00 30/11/2011 22:20

2) "Eccomi, sono la serva del Signore" (Lc 1,38)

Alcune delle pagine più drammatiche dell’AT sono dedicate al Servo di Dio (Is 42-52), il misterioso personaggio profetico che, parlando e soffrendo nel nome di Dio, salva il suo popolo. La comunità cristiana primitiva ha visto avverarsi in Gesù quelle profezie; e tuttavia san Luca è l’unico scrittore del NT che applica ancora a Gesù, come titolo messianico, l’espressione Servo di Dio (At 3 e 4).

È bene ricordarlo, perché alla luce di questi precedenti, acquista un rilievo particolare la frase umile e coraggiosa con cui Maria conclude il suo dialogo con l’angelo, dichiarandosi la Serva del Signore.

Così questa creatura dà il suo assenso ai progetti di Dio; li accetta docilmente, anche se sa che sconvolgeranno la sua vita.

La maternità verginale, stupendo prodigio di Dio, poteva riservarle amarissime sorprese. Gli uomini non sempre sono pronti a riconoscere l’intervento del Signore. Eppure Maria dice sì, si abbandona con fiducia nelle mani del Signore: Avvenga di me quello che hai detto.

Ancora una volta, parlando della Madre, l’evangelista sembra voler anticipare il mistero del Figlio. Anche Gesù nel Getsemani darà il suo assenso alla volontà del Padre; un assenso difficile che verrà espresso in termini tanto simili a quelli usati, anni prima, dalla Madre: Sia fatta la tua volontà.

La salvezza di Dio raggiunge tutti gli uomini; ma Dio agisce attraverso la docilità di chi si abbandona ubbidiente e fiducioso ai suoi progetti misteriosi.

Anticipo della docilità filiale di Gesù, Maria si presenta come il simbolo di tutti i credenti che si abbandonano nelle mani sapienti e buone di Dio.

 

3) "Maria si mise in viaggio verso la montagna" (Lc 1,39)

È interessante notare che il vangelo presenta sistematicamente Maria in veste di pellegrina. Dopo la partenza dell’angelo anche Maria parte per un lungo viaggio per fare visita alla sua parente Elisabetta. Prima della nascita di Gesù compirà, con Giuseppe, il lungo viaggio da Nazaret a Betlemme.

Quaranta giorni dopo, con il Bambino tra le braccia, è nuovamente in pellegrinaggio verso il tempio di Gerusalemme. Infine, quando Gesù ha dodici anni, il travagliato pellegrinaggio pasquale.

Sono i quattro pellegrinaggi di Maria:

- il pellegrinaggio della fede da Elisabetta;

- il pellegrinaggio della maternità messianica a Betlemme;

- il pellegrinaggio della consacrazione del Figlio al Padre;

- il pellegrinaggio della ricerca di Gesù perduto.

È un dato importante della spiritualità evangelica centrata nella figura di Maria. Come Gesù, perennemente in viaggio alla ricerca dell’uomo e verso il suo sacrificio; come la Chiesa in cammino nel mondo a predicare il vangelo; così anche noi siamo invitati a vivere la nostra vita di fede come un continuo itinerario dell’anima. Dobbiamo camminare nella fede in una costante maturazione; dobbiamo camminare con Gesù in una fedeltà costante alla volontà del Padre; dobbiamo camminare verso il regno di Dio in una ricerca appassionata.

Di questo pellegrinaggio della vita e dell’anima Maria è il simbolo vivente.

 

4) "Il mio spirito esulta in Dio" (Lc 1,47)

San Luca è l’evangelista della Chiesa: per primo ne racconta la storia difficile e travagliata. Ma proprio perché sa della croce che mette alla prova la fede dei cristiani, insiste in modo eccezionale sul tema della gioia: la gioia del peccatore pentito, la gioia esultante dell’anima di Gesù quando vede i discepoli che tornano dalla predicazione, la gioia di Dio che si rallegra per la conversione di un’anima perduta.

Seguendo il suo metodo, imposta con insistenza questo tema della gioia già nei primi capitoli del vangelo, proprio quelli in cui dedica tanto spazio ai ricordi su Maria. La nascita del Battista è occasione di gioia. Ma soprattutto il Natale di Gesù verrà annunciato dall’angelo ai pastori come lieto messaggio: Vi annuncio una grande gioia. Gli inni che ritmano il racconto evangelico sono esplosioni di gioia serena e profonda. Anche in questo la figura di Maria è collocata al centro. Essa esprime la gioia della venuta di Gesù con parole intensissime: L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore (Lc 1,46-47). Questa voce che intona per prima gli inni della liturgia cristiana, è una voce gioiosa che esprime la felicità di chi vede attuarsi le promesse di Dio.

