Il cieco.
Ero a Palermo. La grande Chiesa di San Domenico, in via Roma, era popolata abbastanza. Salì sul pulpito un Sacerdote; a fianco gli stava un laico sui trent'anni. Parlava il Reverendo e di tanto in tanto il borghese prendeva la parola, facendo brevi commenti.
Chi era questo borghese, di cui si interessarono quasi tutti i giornali? Era Onofrio Galati da Alcamo (Trapani), il cieco miracolato che ricuperò la vista a Siena nel febbraio del 1947 in una cappella di Suore.
Volevo vederlo da vicino, rivolgergli la parola, sentire dettagliatamente la narrazione del miracolo. Onofrio Galati, già ateo, o meglio ignorante della Religione, aveva perduto la vista per atrofia perfetta al nervo ottico, bilaterale. I primari medici d'Italia gli avevano detto: Resterete cieco per tutta la vita! - Era aflittissimo il cieco; gli mancava pure il conforto della fede, tanto utile in tale circostanza.
Andò a Siena nell'Istituto del Sacro Cuore. Una Suora lo esortò a pregare per ricuperare la vista. - Ma se neppure credo che c'è Dio, rispose il Galati, come posso pregarlo?
Dietro insistenza della Suora, si persuase ad assistere ad un novenario di preghiere che la comunità religiosa avrebbe fatto.
Il nono giorno Iddio operò il miracolo. - Ci vedo, gridò l'ex cieco, ci vedo! - Si telefonò subito ad alcuni specialisti per comunicare l'accaduto. - È impossibile - rispondevano i medici.
Onofrio Galati ci vedeva perfettamente. Gli intellettuali atei potrebbero cercare cavilli: Forse non era cieco! ... Ci vedeva per autosuggestione! ... La natura avrà fatto rivivere le cellule del nervo ottico!... - Ma Iddio quando opera prodigi... sa operarli. Vuole mettere in ridicolo la scienza umana.
Il Galati era cieco fisicamente, cioè continuava in lui l'atrofia perfetta ... eppure vedeva. Fu visitato dagli specialisti dell'Università di Palermo. - Ma voi siete ancora cieco, dissero i professori, non potete vederci assolutamente. - Dite ciò che volete; io ci vedo. - Abbiamo qui l'effetto senza la causa, la vista senza organo; la legge di natura è sospesa. È il Creatore che opera direttamente e continua ad operare.
Il Galati, il quale teneva conferenze a masse di popolo nelle diverse città, diceva: Io non credevo in Dio. Ma ora sì!...
Iddio con la luce del corpo mi ha dato anche la luce dell'anima. -
Quale prova più forte dell'esistenza di un Essere Supremo che il miracolo?... Venga Emilio Zola a screditare il miracolo, dicendo essere frutto di suggestione! Si vede che non tutti i pazzi sono rinchiusi nel manicomio.
Giorgio Di Giacomo.
Visitai la città di Modica; volli approfittare per avere un colloquio con Giorgio Di Giacomo, miracolato a Lourdes in quest'ultimo periodo. Il giovane dimorava in campagna; informato del mio desiderio, inforcò la bicicletta e venne a rintracciarmi nei pressi di Piazza Municipio. Feci un'intervista sulla prodigiosa guarigione.
- Raccontami ciò che ti è accaduto a Lourdes.
- Sappia, professore, che da ragazzo mi misi a lavoro, facendo il muratore. Verso i quattordici anni fui colpito alle gambe da poliartrite deformante. Le ossa delle gambe cominciarono ad incurvarsi; non potendo reggermi in piedi, lasciai il lavoro; dapprima camminavo appoggiato ad un bastone; ma siccome la poliartrite era progressiva, fui costretto a servirmi di due bastoni. Trascorsero quattro anni; mi ero rassegnato alla mia sorte per tutta la vita. - Come ti sei deciso ad andare a Lourdes?
- Si preparava un pellegrinaggio, organizzato dal Duca di Misterbianco. La Gioventù Femminile di Azione Cattolica di Modica m'invitò ad andare; misi avanti la difficoltà che non avevo denaro per il viaggio, ma si rimediò, poiché si fece una raccolta a mio favore.
- Narrami i particolari della guarigione!
- Giunto a Lourdes, mi confessai e ricevetti la S. Comunione. Poi mi tuffai nella vasca dell'acqua miracolosa e pregai la Madonna. Non avvertii alcun miglioramento. Lungo il giorno mi portavano in giro sopra una carrozzella. L'indomani feci il secondo bagno; il terzo giorno scesi ancora nella vasca. - Poiché non sto meglio, dissi a me stesso, pazienza! E' volontà di Dio che io non guarisca.
