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  NOTA 29 La samaritana: Gv 4 3 Gesù lasciò la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea. 4 Doveva perciò attraversare la Samaria.5 Giunse pertanto ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6 qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno.  7 Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: "Dammi da bere".  

La sete di Gesù.
L’incontro con la samaritana s’inserisce lungo la strada del ritorno verso la Galilea. Un particolare importante non menzionato dagli altri evangelisti, rimasto scolpito nella mente di S. Giovanni che ci anticipa la sete di Gesù sulla croce e il desiderio di donare lo Spirito. S. Agostino commentando questo brano mette in evidenza la sete di Gesù della fede di questa donna. Egli che poteva saziare questa sete, chiede a questa donna: “dammi da bere” mentre promette un’acqua viva che zampilla per la vita eterna. Gesù manifesta nel colloquio con questa donna il desiderio ardente che aveva di offrire agli uomini lo Spirito perché potesse giungere il momento in cui i veri adoratori avrebbero adorato il Padre in Spirito e Verità. "Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete". (Gv 4,32) cioè “compiere la sua opera.” Sulla croce “Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: "Ho sete" (Gv 19,28). Morendo ed effondendo lo Spirito, Gesù mostrava il compimento di questa opera. Gli uomini avrebbero potuto adorare il Padre in Spirito e Verità. “Chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna". Il senso di quest’acqua viva ci è fornito dallo stesso S. Giovanni in 7,39: "Chi ha sete venga a me e beva 38 chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno. Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui”. Lo Spirito promesso, ora è donato, permettiamoGli che diventi sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna.  

Se tu conoscessi il dono di Dio 
 8 I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. 9 Ma la Samaritana gli disse: "Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?". I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. 10 Gesù le rispose: "Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva".  

NOTA 31
 
La samaritana
3- Se tu conoscessi il dono di Dio
Nel colloquio con la samaritana S. Giovanni presenta un primo piano sui desideri del Signore Gesù. Egli è colui che è venuto da Dio e proferisce parole di Dio e dà lo Spirito senza misura. Egli è colui che ha nelle mani ogni cosa perché è amato dal Padre: chi obbedisce a Lui possiede la vita eterna. Egli è colui che desidera ardentemente offrire a noi la sua intimità attraverso lo Spirito che è venuto a donare. Egli è colui che mentre chiede l’acqua per il suo bisogno di sete, vuole offrire, anche a te, l’acqua viva. Se tu conoscessi quali doni e quali poteri possiede colui che pure a te chiede: “dammi da bere”! Se anche tu conoscessi il dono di Dio! Occhio non vide né orecchio udì... se tu sapessi! Se tu sapessi cosa vuol dire bere dell’acqua che io darò, sentiresti zampillare la tua vita di una sorgente che comunica la vita fino a diventare eterna! Insieme a questa donna quante donne e quanti uomini non conoscono il Dono! Quanti battezzati, non conoscono il Dono. Gesù vuole manifestare la portata di questo Dono, vuole fare questo Dono, perché Egli dà lo Spirito senza misura, ma trova gli uomini desiderosi di ricevere e in grado di accogliere questo Dono? È un Dono che viene dato in virtù dell’obbedienza al Figlio, ma troverà te capace di sottometterti a Lui? Gesù vuole donare il suo Spirito, ma non in funzione dei tuoi progetti o dei tuoi ruoli, ma in sottomissione e in obbedienza a Lui: “Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita.” (Gv 4,36) Come Giovanni Battista, in umiltà dobbiamo permettere che lo Sposo venga, dobbiamo imparare e insegnare la sottomissione allo Sposo, al Cristo, Colui che è venuto come Sposo dal seno del Padre, per ammetterci alle nozze eterne, a Colui che vuole introdurci nel suo amore e far zampillare in noi la comunione con Dio, che già su questa vita è vita eterna. Nota bene, Gesù non dice: “ avrà la vita eterna” ma “ha” la vita eterna (Gv 4,36). Se tu conoscessi il Dono di Dio! Chiedi, come la samaritana, anche se non  conoscessi la grazia del Dono: “Dammi di quest’acqua”. 

