00 23/02/2010 18:31

Andrea Nicolotti


SAMOSATA



Il retore scettico Luciano, nato a Samosata intorno al 120 e morto dopo il 180, attivo nell’età degli Antonini, ci ha lasciato un’opera intitolata La morte di Peregrino, nella quale l’autore, un decennio dopo lo svolgimento dei fatti, narra del teatrale suicidio del fanatico Peregrino Proteo, sul rogo che si era eretto a Olimpia nel 165 o 167.


Questa singolare figura di filosofo, che per Luciano è certo un ciarlatano, era stato per un certo periodo cristiano, per poi passare alla filosofia cinica. Per mostrare il suo disprezzo per la morte, che Luciano invece definisce “amor di gloria”, egli si gettò tra le fiamme del rogo.


Durante il periodo di adesione al cristianesimo, nel quale era stato anche in carcere, veniva visitato continuamente dai suoi fratelli cristiani, che da ogni dove si affrettavano a venire per consolarlo, assisterlo, aiutarlo; secondo Luciano essi erano degli sciocchi, ingannati da quell’impostore:



Allora Proteo venne a conoscenza della portentosa dottrina dei cristiani, frequentando in Palestina i loro sacerdoti e scribi. E che dunque? In un batter d’occhio li fece apparire tutti bambini, poiché egli tutto da solo era profeta, maestro del culto e guida delle loro adunanze, interpretava e spiegava i loro libri, e ne compose egli stesso molti, ed essi lo veneravano come un dio, se ne servivano come legislatore e lo avevano elevato a loro protettore a somiglianza di colui che essi venerano tuttora, l’uomo che fu crocifisso in Palestina per aver dato vita a questa nuova religione.


[…] Si sono persuasi infatti quei poveretti di essere affatto immortali e di vivere per l’eternità, per cui disprezzano la morte e i più si consegnano di buon grado. Inoltre il primo legislatore li ha convinti di essere tutti fratelli gli uni degli altri, dopoché abbandonarono gli dei greci, avendo trasgredito tutto in una volta, ed adorano quel medesimo sofista che era stato crocifisso e vivono secondo le sue leggi. Disprezzano dunque ogni bene indiscriminatamente e lo considerano comune, seguendo tali usanze senza alcuna precisa prova. Se dunque viene presso di loro qualche uomo ciarlatano e imbroglione, capace di sfruttare le circostanze, può subito diventare assai ricco, facendosi beffe di quegli uomini sciocchi” (De morte Per. XI-XIII)1.



Interessante il riferimento al Cristo, che viene considerato un sofista, ed il “primo legislatore” dei Cristiani, le cui leggi sono da essi seguite; l’unica notizia storica su Gesù è il ricordo della sua crocifissione.




NOTE AL TESTO



1 “Oteper kaˆ t¾n qaumast¾n sof…an tîn Cristianîn ™xšmaqen, perˆ t¾n Palaist…nhn to‹j ƒereàsin kaˆ grammateàsin aÙtîn xuggenÒmenoj. Kaˆ t… g£r; ™n brace‹ pa‹daj aÙtoÝj ¢pšfhne, prof»thj kaˆ qias£rchj kaˆ xunagwgeÝj kaˆ p£nta mÒnoj aÙtÕj ên, kaˆ tîn b…blwn t¦j mn ™xhge‹to kaˆ dies£fei, poll¦j d aÙtÕj kaˆ sunšgrafen, kaˆ æj qeÕn aÙtÕn ™ke‹noi Ædoànto kaˆ nomoqštV ™crînto kaˆ prost£thn ™pegr£fonto, met¦ goàn ™ke‹non Ön œti sšbousi, tÕn ¥nqrwpon tÕn ™n tÍ Palaist…nV ¢naskolopisqšnta, Óti kain¾n taÚthn telet¾n e„sÁgen ™j tÕn b…on. [...] Pepe…kasi g¦r aØtoÝj oƒ kakoda…monej tÕ mn Ólon ¢q£natoi œsesqai kaˆ bièsesqai tÕn ¢eˆ crÒnon, par' Ö kaˆ katafronoàsin toà qan£tou kaˆ ˜kÒntej aØtoÝj ™pididÒasin oƒ pollo…. ”Epeita d Ð nomoqšthj Ð prîtoj œpeisen aÙtoÝj æj ¢delfoˆ p£ntej een ¢ll»lwn, ™peid¦n ¤pax parab£ntej


qeoÝj mn toÝj `EllhnikoÝj ¢parn»swntai, tÕn d ¢neskolopismšnon ™ke‹non sofist¾n aÙtÕn proskunîsin kaˆ kat¦ toÝj ™ke…nou nÒmouj biîsin. Katafronoàsin oân ¡p£ntwn ™x ‡shj kaˆ koin¦ ¹goàntai, ¥neu tinÕj ¢kriboàj p…stewj t¦ toiaàta paradex£menoi. Àn to…nun paršlqV tij e„j aÙtoÝj gÒhj kaˆ tecn…thj ¥nqrwpoj kaˆ pr£gmasin crÁsqai dun£menoj, aÙt…ka m£la ploÚsioj ™n brace‹ ™gšneto „diètaij ¢nqrèpoij ™gcanèn. Ed. A.M. Harmon, Cambridge, 1936.



[Modificato da Credente 08/12/2020 21:19]