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SPIEGAZIONI DELLE INVOCAZIONI LITANICHE ALLO SPIRITO SANTO

SPIEGAZIONI

Le invocazioni suscitano l’interesse, la conoscenza dei doni, aprono, nella preghiera, alla grazia dello Spirito che compie la sua opera. Vengono qui suggerite alcune riflessioni di ordine spirituale-teologico su alcune delle invocazioni litaniche.
 

1 Spirito, eterna Vita di Dio.         
Invocazione tratta dalla teologia.
        

Nel credo si professa: “Credo nello Spirito che è Signore e dà la vita”. Questa proposizione di fede ci dice che lo Spirito dona la vita, ogni vita, perché lo Spirito è la Vita. Dona la Vita in Dio, in Cristo, nell’uomo, nella creazione. La Vita increata si chiama Spirito, la vita creata si chiama creatura, la vita del credente, (quando è vivo per lo Spirito) si chiama figlio. Lo Spirito è Colui che ha il potere di generare la Vita di Dio e la genera nel Seno di Dio, nel seno di Maria, nel seno della Chiesa, nel seno del credente.
        
Lo Spirito è anche il “Respiro” che custodisce viva la vita. Come la vita umana è legata al respiro, - un uomo che respira, normalmente, è segno che è vivo,-  così l’anima dell’uomo, che è spirituale, ha la sua relazione allo Spirito, perciò ha bisogno nello Spirito di respirare la vita e la comunione con Dio. Questo aspetto è evidenziato dalla S. Scrittura nel soffio, simbolo di grande espressività: Dio creando l’uomo a sua immagine, ha alitato in lui lo Spirito, stupendo e chiaro riferimento alla sua Vita: l’Alito di Vita o Spirito di Vita. Il soffio di Dio sull’uomo è la diversità che distingue l’uomo da tutte le altre realtà create e fa dell’uomo, il capolavoro della creazione, l’unica creatura che ha l’immagine e la somiglianza con Dio. È il più bello, ed è la “cosa più buona” (Gn 1,31), non per un particolare segno di grandezza o aspetto esteriore ma per il suo intimo che è Spirito, per Cui somiglia a Dio e può conoscerLo, amarLo, relazionarsi a Lui; e per il Quale Dio stesso può rivelarsi all’uomo.
        
Come l’azione dello Spirito è stata presente in Cristo per la sua nascita e per la sua vita, anche per la risurrezione di Gesù l’opera dello Spirito è ugualmente presente, anzi si manifesta con più evidenza. Infatti nel tempo della storia visibile di Cristo, chi vedeva Gesù non avrebbe mai potuto scoprire in Lui la presenza della Divinità fatta carne. Anche quando parlava ed operava, solo in alcuni momenti questo suo essere Dio si manifestava con evidenza che qualcuno dei discepoli esclamava: “tu sei il Santo di Dio”, così pure nel battesimo e nella trasfigurazione. Per la risurrezione si avverte tutta la potenza di Dio, che opera nello Spirito. Infatti S. Pietro afferma: “Anche Cristo è morto una volta per sempre; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito” (1 Pt 3,18), qui S. Pietro afferma con Chi, per Chi e in Chi Gesù è reso vivo. S. Paolo, inoltre, riferendosi a Gesù risorto parla dello “Spirito di santificazione”: “ costituito Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santificazione mediante la risurrezione dai morti” (Rm 1,4), questa rigenerazione di Cristo avviene per una particolare azione dello Spirito, quello di santificazione, che è appunto la risurrezione dai morti. È lo Spirito di Santificazione che viene comunicato al credente perché partecipi alla risurrezione di Cristo, per mezzo del Quale Gesù Cristo è diventato “ principio e primogenito di coloro che risuscitano dai morti” (Col 1,18). 
        