- La guarigione in quale momento è avvenuta?
- I regolatori del pellegrinaggio dissero al terzo giorno: Fra un'ora partirà il treno bianco per l'Italia; chi vuole prenda un po' di cibo. - In carrozzella fui trasportato in un ristorante. Mentre mangiavo, a tutto pensando meno che alla mia guarigione, avvertii una specie di scossa elettrica; istintivamente mi alzai e cominciai a camminare. Ero guarito! ... I presenti gridarono al miracolo. I medici specialisti mi visitarono e dissero: È sparita la poliartrite deformante! - La notizia fu comunicata per radio, cosicché in tante stazioni, specialmente d'Italia, era atteso il mio passaggio. All'arrivo a Modica era presente anche il Vescovo, il quale mi abbracciò.
- Ed ora come stai?
- Bene! Ho fatto tanta strada in bicicletta! Procura di essere devoto della Madonna.
- Recito ogni giorno il Rosario. Ho pròmesso di ritornare a Lourdes per portare i due bastoni e lasciarli come ricordo nella grotta. -
Fin qui l'intervista.
Professore di storia e filosofia... medico condotto del mio paese... assi dello scibile umano... , che schernite chi crede in Dio, spiegate voi la guarigione istantanea di Giorgio Di Giacomo!... Andate ad intervistarlo voi, a Modica (Ragusa)! Negate un Essere Supremo? ... Pensate di essere intellettuali ... ed invece siete senza intelletto, perché vedete e non comprendete!
Prodigi.
Il miracolo ... E chi potrebbe enumerare i fatti prodigiosi, registrati nella Sacra Scrittura? Ed i miracoli operati per intercessione dei Santi? Basta visitare la Basilica di Sant'Antonio a Padova, il Santuario di Pompei, la Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino ed i cento Santuari d'Italia e del mondo intero. Sono appesi alle pareti i voti-ricordo, a centinaia, a migliaia ...
Ed il miracolo di San Gennaro, che si ripete ogni anno a Napoli, davanti a tutto il popolo, presente anche la commissione di specialisti, chimici ed atei? Dopo sedici secoli, il sangue del Martire, racchiuso in una ampolla, turata ermeticamente, comincia a bollire e si mantiene sciolto per una settimana. E' stato studiato il prodigio da persone competenti e nessuno ha potuto trovare la ragione sufficiente.
Adesso è stato pubblicato un libro « Il miracolo di San Gennaro davanti alla scienza », il quale dimostra che nessuna causa naturale può spiegare il prodigio. E le apparizioni di Maria Vergine? Si dirà: Sono state persone singole ad affermare: « La Madonna mi è apparsa ». Sarà lavoro di fantasia! - Ma noi abbiamo i miracoli, fatti pubblici, che accompagnano o seguono l'apparizione. Quando la Madonna si manifestò ai tre fanciulli a Fatima, nel Portogallo, nel 1917, erano presenti circa settanta mila persone a contemplare il prodigio solare; e tanta gente è ancora in vita e può rendere testimonianza.
Verso mezzogiorno, mentre il cielo era coperto, nell'aperta campagna a Cova de Iria, presso Fatima, i tre fanciulli videro, come altre volte, la Madonna, la quale parlò loro. Prima di congedarsi la Vergine Santa additò il sole. La veggente Lucia Dos Santos, (…), gridò alla massa di popolo: Guardate il sole! - In quel mentre si squarciarono le nubi ed il sole comparve come una luna d'argento, girando vertiginosamente sopra se stesso e proiettando fasci di luce policroma, che colorava fantasticamente tutte le cose. Ad un tratto si arrestò; poi cominciò nuovamente a girare. Si fermò daccapo e poi riprese la sua corsa, ancor più splendente di prima. Lo spettacolo fantasmagorico fu osservato da uomini e donne di ogni fede, età e condizione; e questo per un raggio di cinque chilometri. Tutti gridavano: Miracolo! Miracolo! Credo in Dio! ... Ave Maria! o Dio, misericordia! ...
Peccato non essersi trovati là ... quei cinque intellettuali, miei concittadini! ... Da superuomini avrebbero forse sorriso di compassione. - Poveri illusi, avrebbero detto, voi credete a queste sciocchezze perché non avete studiato. Ma noi intellettuali ... non possiamo credere... Non ci abbassiamo a tanto!...
Al presente il luogo delle apparizioni, trasformato in grande Santuario, e meta di milioni di pellegrini all'anno.
