00 19/07/2013 17:28

Nuova campagna di proselitismo ateo

senzaDLa folkloristica associazione con meno di 4000 soci ben poco moderati, l’UAAR, si è risvegliata. E’ tempo allora di tornare a dare un occhio in casa dell’ateismo fondamentalista italiano.

Ne abbiamo parlato recentemente osservando le contraddizioni nel volersi far riconoscere dallo Stato come “confessione religiosa” per accedere ai benefici dell’art. 8 (come l’8×1000). E’ intervenuto anche il costituzionalista Augusto Barbera, dell’Università di Bologna: per diventare “confessione religiosa” (come vuole l’UAAR), ha spiegato, «dev’essere presente una comunità che attraverso una propria tradizione, organizzazione e con i propri riti entra in dialogo con un’entità trascendente, che ha una morale comune. Basterebbe solo questo ad escludere per l’Uaar la caratterizzazione come confessione religiosa. Non vedo perché un’associazione di atei andrebbe privilegiata rispetto, che so, a un’associazione di cacciatori o qualsiasi altra non religiosa».

Avevamo lasciato i nostri amici uaarini in mezzo ai guai:  epurazione dei responsabili eretici; presenza di neopagani tra i collaboratori; intrallazzi con i neofascisti di Casapound e gli sfasciavetrine di Acrobax; presa di distanze dal Forum ufficiale per vergogna verso i propri utenti e per allontanarsi da un luogo di critici della propria dirigenza e l’estrema soluzione dimettersi in mano a consulenti d’immagine per vendere meglio l’ormai “noioso” brand “ateismo”, così da sedurre nuovi potenziali “clienti”.

Autodefinendosi come “confessione religiosa” e puntando a far credere allo Stato che l’ateismo sia una religione pur di poter accaparrarsi l’8×1000, l’UAAR non poteva che progettare attività di proselitismo. Ed infatti a MilanoBolognaCagliari e altre città sono apparsi alcuni cartelloni per convertire nuovi fedeli, nei quali padroneggia la parola Dio con la “D” cancellata lasciando solo “io”, e sotto la scritta: “10 milioni di italiani vivono bene senza D”. La frase è ovviamente contraddittoria: se davvero gli uaarini vivessero bene senza Dio, non avrebbero certo bisogno di fare quotidiano attivismo aggressivo da oltre 25 anni, si godrebbero la vita senza Dio senza guerre per imporsi nella società (togliendo crocifissi, zittendo le campane ecc.). La nostra comunque è una società fortunatamente più che tollerante verso chi non ha fede, tant’è che loro stessi dicono nel loro slogan di “vivere bene”. Se fossero sotto la dittatura religiosa dell’Iran di certo non avrebbero potuto scrivere pubblicamente di “vivere bene” da atei. Occorre dire che spesso, tuttavia, sono proprio loro(gli atei) a discriminare chi è credente come mostra questa lettera.

Alcuni quotidiani hanno parlato un po’ esageratamente di “campagna choc contro la fede”, anche se in realtà l’iniziativa dei manifesti nelle città non è che una goliardata copiata dei movimenti evangelici americani. Il sociologo Giuliano Guzzo ha sottolineato inoltre che parlare di “10 milioni di non credenti” è una bufala priva di attendibilità, dato che la maggior parte delle stime quantificano in 4 milioni i non religiosi. Nell’“Enciclopedia delle religioni in Italia” del 2013, ad esempio, gli atei risultano essere il 4,7% degli italiani. Come verificare, inoltre, che questa piccola percentuale viva bene? Da quali fonti si apprende questa notizia? Sappiamo, ad esempio, che all’estero secondo alcuni studi chi non crede in Dio ha il doppio del rischio di diventare un suicida. Due affermazioni dunque che i razionalisti credono e pronunciano senza poterne dimostrare la veridicità: un comportamento fortemente contraddittorio per chi ha come propria bandiera il razionalismo.

Una iniziativa pubblica criticata anche da chi non è cattolico o credente, in quanto «la campagna è la prima a non fare un buon servizio alle persone al cui fianco dice di stare, perché il giochetto del cancellare la D li riduce tutti, poveracci, a un ben misero “io”. Come se gli atei e agnostici italiani se ne stessero tutti chiusi nel narcisismo. Fossero tutti incapaci dialtruismo. Tutti sempre lì a inseguire i valori dell’io: individualismo, edonismo, egoismo, autoreferenzialità, e chi più ne ha più ne metta. Il che corrisponde proprio all’immagine deteriore dell’ateismo e dell’agnosticismo che hanno in testa certi benpensanti cristiani o cattolici. Capisco l’intenzione provocatoria delle affissioni. Ma l’effetto boomerang mi pare assicurato», ha scritto la semiologa “agnostica” Giovanna Cosenza sul suo blog (ricevendo diversi insulti da parte dei sostenitori uaarini, come si è poi lamentata). L’osservazione comunque è corretta: senza Dio è l’uomo che si erge a dio di se stesso.

Altri osservatori hanno commentato così: «Trovo interessante però analizzare questo messaggio, che a mio parere è opposto a quella razionalità scientifica che, almeno nella “ragione sociale” della comunità, viene sottolineata con giusto orgoglio». Come famosi atei hanno riconosciuto (Dennett, Hofstadter) «senza il presupposto di una Trascendenza, di un Essere fuori da questo universo, l’io non può esistere. Si potrebbe correttamente affermare “senza Dio non c’è Io”». Per un ateo vero, «non esiste nella nostra mente una “coscienza”che costituisca quello che consideriamo il nostro Io, ma solo una serie concatenata di processi mentali che ci danno l’illusione di una continuità cosciente e responsabile. I processi mentali sono ovviamente (dal punto di vista scientifico) nient’altro che trasformazioni fisico-chimiche che interessano i nostri neuroni». Per non parlare dell’assenza del libero arbitrio, altro dogma a cui un ateo deve per forza credere in quanto non saprebbe giustificarne l’esistenza in modo naturalistico. Perciò, «tornando al nostro messaggio Uaar, dobbiamo concludere razionalmente che non solo questi 10 milioni di connazionali sono soddisfatti di avere un Io in realtà inesistente, ma che la loro convinzione di scegliere di non credere in Dio in realtà ètotalmente condizionata dalle leggi chimico-fisiche».

Morale della storia: cari uaarini, continuate pure ad appendere i vostri poster sui muri ma, mi raccomando, non vi venga mai in mente di approfondire troppo quanto scrivete sopra. Potrebbe rivelarsi molto pericoloso per la vostra fede.