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2cor5,8
abbiamo assai più caro di partir di casa lasciando il corpo, e d'andare ad abitar col Signore.
Si potrebbe anche rendere: «...di esulare dal corpo per vivere in patria presso al Signore» Filippesi 3:20; Ebrei 11:13 ; ma l'Apostolo pare attenersi all'immagine della casa. Il lasciar la casa cadente del corpo terreno, avvenga questo per via di subitanea trasfigurazione o più probabilmente per via della morte corporale, non spaventa Paolo, anzi egli lo riguarda come cosa preferibile, perchè ciò lo porta presso al suo Signore. L'Apostolo non si ferma a distinguere tra lo stato transitorio che segue la morte ed in cui lo spirito solo è accolto presso al Signore Luca 23:43; Atti 7:59; Filippesi 1:20-23 e lo stato definitivo in cui i fedeli nella pienezza dell'essere loro spirituale e corporale, godono della presenza di Dio. Essere col Signore, anche aspettando il corpo glorioso cfr. 2Corinzi 12:3 , è per lui «di gran lunga migliore».
9 Il morir gli è guadagno, perchè Cristo è la sua vita. E se l'esser con Cristo è la suprema felicità cui aspira Paolo, s'intende di leggieri ch'egli ponga ogni studio nel piacergli mentre vive tuttora sulla terra.
Perciò ancora, noi ci studiamo di essergli graditi
(o «di piacergli»),
…Il giudicio è individuale e la retribuzione è adeguata alle opere fatte nel corso della vita passata nel corpo, o (come si può anche tradurre «fatte per mezzo del corpo» considerato quale organo dell'attività umana. Il criterio enunciato è generale ed applicabile così ai salvati come ai condannati. Per questi ultimi il grado della pena è commisurato alla gravità della colpa, e per i salvati il grado di gloria è proporzionato alla minore o maggiore devozione dimostrata nel servizio di Dio. Cfr. Efesini 6:8; Colossesi 3:25; Galati 6:7; Apocalisse 14:13; Matteo 6:20 .

E quando ebbe aperto il quinto suggello, io vidi sotto l'altare le anime di quelli ch'erano stati immolati per la parola di Dio e per la testimonianza che aveano resa:
Dell'altare non era stato fatto cenno fin qui, ma ogni suggello aperto dischiude una visione nuova. Nel tempio di Gerusalemme, che ormai non esisteva più, v'erano due altari: quello d'oro per i profumi posto nel Luogo Santo e quello di rame per i sacrifizi cruenti posto nel cortile davanti al santuario. E quest'ultimo che Giovanni contempla nella visione celeste. Le anime dei martiri sono sotto l'altare perchè hanno offerto le loro vite come un sacrifizio a Dio per non venir meno alla fedeltà dovuta alla sua parola. Il sangue delle vittime era infatti sparso sull'altare tutto all'intorno, o versato appiè di esso. Paolo parlando del suo prossimo martirio dice: «Quanto a me io sto per essere offerto a mo' di libazione» 2Timoteo 4:6 e altrove: «offerto a mo' di libazione sul sacrificio e sul servizio della vostra fede» (Filippesi 2:17 ; Cfr. Romani 12:1 ). L'assimilazione del martirio a un sacrificio risulta anche dal termine immolati o sgozzati (esfagmenwn) che è proprio delle vittime condotte al sacrifizio. L'espressione greca la testimonianza che avevano si può intendere o della testimonianza che avevano resa a Gesù riconoscendolo dinanzi agli uomini come il loro Signore, o della verità che Gesù aveva attestata e ch'essi aveano ritenuta saldamente. Cfr. Apocalisse 12:17; 1:9; 20:4; Giovanni 14:21 .
10 e gridarono con gran voce, dicendo: Fino a quando, o nostro Signore che nei santo e verace, non fai tu giudicio e non vendichi il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra?