E che dire di Lourdes? La grotta di Massabielle oggi è focolare della fede. La acqua sgorgata prodigiosamente ai piedi della Madonna, opera guarigioni portentose. Non sono guarigioni da malattie di nervi, facili ad avvenire per autosuggestione, ma sono ulcere che spariscono all'improvviso, tisici all'ultimo stadio che guariscono completamente, fratture di ossa che risanano ... E perché non ci sia trucco, c'è un'insigne commissione medica, la quale visita gli ammalati al loro arrivo, richiedendo i certificati medici, e li visita dopo 1'avvenuta guarigione come controllo. Se non ci fossero veri miracoli a Lourdes, non si potrebbero spiegare i numerosi pellegrinaggi annui, che si muovono da ogni parte del mondo!
Come si fa a non credere in un Dio, in un Essere superiore alla nostra natura? Bisognerebbe essere ciechi... per non vedere!
Miracolo permanente.
Ero nel Corso Fardella, a Trapani. Uno dei migliori medici della città, mio amico, volle tenermi compagnia. Passeggiando mi comunicò le sue impressioni sopra un fatto prodigioso.
- Noi medici riceviamo un bollettino particolare per studiare certi casi anormali. Da circa due anni in qua la scienza medica si sta occupando di una signorina, Teresa Neumann, la quale ha dei fenomeni strani; il prodigio però è questo: vive senza bisogno di mangiare, di bere e di dormire ed intanto sta bene. Se le cose stanno così, se i medici non sanno spiegare il fatto, è necessario ammettere l'intervento di Dio. -
Da questa conversazione sono passati più di 30 anni. L'anno scorso, 1962, Teresa è morta. Nel frattempo ho voluto approfondire la questione. Ho visto che molti hanno scritto sulla Neumann. Ho studiato le pubblicazioni del Professore Francesco Virago, di Luciano Berra e del tedesco Helmuth-Fahsel.
I più grandi scienziati andavano a trovarla, a parlare, a chiedere spiegazioni. Decine di migliaia di persone assistettero al fenomeno del venerdì, consistente nella riapertura delle stimmate, cioè delle cinque piaghe, alle mani, ai piedi, al costato. La stimmatizzata leggeva nelle coscienze e rivelava ai visitatori i segreti più intimi; aveva il dono della bilocazione, per cui poteva trovarsi contemporaneamente in due luoghi; aveva conoscenza di lingue antiche mai aveva studiato; aveva una scienza teologica da lasciare sbalorditi i più provetti teologi. Ma tutto ciò potrebbe, volendoci cavillare, spiegarsi con l'isterismo o con le tare ereditarie. Il più sorprendente è questo: Teresa Neumann da molti anni non mangiava e non beveva. Sottoposta a vigilanza particolare in una clinica, sotto lo sguardo continuo di quattro persone e sotto la minuziosa custodia del Dottore Seidl, pesata prima e dopo l'esperimento, quantunque la mattina le si fosse lavata anche la faccia dai vigilatori perché non avesse a bere acqua ... dopo due settimane di prova era identica: lo stesso peso, la stessa floridezza di salute. Perdeva ogni anno circa due chilogrammi e mezzo di sangue per il fenomeno dei venerdì; eppure il suo peso era sempre inalterabile. Qualche professore ateo, per negare l'intervento divino, disse: Forse nell'aria ci sono degli elementi, per cui il corpo si potrebbe mantenere senza nutrizione.
La stimmatizzata diceva: « La Divinità vuol servirsi di me per svegliare la fede nelle anime. Io ho delle apparizioni particolari in forza delle quali conosco ciò che avviene anche a distanza; quasi abitualmente vedo al mio fianco l'Angelo Custode, il quale mi suggerisce ciò che debbo dire nel penetrare le coscienze; non prendo cibo materiale, però ogni giorno ricevo la Santa Comunione.
Gesù mi ha detto: « Il Cibo Eucaristico alimenterà l'anima tua ed il tuo corpo. - Se non prendessi la Comunione ogni giorno, mi sentirei morire. Le Sacre Specie durano in me ventiquattro ore, e finché durano sto bene fisicamente. Passato questo tempo, mi sento svenire per l'estrema debolezza; appena mi comunico, io già ringiovanisco, riprendo il naturale colorito, posso accudire anche a lavori pesanti e per lungo tempo! ... Iddio opera in me. Non si cerchi altra spiegazione ».
Il Papa mandò Padre Agostino Gemelli a verificare i fatti e la conclusione fu questa: Le leggi di natura non possono dare la spiegazione dei fenomeni. Qui c'è il soprannaturale. -
Molti son ritornati a Dio dopo una visita fatta alla Neumann.