In Dio lo Spirito è Vita, così è espresso in questa invocazione, come Colui per il quale il Padre è Vivo e il Figlio è Vivo; lo Spirito è Colui per cui Dio “È Vita”, perché “Dio È Spirito” (Gv 4,24) e nello Spirito Vive.
Questa Vita di Dio è eterna perché è da sempre ed è per sempre.
 

2 Spirito, che procedi dal Padre e dal Figlio         
Invocazione tratta dal Credo.
        

Si riporta una proposizione di fede che ha suscitato anche profonde discussioni teologiche nella Chiesa ed è stata formulata in questo modo. Sotto questo aspetto teologico, lo Spirito Santo procede non solo dal Padre, ma anche dal Figlio. A noi interessa sottolineare soprattutto l’aspetto spirituale di questa invocazione per la nostra edificazione e salvezza. Lo Spirito dal Padre viene al Figlio (noi-compresi) e da noi (figli nel Figlio) deve tornare al Padre. Questo avviene nella lode, nella preghiera, nella gratitudine, nell’amore; anche nella morte. Tornare al Padre è il segno della giustizia e della gloria. Per Gesù, la Pasqua è tornare al Padre. Così dice S. Giovanni: “Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine” (Gv 13,1).
        
Inoltre Gesù chiama giustizia questo tornare al Padre: è bene per voi che io me ne vada... se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò. E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. Quanto alla giustizia, perché vado dal Padre e non mi vedrete più” (Gv 16,10).
        
Lo Spirito Santo procede anche da noi mediante l’amore che si fa perdono. Per questo Gesù ci fa pregare: “rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori.” In questo caso lo Spirito torna a Dio attraverso i fratelli perdonati da noi. 
 


3 Spirito, Bacio del Padre e del Figlio
Invocazione tratta dalla teologia mistica.        

S. Paolo esprime alcune volte la parola “santo” collegandolo indirettamente allo Spirito chiamandolo “bacio” e indica il segno che deve circolare tra i santi come segno di amore vicendevole, poiché lo Spirito li ha resi santi mediante i sacramenti, e come “santi” essi devono scambiarsi questo bacio e passarlo a tutti i fratelli. 
        
-“Salutatevi gli uni gli altri con il bacio santo” (Rom 16, 16).
        
-“Salutatevi a vicenda con il bacio santo” (1 Cor 16, 20. 
        
-“Salutatevi a vicenda con il bacio santo” (2 Cor 13, 12). 
        
-“Salutate tutti i fratelli con il bacio santo” (1 Tess 5, 26). 
        
L’apostolo Pietro invece parla della carità come caratteristica del bacio che i cristiani si scambiano, come segno di fede e di unità: “Salutatevi l'un l'altro con il bacio di carità” (1 Pt 5, 14).
        
Anche in Dio c’è uno scambio caloroso di Amore paragonabile al bacio, come Sigillo dell’Amore di Dio stesso.
        
Nella consacrazione profetica di Davide il bacio è unito all’ unzione: “Samuele prese allora l'ampolla dell'olio e gliela versò sulla testa, poi lo baciò dicendo: “Ecco: il Signore ti ha unto capo sopra Israele suo popolo. Questo ti sarà il segno che proprio il Signore ti ha unto capo sulla sua casa (1Sam 10,1). 
        
Nel Cantico dei Cantici viene espresso l’amore sponsale tra Dio e la sua creatura: “Mi baci con i baci della sua bocca! Sì, le tue tenerezze sono più dolci del vino”(1,2).
        
In Luca è il segno del padre che accoglie il figlio che ritorna a lui: “Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. (Lc 15 ,20)
        
Ci sono purtroppo anche altre situazioni dove il bacio può diventare segno di tradimento. Gesù disse: “Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?” (Lc 22,48); infatti in questo caso manifesta cioè la sua fragilità ed è per questo che per i credenti, la parola: “bacio” viene accompagnata sempre con la parola: “santo” per indicare la verità della sua natura e il riferimento alla santità dello Spirito.


