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Il numero  aureo e l’uomo




  • Se moltiplichiamo per 1,618 la distanza che, in una persona adulta proporzionata va dai piedi all'ombelico, otteniamo la sua statura. La distanza che va dal ginocchio all'anca, moltiplicata per il numero d'oro, dà la lunghezza della gamba, dall'anca al malleolo. (Fig. 14)


fig 14



  • la distanza dal gomito alla mano (con le dita tese), moltiplicata per 1,618, dà la lunghezza totale del braccio. (Fig. 15)


 


fig 15



  • i rapporti tra le falangi delle dita medio e anulare sono aurei, così il volto umano è tutto scomponibile in una griglia i cui rettangoli hanno i lati in rapporto aureo. (Fig. 16)


fig 16



  • La molecola di DNA si muove a spirale in proporzione di phi: essa misura 24 angstrom in lunghezza e 21 angstrom in larghezza per ogni ciclo della sua duplice elica spirale. 34 e 21 chiaramente sono numeri della serie di Fibonacci ed il loro rapporto di 1,6190476 è vicino al rapporto phi 1.6180339. (Fig. 17)


fig 17


Nella figura a fianco possiamo individuare numerosi rapporti aurei (fig 18):


fig 18


A/a= tra l'altezza e larghezza del viso.


B/b= posizione della linea degli occhi rispetto al mento ad alla fronte.


C/d= posizione della bocca rispetto 


al mento ed agli occhi.


D/d= altezza e larghezza del naso.


E/e= lunghezza ed altezza del profilo della bocca.


F/f= larghezza degli occhi e la loro distanza.


H/h= distanza degli occhi rispetto al centro di simmetria del viso.


In un segmento, si fissi un punto intermedio in modo che lo divida in parti diseguali. Le parti sono dette in Rapporto Aureo se la parte più corta è proporzionata alla più lunga allo stesso modo della parte lunga rispetto all’intero segmento.


Basti pensare alla struttura anatomica del piede dove le due parti diseguali o segmenti sono rappresentate da (fig. 19):


fig 19



  • retropiede o parte b (segmento più corto)

  • avampiede o parte a (segmento più lungo)

  • piede o parte C (segmento completo)


Se misurando i due segmenti a e b (Rx, strumenti chirurgici…) e applicando la formula:


formula 3


Si ottiene il rapporto 1,618 allora possiamo dire che il piede in esame è proporzionale, funzionale ed esteticamente bello. Per quanto concerne più da vicino, cioè nell’apparato di moto, è stato rilevato che il numero d’oro è il valore del rapporto fra il piano della sezione massima della coscia e la superficie plantare del piede rispetto al ginocchio.


La risposta, positiva, è insita nel fondamento geometrico:



  • stabilità,

  • armonia,

  • matematica


vi fanno il loro trionfale ingresso sulla scia dell’alto contenuto in simmetria delle configurazioni elicoidali di moto, là dove il numero d’oro e la serie di Fibonacci sono, per così dire, di casa. Infatti nel corso della meccanica antigravitaria il rapporto fra le rotazioni nel piano trasverso e le rotazioni nel piano frontale tende al valore “aureo”.


Va tenuto presente che, in genere, la quantificazione del rapporto è arrotondata, nella media, a 1:0,5. Trattasi di un dato artificioso, giustificato dall’ampiezza dei limiti morfo-meccanici dell’articolazione cruro-podalica ma che comunque, valutazioni in eccesso o in difetto, non ne inficiano la validità della regola. Considerato che il fulcro della “meccanica antigravitaria” è la trasmissione trasverso-frontale delle rotazioni, pervenire alla sua quantificazione nel singolo caso è, un decisivo passo verso la conoscenza fisio-patologica.


E tutto lascia ritenere che le ricerche in merito fornirà, nell’immediato futuro, i mezzi per l’agevole rilievo, in diagnostica, del rapporto fra le rotazioni nel piano trasverso e le rotazioni nel piano frontale.


“L’universo è unito in modo meraviglioso: il rapporto aureo è il rapporto delle meraviglie” (Davis e Hersch)