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FISSITÀ DELLE SPECIE
LA FISSITÀ DELLE SPECIE NON É UN MITO.
Da parte mia, scrive Jean Rostand, "penserei volentieri che il mondo vivente è ora in uno
stato di stabilità" 31 .
"E tuttavia mai si è tanto affermato di credere nelle mutazioni senza ottenerne una sola, e
nell'evoluzione senza dare un esempio di ciò che era oltremodo ammesso. La mutazione
si riduce al cambiamento di colore. Nelle razze "malleabili" si ottengono sempre delle piccole23
32 - Paul Cordier-Goni: Ciò di cui dubito, articolo pubblicato nel 1957 ne la Riviera scientifica
33 - Richiamo di M. Choisy, botanico, da una citazione di Stefano Geoffroy Saint Hilaire e Georges Cu-
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modificazioni che non si inscrivono che momentaneamente nella natura e non superano i
limiti della specie. Esse sono ereditarie, ma per quanto tempo ? Che cessino i sogni dell'uomo!.
la fatale legge del ritorno all'ancestrale eserciterà la sua potente forza: la rosa ridiventerà
una rosa canina, il bue domestico ritroverà le qualità selvagge del "bue primigenio": noi
l'abbiamo dimostrato".
"La fissità delle specie non è dunque un mito:
Nel Primario si ritrovano già, immutabilmente formate, tutte le varietà di felce, coi loro semi
e le loro spore. I ricci Cidaris, i mitili, le Cupulus ci presentano la stessa morfologia che
conosciamo oggi.
Con apparizione brusca, troveremo fossili Eocarpus e Lycoses. Essi sono attualmente immutati.
Il fossile e il vivente si ritrovano come in un album di foto di famiglia.
Il Gran Canyon dell'America ci mostra delle specie che l'alimentazione ha leggermente
modificato. Ma non vedremo certo un invertebrato trasformarsi progressivamente in vertebrato.
"La natura non muta mai i suoi metodi. Essa ci mostra la sua realtà nella stabilità" 32 .
SULL' APPARENTE MOLTIPLICAZIONE DELLE SPECIE.
Qui un'osservazione si impone: "l'uomo, questo animale orgoglioso che vede in sè una
sola specie, anche se caratteri di colore, di morfologie facciali o pelose, sarebbero sufficienti
per determinare delle specie differenti tra gli animali, è ancora più orgoglioso nel
moltiplicare le specie, là dove non esistono che delle varietà, e solamente per la gloria
di mettervi la sua firma".
"IN CIO' CHE NOI CHIAMIAMO LE SPECIE, NON BISOGNA VEDERVI CHE LE
DIVERSE DEGENERAZIONI DI UNO STESSO TIPO ?" 33
"Per ciò che concerne la maggior parte del mondo attuale, appare come certo o quasi certo,
che delle quantità innumerevoli di specie non si sono conservate se non diminuendo in un
modo o in un altro; ciò è vero soprattutto per i vegetali, ma anche per certi gruppi animali.
M.CHOISY, botanico: "DA ALCUNE RIFLESSIONI SULL'EVOLUZIONE E LE SUE
TEORIE", articolo pubblicato nel 1961 sul bollettino della Societè Linnéenne di Lione in
risposta al libro di M. Andrè de Cayeux: "TRENTA MILIONI DI SECOLI DI VITA").24
34 - P. Cordier-Goni, zoologo: Ciò che io dubito articolo pubblicato nel 1957 ne La riviera scientifica
in risposta al libro di Rostand: Ciò che io credo.
35 - M. Choisy, botanico :Da alcune riflessioni su l'evoluzione e sue teorie articolo pubblicato nel 1961,
bollettino de la Societè Linnéènne di Lione