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Citazioni di Filosofi e Politici credenti e atei

* Arendt, Hannah (Filosofa e Storica).
Di religione ebraica, la Arendt si concentrò sulla descrizione della condizione umana, raggiungendo livelli di ineguagliabile intensità.

1. "Solo perché non mi sono fatta da me posso essere libera; se mi fossi fatta da sola, avrei potuto prevedermi e, così, avrei perso la libertà".
(Arendt, Che cos'è la filosofia dell'esistenza, 1998, pag. 75).

2. "Tutta la nostra esistenza si direbbe fondata su una catena di miracoli: prima la formazione della terra e poi, su questa, la nascita della vita organica, e infine l'evolversi dell'uomo dalle specie animali.
Se consideriamo i processi che si svolgono nell'universo e nella natura (favoriti da probabilità schiaccianti dal punto di vista statistico), il formarsi della terra (nel corso dei processi cosmici), la vita organica (che si forma partendo da processi inorganici) e infine la nascita dell'uomo (dai processi della vita organica), ci appariranno tutti come “infinite improbabilità”: ossia, nel linguaggio quotidiano, “miracoli”.
Proprio a causa dell'elemento “miracoloso”, presente in ogni realtà, gli eventi, per quanto possono essere anticipati da timori o speranze, quando si verificano ci sorprendono e ci scuotono.
La stessa forza d'urto di un evento non potrà mai essere spiegata fino in fondo: in linea di principio, il "fatto" supera ogni previsione.
L'esperienza che ci fa vedere un miracolo in ogni evento non è né arbitraria né artificiosa, anzi è naturalissima, nella vita di tutti i giorni. Non è per nulla superstizioso, anzi è realistico cercare quel che non si può prevedere".
(Arendt, Il pensiero secondo, Rizzoli, 1989).


* Aristotele (384-322 a.C., Filosofo)
Uno dei più grandi uomini dell'antichità, credeva in un Dio immanente (e non trascendente).

1. La capacità ultima della ragione sta nella fede, infatti afferma:
"Per imparare bisogna prima di tutto credere"
(Werner Jaeger, Aristotele, Sansoni, Firenze 1935).

2. "Dunque così Egli è. Ed ha anche vita perché l'atto dell'intelletto è vita ed Egli è quell'atto. E la sua attività che esiste di per sé è la vita migliore ed eterna. Diciamo, infatti, che Dio è vivente, eterno e perfetto, sicché a Dio appartiene una vita continua ed eterna: questo è, dunque, Dio.
(Aristotele, Metafisica, XII 7, 1072 a21-b30)

3. L'uomo ha dentro un desiderio inestirpabile di senso, di significato, di felicità. La fede è razionale perchè comincia a compiere questa profonda e misteriosa esigenza umana, che altrimenti rimarrebbe insoddisfatta.
"È nella natura del desiderio di non poter essere soddisfatto, e la maggior parte degli uomini vive solo per soddisfarlo".
(Aristotele, La politica, 335 a.C.)


* Bogdanov, Aleksandr Aleksandrovič (Medico, Filosofo ed Economista).
Combattè con validissime argomentazioni la tesi dell'evoluzione come espressione del puro affermarsi del "caso".

1. "Affinchè la formazioni di nucleotidi porti “per caso” all’elaborazione di una molecola di RNA utilizzabile, sarebbe stato necessario che la natura moltiplicasse i tentativi a caso per un tempo di anni 1 seguito da 15 zeri (un milione di miliardi di anni), il che è centomila volte più esteso dell’età complessiva del nostro universo".
(Bogdanov, Dio e la scienza, Bompiani, Pag. 44)


* Bonaparte, Napoleone (1729-1821, Politico e Militare)
Uno dei più famosi uomini della storia e fondatore del Primo Impero Francese. Cinico persecutore della Chiesa e del Papa.

1. "Tutto di Gesù Cristo mi sorprende. Il suo spirito mi supera e la sua volontà mi confonde. E' veramente un essere a parte. Le sue idee, i suoi sentimenti, la verità che egli annuncia, la sua maniera di convincere, non si riescono a spiegare nè con le istituzioni umane nè con la natura delle cose. La sua nascita e la storia della sua vita, la profondità della sua dottrina che raggiunge davvero la vetta delle difficoltà e ne è la soluzione più ammirevole, il suo Vangelo, il suo cammino attraverso i secoli, tutto rappresenta per me un prodigio. E' un mistero insondabile. Qui non vedo niente di umano, più guardo da vicino tutto è al di sopra di me, tutto appare più grande".
(Napoleone, Conversazioni religiose, Editori Riuniti 2004, pag.57-63)


2. "Conosco gli uomini e vi dico che Gesù non è solo un uomo. In Licurgo, in Numa, in Maometto, non vedo che dei legislatori i quali, poiché occupavano il primo posto nello Stato, hanno cercato la migliore soluzione al problema sociale. Non ci trovo nulla che nasconda la divinità ed essi stessi, del resto, non hanno mai alzato le loro pretese così in alto. Cerco invano nella storia qualcuno simile a Gesù Cristo o qualcuno che comunque si avvicini al Vangelo. Anche gli empi non hanno mai osato negare la sublimità del Vangelo che ispira loro una specie di venerazione obbligata! Che gioia procura questo libro!"
(Napoleone, Conversazioni religiose, Editori Riuniti 2004, pag. 65-72)