 4 Spirito, Gloria del Padre e del Figlio         
Invocazione tratta dalla teologia.
        
Nella S. Scrittura e nella Patristica la parola “gloria” è citata molte volte come Gloria di Dio e molte volte ancora come gloria che risplende nella creazione. Non possiamo riferire tutti questi brani, sono più di 500 nella sacra Scrittura e altrettante volte ancora nella patristica. Ne basti qualcuno.
        
Nel Vangelo di Giovanni la Gloria viene espressa come “realtà” che procede dal Padre. Chi più del Figlio, che viene dal Padre, può essere chiamato: “Gloria”? Chi procede dal Padre e dal Figlio se non lo Spirito? “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. (1,14)
        
La Gloria di Dio, che risplende nella Creazione, diventa molto più evidente nel Figlio. Niente più del Figlio può dare Gloria al Padre; e niente più del Figlio può manifestare la Gloria del Padre. “E` un'emanazione della potenza di Dio, un effluvio genuino della gloria dell'Onnipotente, per questo nulla di contaminato in essa s'infiltra” (Sap. 7,25). La gloria di Dio può essere contemplata presente nel cielo e nella terra, ma una mamma ed un papà dove riusciranno a trovare un’immagine più evidente della Gloria di Dio, se non nel proprio figlio?
        
Quando nasce Gesù, c’è nel Vangelo un evidente riferimento a questa Gloria di Dio: “Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce.” “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama” (Lc 2 , 9. 14). Da Chi proviene la Gloria se non da Dio? In S. Giovanni Gesù afferma: “Io non ricevo gloria dagli uomini.” e “E come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene da Dio solo? (5, 41.44) 
        
Gesù Dice: “Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me; fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno”. e aggiunge: “Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c'era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato (Gv 7,37-39). Dalla “Glorificazione” di Gesù viene lo Spirito, perché è nello Spirito che il Padre gli dà Gloria. Per questo, solo dopo la risurrezione e l’ascensione al cielo, Gesù ha mandato a noi il suo Spirito. Ed è per questo che ha detto: “è meglio per voi che io me ne vada se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore (Gv 16,10). Il Padre, da solo, non dà lo Spirito, ma sempre insieme al Figlio. Ed è per questo che lo Spirito è la Gloria del Padre e del Figlio.
        
Gesù inoltre, riceve la Gloria da Dio, non la prende da sé: “Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca e giudica.” e ancora “Se io glorificassi me stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio(Gv 8, 50. 54). 
        
E nella preghiera aggiunge che questa gloria è prima di tutte le cose create: “E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse(Gv 17 ,5).
        
In quale maniera il Figlio possedeva la gloria del Padre se non nello Spirito? Cioè nel Segno dell’amore del Padre? Infatti ha chiesto per noi la stessa Gloria come segno del suo amore: “Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia Gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo. (Gv 17, 24) 
        
Il giorno di Pentecoste lo Spirito si manifesta agli uomini in un modo particolare “in lingue” per la glorificazione di Dio: “li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio” “li sentivano infatti parlare lingue e glorificare Dio” (At 2, 11 e10,46). 
        
La Gloria di Dio ha risuscitato Gesù e ci permette di camminare nello Spirito: “perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della Gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova” (Rm 6, 4). Infatti è nello Spirito che è stato risuscitato Gesù: “messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito” (1 Pt 3,18).
         Al contrario sono privi della gloria di Dio coloro che non posseggono la sua Santità: “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” (Rm 3,23).        
E ancora chi non rende gloria a Dio è reo di empietà: “essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio” (Rm 1,21).
        
