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Vita di Sant'Andrea Bobola
Martire dell'ecumenismo con gli ortodossi    
                        
           
 

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In questi tempi di crescente aggressività del panslavismo e di minaccia alle nazioni che hanno radici cristiane (Roma-Atene-Gerusalemme), ci è parso opportuno proporre una versione più leggibile della vita di San’Andrea Bobòla. Si tratta del testo (già presente) del 1853, ora reso in formato copiabile e di più facile lettura, benché si sia conservato l’italiano dell’Ottocento.

Non si tratta di un santo come altri, ma di un martire che ci insegna quali sono i risultati del dialogo ecumenico con gli "ortodossi": la cui fede, come è noto, è subalterna al potere politico.
In questo senso, panslavismo significa odio profondo verso Roma e ciò che rappresenta per la salvezza del Mondo.

A San’Andrea, Pio XII ha dedicato addirittura un’Enciclica (https://www.vatican.va/content/pius-xii/it/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_16051957_invicti-athletae.html).

 

In essa, ricorda il modo in cui – prima o poi – si manifesta la religiosità degli ortodossi:
"… la terribile persecuzione scatenata contro la religione cattolica nel secolo XVII nelle regioni orientali, dopo l’invasione dei cosacchi, i quali assalirono furiosamente i cattolici, coi loro pastori e coi predicatori della verità evangelica: le chiese giacevano distrutte, i conventi erano dati alle fiamme, i sacerdoti e i loro fedeli per ogni dove trucidati; ogni cosa era devastata; dappertutto era lo scempio delle cose sacre".

In questo Natale e fine 2023 farà bene, a noi e alla nostra famiglia, rileggere la storia di quella persecuzione da parte delle chiese "ortodosse". Ci toglierà la benda delle illusioni pacifiste ed ecumeniche di certo clero e, così, ravviverà la nostra fede nell’unica vera Chiesa fondata da Gesù Cristo.
Continua, infatti, Pio XII:
"Si freme di orrore riandando a tutti i tormenti che il campione di Gesù Cristo ha sopportato con invincibile fortezza ed intatta e fermissima fede. Infatti, «preso a bastonate e a schiaffi, e trascinato con una fune da un cavallo per una strada difficile e sanguinosa, fu condotto a Janow per l’estremo supplizio, nel quale il martire polacco riportò una delle più belle vittorie celebrate dalla chiesa. Interrogato se mai fosse sacerdote latino, Andrea rispose: "Sono sacerdote cattolico; nato nella fede cattolica, nella stessa fede voglio morire; la mia fede è la vera e porta alla salvezza; voi piuttosto fate penitenza, altrimenti coi vostri errori non vi potrete in nessun modo salvare; mentre se abbraccerete la mia fede, conoscerete il vero Dio, e salverete le anime vostre"».

Auguri a tutti noi di ritrovare il coraggio della fede: nel Bambino che nasce e con l’aiuto della sua Santa Madre!
Santo Natale e prospero anno nuovo!

 

in Gesù per Maria
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