00 30/06/2010 10:43
SI RISPONDE ALLA SEGUENTE OBIEZIONE:

COME MAI I CRISTIANI CREDONO NELLA SOPRAVVIVENZA DELL'ANIMA,
MENTRE IN QOELET (ECCLESIASTE) 9,5 10 SI AFFERMA:
"I VIVI SANNO CHE MORIRANNO, MA I MORTI NON SANNO NULLA; NON C'E' PIU' SALARIO PER LORO, PERCHE' IL LORO RICORDO SVANISCE. IL LORO AMORE, IL LORO ODIO E LA LORO INVIDIA, TUTTO E' ORMAI FINITO " ?

RISPOSTA

Nel libro dell'ECCLESIASTE è espressa una concezione della morte come totale distruzione della persona; mentre nel Nuovo Testamento vi sono affermazioni del tutto diverse e che non lasciano dubbi circa la concezione chiara della sopravvivenza dopo la morte fisica come si potrà costatare dai testi riportati più sotto.
Dunque dobbiamo ritenere valida l'affermazione dell'ECCLESIASTE o del Nuovo Testamento ? Oppure dobbiamo ritenere che vi sia una contraddizione nella Scrittura ?
La risposta a questi interrogativi vengono dalla Scrittura stessa:
L'autore dell'ECCLESIASTE infatti usa continuamente nel suo libro espressioni come: "ho considerato", "ho pensato", "mi sono detto", "ho notato", "ho riflettuto", "ho concluso" e altre simili che lasciano chiaramente intendere che in quel libro egli riporta il suo pensiero sulle realtà della vita che per diversi aspetti restano per lui oscure; si veda ad esempio la domanda che egli si pone proprio riguardo al destino dell'uomo "Chi sa se il soffio vitale dell'uomo salga in alto e se quello della bestia scenda in basso nella terra?" (Eccl.3,21).
Lo scrittore perciò, sotto la guida divina e con il proprio sforzo di ricerca è riuscito ad elaborare tutto ciò che esprime nel libro ma è chiaro che Dio non gli ha rivelato tutto, rimandando la pienezza della rivelazione al momento della venuta del Figlio.
Molti concetti sono stati completati da Gesù, che ha affermato di essere venuto non ad abolire ma a completare la rivelazione. (Mt.5.17)
Ciò è molto importante per comprendere tante diversità tra il Vecchio e il Nuovo testamento:
Ecco alcuni esempi in cui si può vedere lo sviluppo della rivelazione tra il V.T. e il N.T.:
ODIO PER I NEMICI AMORE PER I NEMICI
DIVORZIO POSSIBILE DIVORZIO ABOLITO
POLIGAMIA CONSENTITA POLIGAMIA ABOLITA
CERTI CIBI PROIBITI TUTTI I CIBI CONSENTITI
SOFFERENZA=CASTIGO DI DIO SOFFERENZA=REDENZIONE
RESURREZIONE (POCHI ACCENNI) RESURREZIONE (PIENA CERTEZZA)

Vi è inoltre da considerare che nella Parola di Dio vi sono riportate parole di uomini buoni e cattivi, di angeli, di demoni, di apostoli, di Dio. Il tutto per nostro ammaestramento, ma bisogna discernere chi parla, quando parla, perchè parla, come parla. Perciò occorre discernimento, quando si legge la Bibbia.

Il primo discernimento va fatto mettendo tutto alla luce del NT in cui Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio portando la piena luce dove vi era solo un'ombra o addirittura oscurità completa.
Nel caso di Qoelet vi sono diversità notevoli di concezioni tra quanto l'autore scrive e il Vangelo.
Vi è contraddizione ?
O invece vi è una erronea comprensione del testo?

Infatti l’autore ammette a più riprese e ti prego di considerarlo attentamente, che è lui ad aver pensato, considerato, concluso, le cose che dice. Cose che di per sé ci fanno sapere quale era la concezione sulla vita dell’uomo del suo tempo, privo di qualsiasi speranza e posta sullo stesso piano delle bestie. Questa concezione risulta molto lontana dal NT. Non si tratta dunque di contraddizione in Dio, ma tra l’uomo e Dio: il che è diverso. Il libro di Giobbe, molto lungo, riporta in quasi la totalità del libro le idee dei suoi amici, i quali si sbagliavano di grosso ed esprimevano tutte le loro convinzioni sbagliate. Significa questo che la Parola di Dio è sbagliata. Niente affatto. Sono gli amici di Giobbe che erano in errore. E quello che hanno detto, la Parola di Dio lo riporta per nostro ammaestramento, ma dobbiamo saper discernere chi parla.