4- Adoratori del Padre in spirito e verità.
11 Gli disse la donna: "Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva?  12 Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?".  13 Rispose Gesù: "Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete;  14 ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna".  15 "Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua". 16 Le disse: "Va' a chiamare tuo marito e poi ritorna qui".  17 Rispose la donna: "Non ho marito". Le disse Gesù: "Hai detto bene "non ho marito"; 18 infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero".  19 Gli replicò la donna: "Signore, vedo che tu sei un profeta. 20 I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare".  21 Gesù le dice: "Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre.  22 Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23 Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori.24 Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità". 

NOTA 33
La Samaritana
4- Adoratori del Padre in spirito e verità.
Tutto il brano con la samaritana ha il suo culmine in questa rivelazione: “Credimi, donna, è venuto il momento ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori.” Fino ad ora si è adorato Dio con riti esterni ed oblazioni di animali, ora c’è un tempo nuovo di adorazione, e anche un modo nuovo di adorare: in Gesù Cristo, la Verità e nello Spirito,  il solo che può realizzare nell’orante la comunione con Dio. Io vi darò quest’acqua viva che zampilla fino alla vita eterna. Solo in me e, attraverso lo Spirito che vi darò, potete adorare il Padre, perché nessuno va al Padre, se non per mezzo di me. Solo il Figlio conosce il Padre. Chi non è ancora figlio non può avvertire tutta la tenerezza e l’abbandono filiale del Figlio col Padre; è un estraneo alla sua vita, non risulta il legame genetico ed affettivo che crea il rapporto di figlio.Il Padre cerca adoratori veri, e solo i figli possono adorarLo nella verità altrimenti dire padre è una falsità. Adoratori veri sono solo quelli che in verità vengono da Lui generati. E se uno non rinasce da acqua e da Spirito non può in verità dire: Padre! Dio è Spirito e solo nello Spirito si può essere rigenerati e essere capaci di entrare in comunione con Dio Vivo e Vero e Spirito. A quanti hanno accolto il Verbo di Vita è dato potere di diventare figli di Dio. (Cfr Gv 1,12). Accogli il Verbo di Vita per diventare figlio nel Figlio e mediante lo Spirito adora il Padre. 

Sono io che ti parlo.
 
25 Gli rispose la donna: "So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa".  26 Le disse Gesù: "Sono io, che ti parlo".  

 NOTA 37
La Samaritana 
5- Sono io che ti parlo.
Quando la samaritana ha ricevuto la rivelazione: “credimi, donna è venuto il momento” si è trovata impreparata, disorientata di fronte a questa formidabile e nuova prospettiva. Aveva intuito in chi le stava di fronte “un profeta” al quale aveva chiesto di risolvere quella questione ancora irrisolta tra giudei e samaritani, ma non poteva sospettare la portata della risposta, a questo punto come per prendersi del tempo, impreparata al nuovo evento si appella al Cristo che doveva venire: 24quando egli verrà ci annunzierà ogni cosa. 25Gesù le disse: “Sono io che ti parlo”. Trovarsi all’improvviso di fronte al Cristo al quale si è appellato, ha suscitato un fremito forse unico nella storia del mondo: trovarsi di fronte al Messia promesso e atteso, non è un evento che avviene tutti i giorni né capita spesso. Lo stupore dinanzi a Dio che viene e s’intrattiene con te, viene a manifestare alla tua vita e al tuo cuore cose che non si possono riferire né ripetere. Il mistero di Dio che s’incontra con te, ti sorprende e t’invita ad adorarLo in Spirito e Verità. “26Sono io che ti parlo”!  In risposta quella donna lascia anche la brocca, l’acqua per cui era andata al pozzo, e torna dalla sua gente in città a riferire il suo incontro con Lui, “29mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?”Un incontro che la trasforma in missionaria. Il “forse” può assumere un duplice significato: o che in verità il suo cuore non riesce ancora a convincersi, oppure essa non vuole intromettersi nella scelta degli altri perché vadano direttamente al Signore. La parola lascia intendere che questo “forse” non è un gran male, perché il compito dell’annunciatore non è quello di dare le proprie sicurezze ma invitare ad andare a colui che ha sconvolto la vita: “mi ha detto tutto quello che ho fatto”. Vieni da Gesù, è lui che deve rispondere alle tue inquietudini e alle tue domande, non devi perdere la gioia del tuo rapporto personale con Lui. Con Iª Gv 1,1ss siamo tutti invitati a rendere testimonianza alla luce perché siano in comunione con Gesù.Gli stessi samaritani andati da Gesù, dopo aver fatto esperienza personale, dicevano alla donna: "42Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo".   

