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Dall'omelia 24 di s.Agostino a commento del Vangelo di Giovanni

4. Andrea dice: C'è qui un ragazzo che ha cinque pani e due pesci, ma cos'è mai questo per tanta gente? Dopo che Filippo, interpellato, aveva risposto che non sarebbero bastati duecento denari di pane, per rifocillare una così grande folla, si è scoperto che c'era un ragazzo con cinque pani d'orzo e due pesci. Disse Gesù: Fateli sedere. C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero, dunque, gli uomini, in numero di quasi cinquemila. Gesù allora prese i pani e, rese grazie, ordinò che i pani fossero spezzati e messi davanti alla gente seduta. Non erano più cinque pani, ma quanti ne aveva aggiunti il Signore che li aveva moltiplicati. E altrettanto fece coi pesci, finché ne vollero. Non soltanto quella folla fu saziata, ma avanzarono dei frammenti, che ordinò fossero raccolti perché non andassero perduti. E con i frammenti riempirono dodici ceste (Gv 6, 8-13).

[I cinque pani e i cinque libri di Mosè.]

5. Diremo brevemente, perché dobbiamo correre. I cinque pani significano i cinque libri di Mosè. Giustamente essi non sono di frumento, ma di orzo, perché appartengono al Vecchio Testamento. Ora, voi sapete che l'orzo è fatto in modo che con fatica si arriva al midollo, poiché il midollo è ricoperto da un involucro di paglia così tenace e aderente che si fa fatica a toglierlo. Così è la lettera del Vecchio Testamento: è avvolta nell'involucro di significati materiali. Però se si arriva al midollo, nutre e sazia. Un ragazzo portava cinque pani e due pesci. Vogliamo domandarci chi era questo ragazzo? Probabilmente era il popolo d'Israele, il quale portava i pani come un bambino, senza mangiarli. Le cose che portava, chiuse erano un peso, e solo se scoperte nutrivano. I due pesci, poi, mi sembra vogliano significare quei due sublimi personaggi del Vecchio Testamento, che venivano unti per santificare e reggere il popolo: cioè il sacerdote e il re. Finché avvolto nel mistero, venne colui che era stato simboleggiato da quei due personaggi; venne finalmente colui che era adombrato nel midollo dell'orzo e che si nascondeva sotto la paglia di questo. Egli venne per riunire e realizzare nella sua persona le due figure, quella del sacerdote e quella del re: del sacerdote in quanto egli offrì se stesso come vittima per noi a Dio, del re in quanto egli stesso ci regge. E così ci vengono svelati i misteri che erano tenuti nascosti. Siano rese grazie a colui, che in se stesso realizzò le promesse del Vecchio Testamento. Ordinò che si spezzassero i pani; mentre questi venivano spezzati, si moltiplicarono. Niente di più vero. Quanti libri infatti vengono fuori da quei cinque libri di Mosè quando, come se si spezzassero, vengono esposti e spiegati! L'involucro dell'orzo era simbolo dell'ignoranza che avvolgeva il primo popolo. Di quel popolo è detto: Quando leggono Mosè, un velo ricopre il loro cuore (2 Cor 3, 15)Il velo ancora non era stato tolto, perché ancora non era venuto Cristo: e ancora non era stato squarciato il velo del tempio, come lo fu al momento della crocifissione. Poiché dunque il popolo sotto la legge era nell'ignoranza, il Signore volle mostrare l'ignoranza del suo discepolo, mettendolo alla prova.

[Il midollo dell'orzo.]

6. Niente è privo di significato, in ogni cosa c'è un riferimento; basta, però, saperlo cogliere. Così il numero delle persone che furono saziate, simboleggiava il popolo che viveva sotto il dominio della legge. Erano cinquemila, proprio perché simboleggiavano coloro che stavano sotto la legge, che si articola nei cinque libri di Mosè. Per la stessa ragione gli infermi che giacevano sotto quei cinque portici, non riuscivano a guarire. Ebbene, colui che guarì il paralitico (Gv 5, 2-9) è il medesimo che qui nutre la folla con cinque pani. Il fatto che essi fossero distesi sull'erba (Gv 6, 10), dice che possedevano una sapienza carnale e in essa riposavano. Infatti tutta la carne è erba (cf. Is 40, 6)Che significano poi i frammenti, se non ciò che il popolo non poté mangiare? Ci sono segreti profondi che la massa non può comprendere. Che resta da fare, allora, se non affidare questi segreti a coloro che sono capaci d'insegnarli agli altri, come erano gli Apostoli? Ecco perché furono riempite dodici ceste. Questo fatto è mirabile per la sua grandezza, utile per il suo carattere spirituale. Quelli che erano presenti si entusiasmarono, e noi, al sentirne parlare, rimaniamo freddi. E' stato compiuto affinché quelli lo vedessero, ed è stato scritto affinché noi lo ascoltassimo. Ciò che essi poterono vedere con gli occhi, noi possiamo vederlo con la fede. Noi contempliamo spiritualmente ciò che non abbiamo potuto vedere con gli occhi. Noi ci troviamo in vantaggio rispetto a loro, perché per noi è stato detto: Beati quelli che non vedono e credono (Gv 20, 29). Aggiungo che forse a noi è concesso di capire ciò che quella folla non riuscì a capire. Ci siamo così veramente saziati, in quanto siamo riusciti ad arrivare al midollo dell'orzo.