PERCHE’ TANTI NON CREDONO?
Ignoranza.
Il treno si muoveva. Nel mio scompartimento si era in molti. Tra coloro che viaggiavano c'erano anche due Suore, dette: « Della Carità ». Alcuni spiritosi cominciarono a lanciare dei frizzi: « Donne fallite. - Gente oziosa ». Credevo che tutto finisse li. Non so come, un tale tirò fuori una questione religiosa e concluse: Io sono nemico dei Preti e delle Suore. Non credo alla Religione, pura invenzione delle vesti nere. È da ignoranti credere alle stupidaggini religiose... -
A questo punto intervenni io.
- Scusi, signore, ha lei qualche titolo di studio?
- Sono al quarto anno di medicina. - Certamente lei studia anatomia, patologia, impara formule di chimica... e può parlare con un poco di competenza di ciò che ha studiato. Ma quali studi ha fatto sulla materia religiosa, quali autori ha approfondito... e da quanti anni si è dedicato allo studio delle verità religiose?
- Non ci mancherebbe altro! Con tante materie che ho all'università... andare a sprecare il tempo nelle sciocchezze religiose.
- Potrebbe lei sostenere una disputa filosofica... fare subito un calcolo infinitesimale... o entrare in una questione di filologia?
- Non sarei capace; non è mia materia.
- Ed allora, confessi la sua ignoranza. Non parli di religione. Lei sarà istruito nella medicina, ma nel campo religioso è un ignorante. Anch'io ho studiato filosofia, pedagogia, lettere e storia... ma ho voluto pure studiare parte della Somma Teologica di San Tommaso d'Aquino, ho letto libri di apologetica, conosco i volumi « Seguiamo la ragione » del Bonomelli e tanti altri lavori. Si ricordi che, come l'ignoranza letteraria è la piaga del popolino, così la crassa ignoranza delle verità della Religione è la grande piaga di tanti intellettuali.
Gli epicurei.
L'uomo è mente, cuore e... stomaco. La bestia mangia e quindi si nutre. Per l'uomo questa è una necessità, ma è cosa umiliante. Se l'uomo però converge tutte le sue attività nel mangiare, nel bere e nel procacciarsi dei piaceri, si distacca molto dalla bestia?
Quanta gente oggi vive preoccupata solamente del cibo materiale! Tutto il resto è niente, oppure cosa molto secondaria.
Un epicureo come può credere e vivere una vita spirituale? Davanti a lui una verità religiosa è come una perla davanti al grugno di un maiale. La perla ha il suo grande valore; siccome il suino non può mangiarla, l'allontana da se. Così fanno tanti che oggi non credono.
Il Don Abbondio.
Ricevo la visita di un conoscente, laureato da poco. Dopo i convenevoli, usciamo a diporto. Lungo la via incontro un Prete, che salutando mi dice: Professore, è tanto che non mi regala una visita. Venga a trovarmi. - Verrò. Il laureato mi guarda con aria di meraviglia: - E lei, professore, si abbassa a tanto? Dà la sua amicizia ad un Prete? Io mi vergognerei a parlare a simile gente.
- E la ragione quale sarebbe?
- In ogni Prete io vedo Don Abbondio del Manzoni, con tutte le sue miserie. Io non credo alla Religione per la cordiale antipatia che sento verso il clero, gente oziosa ed il più spesso indotta. Da bambino credevo anch'io, ma conoscendo in seguito i Preti, non credo più. Come può esserci una Religione se i così detti suoi ministri non la praticano?
- Lei ha ragione... ed anche torto. Ha ragione, in quanto riscontra nel Prete le debolezze umane; anch'egli però è uomo e come tale è soggetto alle passioni. Ha torto lei perchè confonde Prete e Religione.
L'uomo è imperfetto; la Religione Cattolica è perfetta. La Religione non è stata creata dai Preti; se così fosse, a quest'ora nel mondo non esisterebbe. Bisogna vedere nel Prete il portavoce di Cristo. Quando in Chiesa ascolto una predica... e ne ascolto tante... io prendo l'insegnamento di Gesù; non mi fermo a considerare se il predicatore metta in pratica o no ciò che insegna.
Ha torto a dire che tutti i Preti non praticano la Religione. C'è qualcuno ... che parla bene e razzola male. I più però si sforzano di praticare ciò che suggeriscono agli altri; difatti, tra i Preti che ho conosciuto, e non sono pochi, soltanto qualcuno ho trovato in basso. Ma questo avviene in ogni classe sociale. C'è il padre di famiglia laborioso e quello sprecone e poltrone; il carabiniere onesto e quello ladro; il medico che cura gli ammalati e quello che li manda più presto al cimitero. Per questo lei vorrebbe condannare tutti i padri di famiglia, tutti i poliziotti e tutti i medici? Sarebbe ingiusto. Io la penso diversamente da lei. Invece di vedere nel Prete il Don Abbondio, vedo l'uomo imperfetto sì, ma rivestito di grandi poteri spirituali.
