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Il Medioevo cristiano ha inventato anche il liberalismo



Inventing the individualNon solo la scienza, la medicina e le università, il Medioevo cristiano ha creato anche la laicità liberale. Ovvero il principio per cui ogni individuo, in quanto dotato di coscienza e di volontà, è libero ed eguale, il principio per cui la sfera privata, presidiata dai diritti fondamentali, è distinta dalla sfera pubblica.


Questi temi sono al centro del nuovo volume, intitolato “Inventing the Individual: The Origins of Western Liberalism”, del celebre studioso Larry Siedentop, filosofo politico che ha trascorso quasi tutta la sua carriera universitaria ad Oxford. E’ una semplice coincidenza che la laicità liberale si sia sviluppata nell’Occidente cristiano? si è domandato. Dopo un lungo excursus storico è arrivato a rispondere che non si tratta affatto di coincidenza, mostrando che una delle principali fonti della concezione moderna del liberalismo deriva proprio dal cristianesimo.


La sua denuncia all’Occidente è quella di aver smarrito la genealogia della laicità liberale, ovvero il suo fondamento cristiano. Con il cristianesimo, infatti, «l’eguaglianza morale sostituisce la diseguaglianza naturale» dell’antichità greco-romana, scrive Siedentop. «L’identità dell’individuo non si esaurisce più nel suo ruolo sociale». Così si afferma la nuova libertà, la libertà della coscienza ma anche l’eliminazione della schiavitù, per non parlare dell’uguaglianza dei sessi: un’idea rivoluzionaria e difficilmente condivisa da tutte le altre culture.


Ma il grande merito è quello della Chiesa cattolica, la quale ha edificato un habitat sociale e istituzionale favorevole alla responsabilità individuale, creando un diritto ecclesiale distinto dalla teologia e dal diritto civile, distinguendo la sovranità del Papa da quella dell’imperatore, fondando la soggettività giuridica. E’ così che i canonisti medievali creano la laicità. Il loro modo di ragionare per pro e contro, dice Siedentop, è stato«straordinariamente positivo per la mente occidentale».


La sua critica si rivolge anche all’Umanesimo e all’Illuminismo dove, per una distorsione di prospettiva, hanno cercato nel mondo greco-romano quella fondazione della laicità liberale che stava invece nel Medioevo cristiano. Ma il filosofo critica anche i cristiani evangelici fondamentalisti, soprattutto americani, e la loro offensiva contro quella libertà di scelta di cui dovrebbero essere orgogliosi (in campo scientifico, ad esempio) e critica persino Benedetto XVI per aver invocato un’alleanza tra religioni contro la laicità (in realtà contro il laicismo, ovvero lo stravolgimento del concetto di laicità). Simmetricamente, Siedentop censura chi in nome della laicità combatte la religione che quella laicità ha prodotto (il laicismo, per l’appunto, esattamente come fece Benedetto XVI).


«Siamo per metà cristiani, che lo si sappia o no»ha spiegato al “Corriere della Sera”. Indipendentemente dalla nostra fede nel Dio cristiano, suggerisce Siedentop, «dobbiamo essere orgogliosi della cultura nata da quella fede, una cultura in cui i princìpi vengono prima delle regole». In Italia un altro bel libro è stato pubblicato sul tema del liberalismo e del suo legame originale con il cristianesimo, lo ha scritto il filosofo laico Marcello Pera intitolato: Perché dobbiamo dirci cristiani (Mondadori 2008). Ne consigliamo vivamente la lettura.