3. "Gesù si è impadronito del genere umano. Mentre tutto ciò che egli ha fatto è divino, negli altri, Zoroastro, Numa, Maometto, non c'è nulla, al contrario, che non sia umano. L'azione di questi mortali si limità alla loro vita. Cristo si tratta forse di una invenzione dell'uomo? No, al contrario è una realtà inspiegabile. Gesù è il solo che abbia osato tanto. E' il solo che abbia detto chiaramente e affermato senza esitazione egli stesso di sè: io sono Dio"
(Napoleone, Conversazioni religiose, Editori Riuniti 2004, pag. 71-81)


* Couchoud, Paul Louis (Filosofo e Poeta).
Da ateo militante cercò di sferrare così il suo attacco al Cristianesimo, confermandone invece la sua importanza storica.

1. "Nella mente degli uomini Gesù è incommensurabile. Le sue proporzioni sono fuori di paragone, il suo ordine di grandezza è appena concepibile. La storia dell’Occidente, dall’impero Romano n poi, si ordina intorno a un fatto centrale, a un evento generatore: la rappresentazione collettiva di Gesù e della sua morte. Il resto è uscito di là o si è adattato a ciò. Tutto ciò che è stato fatto in Occidente durante tanti secoli si è fatto all’ombra gigantesca della croce".
(Couchoud, Le Mystère de Jésus, Rieder e Cie. Éditeurs, Paris 1924)


* Croce, Benedetto (Filosofo, Storico, Scrittore e Politico).

1. "Il cristianesimo è stato la più grande rivoluzione che l’umanità abbia mai compiuta: così grande, così profonda, così feconda di conseguenze, così inaspettata e irresistibile nel suo attuarsi, che non meraviglia che sia apparso o possa ancora apparire come un miracolo, una rivelazione dall’alto, un diretto intervento di Dio nelle cose umane, che da lui hanno ricevuto legge e indirizzo affatto nuovo. Tutte le altre rivoluzioni, tutte le maggiori scoperte che segnano epoche nella storia umana, non sostengono il suo confronto, parendo rispetto a lei particolari e limitate. E le rivoluzioni e le scoperte che seguirono nei tempi moderni non si possono pensare senza la rivoluzione cristiana, in relazione di dipendenza da lei, a cui spetta il primato perché l’impulso originario fu e perdura il suo”.
(Croce, Perché non possiamo non dirci cristiani, 1942)

2. Puro filosofo quale sono e, per sincerità verso me stesso, voglio restare, io stimo che il più profondo rivolgimento spirituale compiuto dall'umanità sia stato il Cristianesimo. Gli uomini, i geni, gli eroi che furono innanzi al Cristianesimo, compirono azioni stupende, opere bellissime, e ci trasmisero un ricchissimo tesoro di forme, di pensieri e di esperienze; ma in tutti essi si desidera quel proprio accento che noi accomuna e affratella, e che il Cristianesimo ha dato esso solo alla vita umana"..
Croce, Dialogo su Dio: Carteggio 1941-1952, Archinto 2007, pag. 11)


* Da Todi, Iacopone (1233-1306, Poeta e Religioso)
I critici lo considerano uno dei più importanti poeti italiani del Medioevo, certamente fra i più celebri autori di laudae religiose della letteratura italiana.

1. "Cristo me trae tutto, tanto è bello"
(Da Todi, Como l'anima se lamenta con Dio de la carità superardente in lei infusa, Lauda XC, in Le Laude, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1989, pag. 313)


* De Lubac, Henri (Filosofo e Cardinale).
E' considerato uno dei più influenti teologi del XX secolo. Riportiamo una citazione in cui sintetizza lucidamente l'unico frutto dell'ateismo: la disumanità.

1. "Umanesimo positivista, umanesimo marxista, umanesimo nietzschiano; la negazione che sta alla base di ognuno di essi è un antiteismo, e più precisamente un anticristianesimo. Per quanto siano tra loro contrapposte, le loro implicazioni, sotterranee o manifeste, sono numerose, e come hanno un fondamento comune nel rifiuto di Dio, così pure arrivano a esiti analoghi, il più importante dei quali è l’annientamento della persona umana. Feuerbach e Marx, così come Comte e Nietzsche, erano convinti che la fede in Dio stesse scomparendo per sempre, il loro ateismo si credeva e si voleva definitivo, credendo di eliminare completamente il problema. Nietzsche stesso è rimasto sepolto nella sua notte, e tuttavia il "problema" Dio non ha fatto che aumentare.
Non è vero che l’uomo, come sembra talvolta si dica, non possa organizzare il mondo terreno senza Dio.
È vero però che, senza Dio, non può alla fin dei conti che organizzarlo contro l’uomo. La terra, che senza Dio potrebbe cessare di essere un caos solo per diventare una prigione, è in realtà il campo magnifico e doloroso dove si prepara la nostra esistenza eterna. Così la fede in Dio, che nulla potrà mai strappare dal cuore dell’uomo, è la sola fiamma nella quale si conserva, umana e divina, la nostra speranza".
(De Lubac, Il dramma dell’umanesimo ateo, Jaka Book).