00 15/05/2010 11:36
L’agnosticismo e l’indifferenza religiosa

L’agnosticismo, diffuso specie negli ambienti intellettuali, sostiene che la ragione umana non può concludere nulla su Dio e sulla sua esistenza. Spesso i loro fautori si propongono un impegno di vita personale e sociale, ma senza alcun riferimento verso un fine ultimo, cercando così di vivere un umanesimo senza Dio. La posizione agnostica termina spesso identificandosi con un ateismo pratico. Inoltre, chi pretendesse di orientare i fini parziali del proprio vivere quotidiano senza prendere alcun impegno circa il fine ultimo dei propri atti, in realtà ha quasi sempre scelto un preciso fine ultimo, di carattere immanente, per la propria vita. La posizione agnostica merita comunque rispetto, sebbene i loro assertori vadano aiutati a dimostrare la sincerità della loro non-negazione di Dio mantenendo una apertura alla possibilità di riconoscerne l’esistenza e la sua rivelazione nella storia.


L’indifferenza religiosa rappresenta oggi la principale manifestazione di non credenza e, come tale, ha ricevuto una crescente attenzione da parte del Magistero della Chiesa
[19]. Il tema di Dio non viene preso in considerazione perché quasi soffocato da una vita orientata ai beni materiali. L’indifferenza religiosa coesiste con certa simpatia per il sacro e talvolta per lo pseudo-religioso, fruiti in modo moralmente disimpegnato, come fossero beni di consumo. Per mantenere a lungo una posizione di indifferenza religiosa, l’essere umano ha bisogno di continue distrazioni in modo da non soffermarsi mai sui problemi esistenziali più importanti, rimuovendoli sia dalla propria vita quotidiana che dalla propria coscienza: senso della vita e della morte, valore morale delle proprie azioni, ecc. Poiché nella vita di una persona esistono sempre eventi “che fanno la differenza” (innamoramento, paternità, morti premature, dolori e gioie, ecc.), la posizione di “indifferenza religiosa” non è sostenibile lungo l’intero arco di una vita umana, perché su Dio non si può fare a meno, almeno qualche volta, di interrogarsi. Prendendo spunto dagli eventi esistenzialmente significativi della vita, occorre aiutare chi è indifferente ad aprirsi alla affermazione di Dio.