La gran voce è indizio sia del loro numero sia della intensità della loro preghiera. Chiamano Dio lett. il loro padrone (DespothV) perchè ha il pieno diritto di disporre della loro vita ed essi sono suoi servi (douloi) Apocalisse 6:11 . Così Simeone si rivolge a Dio Luca 2:29 : 'Ora, o Padrone, tu congedi in pace il tuo servo...'. Cfr. Atti 4:24 . Si rivolgono a lui come a colui che odia il male e ogni menzogna, che giudica secondo giustizia e verità chiedendogli di non ritardare più oltre il giudicio che deve ristabilir la giustizia calpestata dai loro persecutori, mettere in piena luce la loro innocenza e dare ai nemici impenitenti della Verità, la loro retribuzione. 'Non pregano per odio dei nemici in favor dei quali intercedettero in vita, ma per amor della giustizia' (Beda) e del trionfo di Cristo. La fede sospira dietro la fine del regno del male nel mondo. In Luca 18:1-8 , Cristo rappresenta gli eletti come gridanti a Dio giorno e notte e dichiara che certamente Dio farà loro giustizia. In Apocalisse 16:5 , in occasione di un giudicio di Dio sul mondo degli empi, il veggente ode la voce dell'altare che dice: «Si, o Signore Iddio Onnipotente, i tuoi giudici son veraci e giusti»; e dopo il giudicio della meretrice, una gran voce d'una moltitudine nel cielo proclama la stessa verità Apocalisse 19:1-2 .
11 E a ciascun d'essi fu data una veste bianca e fu loro detto che si riposassero ancora un po' di tempo, finchè fosse completo il numero dei loro conservi e dei loro fratelli che hanno ad essere uccisi come loro.
La veste bianca è simbolo della loro giustificazione dinanzi a Dio, ma anche della loro riabilitazione davanti agli uomini. Han potuto per breve volger d'anni esser tenuti in conto di empi e malfattori degni di morte; ma il tempo è galantuomo perchè Dio regna, e i martiri dei primi secoli sono nei secoli seguenti ricordati come santi. La veste bianca è simbolo pure della vittoria ch'essi hanno riportato. Fin d'ora, e prima che sia avvenuta la retribuzione finale, i martiri, oltre all'entrar in un riposo beato son giudicati degni di onori speciali. Se la lor preghiera non può essere esaudita immediatamente, è perchè non è completo ancora il numero, da Dio solo determinato e conosciuto, dei loro compagni di martirio, loro conservi perchè servono lo stesso Signore, loro fratelli perchè appartengono tutti alla stessa famiglia spirituale. Quando ai martiri dei primi secoli, saranno aggiunti i martiri del Medio Evo e poi quelli dei nostri e degli ultimi tempi che sono i tempi dell'anticristo, allora i martiri saran giudicati degni della prima risurrezione e regneranno con Cristo durante il millennio. Cfr. Apocalisse 19 . Non possiamo accettar l'opinione di chi ha veduto nelle anime sotto l'altare solo le vittime della persecuzione neroniana, e nei martiri preannunziati soltanto quelli della persecuzione domiziana. E neppure possiamo accettare l'opinione di chi vede nelle anime sotto l'altare i martiri dei tre primi secoli e negli altri che devono completar il numero, quelli del Medio Evo: Valdesi, Albigesi, Ussiti ecc. Gesù ha dato le persecuzioni e i martiri come uno dei segni che dovevano caratterizzar l'epoca anteriore alla sua venuta; ogni periodo della storia del popolo Dio ha avuto i suoi martiri. Il sangue degli uomini più eccellenti che la terra abbia veduto chiede giustizia al Dio santo e verace, e il sospiro sempre più potente delle loro anime non può che affrettar l'ora del giudicio. Di questo sospiro troviamo l'eco nei libri giudei apocrifi: «Fino a quando dobbiamo rimaner qui (nell'Hades)? esclamano le anime dei giusti in Esdra 4; quando appariranno i frutti sull'aia della nostra retribuzione?» Un arcangelo risponde loro: «Quando sarà completo il numero dei vostri compagni».