S. Ireneo, uno dei padri della Chiesa, sottolinea un aspetto sorprendente della Gloria di Dio: l’uomo che vive: “Infatti la gloria di Dio è l`uomo vivente, e la vita dell`uomo consiste nella visione di Dio: se già la rivelazione di Dio attraverso la creazione dà la vita a tutti gli esseri che vivono sulla terra, quanto più la manifestazione del Padre attraverso il Verbo è causa di vita per coloro che vedono Dio!” (Ireneo di Lione, Contro le eresie, 4,20,5-7 [10]). Giustamente per vivente non indica solo la vita naturale ma soprattutto quella che si riceve dalla contemplazione di Cristo, Verbo, causa di Vita.
        
S. Pietro chiama espressamente lo Spirito come Spirito della gloria, come Colui che dà gloria a quanti vengono insultati per Cristo ripetendo con parole diverse una delle beatitudini proclamate nel Vangelo: “Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria e lo Spirito di Dio riposa su di voi” (1Pt 4,14).
        
Infine l’invocazione vuole essere una esortazione per noi a vivere nella luce di Gesù per diventare “lode di gloria viventi”di Dio: “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”. (Mt 5 16).
 


5 Spirito, Dono del Padre e del Figlio         
Invocazione tratta dalla teologia.
        
Chi più dello Spirito Santo può essere chiamato dono in Dio e di Dio?
        
La storia di una grappolo d’uva, che un marito porta alla moglie, che questa donna dà alla sua bambina e che questa bambina offre al padre, sottolinea l’ amore che c’è in questa famiglia dove ognuno fa dello stesso dono, dono all’altro. In Dio non è un grappolo d’uva che viene donato tra Padre e Figlio, ma tutto Dio Stesso. Lo Spirito è Colui attraverso il Quale il Padre si Dona al Figlio e il Figlio al Padre. Lo Spirito è insieme Dono e Datore di ogni dono.
         Ora anche a noi il Padre fa Dono del Figlio, mediante il suo Spirito, ci dà il Figlio come segno del Suo Amore: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” (Gv 3,16). Mediante lo Spirito Santo Gesù si è incarnato; mediante lo Spirito continua a farsi eucaristia, dono di Dio per noi; mediante lo Spirito prende carne nel corpo del credente.         

Anche Gesù ci ha promesso il suo Dono: Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; (Gv 15,26). “E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto” (Lc 24,49). “Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò” (Gv 16,7). 
        
Quando Gesù disse alla Samaritana: “Se tu conoscessi il dono di Dio” (Gv 4,10), allude con chiarezza allo Spirito Santo.
        
Quando Pietro viene interrogato riguardo alla salvezza risponde: “Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo (At 2,38), chiama lo Spirito Santo “il Dono”.
         Quando Pietro rimprovera Simon Mago di un atto irriverente “perché hai osato pensare di acquistare con denaro il dono di Dio(At 8,20) con grande fermezza afferma che “il Dono” è di Dio ed è gratuito e non si può acquistare con denaro o con altri beni o poteri umani.         L’apostolo Paolo parla del Dono di Dio che si riceve per la fede in lui, non viene da potere di uomini: “Per questa grazia infatti siete salvi mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; (Ef 2,8).        
Anche la lettera agli Ebrei chiama il dono,  partecipazione dello Spirito: “Quelli infatti che sono stati una volta illuminati, che hanno gustato il dono celeste, sono diventati partecipi dello Spirito Santo (Eb 6,4).
        
Il Dono dello Spirito fa rimanere in Dio: “Da questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha fatto dono del suo Spirito” (1Gv 4,13).
        
Ci sono tanti altri brani biblici sullo Spirito Santo dono sia del Padre che del Figlio che possono ampliare la spiegazione di questa invocazione.


 6 Spirito, Amore del Padre per il Figlio  / e
7 Spirito, Amore del Figlio per il Padre         
Invocazioni tratte dalla teologia.
        