Quei cinque geni del mio paese avrebbero riso sui fenomeni della Neumann.
Si correva a lui!...
Ogni giorno, d'inverno o d'estate, la via che porta a San Giovanni Rotondo (Foggia), al remoto convento dei Cappuccini, era battuta da forestieri. Era gente di ogni nazione. Sulle labbra di tutti c'era un nome « Padre Pio ». Ognuno che andava al convento aveva il suo grande scopo: ottenere una guarigione, riacquistare la pace del cuore, chiedere un consiglio.
Padre Pio era lì, chiuso nel convento, a disposizione dei visitatori. Perché il celebre Padre riscuoteva tanta stima e venerazione? Da molti anni portava nel suo corpo le cinque Piaghe di Gesù Cristo. Le stimmate apparvero improvvisamente, mentre egli pregava nel coro del convento davanti all'immagine del Crocifisso.
Le sue mani erano sanguinanti, camminava lentamente, perché le piaghe dei piedi erano aperte. Leggeva nelle coscienze e rivelava i segreti più intimi. Conosceva a distanza persone mai viste. Aveva il dono della bilocazione. Molte e molte guarigioni avvenivano in seguito alle sue orazioni. Predisse certi futuri, che si avverarono con esattezza. Aveva il dono di convertire i cuori induriti nel male. Molti acquistavano la fede per mezzo suo e molti altri la rafforzavano.
Alberto Del Fante, scrittore, era massone. I suoi scritti, di quel tempo, rivelavano l'animo suo immerso nel buio. Potè avvicinare Padre Pio, ascoltare la sua parola, vedere quanto avveniva attorno ai numerosi pellegrini ... così si convinse dell'esistenza di Dio e divenne cattolico. La sua conversione fu radicale, volle darsi alla pratica della vita cristiana e domiciliarsi presso Padre Pio. Raccolse le notizie intorno allo stimmatizzato, verificò molti fatti e pubblicò infine l'interessante volume « Per la storia », che in poco tempo vide la quinta edizione. Padre Pio non è un mito.
Alberto Del Fante pronunziò la parola « Credo » e nella prefazione al suo volume su Padre Pio disse: « Padre Pio! ... Se voi uomini siete ribelli, vi placa; se soffrite, vi solleva; se odiate, vi fa amare; se siete insani, vi rinsavisce; se siete cattivi, vi rende buoni; se non credete in Dio, vi fa pronunziare la grande parola « Credo ». Credo, cinque lettere che sono un poema d'amore.
Credo, divina melodia risonante di clangori metallici, che sublima il cuore e lo eleva sino a raggiungere le altezze soprane. Credo, mistico perturbamento dell'essere nostro che ci trasporta nello spazio infinito, ove Dio solo vive e comanda. Credo, dolcezza inesauribile che fa obliare le pene di questa vita e che avvicina il nostro spirito all'invisibile sempre presente. Credo, dogma che si riflette nel Padre, nel Figliuolo, nello Spirito Santo e si rinfrange nella Chiesa, nel suo Pastore e nei suoi Sacerdoti. Credo, fiaccola ardente che squarcia le tenebre del dubbio ed illumina la vostra vita come meteora scintillante. Credo, felicità celeste ».
Un amico.
Una prova della mia fede religiosa la trovo nel fatto che una grande schiera di anime nobili lascia le comodità della vita e si dà al sacrificio perenne, per l'unico ideale: servire meglio Dio. Tali anime sono persuase che c'è un Dio rimuneratore e considerano la vita non fine a se stessa, ma preparazione alla vera vita, all'eterna.
Era un giovanotto simpatico, biondino, ma più che tutto buono ed intelligente. Le ragazze lo divoravano con gli occhi. - Fortunata colei che otterrà la sua mano! - diceva qualcuna.
I genitori volevano farne un bravo professore di lettere; del resto il papà era ingegnere, la mamma una diplomata, il fratello un universitario. Quasi forzatamente i genitori lo fecero fidanzare. Il giovanotto non era disposto a sposare. Tutto gli sorrideva: l'età, la florida salute, l'intelligenza, la stima, la futura compagna della vita.
Non lo vidi più per diversi anni. Una lettera mi giunse inaspettata. Era lui ... proprio il biondino ... a scrivermi. Quale non fu la mia sorpresa a leggere la firma « Frate N ... »! Andai a trovarlo. Alla periferia della movimentata città, c'è un convento di Frati, addossato dolcemente ad una collina. Tutto all'intorno è silenzio. Il portiere del convento mi annunzia ed ecco venirmi incontro Frate Angelico. È sempre lui ... anche sotto l'abito francescano: lo stesso sguardo, lo stesso sorriso. Andiamo un poco nella celletta per scambiarci le idee. Come suo antico precettore mi è lecito entrare in intima conversazione.