Il canto di Maria è bello e armonioso; ma è anche pieno di forza. Con la nascita di Gesù, Dio interviene nella storia, spiega la potenza del suo braccio e compie grandi cose: annienta le ingiustizie, distrugge l’orgoglio e la prepotenza e risolleva la speranza degli umili.

Maria canta la gioia della speranza che non si lascia vincere dalla delusione, perché Dio è qui.

 

5) "Maria conservava tutte queste cose nel suo cuore" (Lc 2,19)

Maria ascolta, conserva e medita con intima attenzione tutte le parole che riguardano il suo Gesù. San Luca la presenta come la persona che ascolta la parola di Dio: ascolta l’angelo, ascolta Elisabetta, ascolta i pastori, ascolta Simeone e soprattutto lei per prima ascolta le parole di Gesù quando lo ritrova dodicenne nel tempio. E anche in questa circostanza Luca commenta: Sua madre conservava tutte queste parole nel suo cuore (Lc 2,51).

Sappiamo che l’evangelista Luca, oltre la sua alta spiritualità, rivela dei forti interessi missionari. Per lui la storia della Chiesa è storia missionaria. Ma la Chiesa non può annunciare la parola di Gesù se prima non l’ascolta con attenzione profonda. Per questo motivo vengono sottolineate molte espressioni personali di Gesù che invitano costantemente a un profondo atteggiamento meditativo dell’anima.

In questo contesto acquista singolare significato la figura di Maria.

Per una Chiesa che deve ritrovare le profondità dell’ascolto, della riflessione silenziosa e attenta, della meditazione assorta e viva, la figura della madre di Cristo diventa un simbolo e un richiamo.

Probabilmente con l’espressione Maria conservava tutte queste cose nel suo cuore Luca ha voluto rivelare in Maria la fonte delle sue notizie sull’infanzia di Gesù. Maria, la prima creatura che ha parlato di Gesù, diventa così uno splendido ed esemplare simbolo missionario, proprio mentre tace, ascolta e medita la parola di Dio.

 

6) "E anche a te una spada trafiggerà l’anima" (Lc 2,35)

È un po’ strano che in un racconto delicato e dolce come quello di san Luca sull’infanzia di Gesù, appaia all’improvviso questo tratto drammatico. Ma non si può scrivere un vangelo senza che sullo sfondo si profili la croce.

Maria, la madre lieta del Natale, dovrà diventare, sotto la croce, la madre dolorosa. Come i profeti dell’AT, Gesù sarà contraddetto dal suo popolo e infine rifiutato. Maria vedrà tutto questo. Per il suo amore di madre sarà uno strazio, una spada che le lacererà l’anima, un martirio; anticipo del martirio destinato al Figlio. Maria, per volontà di Dio, ha sentito molto presto il dramma che avvolgeva il destino d’amore e di salvezza del suo Figlio. Molto presto ha dovuto guardare lucidamente in avanti e accettare prove e strazi, insieme col Figlio, per la risurrezione di molti.

 

7) "Prendi con te il bambino e sua madre, e fuggi" (Mt 2,16)

A differenza di quello di Luca, il racconto dell’evangelista Matteo sull’infanzia di Gesù ha qualcosa di glorioso e insieme di drammatico. La gloria regale del Messia adorato dai Magi, il dramma regale provocato dalla feroce gelosia di Erode che trema per la nascita di un povero Bambino.

Nell’uno e nell’altro caso è coinvolta Maria.

Proviamo a rivivere con Maria la fuga precipitosa, di notte, col Bambino tra le braccia, fra disagi e paure. Il Bambino si lascia portare lontano, ma la madre vive dolorosamente il pericolo mortale che lo minaccia. Per il momento Maria riesce a salvare suo figlio dalla morte. Gesù è al centro del mondo per la salvezza di tutti, ma proprio per questo dovrà morire.

E dopo di lui, quanti dolori e quanti sacrifici costerà la diffusione del vangelo che porterà Gesù in tutto il mondo. Quanti innocenti uccisi, quanti missionari osteggiati, scacciati, in fuga sotto la minaccia orgogliosa del potere umano. Maria vive già ora tutto questo travaglio.

Dio ha stabilito che sia lei a presentare Gesù al mondo, tenendolo amorevolmente tra le braccia. Ma proprio per questo deve per prima condividere coraggiosamente le difficoltà e le prove di tutti gli annunciatori di Gesù.