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le testimonianze extrabibliche
su Gesù di Nazareth

Abbiamo infatti affrontato il tema della sua esistenza nelle fonti non cristiane (extra-cristiane), ovvero quelle pagane greco-romane, quelle pagane siro-palestinesi e quelle ebraiche. Allo stesso tempo, abbiamo sinteticamente valutato la testimonianza delle fonti cristiane al di fuori dei vangeli (extra-canoniche) e al di fuori del Nuovo Testamento (extra-testamentarie). Il tutto è stato premesso da un approfondimento sulla (presunta) scarsità dei dati che abbiamo a disposizione nei confronti di Gesù.

E’ una tematica che è stata al centro del dibattito negli ultimi due secoli ma che, tuttavia, oggi ha perso di attenzione in quanto ritenuta non così necessaria. Dalla seconda fase (postbultmaniana) e, sopratutto, dalla terza fase dello studio sul Gesù storico (dagli anni ’90 in poi), i vangeli hanno infatti aumentato sempre più, agli occhi degli storici, la loro attendibilità sui dati che presentano. Molti pregiudizi sono stati in parte abbandonati e l’onestà intellettuale è stata abbastanza riguadagnata, anche grazie al contributo delle scoperte archeologiche e dei convincenti argomenti sulla retrodatazione della loro composizione. Parallelamente, si è quindi sentita meno l’esigenza di vagliare le tracce di Gesù al di fuori dei quattro vangeli canonici, ritenendo comunque sufficiente l’autorità evangelica.

E’ rimato comunque un argomento molto utile, semmai per confermare l’attendibilità dei vangeli in quanto tutte le fonti extraevangeliche indipendenti non fanno altro che ribadire le informazioni offerte dai quattro evangelisti (mai alcuna contraddizione o smentita, nemmeno negli autori pagani satirici). In questo dossier abbiamo presentato direttamente il pensiero di diversi principali studiosi del Nuovo Testamento, di fede protestante, cattolica e non credenti, come B.D. Ehrman della North Carolina University. Proprio quest’ultimo ha riconosciuto che i numerosi documenti che parlano di Gesù di Nazareth al di fuori dei vangeli«forniscono allo storico una dovizia di materiali su cui lavorare, un fatto piuttosto insolito per le testimonianze sulla vita di chiunque, letteralmente chiunque, sia vissuto nel mondo antico» (B.D. Ehrman, Did Jesus Exist?, HarperCollins 2012, p. 79).

Oltre ai quattro vangeli canonici, infatti, gli studiosi sostengono la storicità di Gesù basandosi anche sulle rispettive fonti-presinottiche (la cosiddetta fonte Q, la fonte M, L e altre ), su 8 testimonianze non cristiane, indipendenti e riconosciute come autentiche (Tacito, Plinio il Giovane, Svetonio, Marco Cornelio Frontone, Luciano di Samosata, Tallo, Mara Bar Serapion e Flavio Giuseppe), e su 10 testimonianze cristiane, anch’esse ovviamente indipendenti (e addirittura alcune precedenti) ai vangeli canonici (Atti degli Apostoli, Tredici lettere di Paolo, Lettera agli Ebrei, Due lettere di Pietro, l’Apocalisse, la Lettera di Giuda, la Didaché, gli scritti di Papia, Ignazio di Antiochia e la Prima lettera di Clemente Romano ai Corinzi).

Dopo aver presentato l’opinione maggioritaria della comunità scientifica su ognuna di queste fonti, abbiamo concluso che oggi non solo non è più possibile mettere in dubbio la storicità di Gesù (e nessuno più lo fa), ma -come è stato scritto poco sopra- è anche d’obbligo ritenere le fonti più complete che abbiamo sulla vita di Gesù, cioè i vangeli, dei documenti storici, la cui attendibilità è confermata da quasi 20 documenti indipendenti, cristiani e non cristiani, risalenti ai primi due secoli dell’era cristiana.