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Le sei anfore, contenenti da due a tre metrete e che i servi riempirono d'acqua:
Gv 2,6 C'erano là sei recipienti di pietra, del tipo adoperato per la purificazione dei Giudei, i quali contenevano ciascuno due o tre misure.


dal commento di s.Agostino al Vangelo di Giovanni (omelia 9)
[Sei epoche.]

10. Rifacendoci alle origini dell'umanità, troviamo Adamo ed Eva progenitori, non solo dei Giudei, ma di tutte le genti. E tutto ciò che in Adamo era figura di Cristo, aveva altresì riferimento a tutte le genti, che in Cristo soltanto ottengono la salvezza. Ora, che cosa posso dire di meglio a proposito dell'acqua della prima anfora, di quanto ha detto l'Apostolo circa Adamo ed Eva? Nessuno mi dirà che ho capito male, dal momento che riferisco non il mio, ma il pensiero dell'Apostolo. Quale grande mistero, in riferimento a Cristo, contiene dunque quell'unità che l'Apostolo sottolinea, quando dice: Saranno due in una carne; grande è questo mistero! E affinché nessuno riferisse questo grande mistero a tutti quelli che hanno moglie, l'Apostolo precisa: Io dico questo in riferimento al Cristo e alla Chiesa (Ef 5, 31-32). In che cosa consiste questo grande mistero: i due saranno una carne? Il libro del Genesi, parlando di Adamo ed Eva, esce in questa affermazione: L'uomo perciò lascerà suo padre e sua madre, e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne (Gn 2, 24). Ora, se Cristo si unì alla Chiesa sì da essere i due una sola carne, in che senso si può dire che egli lasciò il Padre e la madre? Lasciò il Padre, perché pur essendo nella forma di Dio, non tenne per sé gelosamente l'essere pari a Dio; ma annientò se stesso, prendendo la forma di servo (cf. Fil 2, 6-7). Cioè, lasciò il Padre, non perché lo abbia abbandonato e si sia allontanato da lui, ma perché si manifestò agli uomini non in quella forma in cui egli è uguale al Padre. In che senso lasciò la madre? Lasciando la sinagoga dei Giudei dalla quale nacque secondo la carne, unendosi alla Chiesa che ha raccolto da tutte le genti. La prima anfora, dunque, conteneva la profezia riguardante il Cristo; ma finché queste cose di cui parlo non furono predicate in mezzo alle genti, essa era acqua, non ancora mutata in vino. Ma siccome il Signore ci ha illuminati per mezzo del suo Apostolo, e ci ha indicato che cosa dobbiamo cercare attraverso le due affermazioni fuse in una: I due saranno una sola carne; e questo mistero è grande in riferimento a Cristo e alla Chiesa, possiamo ormai cercare Cristo dovunque, e bere vino da ogni anfora. Adamo dorme perché sia formata Eva; Cristo muore perché sia formata la Chiesa. Dal fianco di Adamo che dorme è formata Eva (Gn 2, 21); dal fianco di Cristo morto in croce, colpito dalla lancia (cf. Gv 19, 34), sgorgano i sacramenti con cui viene formata la Chiesa. Chi non vede adombrata in quel fatto la realtà futura dato che l'Apostolo afferma che Adamo era figura di colui che doveva venire (Rm 5, 14)? Tutto era misteriosamente prefigurato. Non poteva, infatti, Dio trarre la costola e formare la donna da un uomo desto? Era necessario che Adamo dormisse, forse per non sentir dolore quando gli veniva tolta la costola? Chi può dormire tanto profondamente da non sentire che gli vien tolto un osso? Oppure l'uomo non doveva sentir dolore perché era Dio a togliergli l'osso? Colui che ha potuto togliere la costola ad uno che dormiva senza fargli male, poteva farlo anche ad uno sveglio. Ma piuttosto, era la prima anfora che veniva riempita: la profezia di quel tempo si riferiva a questo tempo futuro.

11. Cristo era raffigurato anche in Noè, così come nell'arca era raffigurato l'universo intero (cf. Gn 7, 7-9). Per quale motivo nell'arca furono racchiuse tutte le specie di animali, se non perché rappresentasse tutte le genti? Non era impossibile a Dio creare di nuovo tutte le specie di animali. Quando esse non esistevano ancora, disse: Produca la terra... (Gn 1, 24), e la terra produsse. Come li aveva fatti, così poteva rifarli: con la parola li aveva fatti, e con la parola poteva rifarli. Ma voleva mettere in risalto un mistero, e riempire la seconda anfora dell'economia profetica: per mezzo di un legno sarebbe stato salvato ciò che era figura dell'universo, perché su un legno doveva essere confitta la vita dell'universo.

