti in una esperienza musicale è dato dal codice visivo, primo fra tutti il disegno. Anche questa potenzialità espressiva è stimolata dalla creatività, dalla capacità di riprodurre in simboli grafici un’altra esperienza simbolica come quella musicale. E’ una tecnica combinata particolarmente utile negli incontri catechetici con i fanciulli, che con certa difficoltà riescono ad esprimere verbalmente i propri sentimenti. E’ certo che i bambini prediligono il codice visivo e creativo per esternare la propria emotività e il proprio vissuto.
Non è il caso di addentrarci in maniera approfondita. Altri testi possono essere consultati a questo scopo per scandagliare più accuratamente la tecnica grafica e associarla alla tecnica musicale.
4.3.3. Musica e diapositive
E’ sempre più diffuso (speriamo sia anche sempre più pertinente e appropriato) l’uso di diapositive come tecnica catechistica. Il linguaggio delle immagini è carico di sfumature, di possibilità di espressione, ma anche di immediatezza e di grande capacità evocativa. Musica e fotografia possono fondersi almeno in due modi.
1. Dall’immagine alla musica
Innanzitutto la musica può fare da sfondo musicale durante la visione di diapositive, anche non accompagnate da un testo letterario: quasi un commento musicale alle immagini che scorrono al fine di suscitare reazioni interiori ancor più profonde. Di grande utilità potrebbe rivelarsi il tentativo di qualche montaggio “in proprio” (attività molto efficace con gli adolescenti), attraverso la scelta delle immagini e della loro successione, con la ricerca della musica più adatta.
2. Dalla musica all’immagine
Un’altra tecnica potrebbe invece partire da un canto, la cui audizione può essere accompagnata da alcune (senza esagerare nel numero) diapositive significative. Anche in questo caso si potrebbe realizzare un’attività di laboratorio nella quale i ragazzi, dopo aver interiorizzato il canto, creano un montaggio di diapositive che sottolinei i contenuti e i passaggi più significati (sia a livello letterario che musicale) del canto.
Come abbiamo affermato per la tecnica musica-disegno, è bene approfondire, con l’ausilio di altri testi, la specificità della portata comunicativa delle diapositive o della fotografia in genere.
4.3.4. Musica e corpo
Tutto il corpo può diventare fonte di comunicazione. Il corpo cammina, si inchina, si siede, si protende, si innalza... Associare alla musica il movimento del corpo significa voler coinvolgere tutta la propria persona per comunicare dei valori. Ma per realizzare questo connubio bisogna anzitutto prendere coscienza del proprio corpo, della positività del proprio corpo, dell’espressività globale del proprio corpo. Quanto è utile questo esercizio in tempi in cui il corpo è strumento di piacere individuale, oggetto di frenato edonismo e di eccessive attenzioni. Spesso il corpo, invece di essere a servizio della comunicazione dei valori interiori dell’uomo, è strumentalizzato - soprattutto dai mass-media e sotto la spinta del consumismo - per porre esclusivamente in evidenza una “carnalità” vuota e pericolosa.
Le tecniche che uniscono musica e corpo sono tante, dal più semplice e comune battito di mani a ritmo di musica, alla più elaborata e figurativa arte della danza.
Sembra utile soffermarsi alle tre tecniche più diffuse e significative.
a. La danza
La danza pone tutto il corpo in movimento secondo il ritmo della musica. Con la musica il movimento del corpo diventa ordinato, armonico, esteticamente godibile. Anche la danza può essere manifestazione immediata di ciò che commuove l’uomo nell’intimo. La Sacra Scrittura è spesso testimone della danza come espressione del cuore dell’uomo, della sua gioia, della sua lode, della sua gratitudine.
La danza non è un’espressione realizzabile da tutti. E’ una tecnica proponibile con più facilità nell’ambito della catechesi o dell’animazione dei fanciulli.