Ad esempio quando parlano i demoni, o quando parla lo stesso Pietro, spinto da Satana a cercare di contraddire il maestro: è parola di Dio, la sua, in quel momento, o è la parola di un uomo, semplicemente riportata nella Parola di Dio per nostro ammaestramento su ciò che pensava Pietro?
Anche quando Paolo esprime la sua opinione, è una sua opinione. Naturalmente autorevolissima e quindi seguita dalla Chiesa, per il compito affidatogli
Capisco che per coloro che preferiscono rimanere attaccati ad una certa concezione cercano di armonizzare il NT al VT. Noi invece desideriamo semplicemente fare il contrario. Il criterio lo ha dato Gesù quando ha detto: "non si mette il vino nuovo in otri vecchi."

Ma in particolare talune espressioni prese proprio dal libro dell'ECCLESIASTE hanno un'accento molto diverso dalle espressioni usate da Gesù ; si noti la differenza:

ECCL. 3.19
La sorte dell'uomo e quella delle bestie è la stessa; come muoiono queste muoiono quelli. Non esiste superiorità dell'uomo rispetto alle bestie, perché tutto è vanità . Tutti sono avviati alla stessa dimora. Tutto è venuto dalla polvere e tutto ritorna in polvere.

MATTEO 10.28
28E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna. 29Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia.
30Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; 31non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!.



La superiorità dell'uomo rispetto alle bestie che l'Ecclesiaste non concepisce è chiaramente espresso da Gesù il quale insegna che tale superiorità consiste proprio nel fatto che le bestie possono subire la distruzione totale mentre chi uccide il corpo dell'uomo non ne può uccidere l'anima.
E ancora:

dice QOELET CAP.11.8
8Anche se vive l'uomo per molti anni se li goda tutti

al contrario troviamo in MATTEO 5.4
4Beati gli afflitti, perché‚ saranno consolati.

dice QOELET CAP.11.10
10Caccia la malinconia dal tuo cuore, allontana dal tuo corpo il dolore.

al contrario troviamo in LUCA 14.27
27Chi non porta la propria croce e non viene
dietro di me, non può essere mio discepolo.

dice QOELET cap.9.2
2Vi è una sorte unica per tutti,
per il giusto e l'empio, per il puro e l'impuro,
per chi offre sacrifici e per chi non li offre,
per il buono e per il malvagio,
per chi giura e per chi teme di giurare.

(Da una simile affermazione dell'ECCLESIASTE non emerge nessuna idea non solo della vita dopo la morte ma neanche della resurrezione finale);

al contrario troviamo in 2 CORINTI Capitolo 05

1Sappiamo infatti che quando verrà disfatto questo
corpo, nostra abitazione sulla terra, riceveremo un'abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita da mani di uomo, nei cieli.2Perciò sospiriamo in questo nostro stato, desiderosi di rivestirci del nostro corpo celeste: 3a condizione però di esser trovati gi vestiti, non nudi. 4In realtà quanti siamo in questo corpo, sospiriamo come sotto un peso, non volendo venire spogliati ma sopravvestiti, perché‚ ciò che è mortale venga assorbito dalla vita. E` Dio che ci ha fatti per questo e ci ha dato la caparra dello Spirito.
6Così, dunque, siamo sempre pieni di fiducia e sapendo che finché‚ abitiamo nel corpo siamo in esilio lontano dal Signore,7camminiamo nella fede e non ancora in visione. 8Siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo ed abitare presso il Signore. 9Perciò ci sforziamo, sia dimorando nel corpo sia esulando da esso, di essere a lui graditi. 10Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute finché‚ era nel corpo, sia in bene che in male.

Questo testo è di un'assoluta chiarezza e si riferisce a tutti, non a una parte di uomini, dice infatti: quanti siamo in questo corpo.

Quindi è chiaro che vi è un salto enorme di qualità e di contenuto tra il Vecchio e il Nuovo Testamento e non c'è da meravigliarsene; l'umanità attraversa degli stadi di sviluppo simili a quello che attraversa un singolo uomo: un bambino non sarebbe in grado di capire le stesse cose di un adolescente e tantomeno di un adulto; perciò non deve destare meraviglia che il Padre abbia voluto rivelare in modo progressivo la Verità ai suoi figli.
Nessuno pertanto è autorizzato costruire delle dottrine fondandosi su singoli versetti soprattutto se presi solo dal Vecchio Testamento senza il necessario confronto con il Nuovo.
Si invita invece a farlo serenamente e a riconoscere l'evidenza delle cose.
[Modificato da Credente 15/10/2016 20:26]