12. Con la terza anfora fu detto (come ho già ricordato) ad Abramo: Nella tua discendenza saranno benedette tutte le genti (Gn 22, 18). E' facile vedere chi era figurato in quel figlio unico, che sulle sue spalle portava la legna del sacrificio al quale era condotto per esservi egli stesso immolato. Il Signore infatti, come dice il Vangelo si caricò della sua croce (cf. Gv 19, 17). Basta questo per la terza anfora.

13. E' necessario dire che la profezia di David si riferiva a tutte le genti? Lo abbiamo appena sentito nel salmo, ed è difficile trovarne uno che non proclami questa verità: Lèvati, o Dio, e giudica la terra perché avrai la tua eredità in mezzo a tutte le genti (Sal 81, 8). Ecco perché i Donatisti sono stati esclusi dal festino di nozze, come quel tale che non aveva la veste nuziale: fu invitato e andò, ma fu escluso dal numero dei commensali perché non indossava la veste in onore dello sposo. Chi infatti cerca la propria gloria, invece che quella di Cristo, non possiede la veste nuziale; non vuole fondere la sua voce con quella di colui che era amico dello sposo, che suona così: E' lui quello che battezza (Gv 1, 33). Giustamente a chi era privo della veste nuziale fu rinfacciato ciò che non era: Amico, perché sei entrato qua? (Mt 22, 12). Quello rimase muto; e anche costoro. A che serve lo strepito della bocca, se il cuore tace? Sanno di non avere dentro di loro nulla da dire. Sono muti di dentro, strepitano di fuori. Volenti o no, anch'essi nelle loro riunioni sentono il salmo che dice: Lèvati, o Dio, giudica la terra; perché erediterai tutte le genti. E siccome non sono in comunione con tutte le genti, sono costretti a riconoscersi diseredati.

14. Ciò che vi stavo dicendo, fratelli (voglio indicarvi un altro senso nascosto nel particolare delle anfore, che contenevano da due a tre metrete), ciò che vi stavo dicendo, che la profezia si estende a tutte le genti, lo abbiamo già dimostrato a proposito di Adamo che era figura di colui che doveva venire (Rm 5, 14). Ora, si sa che da Adamo hanno avuto origine tutte le genti e che le quattro lettere del suo nome indicano, in greco, i quattro punti cardinali. In greco le iniziali dei quattro punti cardinali: oriente, occidente, aquilone, mezzogiorno, come in più luoghi ricorda la Sacra Scrittura, corrispondono alle lettere che compongono il nome "Adam". In greco, di fatti, i quattro punti cardinali vengono chiamati: , , , . Mettendo questi quattro vocaboli in colonna e riunendo le loro iniziali, si ha il nome "Adam". Questo fu raffigurato anche nell'arca di Noè, nella quale erano stati raccolti tutti gli animali, simbolo di tutte le genti; in Abramo, al quale più esplicitamente fu detto: Nella tua discendenza saranno benedette tutte le genti; in Davide, in uno dei cui salmi (per non citarne che uno) abbiamo ora cantato: Sorgi, o Dio, giudica la terra; perché avrai in eredità tutte le genti. A quale Dio si può dire: Sorgi!, se non a colui che s'era addormentato? Sorgi, o Dio, giudica la terra. Come a dire: Dormivi, e sei stato giudicato dalla terra; sorgi a giudicare la terra. E qual è la estensione di questa profezia? Perché tu avrai in eredità tutte le genti.

15. Nella quinta età, - corrispondente alla quinta anfora, - Daniele vede una pietra che, staccatasi dalla montagna senza intervento della mano dell'uomo, riduce in frantumi tutti i regni della terra; e cresce, quella pietra, fino a diventare una grande montagna che occupa tutta la terra (cf. Dn 2, 34-35). Cosa c'è di più chiaro di questa profezia, o fratelli miei? La pietra che si stacca dalla montagna, è la pietra che, scartata dai costruttori, è diventata pietra d'angolo (cf. Sal 117, 22). Da quale montagna si è staccata, se non dal popolo dei Giudei, dai quali nostro Signore Gesù Cristo è nato secondo la carne? E si è distaccata senza intervento d'uomo, perché Cristo è nato da una Vergine, senza amplesso coniugale. La montagna dalla quale si è staccato, non occupava tutta la terra: infatti, il regno dei Giudei non si estendeva a tutte le genti. Il regno di Cristo, invece, vediamo che occupa tutta la terra.