Giganteggiano nella mia mente le figure di certi Preti, quali un Vincenzo De' Paoli, un Filippo Neri, un Benedetto da Norcia, un Don Bosco... Stia attento che la sua antipatia verso i ministri della Religione non sia causata dal fatto che lei abbia una condotta morale poco conforme al Vangelo. In tal caso l'avversione clericale si spiega benissimo, in quanto l'insegnamento impartito dal Prete potrebbe essere un continuo rimprovero ai disordini morali. Mi auguro che in lei non ci sia ciò.
Il grande muro.
Dio è Spirito Purissimo. Per credere in Lui e godere della sua luce, è necessario sollevarsi dalla materia. Il corpo umano è attratto dai piaceri del senso. Finché l'uomo regola i suoi istinti secondo i dettami della retta ragione, può innalzarsi ancora sino a Dio; ma quando le passioni prendono il sopravvento e l'uomo si lascia dominare dalla impurità, allora si forma come un muro tra lui e il Creatore ... la luce divina non si avverte più.
Perché il bambino ed il ragazzo credono in Dio? Perché ancora non hanno la schiavitù della passione impura. Nell'adolescenza, quando cominciano a sentirsi i latrati della sensualità ed hanno luogo le prime cadute, se non si rafforza la volontà per resistere ... il giovanetto, che sino allora ha creduto, comincia a dubitare: Ma c'è realmente questo Dio?... - La luce divina si fa debole.
Allorché il giovane si getta a capo fitto nei piaceri sensuali, ad un dato momento dice a se stesso: Dio non c'è. - La luce divina si è eclissata del tutto. Chi è dedito ai cattivi piaceri, non sente gusto delle cose spirituali, anzi per lo più prova forte avversione a tutto ciò che sa di religioso: odio alla preghiera, odio alla Chiesa ed al Prete; anche quando non c'è quest'odio, c'è però l'antipatia religiosa.
Ma quando l'uomo, ad una certa età, quasi esaurito, rientra in se stesso ed ha la volontà di lasciare il fango dell'immoralità, subito comincia ad intravvedere la luce divina, rientra nel Tempio e ritorna a Dio. Il muro dell'impurità, il più grande ostacolo, è già abbattuto.
Fra cento persone che parlano male della Religione e criticano chi sta vicino a Dio, sono convinto che almeno novantacinque, e forse più, sono vittime dell'impurità. Potranno avere grande intelligenza, sapranno vivere bene in società, faranno forse parlare di sè i giornali ... ma non possono credere.
I cinque intellettuali del mio paese... sono miscredenti! ... Quale meraviglia?! Uno ha lasciato la sposa e vive con la cognata; l'altro non parla che di cose oscene e di bassi piaceri; il terzo trascorre le ore libere nei cinema, in cerca di feste da ballo e di compagnie di persone equivoche; il quarto propugna il divorzio, ecc.... Ridono costoro alle mie spalle perché vedono la mia religiosità. Per me il credere è un alto onore ... per loro la miscredenza sia una vergogna.
Io, sin da fanciullo, ho acquistato il dominio di me stesso; per questo la luce divina mi pervade e più vado innanzi negli anni, più avverto questa luce. Non vedo Dio con gli occhi del corpo, ma lo sento di continuo in me. Lo invoco nei bisogni e sono assistito; mi rimetto al suo volere nella sofferenza e subito provo un balsamo al cuore; vivo in continua serenità di spirito e in uguaglianza di umore, tanto da suscitare in altri un senso di gelosia. Tutto ciò io sento in me ... e credo più fortemente in Dio.
Il cieco di Gerico.
Prima di chiudere questo lavoro, apro il re dei libri, il Vangelo, che tengo a portata di mano. Vi leggo quanto segue: « Ora avvenne che, mentre Gesù si avvicinava a Gerico, un cieco stava seduto lungo la strada a mendicare e, sentendo passare la folla, domandò che cosa mai fosse. Gli dissero che passava Gesù Nazareno. Allora egli gridò: Gesù, figlio di David, abbi pietà di me!
E quelli che precedevano gli gridavano di tacere. Ma lui a gridare più forte che mai: - Figlio di David, abbi pietà di me! - Allora Gesù, fermatosi, comandò che gli fosse condotto. E quando gli fu vicino gli domandò: Che cosa vuoi che io ti faccia?
E quello: Signore, esclamò, che io ci veda. - E Gesù gli disse: Guarda! La tua fede ti ha salvato. - E subito ci vide e andava dietro glorificando Dio ». (Vangelo S. Luca, capo 18).
Quanti ciechi spirituali ci sono nel mondo! Hanno bisogno di rivolgersi al dolce Cristo per essere illuminati. Il cieco di Gerico riconobbe il suo stato e perciò chiese la vista. Ma tanti intellettuali, veri ciechi morali, non vogliono riconoscere la loro terribile cecità e per questo continuano a vivere nel buio dell'errore. Che queste pagine siano luce!
Sento in questo istante il bisogno di rivolgermi al mio Creatore: O Dio, credo in te. Voglio credere anche per quelli che non credono ... O Essere Supremo, ti rendo grazie della luce che dài all'anima mia!