Sono due invocazioni, ma si riferiscono ad un unico Amore: lo Spirito Santo. Sgorga dal Padre, va al Figlio e sgorga dal Figlio e torna al Padre. Un Amore che va e che ritorna. C’è un Movimento dentro Dio stesso. Una Realtà che si “muove”. Se Dio fosse “solo”, “solitario”, “un unico-IO-di-Dio” non sarebbe possibile l’amore. Chi ama solo sé, è egoista, non dona, non riceve. Sarebbe, rimarrebbe l’egoismo in “persona” sarebbe l’egoismo più grande che si possa immaginare. Invece Dio Padre, per Amore, genera il Figlio, come Colui, nel quale, può riversare tutto il suo Amore! Ma anche il Figlio di Dio, non può tenere per sé tutto questo Amore, e lo riversa per gratitudine e riconoscenza nel Grembo del Padre. L’Amore di Dio chiude il suo circuito, e ripete continuamente questo Movimento di Dono di sé per Amore dal Padre al Figlio, dal Figlio al Padre; dall’eternità e per sempre. 
        
E in questo circuito Dio colloca anche l’uomo, lo fa capace di ricevere e di donare amore. Per questo crea l’uomo, non singolo ma complementare: maschio e femmina, e li fa capaci, insieme, di generare la vita, perché siano immagine di questa sua Gloria, circuito di amore vicendevole non solo tra loro ma anche con il loro Creatore.
 

8 Spirito Santo, che formi il Figlio nel seno del Padre        
Cfr. Gv 1,18 “il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre” 
        
L’uomo nasce una sola volta dal seno della madre. È impossibile rinascere naturalmente: “Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?” (Gv 3,4). Il Figlio di Dio è Colui che nasce sempre dal seno del Padre: “tu sei mio figlio: oggi ti ho generato” (Eb 1,5 e 5,5). Infatti il Figlio si trova nel seno del Padre, come il vangelo afferma:“il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre” Gv 1,18.  e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità” (Gv 1,14). Questo Figlio è la continua generazione del Padre. Il tempo ha i suoi ritmi, i suoi momenti, il prima e il dopo; l’eternità è diversa: è “omnia-simul” cioè “tutto-insieme” e ancora “tutto-contemporaneamente”; tutto è “oggi, ora, qui”. E in quest’oggi di Dio è presente anche il tuo tempo, la tua attesa, il tuo sì. 
        
Solo lo Spirito Santo ha la capacità di intervenire nel tuo tempo e dilatarlo in pienezza fino a farlo diventare eternità. È lo Spirito Santo colui che fa venire la pienezza dei tempi. Dice la scrittura: “Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli. E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! “
Il “quando venne” potrebbe essere giustamente interpretato solo il riferimento al tempo che è stato scelto da Dio che fa venire il Figlio, e potrebbe sembrare che il tempo divenne pienezza quando giunse a quello stabilito, e Dio mandò suo Figlio. Così interpretato il brano non spiegherebbe il perché. Invece si allarga di significato quando lo si interpreta che è venuta la pienezza del tempo perché Dio ha mandato lo Spirito Santo. In questo modo si capisce bene perché e come mai e Chi ha reso il tempo-pienezza, ... Chi ha riempito il grembo di Maria in pienezza, ... e Chi ha riempito l’uomo in pienezza fino a farlo diventare figlio di Dio: S. Paolo vuol darci la motivazione che è prova: “questa è la prova!” e non solo la storia. È lo Spirito santo che “incarna la Parola” nella storia, nel grembo di Maria e nel grembo del credente, perché Egli ha il potere di “generare Dio”. Ha il potere di intervenire nella vita del Figlio per generarlo a Dio, nel seno del Padre; ha il potere, di intervenire nella storia del tempo che diviene pienezza nel grembo di Maria tanto da generare l’Unigenito, il Quale nel tempo diventa Primogenito di ogni figlio, rigenerato per una nuova creazione; ha il potere di intervenire nella vita di ogni uomo che crede al Vangelo, lo stesso ed unico Figlio di Dio: “questa è la prova!”.         
È sempre il seno del Padre che è il “luogo” dove il Figlio di Dio viene generato. Lo Spirito Santo rende presente ed operante, nel seno di Maria, questo seno del Padre. Il seno di Maria e il seno di ogni credente diventa per mezzo dello Spirito, “il luogo-materiale” dove avviene questa generazione, è sempre lo Spirito santo che concepisce e genera il Figlio di Dio nell’unico seno.
        