La cella è piccola, disadorna; un tavolinetto, una sedia e un tettuccio: dalla finestra però si gode un magnifico panorama.
- Frate Angelico, come passi la vita in questa solitudine?... Eri abituato ai clamori della grande città... Credo che tu abbia a soffrire in questo genere di vita.
- Tutt'altro! Ho trovato la felicità, che tanti nel mondo non possono trovare.
E come ti sei deciso a fare un tale passo? Non hai trovato ostacoli?
- Il primo ostacolo l'ho avuto nei genitori; ho dovuto lottare un po'. Gli altri ostacoli li ho superati con facilità.
- E la fidanzata sarà rimasta male! ? ...
- Non ero ancora legato; ho usufruito della mia libertà. Ho potuto laurearmi, ho sistemato le mie cose... ed ora eccomi da diversi anni in convento.
- Dunque non rimpiangi la tua libertà ... stando soggetto al Padre Guardiano? Non senti il peso della povertà in questa piccola cella? E gli affetti del cuore non ti tormentano?
- Qualche giorno sento in me il peso di questa vita, ma subito il mio spirito si solleva e ritorna la pace nel cuore.
Io son venuto qui, nel convento, per servire meglio a Dio, per salvare con più facilità l'aníma mia, per prepararmi bene al passo dell'eternità. Gesù mi dà tanta abbondanza di luce nella mente, da farmi vedere la nullità dei piaceri di questo mondo e la bellezza della vita di sacrificio! -
Quando, finita la conversazione, esco dal convento, vado col pensiero ai numerosi Ordini Religiosi ed a coloro che lasciano la famiglia e tutto per darsi al servizio di Dio. Quanti professori e belle menti si trovano nei conventi! ... Quanti nobili e diplomatici vivono nella Certosa di Camaldoli! ...
Quante donne, anche dell'alta aristocrazia, passano la vita negli ospedali servendo gli ammalati, sotto l'umile abito di monaca!
Quanti lasciano la patria per andare tra i selvaggi a portare la luce di Gesù Cristo! Giacché queste anime nobili abbracciano una vita di continuo sacrificio, è segno che credono fortemente in un Dio. Io pure credo con loro. Sento che la mia vita sarebbe vuota se mi mancasse questa fede.
ALLA LUCE DELLA COSCIENZA
Un grande dolore.
Un telegramma mi chiama in famiglia: la mamma è gravemente ammalata. Per quanto faccia in fretta, non arrivo in tempo. La mamma muore ed io non sono presente. Per un atto di deferenza si ritarda la sepoltura del cadavere. Ricordo ancora!... Di buon mattino, da solo vado al cimitero. Nella piccola cappella vedo la cassa funebre scoperchiata. Il corpo di mia madre è lì ... Istintivamente cado in ginocchio e bacio la rigida mano della defunta.
Non piango ... non so il perché. Il mio cuore però sente tutta l'amarezza del momento. Guardo mia madre. Il sudore cadaverico imperla il suo volto; ma non provo ribrezzo a mirarla ... O mamma, e non eri tu che sussultavi di gioia al pensiero di me? Ed ora sono qui, al tuo fianco, e non dici niente a tuo figlio? Dove sono andati, o mamma, i tuoi affetti, gli sguardi amorosi, le dolci parole che solevi dirmi? E le tue sofferenze, le preoccupazioni, la tua vita laboriosa? Tutto è finito! ...
Esco dalla cappella e do uno sguardo al cimitero. Tutto attorno a me ha un senso di solennità; in fondo all'orizzonte il mare, in prossimità di Catania, poco distante il massiccio dell'Etna, a pochi passi una grande quantità di tombe. Quanti miei amici giacciono in questo cimitero! ...
Poveri, ricchi, buoni e cattivi, tutti sono qua i concittadini che mi hanno preceduto. Oh, come tutto passa! ... È morta tanta gente, è morta mia madre, morrò pure io. Un giorno sarò dentro una tomba e sarà finita per me. Ma, tutto finirà per me? Ritornerò nel nulla, come se mai fossi esistito? Insomma, che cosa sono io?
Intanto i fossori vengono ad interrompere la mia meditazione. Assisto alla sepoltura della mamma, col cuore infranto dal dolore, e poi ritorno a casa ... silenzioso. Il sole è già alto, luminoso, ed il cielo è sereno; pare che il creato sorrida ... in perfetta antitesi con me! ...