16. Alla sesta età appartiene Giovanni Battista, il più grande tra i nati di donna, di cui fu detto che era più che profeta (Mt 11, 9). In che modo egli mostrò che Cristo è stato inviato a tutte le genti? Fu quando i Giudei si presentarono a lui per farsi battezzare, ed egli disse, affinché non s'insuperbissero per il nome di Abramo: Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire dall'ira che sta per venire? Fate, dunque, un frutto degno di penitenza (Mt 3, 7-8); cioè, siate umili. Parlava infatti a dei superbi. E di che cosa erano superbi? Non dei frutti prodotti per aver imitato il padre Abramo, bensì della discendenza da lui secondo la carne. Ma cosa dice loro Giovanni? Non crediate di poter dire: Noi abbiamo per padre Abramo; perché Dio da queste pietre può far sorgere figli ad Abramo (Mt 3, 9). Chiama "pietre" tutte le genti, non perché avessero la solidità che aveva la "pietra" scartata dai costruttori, ma a motivo della stupidità e durezza derivanti dalla loro stoltezza; infatti erano diventati simili a ciò che adoravano: adoravano simulacri, come loro insensati. Perché insensati? Perché un salmo dice: Siano come loro quelli che li fabbricano, e tutti quelli che in essi confidano (Sal 113, 8). A quelli invece che si son messi ad adorare Dio, cosa dice il Signore? Siate figli del Padre vostro che è nei cieli, il quale fa levare il suo sole sui buoni e sui cattivi, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti (Mt 5, 45). Pertanto, se l'uomo diventa simile a ciò che adora, che significato hanno le parole: Dio può da queste pietre far sorgere figli ad Abramo? Domandiamocelo e vedremo che è avvenuto proprio questo. Noi infatti proveniamo dalle nazioni pagane; ma da esse non saremmo usciti, se Dio non avesse dalle pietre fatto sorgere figli ad Abramo. Siamo diventati figli di Abramo imitandone la fede, e non per essere nati da lui secondo la carne. E mentre i Giudei avendo degenerato, furono diseredati, noi invece, avendo imitato Abramo nella fede, siamo stati adottati. Quindi, o fratelli, la profezia della sesta anfora si riferiva anch'essa a tutte le genti; e perciò il particolare delle anfore che contenevano da due o tre metrete, si riferisce a tutte le genti.

17. Come si dimostra che queste due o tre metrete si riferiscono a tutte le genti? Intenzionalmente, credo, l'evangelista riferisce il particolare delle "due o tre metrete" per indicarci un significato misterioso. Quali sono queste due metrete? La circoncisione e l'incirconcisione. La Scrittura menziona questi due gruppi etnici; e quando dice circoncisione e incirconcisione (Col 3, 11), non lascia fuori nessuna parte del genere umano; in queste due classificazioni son comprese tutte le genti: ecco le due metrete. Di queste due pareti provenienti da direzione opposta, Cristo si è fatto pietra angolare (cf. Ef 2, 14-20) per unirle e pacificarle in se stesso. Vediamo ora in che modo anche le tre metrete si riferiscono a tutte le genti. Tre erano i figli di Noè, per mezzo dei quali si riprodusse il genere umano (cf. Gn 5, 31). Ecco perché il Signore dice: Il regno dei cieli è come il lievito, che una donna ha preso e ha nascosto in tre misure di farina, perché tutto fermentasse (Lc 13, 21). Chi è questa donna, se non la carne del Signore? Che cosa è il lievito, se non il Vangelo? Che cosa sono le tre misure, se non la totalità delle genti, rappresentata dai tre figli di Noè? Quindi, le sei anfore che contenevano ciascuna due o tre metrete, sono le sei epoche della storia, contenenti la profezia che si riferisce a tutte le genti, classificate in due gruppi etnici, i Giudei e i Greci, come è solito fare l'Apostolo (Rm 2, 9; 1 Cor 1, 24); oppure in tre, per via dei figli di Noè. La profezia, dunque, ha una portata universale. Appunto perché si estende a tutte le genti, la profezia è chiamata "metreta", misura, nel senso che le dà l'Apostolo quando scrive ai Corinzi: Abbiamo ottenuto la misura che consiste nell'esser giunti fino a voi (2 Cor 10, 13). Così si esprime mentre egli è intento ad evangelizzare le genti: secondo la misura che consiste nell'esser giunti fino a voi.