Che anche il Padre sia presente nel credente lo dice Gesù nel Vangelo: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui (Gv14,23). Gesù qui afferma che: 1- il Padre amerà, e che: 2- prende dimora. L’amore del Padre e del Figlio non si chiama forse: Spirito Santo? (rileggi la 6ª e la 7ª invocazione), non è forse lo Spirito Santo Colui attraverso il Quale il Padre ci amerà? e “dove” si trova il Figlio che è generato dal Padre se non nel seno del Padre? 
        
Inoltre lo Spirito Santo è Colui che ti fa conoscere di essere figlio e ti fa sapere di essere nel Padre. Anche Gesù, promettendoci lo Spirito ci chiede la prova di amore: Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre... In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi.” 
        
Quando noi sappiamo di essere in Gesù sappiamo di essere con Lui nel Padre. Questo, il mondo non lo può sapere, ma noi, sì. “Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato” (1Cor 2,12):io sono nel Padre e voi in me e io in voi.
 

9 Spirito Santo, che rendi Uno il Padre col Figlio         
Dalla teologia.
        
“La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuor solo ed un’anima sola” (At 4,32). Come mai? Perché pur essendo una moltitudine erano un cuor solo? Il motivo è espresso nel versetto precedente: “tutti furono ripieni di Spirito Santo” (31). Lo stesso Spirito è Colui che rende “Uno” il Padre e il Figlio. Non è una unità matematica o formale, ma Spirituale. Come l’amore unisce lo sposo alla sposa, e pur essendo due diventano “una cosa sola”, così in Dio. Anzi quello che avviene per l’uomo è solo un’immagine, una somiglianza, un riflesso di quanto avviene in Dio: lo Spirito Santo unisce il Figlio al Padre tanto da essere “Una cosa sola” (Gv 10,30). Quando Gesù prega il Padre chiede di realizzare di nuovo nei suoi discepoli questa realtà presente tra loro, perchè diventino di nuovo questa immagine e somiglianza persa a motivo del peccato: Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola”. Non è una unità meccanica, formale, ma condivisa, voluta e custodita. E mentre per la creatura l’amore è come una forza d’attrazione, un sentimento istintivo, in Dio è Persona: Colui per il quale Dio è “perché Dio è Amore” (1Gv 4,8), è la Vita, l’Attività, l’Essenza per cui Dio “È”. È l’Attività amorosa che rende “Uno”Dio stesso, che muove il Padre verso il Figlio e il Figlio verso il Padre, e che fa dono di sè reciprocamente. È la “Santità” che circola tra Padre e Figlio e, come movimento amoroso e come dono, manifesta, realizza e rende continuamente vivo questo unico essere senza il Quale il Padre non potrebbe essere Padre nè il Figlio, Figlio; (un padre senza figlio non sarebbe padre nè un figlio potrebbe esistere senza padre!) invece mentre c’è un Unico Dio che vive, ci sono tre che lo rendono vivo: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Posseggono un’unica Vita che vivono e posseggono insieme “Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie” (Gv 17.10). Quando Dio ha comunicato la vita alla sua creatura l’ha fatto a sua immagine e somiglianza. La fa maschio e femmina dicendo loro: “siate fecondi”. Li fa capaci insieme di amore e di vita, li fà trinitario: maschio, femmina, siate fecondi. 
        
L’amore, che tra l’uomo e la donna rende possibile la fecondità, è la partecipazione dell’Amore, della Fecondità e dell’Unità di Dio.
 

continua... 
[Modificato da AmarDio 14/03/2010 22:19]