Ho da mangiare un cibo.  
27
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: "Che desideri?", o: "Perché parli con lei?".  28 La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente:  29 "Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?".  30 Uscirono allora dalla città e andavano da lui.     31 Intanto i discepoli lo pregavano: "Rabbì, mangia".  32 Ma egli rispose: "Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete". *(nota 39)  33 E i discepoli si domandavano l'un l'altro: "Qualcuno forse gli ha portato da mangiare?".  34 Gesù disse loro: "Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera.  35 Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura.  36 E chi miete riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché ne goda insieme chi semina e chi miete. 37 Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete. 38 Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro". 

 NOTA 39
La samaritana:
6-Ho da mangiare un cibo.
Gesù manifestandosi alla samaritana ha portato a compimento un’opera del Padre, ha proposto l’adorazione del Padre in spirito e verità, ha promesso lo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui, ha manifestato la sua opera e presenza di Messia... era ormai sazio per ora: Una giornata faticosa e calda, la soddisfazione di aver compiuto la volontà di chi l’aveva mandato. Una tappa di questo compimento era stata raggiunta. Questo cibo è ancora sconosciuto a loro, suoi discepoli, per ora, un cibo che avrebbe pure indicato con la preghiera del “Padre”: sia fatta la tua volontà, ma che era ancora nascosto ai loro occhi, ancora tanto carnali, e ancora legati alla sfera terrena. Mio cibo è fare la volontà del Padre che è nei cieli.  

7-Noi stessi abbiamo udito.  39 Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: "Mi ha detto tutto quello che ho fatto".  40 E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni.  41 Molti di più credettero per la sua parola  42 e dicevano alla donna: "Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo43 Trascorsi due giorni, partì di là per andare in Galilea.  44 Ma Gesù stesso aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella sua patria.45 Quando però giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero con gioia, poiché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme durante la festa; anch'essi infatti erano andati alla festa.
NOTA 41 
La samaritana:
7-Noi stessi abbiamo udito. 

 

La samaritana ha riportato l’annuncio: Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?"Questo annuncio ha messo nel cuore dei samaritani il desiderio di parlare e di rimanere con Gesù, credettero a Gesù per le parole della donna, e chiesero a Gesù di fermarsi un po’ con loro. Gesù accetta di restare per confermare nel loro cuore la fede verso di lui, cammino iniziato dalle parole della donna. Solo quando essi rimasero con Gesù, passano ad un altro grado di fede: "Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo".Nella fede, fermarsi a quello che gli altri ci hanno detto, non è ancora segno di maturità. Bisogna andare personalmente da Gesù Cristo e chiedergli di rimanere con noi. Anche Giacomo e Giovanni (Gv 1,36) avevano capito che Gesù era il Messia promesso. Quando Giovanni Battista indica Gesù come l’agnello di Dio, essi non rimangono lì con Giovanni, ma si mettono in cammino dietro a Lui, gli domandano:”dove abiti?”, si trattengono con lui in quell’ora, che rimane impressa nella loro mente: “erano circa le quattro”. Dopo che hanno visto e hanno creduto, hanno riferito e hanno portato a Gesù i loro fratelli. La fede per sentito dire, è un inizio di fede, non ancora una fede matura. Non ci si può fermare qui. Deve diventare testimonianza: "noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo". 
[Modificato da AmarDio 28/03/2010 21:39]